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    Su di me

    Sono uno Psicologo Clinico iscritto all'Ordine degli Psicologi Abruzzo. Attualmente mi sto specializzando in una scuola di Psicoterapia ad orientament...

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    Formazione

    • Università degli studi di L Aquila - Facoltà di Psicologia Clinica

    Specializzazioni

    • Psicologia Clinica
    • Psicologia Clinica-Dinamica

    Tirocini

    • Associazione Syncronìa ONLUS

    Certificati


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    Competenze linguistiche

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    • Inglese

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    Pubblicazioni e articoli

    Pubblicazioni (1)

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    Presso: Consulenza online colloquio psicologico

    Ho iniziato da poco un percorso con il Dott. Rancitelli e devo dire che i risultati cominciano già a manifestarsi.

    Alessio è davvero un grandissimo professionista: è disponibilissimo, sa come mettermi a mio agio, è attento alle mie necessità e, soprattutto, SA ASCOLTARE! Dopo solo una seduta mi sembrava di conoscerlo da una vita!

    Complimenti per la bella persona ed il GRANDE PROFESSIONISTA che sei Alessio e grazie mille, soprattutto, per quanto stai facendo con me!

    CONSIGLIATISSIMO!!!!!!

    Dott. Alessio Rancitelli

    Ti ringrazio per le bellissime parole, e per il coraggio che mostri nell'aver intrapreso un percorso per il tuo benessere. Continua così!

    M
    Presso: Consulenza online consulenza online

    Mi sono trovata benissimo...dottore molto disponibile ed empatico e competente. Ha la capacità di metterti a proprio agio. Consigliato

    Dott. Alessio Rancitelli

    La ringrazio per la recensione, sono certo che questo percorso potrà aiutarla nel coltivare il suo benessere. Grazie ancora

    L
    Profilo verificato
    Presso: Consulenza online colloquio psicologico individuale

    Ho iniziato da poco il percorso con il Dottor Rancitelli e devo dire che, grazie alla sua capacità di ascolto e alla sua giusta schiettezza, sto mettendo in ordine le mie dinamiche psichiche e concrete.
    Il punto di vista del Dottore è per me prezioso, perché riesce a farmi vedere la psiche in un modo nuovo e profondo e così posso conoscermi in ogni mio aspetto.

    Dott. Alessio Rancitelli

    La ringrazio per la recensione, sono certo che questo percorso la porterà a scoprire la sua unicità come persona e a conoscersi meglio. Con la sua dedizione non ho dubbi che andremo lontano. Grazie ancora!


