Buongiorno l'anno scorso mi hanno diagnostcato una Coronaropatia trivasale stenosi subocclusiva di C

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Buongiorno l'anno scorso mi hanno diagnostcato una Coronaropatia trivasale stenosi subocclusiva di Cx sottoposta l'anno scorso ad angioplastica CTO di Cdx,e stenosi intermedia di DA. Stenosi di DA l'anno scorso risultata non patologica, iFR/FFR rispettivamente 0.91/0.88.
Sono in terapia con beta-bloccante 5 mg/die, e in DAPT (cardioaspirina e Prasugrel)
Il mese scorso ho eseguito una miocardioscintigrafia e questo è l'esito:
Protocollo: singola giornataQuesito clinico: valutazione post rivascolarizzazione imcompletaTerapia: beta bloccantiTest Ergometrico (v. referto)Carico max: 75 Watt; per 2'; FC max raggiunta: 110 b/min; 62% FCTMax; PA max: 150/100 mmHg; DP:16500Motivo interruzione dello sforzo: affaticamentoConclusioni: ai carichi lavorativi raggiunti non angor, nè significative alterazioni elettrocardiograficheREFERTO: l'indagine scintigrafica, eseguita con tecnica gated- SPECT/TC, con l'uso della TC ai fini dellacorrezione per l'attenuazione, evidenzia, nelle immagini a riposo, ipocaptazione del radiofarmaco alle porzionimedio-basali della parete cardiaca inferiore, reperto riconoscibile anche nelle immagini ottenute dopo testergometrico nelle quali, inoltre, si apprezza minima ipocaptazione del tracciante alle porzioni apicali e para-apicalidel segmento antero-settale.Dopo correzione per l'attenuazione scompare, sia nelle immagini basali che in quelle dopo sforzo, quantosegnalato alla parete cardiaca inferiore mentre persiste, nelle immagini dopo test ergometrico, minimaipocaptazione del tracciante alle porzioni apicali e para-apicali del segmento antero-settale.La frazione di eiezione globale del ventricolo sinistro, calcolata con il metodo QGS, in condizioni di riposo, risultapari a 73% con normale cinetica segmentaria.Conclusioni: difetto persistente di captazione del radiofarmaco alle porzioni medio-basali della parete cardiacainferiore di natura artefattuale da attenuazione diaframmatica.Ai carichi lavorativi raggiunti evidenza scintigrafica di modesta ipoperfusione inducibile, ai limiti dellasignificatività, a carico di un limitato territorio miocardico in corrispondenza delle porzioni apicali e para-apicalidel segmento antero-settale.Si segnala che il test ergometrico è stato condotto in continuità di terapia con betabloccante ed è stato interrotto.
Ogni tanto ho sensazioni improvvise di malessere che durano circa 15/20 minuti, accompagnate da dolori non oppressivi al petto.
Visto l'esito della miocardioscintigrafia secondo voi potrebbe rendersi necessario andare ad intervenire sulla stenosi intermedia? In un anno potrebbe essersi ristretta ulteriormente?
Un ultima domanda: ma l'occlusione cronica totale non c'è modo di trattarla?
Grazie per le Vs. Risposte.
Saluti.
Dr. Giuseppe BILOTTA
Cardiologo, Medico certificatore
Cagliari
Buonpomeriggio. Leggendo il suo post si evidenziano due aspetti miocardioscintigrafici oggetto di riflessione. Un persistente difetto di captazione nelle porzioni medio-basali della parete inferiore riconducibile ad attenuazione diaframmatica e pertanto non meritevole di attenzione clinica in quanto di genesi artefattuale e pertanto da non tenere in considerazione. Una ipoperfusione inducibile, con uno sforzo submassimale ( 62 % ) verosimilmente correlato al betablocco, coinvolgente il segmento antero-settale apicale e para-apicale vascolarizzato dalle coronaria discendente anteriore ( DA ), di entità modesta tanto quanto il carico lavorativo sostenuto durante la prova. Alla luce dei dati riportati nell’ultima CVG ( Coronaroventricolografia ) si tratta di un vaso malato ma non in forma patologica e pertanto non oggetto di trattamento emodinamico. Come da lei ipotizzato è ammissibile una evoluzione peggiorativa ( nel suo racconto non viene espressa la percentuale di stenosi osservata ) giustificando, in correlazione la sintomatologia lamentata, al punto da procedere con una nuova CVG valutativa, a parere personale opportuna. Relativamente alle angioplastiche in occlusioni coronariche croniche ( CTO ) parliamo di procedure attuate su lesioni presenti da oltre tre mesi delicate e impegnative che mediamente ottengono successo intorno all’80-85 dei casi fermandosi a circa il 90 % nei centri dotati di altissima specializzazione. Va infine sottolineato come le indicazioni all’indicato trattamento sono piuttosto ristrette in relazione alle considerevoli difficoltà procedurali.

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