Da 10 anni uso Cipralex e devo ammettere che ha risolto benissimo i miei problemi. da un po
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Da 10 anni uso Cipralex e devo ammettere che ha risolto benissimo i miei problemi. da un po' di tempo (circa un anno) i benefici si sono ridotti. Ho provato a cambiare ma nessun farmaco risolveva le mie problematiche come li risolveva cipralex. La Psichiatra nuova mi ha detto di aumentare la dose. Gà dopo 10 giorni ho trovato quasi i benefici che mi dava il cipralex. Vi scrivo perchè proprio dopo dopo 2-3 giorni la mattina mi alzo con una cefalea (io in tutta la mia vita sono stato vittima di mal di testa fino alla cura definitiva nel 2004 con una terapia che comportava anche e per sempre l'Isoptin (equilibratore di pressione anche avendola quasi sempre normale). Così al mattino mi devo alzare alle 4 e prendere Isoptin e tutto passa. Secondo lei è connesso al Cipralex?
Grazie per aver descritto la tua storia in modo così preciso. L’esperienza che riporti è molto utile per capire il quadro complessivo.
Il Cipralex (escitalopram) è un farmaco della famiglia degli SSRI, utilizzato a lungo termine in molte condizioni. Dopo anni di uso continuo può accadere che l’efficacia percepita si riduca, e in questi casi l’aumento del dosaggio, come suggerito dalla psichiatra, è una scelta clinica comune.
Il fatto che dopo l’aumento tu abbia risentito un netto miglioramento è un segnale positivo. La comparsa di cefalea mattutina, però, merita attenzione:
Può trattarsi di un effetto collaterale transitorio dell’aumento di dose (gli SSRI in alcuni pazienti possono provocare cefalea, soprattutto nelle prime settimane di adattamento).
Oppure può essere una riattivazione di una tua tendenza personale alla cefalea, che in passato era stata ben controllata.
Il fatto che il dolore migliori con l’assunzione di Isoptin (verapamil, un calcio-antagonista che ha anche un’azione preventiva nelle cefalee vascolari) suggerisce che sia coinvolta una componente vascolare.
Dal punto di vista funzionale, il legame tra farmaco, cefalea e regolazione del sistema nervoso è interessante:
Gli SSRI modulano la serotonina, che ha un ruolo anche nella vasoregolazione cerebrale.
In alcune persone questa modulazione può temporaneamente sbilanciare i circuiti vascolari, favorendo cefalea.
Fattori di contorno come qualità del sonno, stress, alimentazione (cibi trigger: alcol, cioccolato, glutammato) e stato infiammatorio generale possono amplificare la suscettibilità al mal di testa.
In sintesi:
È possibile che la cefalea sia correlata al recente aumento di Cipralex, soprattutto se non ne soffrivi più da anni.
Spesso si tratta di un effetto transitorio che tende a ridursi con l’adattamento dell’organismo.
Vista la tua storia, è utile monitorare e parlarne con la psichiatra, che valuterà se mantenere la dose, modificarla o associare un supporto terapeutico mirato.
Parallelamente, curare i fattori funzionali (sonno regolare, gestione dello stress, alimentazione anti-infiammatoria) può ridurre la frequenza e l’intensità delle cefalee.
Il Cipralex (escitalopram) è un farmaco della famiglia degli SSRI, utilizzato a lungo termine in molte condizioni. Dopo anni di uso continuo può accadere che l’efficacia percepita si riduca, e in questi casi l’aumento del dosaggio, come suggerito dalla psichiatra, è una scelta clinica comune.
Il fatto che dopo l’aumento tu abbia risentito un netto miglioramento è un segnale positivo. La comparsa di cefalea mattutina, però, merita attenzione:
Può trattarsi di un effetto collaterale transitorio dell’aumento di dose (gli SSRI in alcuni pazienti possono provocare cefalea, soprattutto nelle prime settimane di adattamento).
Oppure può essere una riattivazione di una tua tendenza personale alla cefalea, che in passato era stata ben controllata.
Il fatto che il dolore migliori con l’assunzione di Isoptin (verapamil, un calcio-antagonista che ha anche un’azione preventiva nelle cefalee vascolari) suggerisce che sia coinvolta una componente vascolare.
Dal punto di vista funzionale, il legame tra farmaco, cefalea e regolazione del sistema nervoso è interessante:
Gli SSRI modulano la serotonina, che ha un ruolo anche nella vasoregolazione cerebrale.
In alcune persone questa modulazione può temporaneamente sbilanciare i circuiti vascolari, favorendo cefalea.
Fattori di contorno come qualità del sonno, stress, alimentazione (cibi trigger: alcol, cioccolato, glutammato) e stato infiammatorio generale possono amplificare la suscettibilità al mal di testa.
In sintesi:
È possibile che la cefalea sia correlata al recente aumento di Cipralex, soprattutto se non ne soffrivi più da anni.
Spesso si tratta di un effetto transitorio che tende a ridursi con l’adattamento dell’organismo.
Vista la tua storia, è utile monitorare e parlarne con la psichiatra, che valuterà se mantenere la dose, modificarla o associare un supporto terapeutico mirato.
Parallelamente, curare i fattori funzionali (sonno regolare, gestione dello stress, alimentazione anti-infiammatoria) può ridurre la frequenza e l’intensità delle cefalee.
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