Tra le terapie che si fanno per stent carotideo rientrano nella maggioranza dei casi cardioaspirina

2 risposte
Tra le terapie che si fanno per stent carotideo rientrano nella maggioranza dei casi cardioaspirina e plasix?perche' alcuni dottori valutando il rischio cardiovascolare o di una storia di aritmie passate prescrivono eliquis e cardioaspirina ed e' quest ultima un associazione piu forte o potenzialmente piu rischiosa dal punto di vista dei rischi di emorragie?
Dott.ssa Federica Orlando
Angiologo, Internista
San Cesareo
Salve.
Antiaggreganti ed anticoagulanti hanno due indicazioni diverse.
L'antiaggregante viene prescritto quando è presente una malattia arteriosa o dopo il posizionamento di uno stent intravascolare.
La terapia anticoagulante viene prescritta quando è presente una condizione che può portare alla formazione di trombi, come ad esempio la fibrillazione atriale.
Esistono delle condizioni in cui si renda necessario prescrivere entrambi:
Quando un paziente con fibrillazione atriale (quindi in terapia anticoagulante) deve sottoporsi ad un posizionamento di stent, verrà prescritta terapia sia antiaggregante che anticoagulante, per un periodo di tempo quanto più breve possibile in accordo con il profilo di rischio del paziente.
Ovviamente l'assunzione contemporanea di un farmaco antiaggregante ed anticoagulante aumenta il rischio di emorragia; ma si tratta di una associazione ben studiata in medicina e che può essere proposta al paziente valutando attentamente i rischi ed i benefici che essa vada a dare.

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Dott. Matteo Cavallo
Chirurgo vascolare, Angiologo
Acireale
Buonasera,

dopo il posizionamento di uno stent carotideo, l’indicazione standard è la doppia terapia antiaggregante (solitamente cardioaspirina + clopidogrel o farmaci simili) per un periodo stabilito dallo specialista, seguita poi da una mono-terapia antiaggregante a lungo termine.

Tuttavia, se un paziente è già in terapia con anticoagulanti orali (come Eliquis) per altre patologie, come fibrillazione atriale o pregressi eventi tromboembolici, il protocollo cambia: si tende a mantenere solo un antiaggregante (generalmente cardioaspirina) in associazione con l’anticoagulante, per ridurre il rischio di sanguinamento.

L’associazione Eliquis + cardioaspirina è quindi una combinazione più intensa rispetto alla doppia antiaggregazione standard, ma viene scelta solo nei pazienti con un alto rischio trombotico, bilanciando attentamente il rischio emorragico.

In ogni caso, la decisione viene presa dallo specialista in base al profilo di rischio del paziente.

Cordiali saluti,
Dott. Matteo Cavallo – Chirurgo Vascolare

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