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Counseling del singolo
Punteggio generale
La dott.ssa Melis é una professionista competente, empatica, e con un approccio delicato che rispetta profondamente i tempi de” paziente. Si avvicina in punta di piedi, creando uno spazio sicuro dove potersi aprire con serenità. La consiglio sinceramente.
La dottoressa Melis è una professionista molto competente e con grande empatia. Ha saputo creare un ambiente accogliente e sicuro, dove ho potuto esprimere le mie difficoltà con serenità e intraprendere un percorso di crescita personale, sentendomi sempre ascoltata e mai giudicata.
Dottoressa dolcissima e molto empatica, è stata la mia prima seduta e lei è riuscita a mettermi subito a mio agio, la consiglio!
La Dott.ssa Melis è una professionista molto preparata, accogliente ed empatica. Durante i nostri incontri mi sento sempre a mio agio e sento di potermi esprimere liberamente. Stiamo portando avanti un percorso di crescita professionale e personale affrontando in particolare tematiche quali il saper ascoltare, la comunicazione assertiva e il problem solving. La consiglio fortemente
Sono felice di aver conosciuto la dr.ssa Alessandra Melis perché con la sua competenza e la sua accoglienza è una guida davvero preziosa nel percorso per migliorare la mia vita.
Ho avuto altre esperienze di colloquio con psicologi purtroppo negative, ma con la dottoressa Melis mi sono trovato subito a mio agio, questo è un fattore molto importante in queste situazioni. La dottoressa Melis Alessandra è molto disponibile molto preparata e molto professionale. La consiglio vivamente a chi avesse necessità del suo aiuto.
Se potessi darei 10 stelle.
La Dottoressa Melis è un'ottima professionista, competente e soprattutto in grado di entrare in connessione con il paziente. Ciò che apprezzo di più, oltre al lato professionale, è la sua incredibile sensibilità e capacità di ascolto. Si percepisce che il suo non è soltanto un lavoro ma una vera e propria missione.
Andare dalla dott.ssa Melis mi ha aiutato davvero ad uscire da uno dei momenti più bui della mia vita. All'inizio vedevo tutto nero, poi settimana dopo settimana, ho iniziato a vedere uno spiraglio di luce. La dott.ssa mi ha supportata, accolta e ascoltata con pazienza e non mi sono mai sentita giudicata. Davvero una bravissima professionista.
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera, da quando ho scoperto di diventare padre (gravidanza voluta), dopo qualche giorno di serenità, sono completamente diventato un altra persona.
In primis ho iniziato a soffrire di problemi fisici (gastrointestinali), dopo sono subentrate insicurezze e incertezze sul mio ruolo genitoriale e sulla mia vita lavorativa e infine, da qualche mese tutti i giorni penso che qualcosa non va nel rapporto con la mia compagna. Sono più di 6 anni che stiamo insieme e mai una crisi.
Premetto che tengo molto alla mia compagna e appunto questa situazione non mi fa vivere. Vorrei poterle dare quello che merita, ma ogni volta analizzo i miei comportamenti, quello che provo ecc...
Se vedo persone felici insieme, sto male. Se sento canzoni d'amore penso a lei e piango. Se siamo con coppie amiche analizzo i loro comportamenti. Ovviamente prima nulla di tutto questo e lei non mi ha mai fatto notare mie mancanze.
Molto spesso però mi capita di provare antipatia per lei; se magari mi manda un messaggio mi da fastidio, la chiamo meno al telefono ecc..ma quando la sera sono a casa con lei rilassato, magari a vedere un film, è tutto ciò che desidero e che mi fa stare tranquillo.
Anche a casa come a lavoro, ho voglia di fare poco o nulla ed è tutto uno sbuffare e pensare "non ce la faccio". Vivo costantemente di brutti pensieri e scenari distopici relativi alla mia vita in generale.
Purtroppo da quando è iniziato questo brutto momento, mi sono isolato dalle amicizie come se mi sentissi in "difetto" con loro e avessi vergogna del mio momento no che è subentrato per quello che dovrebbe essere un episodio bello (paternità).
Inoltre è come se mentalmente pensassi che non potrò più divertirmi. Non riesco più a praticare sport e quasi fatico a staccarmi da lei e dalla casa. Se penso a qualcosa per me, mi dico "ma che lo fai a fare?", come se fossi in castigo e non riesco a reagire a questa cosa.
Sto seguendo un percorso psicologico da mesi che mi sta aiutando a gestire un pò meglio la mia angoscia ma non a stoppare i pensieri sul rapporto, che ovviamente mi oscurano anche il diventare padre in quanto, mi sento freddo e anestetizzato anche nei confronti della bambina (in pancia).
