Ho i sensi di interiorità, una bassa autostima e timidezza come superarle?! Ciao scrivo perché mi re
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Ho i sensi di interiorità, una bassa autostima e timidezza come superarle?! Ciao scrivo perché mi rendo conto di avere dei problemi irrisolti, sia per quanto riguarda l'autostima sia per quello che mi è stato detto e non ho saputo risolverlo. E noto che in famiglia c'è troppo malcontento nei miei confronti non so se tutto deriva dagli insuccessi della scuola, e perché a 23 anni ho scoperto di essere dislessica e discalculica ecc... C'è voglia di tagliarmi le vene per attirare l'attenzione, poi mi si è sempre stato detto che le difficoltà nello studio derivassero dal fatto che dovevo maturare, che la maturazione psichica non fosse adeguata ai propri tempi, ma tutto questo non è vero era tutta una farsa per non scoprire i problemi di apprendimento DSA che ho sempre avuto, ed ho scoperto di avere una memoria di lavoro compromessa pari a 86, ed altre aree tutte pari a 100, anche se ho scoperto che chi ha l'adhd o dsa ha una memoria di lavoro compromessa, o pure chi ha un QI più alto della media può avere una memoria di lavoro bassa detto dall'intelligenza artificiale ed è giusto definirla borderline seppur ha un QI più alto delle media solo per la memoria di lavoro bassa?! Perché se ci penso non è il mio caso visto che ce lo pari a 100 e sto bene ecco. Perché chi è borderline va dai 70 fino ad 85 punti, mentre il mio punteggio va dagli 85 fino a 115/120 punti e sarei normale come tutti, oppure ho sentito chi è asperger, ADHD/DSA ha aree verbali più sviluppate e la memoria deficitaria, allora mi chiedo dipende da una scarsa maturazione nella mente oppure da certi difetti neurologici?! Non solo ma tutto questo parte già dai tempi della scuola media, quando ripetevo sempre il nome di un mio vicino di casa, o il nome dell'insegnante della scuola del mio paese, il fatto che lo ripetuto un tot di volte, gli altri pensano che non è normale il fatto vhe mi ci fissavo e pensano che i miei coetanei non mi hanno più cercata proprio per questi atteggiamenti atipici, o pensano che lo facevo oer un profonda immaturitá, ma li nominavo sempre perché mi facevano ridere non per fare la bambina stupida, sarei stata profondamente immatura?! C'è voglia di tagliarmi le vene proprio per questo per qualsiasi insulto o critica negativa per me può essere disturbante che non so cosa farei, poi non solo è successo pure a 21 anni che un ragazzo tramite una conoscenza online mi ha dato della bambina, come se ero troppo teenager per i miei 21 anni, o che ha chiuso la conoscenza perché non ho mai baciato, allora tutto questo mi ha creato inferiorità ed inadeguatezza però gli altri mi hanno fatto capire che è stato questo ragazzo immaturo da farmi chiudere la conoscenza perché non ho mai baciato, secondo voi il fatto che voglio tagliarmi le vene e voglio quasi uccidermi sono profondamente immatura proprio per questo?! Scusa se ho scritto molto ma credo di aver bisogno di rassicurazioni e di sostegno, perché sto male ho una bassa autostima e non so se dipende da queste critiche ricevute fin dall'inizio
Gentilissima,
a chi si è rivolta per queste valutazioni diagnostiche ?Le valutazioni meritano anche di un supporto psicologico che permette di orientare d'ora in avanti la vita della persona stessa. Credo sia fondamentale rivalutare la propria vita alla luce delle proprie risorse che sicuramente si affiancano alle difficoltà che si possono avere in maniera maggiore o minore. Inoltre chi sono gli altri per definire noi stessi ? Anche gli altri si rispecchiano attraverso noi e criticare solamente qualcuno non è la strada maestra per conoscere e vivere al meglio noi stessi. Un abbraccio,
per qualsiasi cosa può contattarmi.
