Salve,vorrei sapere essendo in terapia con buprenorfina
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Salve,vorrei sapere essendo in terapia con buprenorfina, rivotril, è possibile abbinare un ssri o ssri per una sindrome ansiosa/depressiva in concomitanza di questi farmaci?perché ultimamente non sto bene a livello di umore. Secondo voi avrebbero effetti nocivi o si scontrerebbe tra di loro? Grazie per delucidazioni
Buongiorno,
da un punto di vista farmacologico, buprenorfina (un agonista parziale degli oppioidi) e clonazepam (benzodiazepina) non hanno interazioni farmacocinetiche importanti con SSRI/SNRI tali da vietarne l’uso. È piuttosto frequente, nella mia esperienza, che pazienti in trattamento con questi farmaci ricevano anche un antidepressivo quando l’umore o l’ansia peggiorano.
Le attenzioni principali riguardano:
Effetto sedativo cumulativo: clonazepam e buprenorfina, già di per sé, possono ridurre vigilanza e reattività. Alcuni SSRI (come paroxetina o sertralina) raramente aumentano la sedazione, ma è bene monitorare se la combinazione peggiora stanchezza o rallentamento.
Rischio di sindrome serotoninergica: teoricamente possibile se si combinano antidepressivi serotoninergici con alcuni analgesici oppioidi (come tramadolo), ma con buprenorfina il rischio è molto basso.
Tempi di risposta: gli antidepressivi impiegano alcune settimane per fare effetto, e nei primi giorni possono temporaneamente aumentare ansia o agitazione; in chi assume già benzodiazepine, questa fase iniziale è spesso più tollerabile.
Se un quadro come il suo lo riscontrassi in un mio paziente, valuterei con attenzione quale SSRI/SNRI scegliere, tenendo conto di eventuali altre condizioni fisiche, possibili effetti collaterali e della necessità di non aggravare la sedazione. Ho seguito, ad esempio, pazienti in mantenimento con buprenorfina che hanno trovato beneficio con sertralina o escitalopram, senza problemi significativi di interazione, purché il dosaggio fosse avviato gradualmente e con controlli periodici.
Il mio consiglio è di parlarne con lo specialista che la segue, portando chiaramente il problema del peggioramento dell’umore: ci sono ampi margini per intervenire farmacologicamente senza compromettere la sicurezza, ma serve una prescrizione calibrata e un monitoraggio, soprattutto nelle prime settimane.
Le auguro di trovare presto un equilibrio migliore con un trattamento che sostenga sia l’umore che la serenità emotiva.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
da un punto di vista farmacologico, buprenorfina (un agonista parziale degli oppioidi) e clonazepam (benzodiazepina) non hanno interazioni farmacocinetiche importanti con SSRI/SNRI tali da vietarne l’uso. È piuttosto frequente, nella mia esperienza, che pazienti in trattamento con questi farmaci ricevano anche un antidepressivo quando l’umore o l’ansia peggiorano.
Le attenzioni principali riguardano:
Effetto sedativo cumulativo: clonazepam e buprenorfina, già di per sé, possono ridurre vigilanza e reattività. Alcuni SSRI (come paroxetina o sertralina) raramente aumentano la sedazione, ma è bene monitorare se la combinazione peggiora stanchezza o rallentamento.
Rischio di sindrome serotoninergica: teoricamente possibile se si combinano antidepressivi serotoninergici con alcuni analgesici oppioidi (come tramadolo), ma con buprenorfina il rischio è molto basso.
Tempi di risposta: gli antidepressivi impiegano alcune settimane per fare effetto, e nei primi giorni possono temporaneamente aumentare ansia o agitazione; in chi assume già benzodiazepine, questa fase iniziale è spesso più tollerabile.
Se un quadro come il suo lo riscontrassi in un mio paziente, valuterei con attenzione quale SSRI/SNRI scegliere, tenendo conto di eventuali altre condizioni fisiche, possibili effetti collaterali e della necessità di non aggravare la sedazione. Ho seguito, ad esempio, pazienti in mantenimento con buprenorfina che hanno trovato beneficio con sertralina o escitalopram, senza problemi significativi di interazione, purché il dosaggio fosse avviato gradualmente e con controlli periodici.
Il mio consiglio è di parlarne con lo specialista che la segue, portando chiaramente il problema del peggioramento dell’umore: ci sono ampi margini per intervenire farmacologicamente senza compromettere la sicurezza, ma serve una prescrizione calibrata e un monitoraggio, soprattutto nelle prime settimane.
Le auguro di trovare presto un equilibrio migliore con un trattamento che sostenga sia l’umore che la serenità emotiva.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
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Un saluto.
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