Non trascurare la tua salute

Scegli la consulenza online per iniziare o continuare una terapia, senza muoverti da casa. Se ne hai bisogno, puoi anche prenotare una visita in studio.

Mostra risultati Come funziona?

Indirizzo

Dr. Paola Mida
Via Aldo Moro11, Asti

Questo dottore non offre prenotazioni online a questo indirizzo

Pazienti senza assicurazione sanitaria


Non hai trovato sul profilo dello specialista le informazioni che cercavi?

Mostra altri psicoterapeuti nelle vicinanze

Prestazioni e prezzi

I prezzi indicati sono quelli per pazienti senza assicurazione sanitaria

Prestazioni suggerite


Via Aldo Moro11, Asti

Dr. Paola Mida

Altre prestazioni


Via Aldo Moro11, Asti

Dr. Paola Mida

Esperienze

Su di me

Sono specializzata in Analisi Trnasazionale ed Ipnosi Ericksoniana
Mi occupo di ansia, fobia, panico, disturbi dell'umore, dipendenze (fumo, ci...

Mostra tutta la descrizione


Specializzazioni

  • Psicoterapia
  • Ipnoterapia

Recensioni in arrivo

Scrivi la prima recensione

Hai avuto una visita con Dott.ssa Paola Mida? Condividi quello che pensi. Grazie alla tua esperienza gli altri pazienti potranno scegliere il miglior dottore per loro.

Aggiungi una recensione

Risposte ai pazienti

ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Ho quasi 50 anni, ho un padre in lungodegenza che almeno sta più tranquillo fino a che non finirà incubo covid. Ho per anni accudito la mia famiglia, fino a 2 anni mamma con demenza. Sono 15 anni che tra vari accadimenti io vivo malattie paure precarietà e non ho tempo per rigenerarmi. Non ho lavoro da anni, post mamma ho riprovato a mandare cv ma in lavori che detesto tipo call center. Perché forse non so fare nulla bene (?). Ciò che penso di saper fare non posso perché sono artistici e non paga l arte. Potrei lavorare in radio, ma non è facile, avrei potuto fare doppiaggio ma sono cose che devono darti modo di fare e sono mondi difficili in cui entrare. Ora sti giorni che sto in casa sola ed isolata, ho bisogno di definizione. Miei amici laureati acculturati, mi stimano e mi dicono che ho una intelligenza superiore alla media...io non voglio dirmi fallita perché non me lo merito, ho accudito i miei laddove chi non lo fa, minimo avrà un lavoro che permette loro badanti o strutture. Sono empatica, ho fatto percorsi psicologici per migliorare me, ma ancora non ho finito i nodi da risolvere. Mi ritrovo a piangere da 3 gg, come non ho mai fatto prima perché con mio padre in casa, che non sa gestire le lacrime, mi rimproverava e seppur legittimavo il mio piangere, dicendoglielo, poi mi si frenava l emozione. Ora cosa sta accadendo? Sarà che ho passato 11 giorni con febbre e faringite che poi con cura antibiotica è passata ma ho avuto il panico, sola e febbricitante. Da martedì che ho finito la cura, e tante riflessioni nei giorni di malessere, piango come mai fatto, il dolore, tristezza, paure passate e future. Vivo con la pensione di mio padre e non mi sento una bambocciona ma io chi sono? Voi che leggete siete psicoterapeuti, chi fa il parrucchiere, chi fa il benzinaio ecc ecc.. Io chi sono? Non trovo giusto definirsi con un lavoro, magari fai il meccanico e guadagni ma sei un essere umano pessimo. Io provo ed ho provato a costruirmi come individuo ma perché se poi come oggi parlavo e sto conoscendo un tipo che è ingegnere di 42 anni, e lavora come ricercatore, ha 2 lauree, ha un cervello bello sveglio, mi riviene la crisi su me stessa? Io dopo anni di stanchezza fatico a concentrarmi su un libro, ad imparare a memoria una parte teatrale neppure mi ci metto e amavo far teatro, perché non ci riesco. Sono una ragioniera che ha il buio del perché tentó di fare università ma non frequentó, del perché fece un corso di estetista ma poi non continuó. Ho dato tanto nel teatro, ma nonostante abbia lavorato qualche volta anche come attrice professionisticamente, se stavo con delle colleghe, e chiedevano loro che lavoro facessero, rispondevano le attrici. Io beh mi vergognavo, cioè mi pareva di non aver diritto, di tirarmela... Diamine eppure quello facevo con dedizione, impegno. E questo isolamento, solitudine, mi ha aperto un vuoto enorme, una crisi che ogni tanto emergeva ma ora è totale. Sono stanca di dire disoccupata che si è occupata dei suoi. Ragioniera che ha recitato. E poi? Il tipo dice ingegnere, voi terapeuti, il commesso ciò che fa... Ed io?
Se mi vedo come essere umano mi do buone parole o cmq mi do buone valutazioni della mia sensibilità, empatia. Non mi cambierei con un superlaureato o pezzo grosso magari egoista o anaffettivo. Ma allora poi parlo con un ricercatore che mi sta conoscendo e mi da feedback di persona piacevole ed interessante ed io nonostante ciò, mi sento un..nonloso. Vorrei che il mondo si accorgesse di me, avere un posto, una mia dignità e definizione. Mi sto smarrendo in un momento storico in cui non dovrei... Ora è tutto più duro. Dove sta l'errore? Forse nei miei che non mi hanno dato un posto o vista quando dovevo e mi sento sempre di dover trovarne a fatica uno mio? Io feci anni fa un laboratorio teatrale con bambini, scrissi io il copione, un bambino il più disagiato che non partecipava mai, alla fine venne da me e mi disse, all assegnazione delle parti, se poteva fare anche lui lo spettacolo. E poi alla fine quando fu dato un diplomino e chiesero loro le maestre di dire che emozione avessero provato, lui disse che per la prima volta si era sentito orgoglioso di sé. Per me soddisfazione ma ma, chi sono? Il laboratorio lo feci con una Psicologa ma credetemi era molto meno empatica di me, ripeto non è una laurea che fa la persona. Allora io come mi devo definire con me e con il mondo esterno. Perché questa crisi? Grazie S.

Buongiorno
La fatidica domanda : ma io chi sono?
Molti filosofi, prima ancora degli psicologi, hanno tentato di dare una risposta.
La verità è che il più grande sconosciuto siamo noi stessi. Noi sotto mille maschere che si sono create in virtù dell'ambiente familiare, della cultura , della personalità, chi siamo davvero?
La nostra vera essenza, il nostro vero sé dov'è?
In questo momento storico ancora di più chi siamo nel nostro profondo.
E forse, proprio in questo momento, che possono nascere risposte dentro di noi.
La solitudine può essere un ottimo maestro per ritrovarci.
Accogliere la paura, accogliere la solitudine e accettare che noi siamo esseri unici ed irripetibili, tutti meravigliosamente belli ed umani, è già un primo passo.
Avere il coraggio di affrontare tutti i demoni del passato, lasciare emergere le emozioni dandone legittimità il secondo.
Quello che le suggerisco è di prendere per mano se stesso, la bimba piccola che è stata, darle calore, ascolto, sostegno affinché possa crescere, possa sbocciare, possa diventare la donna meravigliosa che è già in essere.
Forza! Coraggio! Apra il suo cuore a se stessa! Inizi ad amarsi e a credere in se stessa!

Dott.ssa Paola Mida

Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.