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Esperienze

Sono psicologa dal 1988 e ho una specializzazione psicoterapica di tipo cognitivo comportamentale attualmente detta ACT. Dopo varie esperienze in ambito clinico con persone con persone con disabilità fisica, cognitiva e mentale, dal 2000 svolgo anche la libera professione oltre ad occuparmi di formazione ai corsi regionali per o.s.s. I miei colloqui li svolgo in modalità frontale: la comunicazione e l’ascolto sono alla base del mio metodo terapeutico. Le mie tecniche sono orientate al problem solving, alla motivazione personale, al recupero della stima di sé. Spesso ricorro anche a tecniche che migliorano la consapevolezza ( Mindfulness) o a tecniche di rilassamento e di self-compassion. Sono una professionista che ama molto il proprio lavoro a cui dedico anche il mio tempo libero per migliorare la mia formazione. Mi piace molto leggere, insegnare, confrontarmi con colleghi di altre formazioni. La mia ricarica è cercare il benessere delle persone che si rivolgono a me ed il tempo che passo con i miei figli e mio marito in famiglia.
Altro Su di me

Aree di competenza principali:

  • Psicologo
  • Psicologia clinica
  • Psicoterapia

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Dott.ssa Monica Giionco

Via Piave 17, Cadoneghe

Disponibilità

Telefono

049 798...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Prestazioni e prezzi

  • Consulenza online

    60 €

  • Psicoterapia

    60 €

  • Psicoterapia di coppia

    60 €

  • Sostegno alla genitorialità

    60 €

1 recensione

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  • G

    Sono stato accolto con molta empatia e mi sono subito sentito compreso. Ho trovato professionalità, preparazione, spiegazioni puntuali, articolate e centrate, umanità. Mi ha aiutato molto.

     • Dott.ssa Monica Giionco psicoterapia  • 

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve egregi dottori ho scoperto che mia moglie dopo 18 anni che siamo sposati ha avuto altre relazioni quello che ho scoperto mi ha sconvolto mi ha cambiato la vita mi ha fatto perdere ogni certezza nonché fiducia in me stesso e mi ha tolto la forza di affrontare ogni cosa perché credevo che la mia famiglia fosse la cosa più importante della mia vita che il mio essere marito non sono stato all altezza della situazione sarei voluto essere l uomo migliore del mondo è il padre visto che abbiamo due figli migliore del mondo questo era il mio desiderio più grande che improvvisamente si è infranto. Il tradimento mi fa male non tanto per l atto fisico ma soprattutto perché lo vedo come se io non sia stato all altezza e per questo lei abbia cercato altro quello che mi fa male di più e che io sarei voluto essere l uomo migliore del mondo per mia moglie e quando penso che lei possa pensare che uno di questi uomini con cui ha avuto la relazione possa pensare che sia meglio di me e che si accontenta di stare con me ma sarebbe stata meglio con uno di questi questo pensiero mi fa impazzire ne ho sofferto non riesco a descrivervi quanto è tuttora ne soffro ogni giorno concludo col dirvi che ho avuto in questo periodo dopo tali scoperte momenti di discussioni e momenti difficili con mia moglie ma nonostante questo avendo deciso di voler continuare a stare insieme a lei e non distruggere la nostra famiglia ora non riesco più a trovare un modo per avere un rapporto con lei mi odia mi disprezza non abbiamo più un intimità e non so cosa fare e cosa pensare che il motivo possa essere quello che abbiamo affrontato che il motivo sia che si è resa conto e si vergogna e non riesce più a essere mia moglie che il motivo sia che non prova più niente per me tanto che e più di un anno che nemmeno dorme insieme a me ma dorme in un altra camera la vedo restia ogni volta che le dico di metterci ogni cosa sia successa alle spalle fare tesoro di quello che abbiamo capito siano stati errori e ricominciare a vivere volendoci bene lei proprio non vuole ricominciare io cosa posso fare se lei non ha questa volontà e per concludere le dico se non vuoi ricominciare e metterci tutto alle spalle lasciamoci lei preferisce restare insieme a me da estranei con quello che non ci fa stare bene ovviamente stando in questo modo piuttosto che lasciarci o ricominciare cosa posso fare vista la sua non volontà

