Quali sono gli obblighi dell'assistenza sanitaria in ambito psichiatrico? Mio fratello è affetto
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Quali sono gli obblighi dell'assistenza sanitaria in ambito psichiatrico?
Mio fratello è affetto da una forma di schizofrenia; ha 30 anni ed è stato ricoverato già 5 volte in ospedali psichiatrici e, un mese fa, l'ultimo ricovero è stato seguito da una breve degenza in una comunità (solo 3gg, perché è caduto e si è provocato una ferita sulla fronte con ben 8 punti).
Dalla sua dimissione dall'ospedale ho cercato aiuto ai dottori, assistenti sociali, centri di salute mentale.
I dottori del reparto di psichiatria mi hanno detto che l'unica cosa che potevo pretendere era che gli praticassero a domicilio la siringa abilify maintena (non so se si scrive così, ma sarà chiaro a tutti), così nonostante riluttante, di fronte alla minaccia di un nuovo ricovero avrebbe accettato di farla.
Mi sono messa in contatto con il centro di salute mentale competente sul territorio e sembrava essere tutto ok, ossia lunedì p.v. sarebbero venuti a domicilio, invece chiamo e mi viene detto che loro non hanno la cartella di mio fratello (che è collocata fisicamente in un altro centro, ma che in un mese avrebbero potuto recuperare), per quale motivo mio fratello non può andare in ambulatorio, ma devono venire a casa, che se mio fratello si rifiuta è inutile che vengono... insomma sono sempre punto e a capo, non riesco a vedere nessuna luce, nè per lui, che con l'iniezione è molto più gestibile e partecipe alla vita, nè per noi famiglia.
In quest'ultima telefonata mi è stato detto che il medico di famiglia doveva avviare un ASO, che il mio medico mi ha riferito essere solo relativo alla visita e non alla somministrazione di medicinali.
Io non so che prospettiva di vita possa avere mio fratello, ma ho sempre cercato di fare di tutto per farlo stare meglio.
Voglio capire... qual è la realtà e come aiutarlo...
qualcuno ha l'obbligo di intervenire facendogli capire, con una visita a domicilio, che con la medicina può stare meglio, mentre se si rifiuta avrà una nuova crisi e finirà in ospedale?
Un medico può perdere un'ora per fare ciò.
Preciso che mio fratello ha un carattere mite, soprattutto sotto medicinali, e con un'azione di convincimento medico ci sono buone possibilità che accetti l'iniezione.
Mio fratello è affetto da una forma di schizofrenia; ha 30 anni ed è stato ricoverato già 5 volte in ospedali psichiatrici e, un mese fa, l'ultimo ricovero è stato seguito da una breve degenza in una comunità (solo 3gg, perché è caduto e si è provocato una ferita sulla fronte con ben 8 punti).
Dalla sua dimissione dall'ospedale ho cercato aiuto ai dottori, assistenti sociali, centri di salute mentale.
I dottori del reparto di psichiatria mi hanno detto che l'unica cosa che potevo pretendere era che gli praticassero a domicilio la siringa abilify maintena (non so se si scrive così, ma sarà chiaro a tutti), così nonostante riluttante, di fronte alla minaccia di un nuovo ricovero avrebbe accettato di farla.
Mi sono messa in contatto con il centro di salute mentale competente sul territorio e sembrava essere tutto ok, ossia lunedì p.v. sarebbero venuti a domicilio, invece chiamo e mi viene detto che loro non hanno la cartella di mio fratello (che è collocata fisicamente in un altro centro, ma che in un mese avrebbero potuto recuperare), per quale motivo mio fratello non può andare in ambulatorio, ma devono venire a casa, che se mio fratello si rifiuta è inutile che vengono... insomma sono sempre punto e a capo, non riesco a vedere nessuna luce, nè per lui, che con l'iniezione è molto più gestibile e partecipe alla vita, nè per noi famiglia.
In quest'ultima telefonata mi è stato detto che il medico di famiglia doveva avviare un ASO, che il mio medico mi ha riferito essere solo relativo alla visita e non alla somministrazione di medicinali.
Io non so che prospettiva di vita possa avere mio fratello, ma ho sempre cercato di fare di tutto per farlo stare meglio.
Voglio capire... qual è la realtà e come aiutarlo...
qualcuno ha l'obbligo di intervenire facendogli capire, con una visita a domicilio, che con la medicina può stare meglio, mentre se si rifiuta avrà una nuova crisi e finirà in ospedale?
Un medico può perdere un'ora per fare ciò.
Preciso che mio fratello ha un carattere mite, soprattutto sotto medicinali, e con un'azione di convincimento medico ci sono buone possibilità che accetti l'iniezione.
Salve, purtroppo sicuramente si trova in una situazione complicata ma non inusuale. Cerco di aiutarla facendo chiarezza. Un ASO è un accertamento sanitario obbligatorio che il suo medico di base può emettere se la persona si sottrae alla visita ambulatoriale e ci sono elementi suggestivi di scompenso psichico; in tal caso la persona viene obbligata tramite le forze dell'ordine ad una visita al termine del quale si consiglia una terapia che se rifiutata dal paziente e di fronte a scompenso psichico e necessità di cure tempesitve intraospedaliere esita in un TSO (trattamento sanitario obbligatorio). Per la legge italiana, in tutte le altre condizioni la persona si può rifiutare sia di fare visite sia di prendere terapia (a meno che non venga decretata la capacità di intendere e di volere). Sicuramente il medico di base e il CSM dovrebbero concordare una strategia di azione per convincere il paziente e per evitare interventi coatti che fanno sì che la persona diventi sempre più diffidente
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