Figlia 36 anni frequenta dipartimento salute mentale.la sua diagnosi e schizofrenia cronica grave.il
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risposte
Figlia 36 anni frequenta dipartimento salute mentale.la sua diagnosi e schizofrenia cronica grave.il suo medico vuole che lei frequenta un corso.una scuola.ma lei non vuole.non vuole fare niente.
E così.lei può avere problemi.visite.ricoveri?
E così.lei può avere problemi.visite.ricoveri?
Gentile utente,
grazie per il suo messaggio.
Capisco la sua preoccupazione: quando un familiare convive con una diagnosi importante come la schizofrenia e mostra scarso coinvolgimento nelle attività proposte, è normale sentirsi in difficoltà e cercare di capire cosa sia meglio fare.
In generale, la partecipazione a percorsi riabilitativi o formativi, come quelli proposti dal Dipartimento di Salute Mentale, non è obbligatoria, ma viene suggerita perché può aiutare la persona a mantenere un certo grado di autonomia, stimolazione cognitiva e integrazione sociale. Tuttavia, se sua figlia rifiuta, questo di per sé non implica automaticamente un peggioramento clinico né un immediato rischio di ricovero.
È importante però che ci sia un monitoraggio regolare da parte del team curante, affinché, in caso di eventuali segnali di peggioramento (ritiro, trascuratezza, sintomi attivi), si possano valutare insieme i passi successivi.
Se sente che la situazione diventa difficile da gestire, può essere utile confrontarsi direttamente con il medico curante o con l’équipe del centro di salute mentale, anche per ricevere un supporto come familiare.
Un caro saluto e un augurio sincero per il vostro percorso.
grazie per il suo messaggio.
Capisco la sua preoccupazione: quando un familiare convive con una diagnosi importante come la schizofrenia e mostra scarso coinvolgimento nelle attività proposte, è normale sentirsi in difficoltà e cercare di capire cosa sia meglio fare.
In generale, la partecipazione a percorsi riabilitativi o formativi, come quelli proposti dal Dipartimento di Salute Mentale, non è obbligatoria, ma viene suggerita perché può aiutare la persona a mantenere un certo grado di autonomia, stimolazione cognitiva e integrazione sociale. Tuttavia, se sua figlia rifiuta, questo di per sé non implica automaticamente un peggioramento clinico né un immediato rischio di ricovero.
È importante però che ci sia un monitoraggio regolare da parte del team curante, affinché, in caso di eventuali segnali di peggioramento (ritiro, trascuratezza, sintomi attivi), si possano valutare insieme i passi successivi.
Se sente che la situazione diventa difficile da gestire, può essere utile confrontarsi direttamente con il medico curante o con l’équipe del centro di salute mentale, anche per ricevere un supporto come familiare.
Un caro saluto e un augurio sincero per il vostro percorso.
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Gentile,
capisco bene la sua preoccupazione. In molte forme di schizofrenia può accadere che la persona non abbia motivazione, rifiuti attività anche semplici, o sembri chiusa al mondo esterno. Questo non è solo testardaggine, ma spesso è parte della malattia stessa: si chiama apatia o anergia e rende difficile anche solo iniziare qualcosa.
Il medico probabilmente propone un corso o un’attività per stimolarla, aiutarla a uscire dall’isolamento e mantenere alcune abilità. Ma se lei rifiuta, non si può forzare: in Italia, nessun paziente può essere obbligato a frequentare corsi, a meno che non ci siano motivi legali o sanitari precisi.
Tuttavia, non voler partecipare non comporta automaticamente ricoveri. Il ricovero avviene solo se la persona è in fase acuta, rappresenta un pericolo per sé o per gli altri, o ha bisogno di cure urgenti.
Il consiglio è di parlarne con il suo medico del Centro di Salute Mentale e capire se ci sono altre proposte più leggere o flessibili, come laboratori o incontri protetti. Spesso, con pazienza, si può trovare qualcosa che la ragazza accetta.
Resto a disposizione per chiarimenti,
Cordialmente
Dr. Gianvito Elicio
capisco bene la sua preoccupazione. In molte forme di schizofrenia può accadere che la persona non abbia motivazione, rifiuti attività anche semplici, o sembri chiusa al mondo esterno. Questo non è solo testardaggine, ma spesso è parte della malattia stessa: si chiama apatia o anergia e rende difficile anche solo iniziare qualcosa.
Il medico probabilmente propone un corso o un’attività per stimolarla, aiutarla a uscire dall’isolamento e mantenere alcune abilità. Ma se lei rifiuta, non si può forzare: in Italia, nessun paziente può essere obbligato a frequentare corsi, a meno che non ci siano motivi legali o sanitari precisi.
Tuttavia, non voler partecipare non comporta automaticamente ricoveri. Il ricovero avviene solo se la persona è in fase acuta, rappresenta un pericolo per sé o per gli altri, o ha bisogno di cure urgenti.
Il consiglio è di parlarne con il suo medico del Centro di Salute Mentale e capire se ci sono altre proposte più leggere o flessibili, come laboratori o incontri protetti. Spesso, con pazienza, si può trovare qualcosa che la ragazza accetta.
Resto a disposizione per chiarimenti,
Cordialmente
Dr. Gianvito Elicio
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