Buongiorno , mia madre è stata sottoposta a protesi totale al ginocchio desto . Nonostante una lunga
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Buongiorno , mia madre è stata sottoposta a protesi totale al ginocchio desto . Nonostante una lunga cicatrizzazione, aveva ripreso a camminare secondo un normale processo di riabilitazione ma a seguito di un ictus emorragico e conseguente riabilitazione, si scopre che la protesi è infetta. Si decide per l'espianto, uno spaziatore antibiotato e dopo 4 mesi il reimpianto.
Neanche il reimpianto avvenuto a febbraio 2022 risolve la situazione, anzi il secondo percorso di riabilitazione è stato funestato da continue infezioni e cicli di antibiotico. Adesso l'ortopedia che ha seguito le 2 operazioni dovrà riprendersela in carico ma onestamente non riesco a capire quali possibilità si aprono: un "lavaggio" della protesi? un espianto e un'artrodesi?
Di certo mia madre è 2 anni che è entrata per risolvere un problema e si ritrova con 3 operazioni, una qualità della vita spesa in ospedale tra antibiotici e infezioni. Lasciare qualla rptesi in sede la condannerebbe ad una vita di infezioni e antibiotici se non a scenari peggiori. Quali sono gli scenari che si aprono in questi casi? Grazie a chi vorrà rispondere.
Neanche il reimpianto avvenuto a febbraio 2022 risolve la situazione, anzi il secondo percorso di riabilitazione è stato funestato da continue infezioni e cicli di antibiotico. Adesso l'ortopedia che ha seguito le 2 operazioni dovrà riprendersela in carico ma onestamente non riesco a capire quali possibilità si aprono: un "lavaggio" della protesi? un espianto e un'artrodesi?
Di certo mia madre è 2 anni che è entrata per risolvere un problema e si ritrova con 3 operazioni, una qualità della vita spesa in ospedale tra antibiotici e infezioni. Lasciare qualla rptesi in sede la condannerebbe ad una vita di infezioni e antibiotici se non a scenari peggiori. Quali sono gli scenari che si aprono in questi casi? Grazie a chi vorrà rispondere.
Le infezioni sono la complicanza più temibili nelle protesi di ginocchio. Facciamo di tutto per prevenirle, ma non si possono azzerare. Si cerca di intervenire prima possibile, in maniera radicale e proporzionata alla gravità dell'infezione. La procedura di revisione in due tempi che sua madre ha seguito è la più frequentemente adottata, e dà buoni risultati ma non nel 100% dei casi. Per decidere cosa fare adesso bisogna avere un chiaro quadro del tipo di infezione, della sua estensione, della sua possibilità di rispondere al trattamento antibiotico, delle condizioni generali di sua mamma, delle sue possibilità di recupero anche con una protesi perfettamente guarita e funzionante, e della sua capacità di sopportare altri interventi e la terapia antibiotica. Io preferisco affrontare questi casi con un equipe multidisciplinare che comprenda anche un infettivologo, un Fisiatra ecc. per valutare bene tutte le opzioni sul campo.
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