a chi si è rivolta per queste valutazioni diagnostiche ?Le valutazioni meritano anche di un supporto psicologico che permette di orientare d'ora in avanti la vita della persona stessa. Credo sia fondamentale rivalutare la propria vita alla luce delle proprie risorse che sicuramente si affiancano alle difficoltà che si possono avere in maniera maggiore o minore. Inoltre chi sono gli altri per definire noi stessi ? Anche gli altri si rispecchiano attraverso noi e criticare solamente qualcuno non è la strada maestra per conoscere e vivere al meglio noi stessi. Un abbraccio,
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Gentile, dal suo messaggio emerge sicuramente molta confusione. Da dove derivano questi punteggi? Una valutazione diagnostica adeguata è sempre accompagnata da un colloquio in cui si spiegano i risultati, proprio per non creare questo genere di dubbi e preoccupazioni. Credo sia utile per lei cominciare un percorso di sostegno psicologico, e capire per quale motivo cosa pensano gli altri dei lei sia così importante.
Spero che riesca a superare questo momento difficile,
resto a disposizione.
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Buongiorno,
Le emozioni e i pensieri che sta vivendo sono molto intensi e comprensibili, ma è importante trattarli con l'attenzione e la serietà che meritano. La bassa autostima, la timidezza e le critiche passate possono sicuramente influenzare il suo benessere. Tuttavia, pensieri di autolesionismo sono segnali urgenti che richiedono un supporto immediato.
Le consiglio di consultare un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che può aiutarla a esplorare e gestire questi sentimenti e a lavorare sulla sua autostima. La terapia cognitivo-comportamentale, per esempio, può essere molto utile nel ristrutturare pensieri negativi e migliorare la propria immagine di sé.
Non è mai troppo tardi per cercare aiuto e per iniziare un percorso di cambiamento. Lei merita di sentirsi bene e di avere un supporto adeguato.
Cordiali saluti.
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Gentile, mi dispiace molto per il dolore che sta attraversando. È evidente che sta affrontando sfide emotive significative.
La bassa autostima e la timidezza possono derivare da esperienze passate e critiche ricevute. Scoprire di avere disturbi dell'apprendimento come la dislessia e la discalculia può essere difficile, ma non definisce il suo valore.
Dal punto di vista psicologico, è essenziale lavorare sulla costruzione dell'autostima e sulla gestione delle emozioni. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutare a modificare i pensieri negativi e sviluppare una visione più positiva di sé. Tecniche di mindfulness e auto-compassione possono ridurre l'ansia e migliorare il benessere emotivo. Le consiglio di consultare un medico specialista per valutare eventuali condizioni neurologiche o psichiatriche. Un supporto psicologico può aiutarla a esplorare queste problematiche e trovare un percorso di guarigione. Se desidera, sono disponibile per una consultazione psicologica, anche online. Non esiti a contattarmi per fissare un appuntamento o per ulteriori domande.
Un caro saluto,
Dott. Ivan De Lucia
La bassa autostima e la timidezza possono derivare da esperienze passate e critiche ricevute. Scoprire di avere disturbi dell'apprendimento come la dislessia e la discalculia può essere difficile, ma non definisce il suo valore.
Dal punto di vista psicologico, è essenziale lavorare sulla costruzione dell'autostima e sulla gestione delle emozioni. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutare a modificare i pensieri negativi e sviluppare una visione più positiva di sé. Tecniche di mindfulness e auto-compassione possono ridurre l'ansia e migliorare il benessere emotivo. Le consiglio di consultare un medico specialista per valutare eventuali condizioni neurologiche o psichiatriche. Un supporto psicologico può aiutarla a esplorare queste problematiche e trovare un percorso di guarigione. Se desidera, sono disponibile per una consultazione psicologica, anche online. Non esiti a contattarmi per fissare un appuntamento o per ulteriori domande.
Un caro saluto,
Dott. Ivan De Lucia
Gentile, dal suo messaggio si capisce che sicuramente hai molta confusione. Chi ha eseguito questi punteggi? Una valutazione diagnostica adeguata è sempre accompagnata da un colloquio in cui si spiegano i risultati, proprio per non creare queste confusioni. Poi chi sono queste persone che ti giudicano immatura? Credo che il loro atteggiamento sia del tutto sbagliato, forse sono più bravi a giudicare gli altri che se stessi.
Credo sia utile per lei cominciare un percorso e sostegno psicologico. resto a sua disposizione per qualsiasi cosa.
