Buon giorno, a ottobre, dopo una caduta nel luogo del lavoro mi è stata diagnosticata al pronto socc
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Buon giorno, a ottobre, dopo una caduta nel luogo del lavoro mi è stata diagnosticata al pronto soccorso, una frattura scomposta e pluriframmentaria della base del 1 metatarso sinistro.
Adesso ho ricevuto una diagnosi dall'ortopedico dell'Inail, cioè callo osseo sporgente sul dorso del piede in prossimità della frattura.
Nella sostanza, mi è stato spiegato che, nonostante io, a causa di questo callo osseo, non possa mettere scarpe normali, non cammini ancora bene, mi verrà chiuso l'infortunio.
Vorrei sapere se è giusto o mi conviene fare un ricorso?
Sono molto stanca perchè ho 60 anni e non ho più la grinta di un tempo, ma sentire questa cosa mi ha buttato nello sconforto, perchè mi sento trattata come una macchina da mettere a posto alla alla bell'e meglio.
Io non sto bene psicologicamente, ma al di là di questo non cammino bene per colpa anche del callo osseo (e per aver caricato troppo il piede destro).
Ovviamente posso mettermi in malattia, ma mi chiedo se mi convenga fare ricorso per l'infortunio o sia meglio mettermi l'anima in pace.
Grazie a chi potrà rispondermi.
PS- Ad una analisi attenta della radiografia a me, quello che chiamano callo osseo, sembra un osso messo male in fase di ingessatura o in fase di guarigione (non sto dando colpe, perchè la colpa potrebbe anche essere mia). Non è la prima volta che ho questo pensiero, ma l'ho pensato anche guardando la precedente radiografia. Il callo osseo ha la forma di un osso? E poi il callo osseo si vede nella radiografia? Non capisco. Se qualche medico è interessato, mando foto del mio piede e radiografia.
Marina
Adesso ho ricevuto una diagnosi dall'ortopedico dell'Inail, cioè callo osseo sporgente sul dorso del piede in prossimità della frattura.
Nella sostanza, mi è stato spiegato che, nonostante io, a causa di questo callo osseo, non possa mettere scarpe normali, non cammini ancora bene, mi verrà chiuso l'infortunio.
Vorrei sapere se è giusto o mi conviene fare un ricorso?
Sono molto stanca perchè ho 60 anni e non ho più la grinta di un tempo, ma sentire questa cosa mi ha buttato nello sconforto, perchè mi sento trattata come una macchina da mettere a posto alla alla bell'e meglio.
Io non sto bene psicologicamente, ma al di là di questo non cammino bene per colpa anche del callo osseo (e per aver caricato troppo il piede destro).
Ovviamente posso mettermi in malattia, ma mi chiedo se mi convenga fare ricorso per l'infortunio o sia meglio mettermi l'anima in pace.
Grazie a chi potrà rispondermi.
PS- Ad una analisi attenta della radiografia a me, quello che chiamano callo osseo, sembra un osso messo male in fase di ingessatura o in fase di guarigione (non sto dando colpe, perchè la colpa potrebbe anche essere mia). Non è la prima volta che ho questo pensiero, ma l'ho pensato anche guardando la precedente radiografia. Il callo osseo ha la forma di un osso? E poi il callo osseo si vede nella radiografia? Non capisco. Se qualche medico è interessato, mando foto del mio piede e radiografia.
Marina
Buongiorno Marina, comprendo il suo sconforto, soprattutto considerando che il recupero non è stato completo e che il callo osseo le sta causando difficoltà nella deambulazione e nell’uso delle calzature. Il callo osseo è una risposta fisiologica del corpo alla guarigione di una frattura e, in alcuni casi, può risultare più voluminoso e irregolare, causando disagi funzionali. In radiografia è visibile come un’area di ispessimento osseo nella zona di consolidazione della frattura, ma se ha l’impressione che la conformazione del suo piede sia alterata in modo anomalo, potrebbe essere utile una rivalutazione specialistica con un altro ortopedico o un esame più approfondito, come una TAC, per chiarire la situazione.
Se il callo osseo sta compromettendo la sua capacità di camminare e indossare calzature normali, potrebbe essere giustificata una contestazione della chiusura dell’infortunio, soprattutto se il problema limita la sua funzionalità lavorativa. Potrebbe essere utile consultare un medico legale per valutare se sussistono i presupposti per un ricorso e ottenere un eventuale prolungamento dell’infortunio o un riconoscimento di postumi permanenti.
Nel frattempo, se non l’ha già fatto, potrebbe valutare una terapia riabilitativa mirata per migliorare la mobilità articolare e ridurre l’impatto del callo osseo sulla camminata. Se il problema dovesse persistere nel tempo e compromettere seriamente la funzionalità del piede, esistono anche soluzioni chirurgiche per rimodellare il callo osseo, ma questa è un’opzione che andrebbe valutata solo dopo un’attenta analisi clinica.
Se sente di non stare bene anche a livello psicologico a causa di questa situazione, è comprensibile che si senta stanca e demoralizzata. Provi a raccogliere più informazioni con un consulto specialistico per fare una scelta consapevole sul da farsi, senza rinunciare a far valere i suoi diritti se ritiene che l’infortunio non sia ancora completamente risolto.
Se il callo osseo sta compromettendo la sua capacità di camminare e indossare calzature normali, potrebbe essere giustificata una contestazione della chiusura dell’infortunio, soprattutto se il problema limita la sua funzionalità lavorativa. Potrebbe essere utile consultare un medico legale per valutare se sussistono i presupposti per un ricorso e ottenere un eventuale prolungamento dell’infortunio o un riconoscimento di postumi permanenti.
Nel frattempo, se non l’ha già fatto, potrebbe valutare una terapia riabilitativa mirata per migliorare la mobilità articolare e ridurre l’impatto del callo osseo sulla camminata. Se il problema dovesse persistere nel tempo e compromettere seriamente la funzionalità del piede, esistono anche soluzioni chirurgiche per rimodellare il callo osseo, ma questa è un’opzione che andrebbe valutata solo dopo un’attenta analisi clinica.
Se sente di non stare bene anche a livello psicologico a causa di questa situazione, è comprensibile che si senta stanca e demoralizzata. Provi a raccogliere più informazioni con un consulto specialistico per fare una scelta consapevole sul da farsi, senza rinunciare a far valere i suoi diritti se ritiene che l’infortunio non sia ancora completamente risolto.
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