Buongiorno, sono una ragazza di 27 e da più di un anno soffro di dolori cervicobrachiali irradiati i

3 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 27 e da più di un anno soffro di dolori cervicobrachiali irradiati in un primo momento solo al collo e alla zona del trapezio e della scapola. Dopo alcuni mesi con questo dolore altalenante, spesso acuto, ho cominciato a sentire dolore anche al braccio soprattutto nella zona del gomito e del bicipite. Ho fatto molte sedute di fisioterapia dove mi è stato detto che i dolori dipendessero dalla spalla. Dopo diversi mesi di fisioterapia sembrava che la situazione fosse migliorata anche se i dolori sono mai spariti del tutto, così ho deciso di riniziare un po' di attività fisica. Dopo circa un mese il dolore si è ripresentato ancora più forte nella zona del plesso brachiale, al braccio destro, con frequenti episodi di addormentamento dell'arto soprattutto in alcune posizioni e di notte in particolare. Mi sono rivolta così ad un neurochirurgo che mi ha sottoposta ad una breve visita in cui sono risultata positiva alla manovra di Adson e mi ha consigliato di svolgere alcuni esami strumentali. Ho eseguito dunque: una RMN del tratto cervicale dove si evidenzia una minima protrusione c5-c6 che a detta del medico non può dare questi sintomi poiché non spinge contro nulla; un RX del tratto cervicale e dorsale che non evidenzia alterazioni ossee; una RMN del collo e delle fosse sovraclaveari con contrasto dove non risultano alterazioni dei tessuti molli nè ipertrofia dei muscoli scaleni e un'elettromiografia che risulta negativa. Su consiglio del neurologo che ha eseguito l'elettromiografia ho fatto anche un ecocolordoppler degli arti superiori con manovre dinamiche in cui si rileva un diminuzione del flusso sull'arteria radiale e in alcune posizioni addirittura una scomparsa del flusso. Ovviamente nel frattempo (circa un mese per svolgere il tutto) i miei sintomi non sono passati, nonostante una cura antinfiammatoria prescritta dal mio medico di base, sono però leggermente migliorati poiché sto evitando di fare sforzi e qualsiasi tipo di attività fisica. Anche fare gesti quotidiani come asciugarmi i capelli con il phone mi è diventato difficile poiché non riesco a mantenere alcune posizioni visto che sopraggiungono subito sintomi come pesantezza e stanchezza dell'arto, dolore al gomito e, ovviamente, formicolio, sintomi che avverto anche se guido accompagnati da dolore al collo, dolore retroscapolare e ultimamente è sopraggiunto anche un dolore al petto che a volte arriva fino alla zona sotto ascellare. A detta del neurochirurgo nonostante gli esami siano risultati negativi si potrebbe trattare di una sindrome costo-clavicolare, mi ha detto, inoltre, che la diagnosi di questa sindrome non è facile e non ci sono esami strumentali che possano effettivamente evidenziarla visto che non presento una costa soprannumeraria o un'ipertrofia dei muscoli scaleni.
È vero che non ci sono altri esami per evidenziare questo problema? Data la mia sintomatologia e corretto presumere questa diagnosi? Preciso che la risonanza da me effettuata al collo l'ho fatta in posizione supina con le braccia abbassate, posizione che in genere non mi dà sintomi. Intanto mi è stato prescritto un periodo di fisioterapia per vedere come va.
Ringrazio chiunque risponderà e mi scuso per essere stata così prolissa.
Un esame da lei praticato, l'ecocolordoppler degli arti superiori, con scomparsa della pulsazione radiale in certe posizioni, potrebbe deporre per una sindrome dello stretto toracico superiore, di cui la s. costoclavicola è una variante. In questo caso sarebbe interessante sapere come si comporta la vena ascellare durante l' ecocolordoppler in determinate posizioni, in quanto più interessata dalla sindrome. Ovviamente bisogna fare la diagnosi differenziale con altre situazioni che sarebbero escluse dal momento che lei ha praticato rmn ed altro. Sul piano terapeutico vi è ben poco da fare, a meno che non si riesca ad individuare la struttura anatomica responsabile, come ad esempio una prima costola ipertrofia, in tal caso un intervento ortopedico sarebbe risolutivo, sempre che stiamo parlando di una sintomatologia monolaterale, destra mi pare.

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Ritengo che in questa fase la prima cosa da fare siano dei cicli di fisioterapia e una terapia decontratturante sulla muscolatura dorsale e della spalla. Non mi sembra ci sia spazio per una terapia chirurgica.
Anche l'agopuntura potrebbe avere un suo spazio in questa situazione clinica
L'esame ECD con prove dinamiche è un esame attendibile per indicare una possibile sindrome dello stretto toracico. E' però da completare con lo studio anche dell'asse venoso e, in seconda battuta, con uno studio Angio RM con pose dinamiche dello stretto toracico.
Conclusi tali accertamenti è opportuna una valutazione specialistica con un chirurgo vascolare ed un fisioterapista, possibilmente esperti in questo genere di problematiche.
Sono a disposizione per eventuali ulteriori indicazioni o valutazioni.

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