Leggendo la sua storia personale raccontata qui, a mio avviso lei non si ritiene mai parte attiva nella coppia, con i figli, nella relazione ormai disgregata, ecc... Forse, vi sono comportamenti che puo' mettere in atto non tanto per essere il migliore del mondo(obiettivo molto ambizioso ma idealistico e pertanto irrealizzabile) ma per realizzare cio' che ritiene sia il meglio per se' indipendentemente dalla moglie, dai figli o dagli eventi pregressi. Cosa le ha insegnato cio' che è accaduto? Cosa potrebbe fare ora per stare meglio? Come potrebbe coltivare la sua relazione genitoriale con i figli? Quali sono le sue risorse, i suoi talenti, i suoi obiettivi? Parta da se', da cio' che puo' fare lei: se lei cambia anche tutto il resto, necessariamente, cambierà.

Dott.ssa Monica Gionco

Buongiorno dottori, sono una ragazza di 25 anni, e da circa un anno sto affrontando un periodo difficile. A seguito del mio licenziamento, cambio di università, e la fine della mia relazione ho iniziato ad avere (nuovamente) attacchi d’ansia, disturbi gastrointestinali, insomma stavo sempre male e di cattivo umore e ho iniziato a vivere sempre meno, fare sempre meno cose. Ho provato a “costringermi” ad uscire di casa in quanto ero terrorizzata dal cadere in depressione ed effettivamente le cose sono andate meglio, fino a quando ho avuto un fortissimo attacco di panico che mi ha praticamente traumatizzato e portato piano piano ad avere paura di uscire di casa, di guidare, praticamente di vivere. Mi sono ritrovata a non uscire più di casa, poiché appena mi allontano l’ansia sale, non riesco a stare in posti dove non posso subito tornare a casa. Ma comunque nemmeno a casa sto bene perché mi sento impotente, ho paura di non riavere più la mia vita, penso a quando uscivo, lavoravo, studiavo e sono terrorizzata dal fatto che la situazione possa peggiorare e io non possa più avere una vita serena.
Senza starmi a interrogare sul se sono depressa, se ho l’ansia, quello che so e che vivo male. E ho tanta paura perché mi sento bloccata, da tempo ormai. Da circa 3 mesi ho iniziato a seguire una psicoterapia sistemico relazionale, la mia terapeuta lavora sul mio passato e sulla mia famiglia, ma quando le parlo dei miei “sintomi” non c’è un vero e proprio riscontro e mi ritrovo a rimurginare poi durante la settimana sul come affrontare il mio malessere senza effettivamente mai venirne a capo. Ho provato a parlare con lei, ma mi ha consigliato di “uscire” e non stare a casa a pensare perché è questo che mi porta a sentirmi depressa. Io lo sto facendo ed effettivamente si, mi ossessiono meno, ma mi sento comunque male per quanto mi sento limitata dalla mia ansia.
La mia domanda è: secondo voi dovrei cambiare approccio terapeutico, o pretendo troppo dalla terapia se mi aspetto un “come” gestire i miei sintomi e un aiuto più nel presente? Vorrei affidarmi a lei, ma ogni volta esco dalle sedute più confusa di prima e non capisco se forse sono io che non “voglio” andare avanti? E anche in questo caso, perché non indaghiamo il motivo di questo blocco in seduta?

Buongiorno! Leggendo la sua email e i sintomi da lei descritti, penso che potrebbe essere vantaggioso per lei approcciarsi ad una modalità terapeutica cognitivo comportamentale, ritenuta in letteratura la migliore terapia per affrontare efficacemente i disturbi dello spettro d'ansia.

Dott.ssa Monica Gionco
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