Buongiorno, ho un dubbio che da diversi mesi mi sta attanagliando e vorrei gentilmente avere il pare
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Buongiorno, ho un dubbio che da diversi mesi mi sta attanagliando e vorrei gentilmente avere il parere vostro in merito. A causa di eccessivi sovraccarichi, dovuti ad un volume allenante eccessivo nella corsa e nell' allenamento in palestra, sono stato costretto a fermarmi per un intenso dolore ai muscoli peronei. Mi sono sottoposto a visita ortopedica ed il medico mi ha diagnosticato un piede cavo supinato. La domanda è, molto sinteticamente, è possibile che questa malformazione del piede possa portare a dolore sui muscoli peronei? È possibile che migliorando la posizione biomeccanica del piede (magari modificando i plantari) questo persistente dolore ai peronei si calmi notevolmente? Mi sorge questo dubbio perchè anche senza particolari sovraccarichi sul piede, il dolore ai peronei è sempre presente ed in alcuni casi veramente forte, tanto da non consentirmi di camminare.
Buongiorno,
ha esattamente ragione lei, per cui il mio consiglio e’ quello di eseguire una visita podologica e baropodometrica statica e dinamica per successivo progetto di plantari da parte di un tecnico ortopedico, con obiettivo di correggere il suo alterato carico. Una volta ‘riassettato’ , lo stress da iperlavoro sui peronieri dovrebbe ridursi e di conseguenza lei avere meno dolore. Ci vuole solo un po’ di pazienza perché potrebbero servire anche due mesi dall’inizio dell’uso dei plantari per vedere dei benefici. Alla eventuale persistenza si passerebbe quindi a trattare direttamente il tendine (infiltrazioni, fisioterapia) in base al quadro clinico
ha esattamente ragione lei, per cui il mio consiglio e’ quello di eseguire una visita podologica e baropodometrica statica e dinamica per successivo progetto di plantari da parte di un tecnico ortopedico, con obiettivo di correggere il suo alterato carico. Una volta ‘riassettato’ , lo stress da iperlavoro sui peronieri dovrebbe ridursi e di conseguenza lei avere meno dolore. Ci vuole solo un po’ di pazienza perché potrebbero servire anche due mesi dall’inizio dell’uso dei plantari per vedere dei benefici. Alla eventuale persistenza si passerebbe quindi a trattare direttamente il tendine (infiltrazioni, fisioterapia) in base al quadro clinico
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