Credo sia utile per lei cominciare un percorso e sostegno psicologico. resto a sua disposizione per qualsiasi cosa.
Gentile, dalla lettera che ha scritto emerge molta confusione, oltre che molta preoccupazione. E' del tutto normale percepire dei vissuti di inefficacia e di inferiorità se durante tutto il corso della propria vita si è sentiti giudicati dalle persone a noi più vicine. E' importante però in questo caso fare le dovute specificazioni. Il fatto di avere un DSA (Disturbo Specifico dell'Apprendimento) non la caratterizza come persona, nonostante possa avere influito sul suo percorso scolastico e di vita. Perciò, è molto importante riferirsi ad uno specialista della salute mentale che possa aiutarla a sciogliere questi nodi, per provare ad andare avanti e riscoprire strategie e capacità che lei già possiede. In secondo luogo, i risultati ottenuti da strumenti testistici possono avere un significato fine a sè stesso, se non adeguatamente spiegati da chi le ha fatto le valutazioni; motivo per cui, in genere, ogni valutazione è seguita da una restituzione/spiegazione dei risultati, anche per capire come procedere successivamente.
Se avesse ulteriori domande o bisogno di chiarimenti, non esiti a contattarmi. Cordialmente, Dott.ssa Desirèe Pesce.
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Buonasera, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Come prima cosa vorrei rassicurarla del fatto che il disturbo di apprendimento non è legato a una questione di immaturità quanto piuttosto a un funzionamento cerebrale diverso rispetto al funzionamento in una condizione senza disturbo. Il punteggio più basso nella memoria di lavoro potrebbe essere con buona probabilità connesso proprio al suo DSA, dato che come da lei già detto correttamente è una funzione deficitaria in questo disturbo.
Posso capire che venire a conoscenza di questa diagnosi così avanti nel tempo possa aver portato a molto scossoni nella sua vita, ma spero che possa anche essere stata una possibilità per rimettere insieme dei pezzi della sua vita che prima collegava a cause sbagliate (soprattutto a livello scolastico).
Per quanto riguarda l'aspetto di bassa autostima e sensazione di inferiorità che descrivi, queste potrebbero essere in parte maggiormente percepite dalle critiche che ha ricevuto.
Secondo il modello cognitivo comportamentale alla base di queste sensazioni ci possono essere dei pensieri e delle valutazioni che ognuno di noi fa degli eventi come negativi, spesso rendendoli più negativi di quello che sono. Questo poi porta a sentimenti di tristezza e a comportamenti connessi.
Suggerisco di parlare con un* psicolog* per andare a ricercare esattamente quello che lei si dice quando viene criticata e da dove questi pensieri negativi si sono strutturati, per poter poi cominciare a costruire una nuova realtà con nuove valutazioni più funzionali.
Se sente lo stimolo a tagliarsi le vene non esiti a contattare qualcuno che la possa aiutare, se non il Pronto Soccorso.
Per qualsiasi cosa rimango a disposizione, dott.ssa Ilaria Bresolin
Come prima cosa vorrei rassicurarla del fatto che il disturbo di apprendimento non è legato a una questione di immaturità quanto piuttosto a un funzionamento cerebrale diverso rispetto al funzionamento in una condizione senza disturbo. Il punteggio più basso nella memoria di lavoro potrebbe essere con buona probabilità connesso proprio al suo DSA, dato che come da lei già detto correttamente è una funzione deficitaria in questo disturbo.
Posso capire che venire a conoscenza di questa diagnosi così avanti nel tempo possa aver portato a molto scossoni nella sua vita, ma spero che possa anche essere stata una possibilità per rimettere insieme dei pezzi della sua vita che prima collegava a cause sbagliate (soprattutto a livello scolastico).
Per quanto riguarda l'aspetto di bassa autostima e sensazione di inferiorità che descrivi, queste potrebbero essere in parte maggiormente percepite dalle critiche che ha ricevuto.
Secondo il modello cognitivo comportamentale alla base di queste sensazioni ci possono essere dei pensieri e delle valutazioni che ognuno di noi fa degli eventi come negativi, spesso rendendoli più negativi di quello che sono. Questo poi porta a sentimenti di tristezza e a comportamenti connessi.
