Mio fratello distrutto dalla droga non ragiona più. Mi aggredisce verbalmente e minaccia di ucciderm
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Mio fratello distrutto dalla droga non ragiona più. Mi aggredisce verbalmente e minaccia di uccidermi.
Io malato oncologico non riesco a farlo ragionare, rischio che mi aggredisce fisicamente. Come posso fare? Aiuto. Grazie.
Io malato oncologico non riesco a farlo ragionare, rischio che mi aggredisce fisicamente. Come posso fare? Aiuto. Grazie.
Salve, è importante che suo fratello venga in preso dal SerD di competenza territoriale. Purtroppo sono situazioni delicate che richiedono molto impegno da parte di molteplici istituzioni. Consiglio sicuramente di parlarci per provare almeno a farlo andare al SerD, ammesso che non sia stato già fatto. Cordiali Saluti
Dr. Gabriele Pistolesi
Dr. Gabriele Pistolesi
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Buongiorno,
la ringrazio per il suo contatto. La situazione che lei descrive è senz'altro drammatica; mi permetto di ricordarle, anche se senza dubbio ne è consapevole, che non c'è sofferenza psichica che possa giustificare violenza o maltrattamenti come quelli che lei descrive, e la inviterei a tutelarsi nei modi opportuni (anche se comprendo quanto possa essere difficile alla luce dell'affetto sincero che evidentemente la lega a suo fratello). In secondo luogo , per quanto riguarda suo fratello posso dirle che il percorso di trattamento di una tossicodipendenza è un percorso fortemente intimo e personale, e quasi mai ha un esito positivo senza una forte motivazione a sostenerlo. In altri termini, o suo fratello è motivato a uscire dalla sua condizione o esistono ben poche cose che lei possa fare per aiutarlo da fuori ( a meno che suo fratello non abbia disposizioni specifiche da parte dell'autorità giudiziaria per pendenze penali). La cosa che mi permetto di sottolineare, per il bene suo ma anche di suo fratello, è che nessuna situazione di violenza o minaccia deve essere tollerata, e lei non deve esitare a farne segnalazione alla pubblica autorità. Nulla è più pericoloso, in queste situazioni, della percezione di impunità e di assenza di limiti da parte di chi commette questi agiti.
la ringrazio per il suo contatto. La situazione che lei descrive è senz'altro drammatica; mi permetto di ricordarle, anche se senza dubbio ne è consapevole, che non c'è sofferenza psichica che possa giustificare violenza o maltrattamenti come quelli che lei descrive, e la inviterei a tutelarsi nei modi opportuni (anche se comprendo quanto possa essere difficile alla luce dell'affetto sincero che evidentemente la lega a suo fratello). In secondo luogo , per quanto riguarda suo fratello posso dirle che il percorso di trattamento di una tossicodipendenza è un percorso fortemente intimo e personale, e quasi mai ha un esito positivo senza una forte motivazione a sostenerlo. In altri termini, o suo fratello è motivato a uscire dalla sua condizione o esistono ben poche cose che lei possa fare per aiutarlo da fuori ( a meno che suo fratello non abbia disposizioni specifiche da parte dell'autorità giudiziaria per pendenze penali). La cosa che mi permetto di sottolineare, per il bene suo ma anche di suo fratello, è che nessuna situazione di violenza o minaccia deve essere tollerata, e lei non deve esitare a farne segnalazione alla pubblica autorità. Nulla è più pericoloso, in queste situazioni, della percezione di impunità e di assenza di limiti da parte di chi commette questi agiti.
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