Maria Rosaria Rita Grisiglione

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Sono specializzata in Analisi Transazionale. Ho conseguito 4 master di II livello: psicologia e psichiatria forense, psicopatologia dell'infanzia e de...

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ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno. Dovrei iniziare un percorso psicologico verso giugno, ma nel frattempo non riesco a stare senza parlare con qualcuno e ricevere qualche risposta perché mi sembra di impazzire. Mi rivolgo allo psicoterapeuta sono essenzialmente due: il timore di essere la parte tossica della relazione e la paura che questo derivi da un qualche tipo di disturbo dell’umore, in particolare quello Borderline. Mi spiego meglio: sono uscita da una relazione tossica durata quasi 5 anni nel 2021, ma nel 2022, a dispetto dei miei programmi, ho incontrato un’altra persona con cui ho instaurato un rapporto bellissimo in cui io mi sforzo giorno dopo giorno di non far uscire quella parte di me che tende a instillare nel partner sensi di colpa e inadeguatezza. Nella precedente relazione il soggetto “tossico” era il mio ex, effettuava continuamente violenza psicologica e mi aveva tenuto in una bolla da cui non riuscivo a emergere. C’erano situazioni violente da parte sua inizialmente a cui io, non esente da colpe, ho risposto con altrettanta violenza. Poi c’è stato il rovescio della medaglia: dopo avermi “educato” alla violenza, lui ha cessato quella fisica e si è comportato come vittima della situazione ogni qual volta io risolvevo il conflitto con le mani, unico modo che mi sembrava efficace. La relazione è finita nel momento in cui la violenza psicologica che questo ragazzo perpetrava su di me ha iniziato a rivolgerla a mio fratello, soggetto già psicologicamente fragile. Fragilità di cui lui si approfittava. Con il nuovo ragazzo ho cessato ogni tipo di interazione simile, non ho alcun istinto di usare le mani, cosa che interpreto come positiva e indice che i miei comportamenti antecedenti fossero una sorta di meccanismo di autodifesa. Se interrompevo le discussioni violentemente non dovevo subire le sue manipolazioni.
Quello che però temo possa rovinare il mio rapporto attuale, per me talmente bello che ho il terrore di stare guastando, è il costante bisogno di attenzioni che io richiamo lamentandomi, non facendo sentire quello che mi dà come abbastanza e innescando un senso di inadeguatezza e frustrazione nell’altro. Questo non succede spessissimo, ma quelle volte in cui avviene io mi arrabbio moltissimo, ingrandisco enormemente un problema e genero una discussione che finisce quasi sempre in lacrime e pianti. Per quanto non sia frequente, ho notato che siano episodi ciclici, preceduti da periodi in cui io sto benissimo e sono di buon umore, di solito perché queste “discussioni” mi danno delle conferme da parte sua di cui ho bisogno ogni tanto. Provo una sensazione di piacere emotivo quando vedo che il mio ragazzo inizia a piangere non perché io sia riuscita a prevaricarlo, so che quello non è il mio obbiettivo, ma in quanto so che lui esternerebbe il timore che io possa lasciarlo, dimostrando al tempo stesso che abbiamo sia le stesse paure che gli stessi sentimenti l’un per l’altro. Le sue azioni, la sua presenza, il suo aiuto sarebbero sufficienti per una persona “normale”, ma per me no. Io ho bisogno di questi meccanismi, sento che quando sta per arrivare quel momento in cui devo innescarli non riesco a resistere, sono come una droga.

Un’altra cosa che non riguarda strettamente la mia relazione sono i miei pensieri ossessivi. Mi ossessiona la ex del mio fidanzato verso la quale mi sento inferiore fisicamente e anche il pensiero di suoi due amici verso cui sento che proietto la mia rabbia. Sono due persone che incarnano ciò che più odio della società, una moglie dalla mentalità antica che si occupa esclusivamente della casa, estremamente paesana e bigotta e un marito dichiaratamente omofobo. Nei miei pensieri discuto con loro e li critico aspramente, ma questo immaginario si ripete ogni giorno. Questi pensieri assillanti sento che mi stanno portando alla follia.

Buongiorno
la situazione è complessa ma chiara: difficoltà di relazione in coppia, le cui cause verranno affrontate nel percorso di psicoterapia che farà a breve.
La necessità di farlo mi sembra lei la conosca già, la fretta di trovare risposte è evidente dal suo chiedere a noi cosa fare. Credo che rispettare i tempi di attesa possa essere un esercizio utile, le auguro d riuscire a entrare in alleanza con il suo terapeuta e ad affidarsi.
Io lavoro anche on line con esercizi di scrittura emotiva e mindfulness se avesse ancora bisogno di me.
Dott.ssa Sarah Grisiglione

 Maria Rosaria Rita Grisiglione

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