Dott.ssa
Valentina Menta
Psicoterapeuta,
Psicologo clinico
Psicologo
Altro
Roccabianca 2 indirizzi
Esperienze


Sono accogliente e affidabile, attenta alle necessità delle persone, delicata nel gestire argomenti faticosi, interessata all'ascolto e al benessere delle persone.
Penso che l'incontro con l'altro sia l'inizio di un bellissimo viaggio, in cui è possibile conoscersi, co-costruire insieme itinerari e scoprire i diversi tesori che si celano dentro ognuno di noi.
"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi" (M. Proust)
Aree di competenza principali:
- Psicologo clinico
- Psicoterapia sistemico relazionale
Indirizzi (3)
Via del Parmigianino 1, Roccabianca
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- Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Viale la Grola, 5b, Parma
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PZ
Professionista molto empatica e competente, ha saputo trasmettermi un grande senso di sicurezza e di fiducia quando proprio non riuscivo a credere in me stessa. il mio percorso con lei è stato davvero molto importante per rinforzare la mia autostima e grazie al lavoro che abbiamo fatto insieme sono riuscita ad affrontare alcuni grossi cambiamenti nella mia vita.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, ho 27 anni e da tre/quattro anni soffro di una forte ansia legata alla
paura di rimanere incinta. Nonostante non abbia rapporti completi da 5 anni e negli sporadici rapporti che ho avuto ho sempre fatto petting tenendo su i pantaloni, rimane radicata in me la paura che possa essere incinta senza rendermene conto. Ho avuto l’ultimo “rapporto” a ottobre e da allora, nonostante il ciclo mestruale regolare, ho paura di una possibile gravidanza. Negli ultimi mesi sono ingrassata e ho sempre paura che sia dovuto a una gravidanza. Ho iniziato a prendere la pillola per problemi di dismenorrea e il mese scorso per la prima volta non ho avuto il ciclo. Non avendo avuto alcun tipo di rapporto so che è dovuto alla pillola ma non riesco a razionalizzare. Ho anche fatto una visita ginecologica recentemente e non risulta una gravidanza (ho anche controllato le misure standard di endometrio e utero e corrispondono a quelle di una donna che non ha mai avuto figli).
Per me è imbarazzante raccontare queste cose perché mi rendo conto della loro assurdità, ma non riesco a superare questo pensiero ossessivo
Ciao, ci sarebbero tante domande che vorrei farti, per comprendere meglio la tua situazione che immagino sia molto faticosa. Una domanda tra le tante, che mi verrebbe da farti, è: che significato ha per te la gravidanza? Hai vissuto in passato esperienze pesanti legate alla gravidanza di qualcuno vicino a te? L'ansia si presenta solo in questo contesto o anche in altri? E ancora, cosa stava succedendo 3/4 anni fa quando hai iniziato a sviluppare questa paura? Che funzione può avere questa paura per te? Penso che ognuno di noi, sulla base dell'esperienze che vive e di come viene cresciuto, possa sviluppare alcuni comportamenti in seguito a emozioni che prova. Questi comportamenti potrebbero essere funzionali in determinati momenti, ci possono aiutare ad affrontare alcune situazioni, pertanto penso che niente sia assurdo, tutto può avere un significato. E penso anche che sia importante promuovere la curiosità di conoscere il significato di questa paura, cosa ci vuole dire di te, da cosa eventualmente ti sta proteggendo. Tutte le emozioni che proviamo ci dicono qualcosa di noi, hanno solo un linguaggio che non è verbale e che a volte fatichiamo a comprendere, se utilizziamo la sola ragione; se, invece, apriamo le porte alla curiosità, penso che potremmo trovare qualcosa di meravigliosamente prezioso, che potrebbe aiutarci a conoscere meglio noi stessi. Valentina

Buongiorno,
ho 31 anni, e da diverso tempo vivo una condizione di blocco emotivo, apatia, demotivazione. Razionalmente desidero cambiare, ma non riesco ad attivare le risorse interiori per farlo.
So di avere ferite profonde non del tutto elaborate (tra cui un abuso non affrontato correttamente nell'infanzia), che probabilmente stanno ancora condizionando il mio presente.
Negli ultimi anni ho affrontato diversi periodi di stress e difficoltà, anche a causa di esperienze lavorative frustranti e della sensazione di non essere mai vista o valorizzata. Tutto questo ha accentuato una percezione di insoddisfazione generale, senso di vuoto e blocco nell’azione.
Razionalmente so che rimanere in questa condizione non mi fa bene, ma mi manca l’energia per reagire. Mi sento come scollegata: la mente lo sa, ma il corpo non si muove.
Ho già avuto un percorso psicoterapeutico con una professionista che considero valida, ma il percorso si è interrotto perché lei non poteva garantire continuità, e probabilmente anche perché io non riuscivo ad "andare a fondo".
Cerco qualcuno che possa accogliere la mia complessità senza fretta, con uno spazio sicuro e privo di giudizio, capace di accompagnarmi con empatia e anche fermezza dove faccio fatica ad andare da sola
Mi è stato suggerito un approccio che preveda tecniche di EMDR.
Grazie a chi risponderà con sincerità e cuore.
Buongiorno, intanto grazie per aver condiviso la tua storia; non penso sia facile raccontare o anche solo soffermarsi a pensare ai pesi che ci portiamo dietro: questo, dal mio punto di vista è già un buon punto di partenza. Concordo con chi ti ha suggerito l'approccio EMDR, ritengo che potrebbe aiutarti ad alleggerire le grandi fatiche che porti, rispettando sempre quelli che sono i tempi di cui hai bisogno, per far fluire le densità che sono state protette per tanto tempo. Non è per niente semplice "andare a fondo", abbassare quelle difese che nel tempo ti hanno aiutato ad andare avanti e ti hanno protetto, a modo loro, da tutto quello che percepivano come minaccioso per te. Penso ci voglia pazienza e tanta curiosità e penso anche che la tua consapevolezza circa la tua interiorità sia una risorsa molto importante che stai mettendo in campo. Magari non ti appare come tale, ma, a mio parere è un grande passo che stai facendo. Un'altra cosa che mi viene da rimandarti, a mio avviso molto significativa, è che non sei da sola; a me piace pensare alla psicoterapia come ad un viaggio, una strada che si percorre insieme, sintonizzandosi sulle difficoltà che la strada presenta e, insieme, si portano tutte le valigie, anche le più pesanti, per poterle sentire più leggere; ci si può fermare per aprire queste valigie, tirare fuori qualcosa, osservarlo da diversi punti di vista, o anche solo sbirciare, se non si è ancora pronti; si possono mettere in valigia alcuni significati che si co-costruiscono nel viaggio , consapevolezze che si respirano nell'aria, ricordi rispolverati e rivisti delicatamente attraverso nuovi colori. Si possono fare tante cose, anche semplicemente camminare, osservando il paesaggio, ascoltando i rumori, annusando i sapori, vivendo ciò che la strada ci offre. Non so se queste mie parole possano in qualche modo esserti state d'aiuto. Io ci sono, se e quando vorrai... Buona giornata. Valentina

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