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Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo Umanistico Rogersiano.
Il mio approccio si basa sull'empatia e sulla profonda convizione che ciascuno ...

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Ottima professionista ha saputo subito intuire le mie difficoltà ed aiutarmi dopo pochi incontri già ho Intravisto dei buoni risultati

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Gentili Dottori, è possibile cortesemente avere il titolo di qualche libro ebook da leggere in fase di rottura di una storia che, durante il periodo di "abbandono" e delusione, risollevi un pò, anche tramite insegnamento di tecniche o semplici consigli? Grazie molte per quanto potrete indicarmi.

Buona sera, sotto forma di favola (ma non per bambini) trova il mio ebook (gratuito) sul sito ericksonLive. Il titolo è "Chi parla al vento perde i suoni, favole per scaldare cuori", non è un manuale ma ho cercato di descrivere quel che accade nei momenti in cui ci si allontana e ci sente abbandonati, cercando di narrare il tutto in un modo che poi appunto possa "scaldare i cuori".
In alternativa alcuni miei clienti hanno sentito sollievo leggendo "La principessa che credeva nelle favole", "il peso specifico dell'amore" e "dieci minuti".
Buona lettura Paola Pugina

Dott.ssa Paola Pugina

Ho 48 quasi 49 anni, ho mio padre in ospedale, lungodegenza almeno finché non migliorerà la sua condizione di salute e anche quella dell'angosciante emidemia che si vive. Ed ecco il punto, ieri 12 marzo faceva 11 anni di lutto fraterno, anche mamma non ho più. Non ho una mia famiglia, e non credo la avrò mai. Trovare un compagno di viaggio umano decente, oggi è come fare sei al superenalotto e di fregature ne ho prese troppe e neppure è mia priorità un uomo. Sopravvivendo a tante troppe avversità voglio qualcuno che si accorga che esisto, che riconosca i miei bisogni esigenze, non solo i suoi.
Fino a ieri pomeriggio ho retto settimane di tensione per il virus, psicosi mediatiche e quotidiane. Unico argomento ovunque il c 19. Ieri dopo tempo sono riuscita a portare un cambio e acqua a mio padre. Dove sta non la passano, incredibile ma vero. Il clima in ospedale orrendo, un portantino del carrello vivande, solo per avermi visto li senza titolo diritto ecc mi tratta come una delinquente, cosa che nessun dottore e infermiere han fatto, perché da persona intelligente mi sono fermata ed ho atteso che uscisse un infermiere,so le regole. In primis chi era violento e cafone prima ora lo è di più ed io da un maschio non lo tollero più. Avreste dovuto vedere i modi truci. Poi in giro al ritorno, la gente tutte con la mascherina, distanti, insomma sono tornata a casa come si deve fare. Dopo qualche ora, tra messaggi, fbook ed altro, leggere di complotti americani, ufo, terza guerra mondiale, e uno strappo che devo fare e non riesco e qui risiede il problema più profondo, causa errori di mamma o comunque genitoriali economici, ho solo la pensione paterna. Io ho lavorato in nero quasi sempre e poi seguito la salute di mamma. Attanagliata dal poter mettiamo, sopravvivere a papà, non ho soldi entrate. Quindi ho dovuto convincere a vendere casa dove sto da quando sono nata. Piena di ricordi dolorosi ma nonostante a livello razionale, sappia che di deve cambiare, forse perché sono stata sempre genitore e mai figlia, ho preso troppe responsabilità, con sensi di colpa, rimpianti rimorsi annessi, che ora che uno ha fatto proposta di acquisto ed io devo fare passaggi per il compromesso, mi sento strappare una parte di me. Papà si rimette a me, ne ora ne prima ha mai fatto il giusto consigliere, mi dice dai senza rimpianti ma quel bisogno una volta che qualcuno mi dica stai facendo la cosa giusta, oppure mi spiace tu debba affrontare altro distacco, tutto da sola, non mi sarà mai soddisfatto,ne da lui, ne da nessuno. Mi rendo conto che ciò che sono lo devo a me, alla dote di amare la vita, lottare, non soccombere, ma da ieri ho di nuovo paura. Troppe incertezze in un momento che mi pare un incubo. Stare a casa senza libertà di uscire,io che camminavo. Sola come sempre, ti inventi ciò che vuoi ma è dura e lunga e questo virus, così di colpo da ieri ha risvegliato la mia atavica paura di morire, l ineluttabilita della morte. La paranoia di pensare fisse vero che vogliono farci morire? La terza guerra mondiale ecc. Prendo un ansiolitico e ho fatto psicoterapia ma il virus e questa semiviolenza della casa, non vorrei che mi facessero uscire...matta o depressa. Ne ho superate o affrontate tante ed ora perché sto così. Il cambiamento di una casa non lo vivo come opportunità ma come ulteriore perdita, ho perso già tutto, i miei, mio padre non sta bene... Lotto ma tanto dobbiamo morire. Si è detonata quella sensazione che ogni tanto avevo quando troppa roba brutta avevo dentro ed attorno e non sapevo dove scappare. Ecco ora dove ci si rifugia dal virus che se non uccide, psicologicamente chi non si guardava dentro, lo stravolgera e chi ci si guardava come me, non meno mi lascerà segni. E comunque ha riacceso la paura che non si fugge alla morte. Che venda casa e svalutata, per andare in affitto ed avere qualche spicciolo, che resti così e poi faccia la fame se andasse via papà, a che serve se tanto prima o poi la morte ci leva tutti? Diamine ho retto fino iri pomeriggio e poi, l angoscia più totale. Grazie da Alice

Buongiorno Alice,
ciò che mi colpisce della sua mail è il senso di un tutto difficile da sopportare, proprio perché non è solo tutto, ma è tanto, probabilmente troppo. E infatti la vita privata si intreccia con la storia che stiamo vivendo, fino ad arrivare all'angoscia e a pensieri che definirei esistenziali e che sempre ci "sconvolgono", soprattutto se ci rendono difficile agire nel qui e ora. Potrebbe forse essere il momento di trovare uno spazio terapeutico in cui sentire che tutto quanto lei ha passato e sta passando possa essere accolto? Spesso, per non dire sempre, il confronto permette di "riordinare" emozioni e idee, può essere un valido modo per dipanare quel tutto all'interno del quale, da soli, ci si perde e ripartire, un passo alla volta.

Dott.ssa Paola Pugina

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