Buonasera, sono l'amante di un uomo 60enne. Sono molto più giovane ma la nostra relazione, seppure c
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Buonasera, sono l'amante di un uomo 60enne. Sono molto più giovane ma la nostra relazione, seppure clandestina, è longeva: 15 anni. Ci lega da senpre una grande intesa fisica, che non si è mai affievolita (anche grazie all'assenza di obblighi e di quotidianità) accompagnata, negli anni, da una forte intesa mentale fatta di complicità giocosa, alcune passioni comuni e affetto sincero. Premetto che per carattere sono indipendente e amo i miei spazi, per cui il mio ruolo non solo non mi pesa ma mi aggrada parecchio. L'unica difficoltà sta subentrando in questi ultimi mesi ed è legata ad un (fisiologico) minore vigore sessuale, comunque con tempi di ripresa più lunghi. L'attrazione resta fortissima e primaria da parte di entrambi, e lui è entusiasta e pieno di iniziativa, ma mentre per me è spontaneo che il desiderio per lui si ripresenti nell'arco di poche ore, per lui è difficile assecondare questo mio desiderio. Ripeto: anche da parte sua l'entusiasmo e la voglia di continuare e ripetere non manca, ma ultimamente il suo corpo non lo segue. Io temo che la mia esuberanza (pur con le mie migliori intenzioni) gli stia creando ansia, e che le aspettative e le emozioni dei nostri appuntamenti giochino a suo sfavore. Mi spiace che talvolta resti male. Per il momento lui non vuole ricorrere ad aiuti farmacologici, ma noto la sua costante preoccupazione che io non sia soddisfatta. Quando ne parliamo assieme, capita che lui mi dica che devo rilassarmi perché io ragiono troppo, che dovrei vivere la relazione in modo più leggero, lasciando fare il destino. Invece mi pare che lui attribuisca a me l'ansia che invece é sua. Amandolo io veramente, vorrei aiutarlo nel modo più delicato possibile. Chiedo consiglio ad uno psicologo o sessuologo. Grazie!
Gentile signora, il modo migliore per aiutare delicatamente quest'uomo, che verosimilmente ha un prolungamento della fase di latenza legato all'età, è di non fare pressione su di lui in alcun modo e attendere i naturali tempi di ripresa. E' fisiologico che le performance giovanili non siano replicabili, anche senza che ci sia alcuna patologia. Mi pare di aver capito infatti che il primo rapporto avvenga senza difficoltà...
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Buonasera,
da ciò che descrive emerge una relazione complessa ma molto stabile, costruita negli anni su intesa, complicità e un forte legame affettivo. Il suo sguardo è attento e sensibile, e il fatto che cerchi un modo delicato per sostenere il suo partner mostra quanto tenga al suo benessere oltre che al vostro rapporto.
Quello che sta accadendo è molto comune nelle coppie in cui uno dei partner attraversa cambiamenti fisiologici legati all’età. Anche quando il desiderio resta vivo, il corpo può avere tempi diversi: erezione, eccitazione e fase di recupero possono richiedere più calma e meno stimolazione ravvicinata rispetto al passato. Questo non è un segnale di minor attrazione, ma un adattamento naturale del funzionamento sessuale.
Nello stesso tempo, può succedere che la diminuzione del vigore fisico attivi nel partner timori rispetto alla propria prestanza, generando ansia da prestazione. Questa ansia può amplificarsi se lui percepisce (anche solo nella sua interpretazione) che lei abbia più desiderio, più frequenza o più energia di quanto lui riesca a sostenere in quel momento. Da qui può nascere la sensazione che “lei ragioni troppo”, quando probabilmente sta proiettando su di lei la sua stessa preoccupazione.
Il punto delicato non è la differenza di desiderio, che in molte coppie è normale, ma come questa differenza viene vissuta da entrambi. Per questo possono essere utili alcune attenzioni:
• Comunicare in modo rassicurante
Esplicitare che lei è appagata anche da incontri meno frequenti o meno prolungati può ridurre la sua pressione interna.
