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Esperienze

Su di me

Roberto Pasanisi, psicologo clinico e psicoterapeuta, italianista, scrittore, editore e giornalista, è nato a Napoli nel 1962.
È iscritto all’A...

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Specializzazioni

  • Psicologia dell'emergenza - Psicotraumatologia
  • Psicologia Clinica
  • Psicoanalisi
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ha risposto a 16 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su Ansia

Buon pomeriggio, sono una donna di 46 anni e soffro di ansia e attacchi di panico da quando ne avevo circa 20. Ho “tamponato “ per tantissimi anni soltanto con i farmaci e all’ennesimo tentativo di scalare la dose del farmaco ( lo avevo deciso io) mi sono ritrovata di nuovo attanagliata dalla paura, da pensieri negativi e dal panico h 24. Essendo rimasta senza una guida ( la dottoressa che mi seguiva vive in un ‘altra città) mi sono rivolta, circa 6 mesi fa, ad uno psichiatra che mi ha prescritto nuovi farmaci .. ai controlli ha aumentato il dosaggio per due volte perché non sto ancora bene… da quasi un anno ho una dispnea ansiosa molto forte e mi sono capitati due strani episodi (nella fase prima di addormentarmi) in cui non riesco a stare con gli occhi chiusi, sobbalzo e ho un inquietudine davvero sgradevole, simile ad un attacco di panico.. a breve inizio un percorso di psicoterapia anche perché la mia vita è costellata da situazioni piuttosto difficili e io non so più che pesci prendere… l’ultimo colpo che devo ancora parare è la scoperta della ludopatia di mio padre… mi chiedo: perché la terapia farmacologica piuttosto forte non fa effetto?? Riuscirò a stare meglio con la psicoterapia??Gentilissimi, aiutatemi a capire, ho bisogno di stare bene, i miei genitori hanno bisogno di me e io non vivo più. Grata a chi può darmi conforto

Gentile Signorina,

è chiaro che la l’ansia, lo stress, gli attacchi di panico, le paure profonde e irrazionali, i problemi relazionali e di personalità, i problemi psicologici sono propriamente non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella Sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia, di stress e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

Le invio cordiali saluti.

prof. Roberto Pasanisi
(psicologo clinico e psicoterapeuta, Ordine degli Psicologi della Campania; già direttore dei Dipartimenti e docente, Polo Universitario "Principe di Napoli"; Direttore, CISAT)

Prof. Roberto Pasanisi

Domande su Alcolismo

Salve io ho cominciato a bere da giugno aumentando gradualmente,fino ad agosto dove più o meno bevevo un giorno si e uno no(per bere intendo fino a sbronzarsi 2 o 3 birre) settimana scorsa invece ho bevuto per 4 giorni consecutivi.Il giorno dopo la birra era finita e in realtà non pensavo fosse un problema visto che cmq l abitudine non l ho ancora presa,e invece verso mezza giornata ho iniziato a sentirmi male,come in astinenza ero agitata,angosciata, mi è salito il mal di testa,il giorno dopo è stato anche peggio,mi sentivo bollente e più di tutto avevo un angoscia assurda,la cosa strana è che non sentivo nemmeno voglia di bere,riuscivo solo a pensare che mi sentivo come in astinenza e che quindi ero un alcolizzata,e mi ha un pò spaventata.Ora è una settimana che non bevo e forse oggi inizia ad andare meglio,il piano sarebbe di non bere per 5 o 6 mesi minimo, perchè appunto quello che vorrei sapere è se davvero devo considerarmi veramente un alcolizzata a vita?? È una domanda stupida forse,ma mi sembra assurdo,che nel giro di un mese o se proprio vogliamo 3,ci sia già rimasta sotto a vita, adirittura dovrei evitare anche l alcool nel cibo,tipo sfumare il risotto col vino...? L ultima cosa è che cmq ho problemi di salute e ho il sospetto che senza quelli cmq sarei stata meno male questa settimana,però nn so, grazie e scusate se è un pò lunga..

Gentile Lucia,

è chiaro che la l’ansia, lo stress, le paure profonde e irrazionali, i problemi relazionali e di personalità - ed in particolare le dipendenze di lunga data -, i problemi psicologici sono propriamente non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella Sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia, di stress e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

Le invio cordiali saluti.

prof. Roberto Pasanisi
(psicologo clinico e psicoterapeuta, Ordine degli Psicologi della Campania; già direttore dei Dipartimenti e docente, Polo Universitario "Principe di Napoli"; Direttore, CISAT)

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