Esperienze

Sono la Dott.ssa Alice Marega, psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia.


Nel corso degli ultimi anni ho avuto modo di approfondire la mia formazione e maturare la mia esperienza professionale in ambito perinatale e di patologie a dolore cronico.

Mi occupo principalmente di:

- conduzione di interventi psicoeducativi focalizzati su una migliore comprensione di una condizione medica e sulla promozione di strategie di gestione efficace attraverso un approccio mirato alla gestione del dolore e al miglioramento della qualità della vita

- supporto psicologico nel periodo perinatale: dal progetto di una gravidanza al post-parto

- supporto e accompagnamento nel lutto perinatale

- supporto psicologico in parallelo a percorsi di PMA

- supporto psicologico in casi di disturbi d'ansia e disturbi del tono dell'umore

- gestione delle emozioni e riduzione dello stress

- sostegno psicologico in casi di problematiche legate alla bassa autostima

Lavoro principalmente con adolescenti, adulti e coppie che sentono la necessità di acquisire maggiore consapevolezza rispetto alla fase di vita che stanno attraversando.


Per ogni necessità, potete contattarmi tramite sms (o whatsapp) al n. 3513405621 o tramite e-mail: alicem.psy@gmail.com
Altro
Esperto in:
  • Psicologia perinatale
  • Psicologia della salute

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Dottoressa empatica e preparata, mi sono sentito ascoltato e supportato. Mi ha aiutato molto.

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Seduta online con la psicologa, devo dire che l'esperienza è stata molto positiva. Si è dimostrata molto professionale riuscendo a creare un clima di fiducia nonostante la modalità virtuale. Ho trovato il suo supporto davvero utile.

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Sono stato dalla Dottoressa e posso dire di essermi trovato molto bene. È una professionista empatica e attenta, che sa mettere subito a proprio agio. È riuscita a capire le mie difficoltà e a propormi strategie concrete per affrontarle senza mai forzarmi.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera,
Sono una ragazza di 17 anni e mi piacerebbe confrontarmi con dei professionisti per quanto riguarda un problema che ho da diversi anni ormai. Da quando sono piccola ho la mentalità da "soldatino". Sono molto perfezionista, non accetto errori o fallimenti da parte mia, in qualsiasi ambito della mia vita, a scuola, nele mie passioni e persino nelle relazioni. Posso farvi un esempio anche recente. Quando mi capita di prendere l'influenza o di star male, faccio molta fatica a decidere di non andare a scuola. Cerco di fare meno assenze possibili, sto a casa solo se la mattina stessa ho la febbre, altrimenti per raffreddore, mal di gola, tosse, mal di pancia, mal di testa o anche solo stanchezza sono sempre presente. A volte sono i miei genitori a consigliarmi di stare a casa, ma non riesco proprio. Succede anche se dobbiamo organizzare una gita, un viaggio o un evento che preveda l'assenza da scuola. Ovviamente il perfezionismo non si ferma solo a questo. Appena faccio un minimo errore ci ripenso per ore e cerco di essere sempre quella impeccabile in tutto. Ovviamente per mostrarmi sempre perfetta sopprimo le mie emozioni davanti agli altri. A nessuno mostro davvero chi sono e cosa provo. Noto una vera differenza tra ciò che sono quando sto da sola in casa e ciò che gli altri vedono di me. Addirittura più volte mi è capitato di iniziare una nuova attività (ad esempio fare qualche passo di ballo, imparare una nuova lingua, leggere, giocare a scacchi, cantare, scrivere), ma non lo mostro a nessuno proprio perché quando inizio a fare qualcosa mi sento troppo scarsa in ciò che faccio e non voglio mostrarmi debole per la vergogna. È noto limitante perché alla fine le persone mi iniziano a vedere come un inumana, o addirittura strana. A scuola sono la compagna che aiuta gli altri e che è intelligente dal punto di vista accademico ma con cui nessuno ha davvero voglia di passare un pomeriggio a parlare dei propri sentimenti. Ho delle amiche ma anche con loro non riesco ad aprirmi, perciò mi rendo conto che il problema non sono solo gli altri ma anche io. Se ora mi sto raccontando è solo perché sono dietro all'anonimato altrimenti non lo avrei mai fatto.
Sono stanca di sentirmi così, ma è come se facesse parte di me. Non decido io come fermare i pensieri che mi assillano appena faccio un minimo errore e non riesco neanche a decidere io di aprirmi di più, perché ormai lo sento parte della mia persona.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per il testo estremamente lungo.
Buona giornata

