Salve, sono una donna di 34 anni con problemi di ansia (e una serie di altre cose), sono in terapia
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Salve, sono una donna di 34 anni con problemi di ansia (e una serie di altre cose), sono in terapia da 3 anni (due volte a settimana) e sono seguita da uno psichiatra che mi ha prescritto 15 mg di brintellix, 75x3 mg di pregabalin, 15 mg EN e 1mg di melatonina al giorno, ma continuo ad avere forti attacchi di panico notturni, grandi momenti ansiosi durante in giorno che inficiano le mie capacità lavorative e in generale passo dall'essere estremamente carica all'essere apatica (nessuna delle due parti è chiaramente quella giusta, credo di aver letto qualsiasi cosa sulla disregolazione emotiva). Inizialmente i farmaci mi stavano aiutando, adesso non so come dire allo psichiatra che nulla sta funzionando, che anche andando due volte a settimana in terapia non miglioro, forse peggioro, non riesco ad avere un sonno regolare, sono una persona inservibile e tendo a deprimermi molto e piangere tantissimo.
Non credo di aver espresso nulla in modo chiaro proprio, non riesco neanche a spiegare quanto sto male, sono triste e delusa perché mi sono messa in gioco molto e mi pare che io stia solo peggio e non voglio deludere i miei curanti che si stanno impegnando per farmi migliorare.
È possibile che io sia un caso senza speranza?
Non credo di aver espresso nulla in modo chiaro proprio, non riesco neanche a spiegare quanto sto male, sono triste e delusa perché mi sono messa in gioco molto e mi pare che io stia solo peggio e non voglio deludere i miei curanti che si stanno impegnando per farmi migliorare.
È possibile che io sia un caso senza speranza?
Buongiorno,
da come si descrive non pare proprio un caso senza speranza, stia tranquilla. Tenendo presente che per fare una vera valutazione medica ci vuole una visita perché nelle domande online si sa ben poco del paziente, a mio parere se dopo avere dato tempo alla terapia di agire ha ancora attacchi di panico la cura va modificata. In ogni caso non si deve sentire in colpa, deve sentirsi tranquilla nel parlarne con chi la cura, con la persona che la cura deve avere un rapporto di fiducia tale da potere essere libera di dire che non si sente ancora bene. I medici sono lì per aiutarla. Cordiali saluti e in bocca al lupo
da come si descrive non pare proprio un caso senza speranza, stia tranquilla. Tenendo presente che per fare una vera valutazione medica ci vuole una visita perché nelle domande online si sa ben poco del paziente, a mio parere se dopo avere dato tempo alla terapia di agire ha ancora attacchi di panico la cura va modificata. In ogni caso non si deve sentire in colpa, deve sentirsi tranquilla nel parlarne con chi la cura, con la persona che la cura deve avere un rapporto di fiducia tale da potere essere libera di dire che non si sente ancora bene. I medici sono lì per aiutarla. Cordiali saluti e in bocca al lupo
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Devo dire che è ammirevole, anche se certamente non sano, il suo senso di protezione verso lo psichiatra, che evita di deludere, mentre esprime attraverso queste parole una notevole sofferenza. Non posso che consigliarle di essere sincera verso chi la cura. In fondo solo attraverso una buona conoscenza del paziente che ci sta di fronte che possiamo ottimizzare le terapie. In fondo, dietro la mancata risposta alla terapia, potrebbe anche celarsi questa sua ritrosia. Saluti
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