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    Risposte ai pazienti

    ha risposto a 7 domande da parte di pazienti di MioDottore

    Buongiorno a tutti.
    Vi scrivo per raccontarvi una mia esperienza personale che mi ha segnato molto nell'ultimo periodo, sperando che voi, in qualità di esperti, possiate fornirmi qualche consiglio. Chiedo scusa fin da subito se il mio messaggio dovesse risultare un po' lungo, ma credo che per comprenderlo appieno sia opportuno spiegare il contesto nella sua interezza: 6 mesi fa, la mia ragazza mi ha lasciato. Ho 21 anni, lei pure, e stavamo assieme da quando ne avevamo 17. La particolarità del nostro rapporto non risiede soltanto nella durata del nostro fidanzamento (quasi 4 anni), ma affonda le sue radici in contesti molto più antichi: basti pensare che io e lei ci conosciamo dall'età di 13 anni, dal primo giorno della prima liceo. Rapporto che è sbocciato come semplice amicizia, evolvendosi e consolidandosi nel tempo fino a diventare i migliori amici l'uno dell'altra. Questo fino alla quarta superiore, quando io ho iniziato a nutrire un certo interesse nei suoi confronti, interesse che poi si è trasformato in un sentimento molto forte da parte di entrambi. Specifico che sia io che lei non avevamo mai avuto relazioni al di fuori di essa, né esperienze sessuali di alcun tipo: anche per questo motivo, e anche per via della nostra grande affinità, la nostra relazione è stata particolarmente intensa, passionale e colma di rispetto, comprensione e supporto reciproco. Tutto ciò fino a 6 mesi fa, quando la mia ex ha preso la decisione di lasciarmi. Le motivazioni, senza addentrarmi troppo nei dettagli, sono le seguenti: scarsa maturità da parte mia, scarsa "visione del futuro" (o lungimiranza, per usare un sinonimo), pigrizia, e soprattutto un difficile rapporto coi miei familiari, rapporto che lei considerava molto disfunzionale e problematico e che, a detta sua, non sarebbe riuscita ad accettare in un'ipotetica vita insieme. Ammetto che sì, i rapporti che ho coi miei familiari non sono certo dei migliori, e questo per varie vicissitudini interne; ragione che quindi comprendo, ma che non giustifico. Se fossi stato al suo posto, non credo che una simile circostanza avrebbe avuto le potenzialità di minare così drasticamente il nostro rapporto. Considerazioni soggettive a parte, dopo la rottura io e lei ci siamo tenuti in contatto. Contatto che avveniva quotidianamente, e questo perché nemmeno lei, probabilmente, riusciva ad accettare pienamente l'idea di aver interrotto un rapporto così importante con la persona che fino a quel momento amava e che considerava il suo migliore amico. Tutto ciò è cambiato esattamente due settimane dopo la rottura, quando lei ha proposto a un suo compagno di corso di incontrarsi per un caffè e chiedergli alcune informazioni su un Erasmus a cui avrebbe voluto partecipare in futuro (il ragazzo in questione aveva infatti partecipato a un Erasmus l'anno precedente). Le ho creduto, e le credo tutt'ora, quando mi ha detto che nel fargli quella proposta lei non provava ancora nessun tipo di interesse nei suoi confronti, anche perché, conoscendola, non sarebbe da lei (giustificazione apparentemente molto fragile, è vero, ma in questo caso non dubito della sua buona fede); fatto sta che quell'uscita debba essere stata molto impattante per lei, poiché col passare dei giorni i due si sono scritti, sentiti e rivisti. La loro frequentazione è stata breve (si è interrotta poco tempo dopo per motivi su cui non voglio dilungarmi), ma estremamente dolorosa per me. Questo perché, nel momento in cui mi aveva messo al corrente di questa situazione, le avevo chiesto di aggiornarmi costantemente, presentandole la richiesta sotto forma di semplice interessamento, quando in realtà era l'enorme gelosia che provavo a spingermi in quella direzione. Il fatto, però, è che lei non si limitava solo a riportarmi dove e quando si sarebbero visti o di cosa avevano parlato, insomma, le classiche informazioni di servizio, ma anche altri dettagli totalmente inappropriati su quanto questo ragazzo fosse attraente per lei, del fatto che lo ritenesse "bellissimo", che tra di loro ci fosse un'energia autentica, e che, qualora fosse capitata l'occasione, c'era il rischio che non sarebbe riuscita a declinare l'offerta (riferendosi implicitamente a un rapporto sessuale). Per quanto assurdo possa sembrare, ci tengo a sottolineare che ero io in primis a richiedere espressamente che lei mi riferisse ogni singola notizia, ma a mia discolpa posso dire che non ho mai, e dico mai "ordinato" che lei si soffermasse anche su quel genere di dettagli. Anche perché, a mio avviso, la decisione di non riferirmeli era di sua pertinenza, sapendo l'elevato grado di intimità. Non sto nemmeno a dilungarmi tanto su quanto quelle frasi mi abbiano segnato, su quanto io ci sia rimasto male: una volta, come se non bastasse, dopo la fine della loro frequentazione, la mia ex mi aveva inviato una sua poesia (il suo hobby è sempre stato scrivere poesie) in cui si sfogava del dolore che aveva provato nell'essere stata scaricata da lui, ma facendo emergere al tempo stesso un'attrazione evidente nei suoi confronti. In tutto quel periodo (all'incirca un mese, un mese e mezzo; noi ci eravamo lasciati esattamente un mese prima), io non le ho mai detto esplicitamente che tali affermazioni mi dessero fastidio, se non, a volte, qualche leggera dimostrazione di stizza/gelosia. Questo perché in primis non volevo darle la soddisfazione che fossi ancora innamorato di lei, che morissi dalla gelosia per lei; in secondo luogo, per quanto strano potrà suonare, io non riuscivo a distaccarmi completamente da lei, ero ancora troppo innamorato e l'idea di una separazione definitiva mi avrebbe completamente distrutto. In più, ultimo ma non ultimo, volevo essere messo al corrente dei loro trascorsi, perché qualora fosse accaduto qualcosa di molto "grave" (come un rapporto sessuale) io avrei avuto il pretesto di arrabbiarmi e rompere i rapporti, ma al contempo avrei potuto monitorare le sue mosse, sperando nel frattempo che quell'atto non sarebbe avvenuto e di conseguenza augurandomi che la goccia non avrebbe fatto traboccare il vaso. Un paio di mesi fa, una volta finito tutto, le ho detto quanto questa cosa mi avesse fatto stare male, e lei ha capito e si è scusata, giurandomi che certe cose me le aveva dette in completa buona fede, senza pensare al disagio che mi avrebbero potuto provocare. Lì per lì l'ho perdonata, ma ripensare a quello che ha detto, a solo un mese dalla nostra rottura, nei confronti di un tizio che a malapena conosceva, mi causa ancora oggi un forte malessere: ovviamente molto meno intenso rispetto a 4 mesi fa, ma certamente non trascurabile. Scusandomi di nuovo per la lunghezza del mio messaggio, quello che vi voglio chiedere è questo: come dovrei comportarmi? Dovrei comunque rompere i rapporti con lei, o perdonare e fare finta di nulla? Quello che ha fatto è stato veramente molto grave e ingiustificabile, o sono io ad essere troppo severo? Mi trovo tra due fuochi, e non so veramente cosa fare, perché la mia ex riveste ancora oggi un ruolo molto importante per me; ci sentiamo molto di meno, ma è ancora la persona con cui ho più confidenza, che mi capisce di più, che mi sa dare consigli e conforto in caso di bisogno. Per questo sono estremamente indeciso e frustrato. Vi ringrazio tantissimo per l'enorme attenzione che mi avete concesso, e ne approfitto per augurarvi una buona serata e un buon weekend. Rimango in attesa di un vostro gentile riscontro
    Cordiali saluti