Le tue parole descrivono bene la tua fatica. Mi dispiace molto sapere la situazione che stai vivendo e quanto questa stia impattando la tua quotidianità e il tuo benessere emotivo. Capisco che iniziare un percorso psicologico potrebbe sembrare complicato, ma considerarlo come uno spazio sicuro in cui lavorare su te stessa potrebbe essere un passo importante per ritrovare maggior equilibrio e serenità. Darti la possibilità di aprirti, anche un passo alla volta, potrebbe aiutarti a sentirti più autentica, senza il bisogno di essere impeccabile. Abbi cura di te, un caro saluto.

Dott.ssa Alice Marega

Buonasera,
Premetto che è la prima volta che mi esprimo sul web per esternare un malessere che oramai mi porto avanti da parecchi anni.
Ho 27 anni, laureato in magistrale di storia, occupato nel ruolo di operaio dal 2021 fino ad oggi.
Il mio problema è la realizzazione personale in ambito lavorativo.
Non ho bene in mente quale professione vorrei fare nella mia vita (ho rinunciato a provare a fare l'insegnante in quanto per le materie umanistiche ci sono pochi posti per tantissimi candidati).
Allo stesso tempo non vorrei continuare ad essere un operaio per troppo tempo.
Devo dire però che l'azienda dove lavoro attualmente, sebbene abbia pochi dipendenti, è sana (stipendio buono, orario anche, flessibilità nelle ferie e permessi).
Il discorso è che non mi piace il pregiudizio di essere considerato un operaio, perché nel subconscio reputo questa categoria come una delle ultime nella scala sociale.
Preferirei essere un impiegato, nonostante sia conscio che anche questa categoria abbia varie sfaccettature.
Nel frattempo sto cercando di riprendere la conoscenza delle lingue (inglese, francese e spagnolo) che da quando ho terminato le scuole superiori (liceo linguistico), ho praticato poco.
Non so se tentare qualche concorso nella pubblica amministrazione (anche per diplomati) o tentare di ottenere un lavoro come impiegato presso qualche azienda (con il rischio e il timore però di non essere assunto vista la mia età e perché non esperienza in campo impiegatizio).
Un altro problema è l'invidia che provo verso i successi delle persone a me care (l'ultima è stata la mia ragazza, 25enne, che ha iniziato da poco un apprendistato presso un'azienda giovane ma incredibile espansione, anche a livello internazionale).
Penso che la frustrazione di ciò sia dovuta al fatto di non essere orgoglioso/realizzato a livello professionale.
Per il resto, non mi manca nulla: bella famiglia, tanti amici, ecc..

Buongiorno, mi dispiace molto sapere il peso che questa situazione sembra avere su di lei.
Che fatica essere bloccati nonostante l'impegno messo nel lavoro e nella propria crescita. All'inizio del messaggio, lei scrive che è la prima volta che si esprime sul web rispetto a questo suo malessere e questo è un grande passo avanti. Dice inoltre, che questa condizione la porta avanti da parecchi anni e, a tal proposito, potrebbe esserle d'aiuto valutare l'inizio di un percorso psicologico in modo da comprendere meglio il momento che sta vivendo e ritrovare la sua serenità. Un caro saluto

Dott.ssa Alice Marega
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