Ciao. Sono una ragazza di 25 anni e da ormai sei mesi non ho più le mestruazioni, le ultime risalgon

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Ciao. Sono una ragazza di 25 anni e da ormai sei mesi non ho più le mestruazioni, le ultime risalgono a fine agosto 2022.
In adolescenza avevo un ciclo irregolare, che tardava anche di tre mesi, ma dopo i 20 anni si era regolarizzato, e ad ogni modo non sono mai scomparse per appunto più di tre mesi.
Sono una persona abbastanza attiva, a volte nei periodi di forte depressione (di cui soffro e per la quale sono in cura) non riesco a fare molto e rimango a letto per molto tempo, però normalmente faccio sport (palestra, corsa, boxe) e faccio un lavoro che mi fa stare per sei ore in piedi e in movimento. Mangio normalmente, a parte il fatto che non mangio carne, pesce e latticini. Bevo molta acqua, non bevo alcolici e non sono fumatrice. Sono sempre stata normopeso, diciamo che tendevo più ad ingrassare che a dimagrire, ma nell'ultimo anno il mio fisico ha subito un cambio drastico, l'anno scorso ero molto dimagrita, nonostante mangiassi come sempre, in estate ero arrivata a pesare circa 45 kg (sono alta all'incirca 1.70) mentre da settembre 2022 fino ad oggi (febbraio 2023) sono ingrassata e sono addirittura più in carne di quanto fossi prima di dimagrire molto. Ho problemi di stomaco, mi sento sempre gonfia e tendo ad espellere molto gas. Ho fatto molte analisi, principalmente per l'amenorrea. Ho visto sia una ginecologa che una endocrinologa. L'endocrinologa visionando le analisi ha detto che l'unico parametro anomalo è TF4 basso (TSH e TF3 sono nella norma) ma che da solo non mi dice se ho effettivamente un problema tiroideo, mi ha detto di fare ulteriori analisi del sangue più approfondite (per la tiroide) nel secondo o terzo giorno di mestruazioni, quindi di vedere prima una ginecologa, prendere qualcosa per ristabilire le mestruazioni e poi fare queste analisi e tornare da lei.
Faccio una transvaginale, che non presenta anomalie, e faccio la visita dalla ginecologa, che mi consiglia di fare le analisi consigliate dall'endocrinologa e parlare con il mio psichiatra (sono in terapia con un ssri, il Brintellix, da novembre 2022) per capire se prendere la pillola potrebbe darmi dei problemi.
Faccio tutto, lo psichiatra mi conferma che il Brintellix non da problemi con la pillola e visiona anche lui le mie analisi del sangue.
Oggi torno dalla ginecologa che però, rileggendo le mie analisi mi dice che non si sente di darmi una pillola poiché ho dei valori sballati per quanto concerne il fegato (bilirubina alta, che però ho sempre alta di mio, negli anni il mio medico di base mi ha fatto fare delle ecografie al fegato per vedere se ci fossero problemi ma è sempre risultato tutto regolare) e perché sarebbe meglio secondo lei sentire il parere di un ginecologo ed endocrinologo, di cui mi ha passato il contatto e con il quale ho già preso appuntamento, appuntamento che però è fra un mese.
Questa situazione mi sta molto stressando, non so cosa pensare. Non mi sento bene con il mio corpo e questa cosa peggiora il mio umore, nonostante la terapia, sia farmacologica dallo psichiatra che cognitivo comportamentale dalla psicologa. Non sapere che cos'ho e cosa posso fare mi mette angoscia. Guardarmi allo specchio e non riconoscere il mio corpo, sentirmi costantemente stanca e sentire le mie ossa scricchiolare ad ogni movimento, non sentire più impulsi sessuali e avere problemi di digestione e gonfiore mi sconforta molto. Non so nemmeno se possa servire scrivere qualcosa qui, ma ci provo lo stesso.
Dr. Pierpaolo Falcetta
Endocrinologo, Diabetologo, Andrologo
Santa Ninfa
Salve,
in assenza di analisi e senza averla visitata è difficile darle un parere valido, tuttavia la sua storia sembrerebbe essere compatibile con un'amenorrea funzionale ipotalamica. La terapia con estroprogestinico è la base del trattamento di tale condizione, naturalmente qualora non sussistano controindicazioni. Una bilirubina "alta" (alta quanto? quale bilirubina? S. di Gilbert?) di per sé non controindica una terapia ormonale. Comunque sia vi sono numerose opportunità terapeutiche con vie di somministrazioni alternative che riducono il rischio di effetti collaterali gravi.

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