    Grazie per il racconto e per la condivisione. Comprendo i sentimenti di frustrazione, ma la invito a riflettere sulle motivazioni della rottura: siete coetanei, agli albori dell'età adulta, ed essere "immaturi" non è una cosa della quale doversi giustificare o vergognare. Ognuno di noi fa il suo percorso di vita e arriva alla proprie conclusioni, a volte risultando divergenti dalla persona con la quale abbiamo una relazione. Questo generalmente è il modo in cui una relazione termina una volta che smette di essere utile. Non è facile da accettare, ma una cosa che può esserle utile è questa: si chieda come stava con lei e se si sentiva sicuro che poteva essere "quella giusta" o se stava sopportando una situazione che non la stava soddisfando, limitando o se in generale, si stava accontentando di ciò che aveva. E in questi casi, per quanto possa risultare difficile, bisogna mettere un confine ed evitare di passare dall'essere il suo ragazzo al suo confidente. La distanza aiuta a vedere le cosa da una diversa prospettiva, e a fare chiarezza su ciò che al momento non lo è. Se sente il bisogno, un percorso terapeutico può aiutarla a ripercorrere la sua vicenda e a vederla da una diversa prospettiva. La ringrazio ancora per il racconto.

    Dott. Alessio Rancitelli

    Buonasera, sono una ragazza di 28 anni e da due anni ho una “ relazione” con il cognato di mio padre. Quest’uomo ha una compagna ed un bambino. Credo di essermi infatuata di lui. È una persona che mi è stata sempre vicina , anche in momenti particolari della mia vita, la quale non ha mai scordato un avvenimento per me importante o una ricorrenza. Scherziamo molto e ci confidiamo sempre, c’è una fortissima attrazione anche se il nostro rapporto non si è mai evoluto da un punto di vista sessuale. Qualche giorno fa abbiamo passato due ore al telefono e in quest’occasione mi ha detto che lui non ama sua moglie , che sta con lei per “comodità” ( Lei è una donna molto accomodante appunto). Inoltre mi ha detto che lui vorrebbe approfondire la conoscenza con me e che mi pensa spesso ma si sente bloccato perché il suo bambino mi adora ( il bambino è autistico ed io sono l’unica persona con cui parla e gioca). Inoltre ha cercato insistentemente di capire se io fossi innamorata o se avessi una predisposizione ad innamorarmi di lui. Ovviamente non sono riuscita a trattenere i miei sentimenti e ho spiegato che da parte mia c’è una forte predisposizione ma che conosco la sua situazione e non mi aspetto nulla. Di tutta risposta mi ha detto che al 90% non è predisposto ad innamorarsi e che lui stesso in passato stava per lasciare tutto per un’ altra donna impegnata ma che questa non ha voluto e lui è stato malissimo. Ha chiuso la telefonata dicendo che lui deve prendere una decisione e capire cosa vuole, ma che sicuramente non vuole perdermi e vuole sentirmi perché mi vuole bene. Non so come comportarmi, da un lato lotto contro la mia morale perché mi rendo conto di fare una cosa sbagliata ; dall’altro lato io provo un forte sentimento nei confronti di quest’uomo. Non so come comportarmi

    La situazione che espone è veramente molto delicata, e già il fatto che se ne renda conto indica una grande maturità da parte sua, complimenti. In questi casi non esiste la risposta "giusta" per eccellenza, ma solo una scelta da compiere. Credo fermamente che in questi casi ciò che vince è l'onestà, ma bisogna anche saper prendersi le conseguenze delle scelte che si fanno, e in questo caso non è assolutamente così semplice, come non è una decisione da considerare come bianco/nero. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla non tanto a farle prendere una decisione, ma a capire cosa ritiene giusto fare e a sbrogliare la matassa di questa situazione certamente spinosa. Grazie per la condivisione

    Dott. Alessio Rancitelli

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