Sono sempre concentrato sul mio problema e non riesco a pensare agli altri ne ad altro.
Sono stato anche da un psichiatra che mi avrebbe prescritto zoloft per curare il mio stato depressivo, che procrastino a prendere per paura di questa categoria di farmaci.
Ma così non riesco ad andare avanti perchè vivere non so più cosa voglia dire e, così triste e demoralizzato, non sono mai stato in vita mia.
Secondo voi che mi sta succedendo? Riuscirò a riprendere in mano la mia vita?
Quello che racconta è un vissuto molto più comune tra i padri di quanto non si tenda a pensare. La nascita di un figlio, anche quando voluto, porta un grosso cambiamento nella vita delle persone, sia come coppia che come singoli individui, sia nelle abitudini di tutti i giorni che nella percezione di sé. Diventare padre comporta tante responsabilità, si smuovono ricordi, si riflette sullo stile genitoriale ed educativo che la propria madre e il proprio padre hanno messo in atto, si viene invasi dalle aspettative degli altri su di noi e anche da quelle che noi stessi ci mettiamo, ecc. Ecco perché in tutto questo "movimento" è facile perdersi, non sentirsi all'altezza, arrabbiarsi, o addirittura distaccarsi emotivamente (sentirsi freddi o anestetizzati). Capisco la difficoltà che riporta, così come il grande peso e dolore che sta vivendo e che comunque sta affrontando con la voglia di superarlo. Questo lo dimostra il chiedere aiuto allo psichiatra e scrivendo qui in chat. Credo che questo sia un ottimo punto di partenza per riprendere in mano la sua vita. Se ha piacere, possiamo lavorarci insieme. Partiremo da come si sente, troveremo le risorse che lei ha e da cui può attingere per "riprendersi" e troveremo insieme il suo modo "giusto" per stare meglio e riappropriarsi del bello di questo momento. A presto
Salve a tutti, chiedo un controllo. C'è un modo per capire se si è narcisisti? Intendo proprio dal punto di vista clinico. Lo chiedo perché la situazione in cui mi trovo mi ha portato a pensare che mio marito possa esserlo e/o che potrei esserlo io. È una relazione tossica, dal mio lato ho preso coscienza di essere dipendente affettiva, ma lui non lo capisco. Qualunque cosa faccia o dica sono sempre sbagliata, colpevole di tutto, indegna ed incapace. Mi ha ripetutamente detto che senza di lui io sono niente. Ignora le mie richieste di confronto, mi manca di rispetto in ogni modo possibile, mi accusa di robe mai successe e nega che quello che ha fatto lui sia accaduto (ha detto che me lo sono sognato o che ho confuso lui con qualcun altro, come se avessi chissà quanti mariti). Però ho notato che anche io ho reagito come lui, quindi ora ho il dubbio e vorrei sapere davvero, in modo clinico, se c'è un modo per diagnosticare il narcisismo e/o altre patologie della personalità. Scusate se il testo è un pochino sconclusionato ma avrei davvero tantissimo da dire e ho cercato di fare un mega riassunto. Vi ringrazio in anticipo per il tempo che mi vorrete dedicare.
Grazie mille.
Buongiorno. Rispondo subito alla prima domanda e la risposta è: sì, certamente. Per diagnosticare i disturbi di personalità ci sono gli psicologi e le psicologhe cliniche che si occupano proprio di fare questo lavoro tramite colloqui clinici e test standardizzati, costruiti proprio con questo scopo. Detto ciò vorrei commentare con l'obiettivo di fornire degli spunti per una riflessione più ampia. Capisco molto bene il bisogno di ricercare una conferma dietro il nome di un disturbo clinico, con l'idea di rendere più chiaro un modo di stare in coppia, del rapporto che si è creato... ma mi chiedo se questo sarebbe sufficiente per risolvere i problemi di una coppia. Mi chiedo, cosa vorrebbe ottenere davvero per sé questa persona che desidera un chiarimento "clinico". Vorrebbe allontanarsi dal suo compagno o vorrebbe avvicinarsi? Cosa la farebbe stare bene? Cosa potrebbe fare per stare bene? Essendo poi una psicologa sistemica leggo il quesito da lei portato come un problema di coppia e vedo in lei la voglia di risolvere, migliorare, stare meglio e che può essere analizzato e meglio compreso come tale. Possiamo lavorarci insieme. Se ha voglia di approfondire mi scriva in privato o prenda un appuntamento, facciamo il primo incontro e insieme decidiamo come muoverci. A presto
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