Buonasera nell’attesa di prenotare una visita psichiatrica con lei avevo questa domanda urgente :ass
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Buonasera nell’attesa di prenotare una visita psichiatrica con lei avevo questa domanda urgente :assumo gabapentin , rivotril e quietapina al giorno dal 20 febbraio .
( ho assunto per anni gabapentin e venlafaxina , poi avevo scalato e sospeso tutto lo scorso anno , ma è andata male e dopo una ricaduta enorme mi è stata reintrodotta questa cura )
Il rivotril doveva essere “al bisogno”, ma stavo talmente male da aver finito col prenderlo ogni giorno. Passati due mesi però non andrebbe gradualmente scalato e poi tolto ? La mia ex psichiatra (che non potrà più seguirmi, motivo per cui prenoterò da lei ) mi ha detto di assumerne mezza dose per qualche giorno e poi sospendere , ma non andrebbe fatto piu gradualmente ?
( ho assunto per anni gabapentin e venlafaxina , poi avevo scalato e sospeso tutto lo scorso anno , ma è andata male e dopo una ricaduta enorme mi è stata reintrodotta questa cura )
Il rivotril doveva essere “al bisogno”, ma stavo talmente male da aver finito col prenderlo ogni giorno. Passati due mesi però non andrebbe gradualmente scalato e poi tolto ? La mia ex psichiatra (che non potrà più seguirmi, motivo per cui prenoterò da lei ) mi ha detto di assumerne mezza dose per qualche giorno e poi sospendere , ma non andrebbe fatto piu gradualmente ?
Gentile utente,
La sua preoccupazione sullo scalaggio del Rivotril (clonazepam) è comprensibile, soprattutto dopo una ricaduta significativa che ha richiesto la reintroduzione di gabapentin, Rivotril e quetiapina dal 20 febbraio.
L’uso quotidiano di Rivotril per due mesi, anche se inizialmente previsto “al bisogno”, può creare dipendenza fisica, e una riduzione troppo rapida (es. mezza dose per pochi giorni e poi sospensione) potrebbe causare sintomi da astinenza, come ansia, insonnia o irritabilità.
La necessità di uno scalaggio graduale dipende dalla dose attuale e dalla sua risposta individuale, ma un approccio più lento è spesso preferibile per minimizzare i rischi.
Nell’attesa di consultare il nuovo psichiatra, riprendere tecniche di rilassamento (es. respirazione lenta) apprese in psicoterapia cognitivo-comportamentale può aiutarla a gestire l’ansia.
Discuta con lo specialista un piano di riduzione personalizzato, valutando anche l’efficacia di gabapentin e quetiapina.
Resto a disposizione per eventuali necessità, un caro saluto.
La sua preoccupazione sullo scalaggio del Rivotril (clonazepam) è comprensibile, soprattutto dopo una ricaduta significativa che ha richiesto la reintroduzione di gabapentin, Rivotril e quetiapina dal 20 febbraio.
L’uso quotidiano di Rivotril per due mesi, anche se inizialmente previsto “al bisogno”, può creare dipendenza fisica, e una riduzione troppo rapida (es. mezza dose per pochi giorni e poi sospensione) potrebbe causare sintomi da astinenza, come ansia, insonnia o irritabilità.
La necessità di uno scalaggio graduale dipende dalla dose attuale e dalla sua risposta individuale, ma un approccio più lento è spesso preferibile per minimizzare i rischi.
Nell’attesa di consultare il nuovo psichiatra, riprendere tecniche di rilassamento (es. respirazione lenta) apprese in psicoterapia cognitivo-comportamentale può aiutarla a gestire l’ansia.
Discuta con lo specialista un piano di riduzione personalizzato, valutando anche l’efficacia di gabapentin e quetiapina.
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Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso una parte così significativa del suo percorso terapeutico. Capisco molto bene quanto possa essere delicato gestire una cura psichiatrica dopo una ricaduta importante, soprattutto quando ci si trova a dover prendere decisioni sull'uso di farmaci come il Rivotril (clonazepam).
In effetti, il Rivotril è una benzodiazepina a lunga emivita, e l'uso quotidiano protratto oltre alcune settimane, seppur inizialmente necessario per contenere l’ansia acuta o l’insonnia, può creare tolleranza e dipendenza.
Per questo motivo, la sospensione andrebbe sempre valutata con attenzione, tenendo conto della durata dell’assunzione quotidiana, del dosaggio raggiunto, della situazione clinica attuale (ansia, insonnia, instabilità dell’umore...), degli altri farmaci in uso (in questo caso gabapentin e quetiapina, che possono favorire lo "scivolamento via" più morbido dalle benzodiazepine).
In linea generale, è vero che dopo due mesi di assunzione quotidiana, una sospensione troppo rapida può provocare disagio, insonnia di rimbalzo o irritabilità.
Una riduzione più graduale – ad esempio riducendo di un quarto di compressa ogni 7-10 giorni, o secondo tolleranza, è spesso preferibile, ma va personalizzata in base al suo stato clinico attuale.
In altre parole: la sua domanda è più che legittima, e il suo ascolto attento dei segnali del corpo e della mente è già una forma importante di cura.
Se lo desidera, durante una eventuale nostra prima visita potremo valutare insieme come gestire in sicurezza e in modo rispettoso dei suoi ritmi questa fase delicata, anche ridefinendo obiettivi e priorità del trattamento nel suo complesso.
Resto volentieri a disposizione per aiutarla a ritrovare stabilità e fiducia nel percorso.
Un cordiale saluto,
Dr. Elicio
Psichiatra, Psicoterapeuta
la ringrazio per aver condiviso una parte così significativa del suo percorso terapeutico. Capisco molto bene quanto possa essere delicato gestire una cura psichiatrica dopo una ricaduta importante, soprattutto quando ci si trova a dover prendere decisioni sull'uso di farmaci come il Rivotril (clonazepam).
In effetti, il Rivotril è una benzodiazepina a lunga emivita, e l'uso quotidiano protratto oltre alcune settimane, seppur inizialmente necessario per contenere l’ansia acuta o l’insonnia, può creare tolleranza e dipendenza.
Per questo motivo, la sospensione andrebbe sempre valutata con attenzione, tenendo conto della durata dell’assunzione quotidiana, del dosaggio raggiunto, della situazione clinica attuale (ansia, insonnia, instabilità dell’umore...), degli altri farmaci in uso (in questo caso gabapentin e quetiapina, che possono favorire lo "scivolamento via" più morbido dalle benzodiazepine).
In linea generale, è vero che dopo due mesi di assunzione quotidiana, una sospensione troppo rapida può provocare disagio, insonnia di rimbalzo o irritabilità.
Una riduzione più graduale – ad esempio riducendo di un quarto di compressa ogni 7-10 giorni, o secondo tolleranza, è spesso preferibile, ma va personalizzata in base al suo stato clinico attuale.
In altre parole: la sua domanda è più che legittima, e il suo ascolto attento dei segnali del corpo e della mente è già una forma importante di cura.
Se lo desidera, durante una eventuale nostra prima visita potremo valutare insieme come gestire in sicurezza e in modo rispettoso dei suoi ritmi questa fase delicata, anche ridefinendo obiettivi e priorità del trattamento nel suo complesso.
Resto volentieri a disposizione per aiutarla a ritrovare stabilità e fiducia nel percorso.
Un cordiale saluto,
Dr. Elicio
Psichiatra, Psicoterapeuta
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