Suggerisco di parlare con un* psicolog* per andare a ricercare esattamente quello che lei si dice quando viene criticata e da dove questi pensieri negativi si sono strutturati, per poter poi cominciare a costruire una nuova realtà con nuove valutazioni più funzionali.
Se sente lo stimolo a tagliarsi le vene non esiti a contattare qualcuno che la possa aiutare, se non il Pronto Soccorso.
Per qualsiasi cosa rimango a disposizione, dott.ssa Ilaria Bresolin
Ciao, da ciò che leggo comprendo che tu non ti senta compresa né a livello familiare né a livello amicale. Sarebbe importante per te intraprendere un percorso psicologico, soprattutto in quanto mi parli di bassa autostima. Inoltre, non capisco bene se effettivamente ti hanno diagnosticato e spiegato cosa significa avere un DSA, una buona psico-educazione potrebbe aiutarti ad avere una visione più chiara del tuo funzionamento e ad eliminare il dubbio che tu sia semplicemente "immatura".
Rimango a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti in quanto si tratta proprio del mio campo!
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Buongiorno,
le sue parole arrivano dritte, intense e raccontano un dolore profondo che merita ascolto vero, non giudizio. Sta già facendo un passo importante chiedendo aiuto, cercando chiarezza, cercando sostegno.
Lei descrive vissuti di esclusione, fraintendimenti, etichette che le sono state date troppo in fretta e la fatica di sentirsi capita. La diagnosi tardiva di DSA e la memoria di lavoro più fragile possono aver contribuito negli anni a farla sentire diversa, inadeguata, o addirittura “sbagliata”. Ma vorrei che sapesse una cosa molto chiara: non è lei il problema, ma il contesto che non ha saputo leggere i suoi segnali e sostenerla nel modo giusto. Essere sensibili, avere bisogno di tempo per maturare o avere un modo diverso di percepire il mondo non è immaturità: è varietà umana. È una forma legittima di esistere.
Non è immatura per soffrire delle critiche, non è "sbagliata" perché certe esperienze la toccano profondamente. È una persona che ha avuto a che fare con dolore emotivo reale, invalidazioni continue, e si trova ora a fare i conti con il bisogno – fortissimo – di essere riconosciuta, accolta, e amata per com'è.
Il pensiero di “tagliarsi le vene” che lei cita più volte merita la massima attenzione. Non è solo un grido d’aiuto, è un sintomo che va ascoltato da vicino, con delicatezza ma anche con determinazione. Se queste idee tornano spesso o diventano più forti, le chiedo con tutto il cuore di parlarne al più presto con uno psicoterapeuta o con uno psichiatra della sua zona. Esistono professionisti, anche in convenzione col sistema sanitario, pronti ad ascoltarla senza giudicarla.
Lei racconta bene la fatica di sentirsi “troppo” o “fuori posto” in molti contesti. La sua sensibilità agli stimoli, l’importanza che dà alla coerenza, all’attenzione degli altri, al rispetto, possono essere tratti legati a una neurodivergenza. Questo non la definisce, ma può darle una chiave per conoscersi meglio, sentirsi meno sola, e iniziare a costruire strumenti per stare bene con sé stessa e con gli altri.
Le consiglierei, ancora una volta, di valutare una psicoterapia con un professionista. Un approccio adleriano, per esempio, può essere utile per lavorare sul senso di inferiorità che riporta, sulla ricostruzione del senso di appartenenza e sull’orientamento verso un futuro che la faccia sentire viva e degna, nonostante tutto.
In parallelo, può trovare beneficio anche in gruppi di sostegno o percorsi psicoeducativi specifici per giovani adulti con storie simili. Esistono percorsi dedicati proprio a chi ha scoperto tardi una diagnosi DSA e sente di dover ricostruire la propria storia con uno sguardo nuovo.
Lei non è sola e non è una persona “rotta”. È una persona che ha vissuto tante frustrazioni ma che possiede una consapevolezza rara, una capacità di osservazione di sé molto profonda, e – nonostante tutto – il desiderio vivo di comprendersi, di migliorare e di ritrovare un’identità piena e degna. Questo è un inizio importante e io la incoraggio a non lasciarlo andare.
