Buongiorno, il mio non è un quesito a livello medico, si tratta principalmente di un consulto a live

3 risposte
Buongiorno, Una donna con sindrome di down di 50 anni dopo la morte della madre (figura con la quale aveva un grande rapporto affettivo) ha smesso di mangiare e di bere, assistita dalla sorella, che sembra non volere nessun tipo di aiuto e sembra ACCETTARE la "scelta" di lasciarsi andare della donna diversamente abile. Ora, io non sono totalmente esperta in materia. Ma da quello che so la sorella in quanto amministratore di sostegno dovrebbe prendere in mano la situazione e cercare di risolvere facendo ricorso ai servizi del territorio. Anche il medico curante della donna si è rifiutato di fare una segnalazione ai servizi perché dice che è la sorella a dover prendere decisioni. Stiamo parlando di una vita, una vita che si sta lasciando andare tramite scelte inconsapevoli in quanto derivano da una mente non normo dotata. Mi saprebbe dire quali strade si possono percorrere per fare si che la situazione venga segnalata e magari anche risolta? Da parte dei familiari della donna in questione c'è un atteggiamento abbandonico, di rinuncia, non c'è la voglia di provare a risolvere e tutelare la persona con disabilità... Come si deve muovere l'amministratore di sostegno? Quali sono i suoi doveri? Se l'assistito con disabilità mentale rifiuta cibo e acqua, cosa dovrebbe fare l'amministratore di sostegno?
Grazie
Dott. Alberto Capretti
Chirurgo plastico, Medico legale, Oncologo
Milano
Deve fare un tso segnalando al medico di base il problema. Se però la persona è mentalmente consapevole dello sciopero della fame : solo il tribunale può intervenire tramite segnalazione del direttore sanitario allo stesso tribunale quando la donna è ricoverata.

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Dott. Andrea Galassi
Medico legale, Anatomopatologo
Vicenza
Può fare una segnalazione alla Procura della Repubblica se la situazione fosse veramente grave. In alternativa può segnalarlo alla Assistente Sociale del Comune.
Dott.ssa Leila Gholamhazrat Hojat
Medico legale, Medico certificatore
Marina di Montemarciano
La situazione descritta è grave e richiede intervento immediato.

L’amministratore di sostegno, per legge (artt. 404 ss. c.c., L. 6/2004), deve tutelare la salute dell’assistito, attivando cure e protezione, specie se non in grado di decidere consapevolmente. Il rifiuto di cibo e acqua in una persona con disabilità intellettiva non è una scelta libera: l’AdS deve contattare subito medico curante e servizi socio-sanitari (CSM, Servizi Sociali, ASL) e, se necessario, richiedere ASO o TSO.

Se l’AdS non agisce, chiunque può segnalare al Giudice Tutelare (chiedendo anche la sua sostituzione), ai Servizi Sociali o al Dipartimento di Salute Mentale. Il medico di base, in caso di rischio vitale, ha il dovere di segnalare o attivare il 118.

E' possibile quindi inviare segnalazione scritta a Giudice Tutelare e Servizi Sociali, sollecitare formalmente il medico curante e, in caso di ulteriore inerzia, contattare il 118 o il Pronto Soccorso.

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