• Ritrovare un’intimità meno centrata sulla performance
Gioco, contatto, sensualità, lentezza, esplorazione reciproca possono essere modi per vivere il piacere senza puntare subito o necessariamente al rapporto completo.
• Accogliere e normalizzare i cambiamenti fisici
Non come un “problema”, ma come un nuovo equilibrio che può portare persino a una sessualità più consapevole e profonda.
• Lavorare insieme sull’ansia di entrambi
Perché non riguarda solo lui: anche il suo timore di “creargli pressione” la porta a controllare molto, e questo può pesare emotivamente.
Il fatto che lui, almeno per ora, non desideri un supporto farmacologico è comprensibile; tuttavia un percorso psicologico o sessuologico può aiutarvi a gestire questi cambiamenti in modo sereno, migliorando comunicazione, aspettative e vissuto emotivo durante la sessualità.
Visto il valore che attribuite alla vostra relazione, approfondire insieme a uno specialista sarebbe un passo utile per ritrovare equilibrio e leggerezza.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da ciò che descrive emerge una relazione complessa ma molto stabile, costruita negli anni su intesa, complicità e un forte legame affettivo. Il suo sguardo è attento e sensibile, e il fatto che cerchi un modo delicato per sostenere il suo partner mostra quanto tenga al suo benessere oltre che al vostro rapporto.
Quello che sta accadendo è molto comune nelle coppie in cui uno dei partner attraversa cambiamenti fisiologici legati all’età. Anche quando il desiderio resta vivo, il corpo può avere tempi diversi: erezione, eccitazione e fase di recupero possono richiedere più calma e meno stimolazione ravvicinata rispetto al passato. Questo non è un segnale di minor attrazione, ma un adattamento naturale del funzionamento sessuale.
Nello stesso tempo, può succedere che la diminuzione del vigore fisico attivi nel partner timori rispetto alla propria prestanza, generando ansia da prestazione. Questa ansia può amplificarsi se lui percepisce (anche solo nella sua interpretazione) che lei abbia più desiderio, più frequenza o più energia di quanto lui riesca a sostenere in quel momento. Da qui può nascere la sensazione che “lei ragioni troppo”, quando probabilmente sta proiettando su di lei la sua stessa preoccupazione.
Il punto delicato non è la differenza di desiderio, che in molte coppie è normale, ma come questa differenza viene vissuta da entrambi. Per questo possono essere utili alcune attenzioni:
• Comunicare in modo rassicurante
Esplicitare che lei è appagata anche da incontri meno frequenti o meno prolungati può ridurre la sua pressione interna.
• Ritrovare un’intimità meno centrata sulla performance
Gioco, contatto, sensualità, lentezza, esplorazione reciproca possono essere modi per vivere il piacere senza puntare subito o necessariamente al rapporto completo.
• Accogliere e normalizzare i cambiamenti fisici
Non come un “problema”, ma come un nuovo equilibrio che può portare persino a una sessualità più consapevole e profonda.
• Lavorare insieme sull’ansia di entrambi
Perché non riguarda solo lui: anche il suo timore di “creargli pressione” la porta a controllare molto, e questo può pesare emotivamente.
Il fatto che lui, almeno per ora, non desideri un supporto farmacologico è comprensibile; tuttavia un percorso psicologico o sessuologico può aiutarvi a gestire questi cambiamenti in modo sereno, migliorando comunicazione, aspettative e vissuto emotivo durante la sessualità.
Visto il valore che attribuite alla vostra relazione, approfondire insieme a uno specialista sarebbe un passo utile per ritrovare equilibrio e leggerezza.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buona sera. I tempi di latenza o ripresa hanno bisogno dell'adeguato riposo fisico. Anche se la mente è pronta, l'organismo ha bisogno di riprendersi fisiologicamente. La sintonia ed il ritmo di ripresa dei vostri corpi è diversa.
