Salve, ho un dubbio che non riesco a togliermi dalla testa. Circa 2 mesi fa mio padre (70 anni) è st

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Salve, ho un dubbio che non riesco a togliermi dalla testa. Circa 2 mesi fa mio padre (70 anni) è stato sottoposto ad un intervento con l'impianto di 2 stent coronarici. La terapia assegnatagli a fine gennaio prevedeva pantaprazolo, plavix, tripliam, Cardicor, cardioaspirina e torvast.
Circa 10 giorni fa il torvast fu sostituito con Tovastibe per abbassare maggiormente il colesterolo, ma subito dopo 4 gg tornò al torvast in quanto aveva forti dolori muscolari. Da 1 giorno invece il tripliam è stato sostituito da Olmetrivart perchè il primo essendo ace inibitore si è pensato fosse la causa di una tosse secca e preesistente.
Ora a parte la tosse ancora in corso, i dolori muscolari, spossatezza e stanchezza, cefalea e perdita di appetito, ha una febbre da 3 giorni che si aggira sui 38/38.5 con annessa sudorazione notturna.
Il mio dubbio è: si può trattare di endocardite? 8 giorni fa dall'ultimo controllo non è risultato nulla (ma ancora non aveva febbre) nè dalle analisi del sangue fatte 15 giorni fa. La ringrazio per ogni chiarimento.
Dr. Giuseppe BILOTTA
Cardiologo, Medico certificatore
Cagliari
Buongiorno. Dinanzi ad una sintomatologia pari a quella descritta e nel sospetto di una endocardite si deve procedere con raziocinio e non per ipotesi. Sono importanti diversi criteri ovvero la presenza di una febbre senza evidenza di un focolaio infettivo, il riscontro di un soffio cardiaco non presente in precedenza, emocoltura positiva, indagine ecocardiografica. Va sottolineato come la sintomatologia oltre ad essere spesso variabile, talvolta piuttosto subdola, è fortemente aspecifica essendo sovente condivisibile con tante altre situazioni infettive non ascrivibile ad una endocardite. I dati di laboratorio tradizionali sono altrettanto aspecifici e anche dinanzi ad una leucocitosi, incremento delle gammaglobuline e/o della VES la diagnosi non puo essere assolutamente formulata. Particolarmente importante è invece è l’emocoltura, in caso di sospetto, praticata su tre diversi campioni di sangue venoso prelevati a distanza oraria ( circa 6 ) l’uno dall’altro. Rispondendo pertanto al suo quesito in forma specifica, per fugare ogni dubbio così come da lei rappresentato, è opportuno procedere in questa direzione diagnostica tralasciando ipotesi premature. Si affidi in tal caso ad un infettivologo

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