Si merita un supporto adeguato, rispettoso, e finalmente su misura per lei. Le auguro con sincerità di iniziare presto un percorso che le faccia sentire che la sua voce ha valore e che il suo futuro può ancora essere costruito con fiducia.
le sue parole arrivano dritte, intense e raccontano un dolore profondo che merita ascolto vero, non giudizio. Sta già facendo un passo importante chiedendo aiuto, cercando chiarezza, cercando sostegno.
Lei descrive vissuti di esclusione, fraintendimenti, etichette che le sono state date troppo in fretta e la fatica di sentirsi capita. La diagnosi tardiva di DSA e la memoria di lavoro più fragile possono aver contribuito negli anni a farla sentire diversa, inadeguata, o addirittura “sbagliata”. Ma vorrei che sapesse una cosa molto chiara: non è lei il problema, ma il contesto che non ha saputo leggere i suoi segnali e sostenerla nel modo giusto. Essere sensibili, avere bisogno di tempo per maturare o avere un modo diverso di percepire il mondo non è immaturità: è varietà umana. È una forma legittima di esistere.
Non è immatura per soffrire delle critiche, non è "sbagliata" perché certe esperienze la toccano profondamente. È una persona che ha avuto a che fare con dolore emotivo reale, invalidazioni continue, e si trova ora a fare i conti con il bisogno – fortissimo – di essere riconosciuta, accolta, e amata per com'è.
Il pensiero di “tagliarsi le vene” che lei cita più volte merita la massima attenzione. Non è solo un grido d’aiuto, è un sintomo che va ascoltato da vicino, con delicatezza ma anche con determinazione. Se queste idee tornano spesso o diventano più forti, le chiedo con tutto il cuore di parlarne al più presto con uno psicoterapeuta o con uno psichiatra della sua zona. Esistono professionisti, anche in convenzione col sistema sanitario, pronti ad ascoltarla senza giudicarla.
Lei racconta bene la fatica di sentirsi “troppo” o “fuori posto” in molti contesti. La sua sensibilità agli stimoli, l’importanza che dà alla coerenza, all’attenzione degli altri, al rispetto, possono essere tratti legati a una neurodivergenza. Questo non la definisce, ma può darle una chiave per conoscersi meglio, sentirsi meno sola, e iniziare a costruire strumenti per stare bene con sé stessa e con gli altri.
Le consiglierei, ancora una volta, di valutare una psicoterapia con un professionista. Un approccio adleriano, per esempio, può essere utile per lavorare sul senso di inferiorità che riporta, sulla ricostruzione del senso di appartenenza e sull’orientamento verso un futuro che la faccia sentire viva e degna, nonostante tutto.
In parallelo, può trovare beneficio anche in gruppi di sostegno o percorsi psicoeducativi specifici per giovani adulti con storie simili. Esistono percorsi dedicati proprio a chi ha scoperto tardi una diagnosi DSA e sente di dover ricostruire la propria storia con uno sguardo nuovo.
Lei non è sola e non è una persona “rotta”. È una persona che ha vissuto tante frustrazioni ma che possiede una consapevolezza rara, una capacità di osservazione di sé molto profonda, e – nonostante tutto – il desiderio vivo di comprendersi, di migliorare e di ritrovare un’identità piena e degna. Questo è un inizio importante e io la incoraggio a non lasciarlo andare.
Si merita un supporto adeguato, rispettoso, e finalmente su misura per lei. Le auguro con sincerità di iniziare presto un percorso che le faccia sentire che la sua voce ha valore e che il suo futuro può ancora essere costruito con fiducia.
Buongiorno, prima di tutto mi dispiace per quanto sta vivendo. Difficile rispondere alle sue domande senza approfondimenti, ma sicuramente le suggerirei di contattare il CPS (Centro Psico Sociale) della sua zona per riferire quanto ha scritto qui e farsi aiutare gratuitamente in un momento così delicato, sapranno aiutarla a gestire i suoi sintomi e pensieri di farsi del male, rendendola maggiormente consapevole del suo funzionamento psicologico e nel caso fosse necessario ad inviarla verso il professionista sul territorio più adatto a lei. Dott.ssa Susanna Scainelli
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