Se il suo partner non sente il bisogno di prendere farmaci, è perché probabilmente pensa di potercela farce ancora da solo. Da solo capirà cosa sarà più opportuno fare per il benessere intimo di entrambi.
Dottoressa Teresita Forlayno
Se il suo partner non sente il bisogno di prendere farmaci, è perché probabilmente pensa di potercela farce ancora da solo. Da solo capirà cosa sarà più opportuno fare per il benessere intimo di entrambi.
Dottoressa Teresita Forlayno
Buonasera, non esiste un fisiologico minore vigore sessuale. L'uomo, in codizione di salute fisica, mantiene la stessa qualità dell'erezione sostanzialmente per tutta la vita. Condizione che si modifica in presenza di un disturbo organico - quale ipertensione, problemi cardiovascolari, ipercolesterolemia e diabete - oltre che all'ansia. Per quanto riguarda i tempo di "ripresa" è bene ricordare che il periodo refrattario - il tempo che intercorre tra una eiaculazione ed una nuova erezione - quello sì che si modifica con l'età. Vi basterà prolungare la situazione sessuale per tutto il tempo che desiderate rimandando l'orgasmo di lui a quando sarà sazio. Donando alla sessualità il suo primato - il piacere che può durare ore - e non l'orgasmo che, nell'uomo, dura cira 10 secondi. Cordialmente
Quello che state vivendo è un cambiamento fisiologico naturale, legato all’età, che però può avere un impatto emotivo se non viene integrato con consapevolezza. Da quanto scrivi, sembri essere molto presente, sensibile e rispettosa dei suoi tempi, ma forse — proprio perché ci tieni — il tuo desiderio vivace può essergli percepito (inconsciamente) come una pressione.
Valida il suo sentire, rassicurandolo che la tua attrazione e il tuo piacere non dipendono solo dalla performance fisica, ma dalla connessione emotiva e sensuale che c’è tra voi. Proponi un ampliamento del “copione erotico”, spostando l’attenzione dalla prestazione genitale alla sensualità, al gioco, all’esplorazione reciproca. Questo può aiutare a togliere l’ansia da prestazione.
Evita di enfatizzare troppo il tema durante i vostri incontri, per non rinforzare l’associazione mentale tra desiderio e “aspettativa”. Può essere più utile parlarne in momenti di calma e distanza emotiva.
Accogli con delicatezza la possibilità di un supporto medico, ma lascia che sia lui a sentirsi pronto. Il benessere sessuale maschile può essere un tema molto delicato, specie con l’avanzare dell’età.
Infine, se il dialogo tra voi è aperto e sincero, potresti anche suggerire, senza pressione, una consulenza di coppia con un* sessuolog* per aiutarvi a esplorare questi cambiamenti con più strumenti e senza giudizio.
Valida il suo sentire, rassicurandolo che la tua attrazione e il tuo piacere non dipendono solo dalla performance fisica, ma dalla connessione emotiva e sensuale che c’è tra voi. Proponi un ampliamento del “copione erotico”, spostando l’attenzione dalla prestazione genitale alla sensualità, al gioco, all’esplorazione reciproca. Questo può aiutare a togliere l’ansia da prestazione.
Evita di enfatizzare troppo il tema durante i vostri incontri, per non rinforzare l’associazione mentale tra desiderio e “aspettativa”. Può essere più utile parlarne in momenti di calma e distanza emotiva.
Accogli con delicatezza la possibilità di un supporto medico, ma lascia che sia lui a sentirsi pronto. Il benessere sessuale maschile può essere un tema molto delicato, specie con l’avanzare dell’età.
Infine, se il dialogo tra voi è aperto e sincero, potresti anche suggerire, senza pressione, una consulenza di coppia con un* sessuolog* per aiutarvi a esplorare questi cambiamenti con più strumenti e senza giudizio.
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