FRATTURA PERIPROTESICA SOTTOTROCANTERICA FEMORE DX Salve, scrivo per avere un confronto con la vo
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FRATTURA PERIPROTESICA SOTTOTROCANTERICA FEMORE DX
Salve, scrivo per avere un confronto con la vostra esperienza, in merito a situazione in cui si sta trovando mia mamma, di 89 anni.
Cercherò di essere molto schematico, ma auspico chiaro, per semplificare un quadro "generale".
Donna, età 89 anni, esile/normopeso.
Già operata 20 anni fa ad entrambi femori con protesi, valvola aortica sostituita, dislipidemia, osteoporosi.
Mobilità (prima dell'ultimo evento traumatico) eccellente, intesa con quotidiane lunghe passeggiate (anche con carichi/borse spesa) ed integrale autonomia in ogni attività domestica.
4 settimane fa, a seguito di caduta, avviene frattura femore DX su cui era innestata protesi. La mobilità gamba DX risulta regolare (si piega).
Mamma riferisce dolore quasi nullo, comunque assolutamente sopportabile.
Dopo una settimana di ricovero, numerosi consulti con anestesisti e numerosi RX, la struttura ospedaliera comunica che un intervento chirurgico (inteso con placche/fascette piuttosto che intervento ancora più invasivo di sostituzione protesi) risulterebbe ad altissimo rischio a motivo dei valori MOLTO bassi di emoglobina (7/8 al momento del ricovero), non sottovalutabili all'età di 89 anni.
Ci viene "caldamente" suggerito di considerare la possibilità di NON intervenire (trattamento conservativo) ed attendere circa 30/40 gg. procedendo poi - previo ulteriori RX - a progressiva e regolare FKT. Veniamo rassicurati che - considerato che prima dell'evento traumatico la mobilità ed il tono muscolare generale erano eccellenti - ci si potrà ragionevolmente attendere un discreto recupero motorio, fermo restando che avrà gamba leggermente più corta, a cui potrà sopperire con idonee calzature.
Infine, ci viene anche detto che - qualora le condizioni di recupero non risultassero soddisfacenti o compromettessero troppo la qualità di vita - si potrà comunque ricorrere in secondo momento all'intervento chirurgico, questa volta però con l'adeguata preparazione anticipata all'operazione, intesa a presentarsi con valori di emoglobina alti.
DOMANDA: E' francamente REALISTICO attendersi che il trattamento conservativo di tale frattura - accompagnato da idonea ed importante FKT - possa permettere il recupero di una discreta mobilità?
Grazie per il vostro MOLTO APPREZZATO supporto.
Salve, scrivo per avere un confronto con la vostra esperienza, in merito a situazione in cui si sta trovando mia mamma, di 89 anni.
Cercherò di essere molto schematico, ma auspico chiaro, per semplificare un quadro "generale".
Donna, età 89 anni, esile/normopeso.
Già operata 20 anni fa ad entrambi femori con protesi, valvola aortica sostituita, dislipidemia, osteoporosi.
Mobilità (prima dell'ultimo evento traumatico) eccellente, intesa con quotidiane lunghe passeggiate (anche con carichi/borse spesa) ed integrale autonomia in ogni attività domestica.
4 settimane fa, a seguito di caduta, avviene frattura femore DX su cui era innestata protesi. La mobilità gamba DX risulta regolare (si piega).
Mamma riferisce dolore quasi nullo, comunque assolutamente sopportabile.
Dopo una settimana di ricovero, numerosi consulti con anestesisti e numerosi RX, la struttura ospedaliera comunica che un intervento chirurgico (inteso con placche/fascette piuttosto che intervento ancora più invasivo di sostituzione protesi) risulterebbe ad altissimo rischio a motivo dei valori MOLTO bassi di emoglobina (7/8 al momento del ricovero), non sottovalutabili all'età di 89 anni.
Ci viene "caldamente" suggerito di considerare la possibilità di NON intervenire (trattamento conservativo) ed attendere circa 30/40 gg. procedendo poi - previo ulteriori RX - a progressiva e regolare FKT. Veniamo rassicurati che - considerato che prima dell'evento traumatico la mobilità ed il tono muscolare generale erano eccellenti - ci si potrà ragionevolmente attendere un discreto recupero motorio, fermo restando che avrà gamba leggermente più corta, a cui potrà sopperire con idonee calzature.
Infine, ci viene anche detto che - qualora le condizioni di recupero non risultassero soddisfacenti o compromettessero troppo la qualità di vita - si potrà comunque ricorrere in secondo momento all'intervento chirurgico, questa volta però con l'adeguata preparazione anticipata all'operazione, intesa a presentarsi con valori di emoglobina alti.
DOMANDA: E' francamente REALISTICO attendersi che il trattamento conservativo di tale frattura - accompagnato da idonea ed importante FKT - possa permettere il recupero di una discreta mobilità?
Grazie per il vostro MOLTO APPREZZATO supporto.
Difficile dirlo senza esame clinico e visione della rx/tc. Mi baso su quanto riferito.
Concordo con il fatto che una paziente cardiopatica con plurime comorbilità di 89 anni ha un rischio molto alto quod vitam con un intervento di sintesi/revisione periprotesica.
Tendenzialmente una paziente che non ha tanto dolore e muove discretamente l'arto fratturato potrebbe avere una frattura composta con buone possibilità di guarigione ( ripeto, sono solo supposizioni su quanto riferito). Mobilità minima dell'arto e assoluto divieto di carico (come immagino prescritto dai colleghi). Ove non soddisfacente,si potrebbe pensare ad intervento in seconda battura
Saluti
Concordo con il fatto che una paziente cardiopatica con plurime comorbilità di 89 anni ha un rischio molto alto quod vitam con un intervento di sintesi/revisione periprotesica.
Tendenzialmente una paziente che non ha tanto dolore e muove discretamente l'arto fratturato potrebbe avere una frattura composta con buone possibilità di guarigione ( ripeto, sono solo supposizioni su quanto riferito). Mobilità minima dell'arto e assoluto divieto di carico (come immagino prescritto dai colleghi). Ove non soddisfacente,si potrebbe pensare ad intervento in seconda battura
Saluti
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