Tempo medio di risposta:

Esperienze

Psicologa Clinica laureata presso l'Università degli Studi Luigi Vanvitelli.

Iscritta all'albo degli Psicologi della regione Campania n.11784

Psicoterapeuta Analista in training presso AIPA (Associazione Italiana Psicologia Analitica).

Oltre ad utilizzare un approccio psicodinamico ad indirizzo Junghiano mi sono specializzata presso l'istituto A.T. Beck -Terapia Cognitivo Comportamentale- nell'utilizzo della Mindfulness e dello Yoga per il trattamento di disturbi correlati allo stress, ad eventi traumatici e di natura psicosomatica.

Oltre alle tecniche analitiche proprie dell'orientamento Junghiano e della Mindfulness, utilizzo tecniche di respirazione, meditazione e training autogeno per la gestione efficace dello stress e dell'ansia.

Nella mia esperienza clinica ed umana ho avuto modo di constatare che il disagio, se ascoltato, attraversato ed integrato, costituisce una porta di accesso alle proprie risorse interne e ad un modo di vivere più autentico e libero.

Il mio studio offre uno spazio di consultazione sicuro, fondato su un ascolto attivo ed empatico, essenziale per un'esplorazione profonda e priva di giudizio del proprio mondo interiore.

Mi occupo di adolescenti, adulti e coppie, supporto alla genitorialità, presso gli studi di Napoli, Avellino e Montella, oppure on line.

Altro Su di me

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica

Indirizzi (4)

Vedi mappa si apre in una nuova scheda
Studio Avellino

Contrada Chiaira 23, Avellino

Disponibilità

Telefono

0827 179...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
Vedi mappa si apre in una nuova scheda

Disponibilità

Telefono

0827 179...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
Vedi mappa si apre in una nuova scheda
Studio Montella

Via Santa Lucia 59, Montella

Disponibilità

Telefono

0827 179...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
Vedi mappa si apre in una nuova scheda
Vedi mappa si apre in una nuova scheda
Studio Napoli

Via Pietro Castellino 131, Napoli

Disponibilità

Telefono

0827 179...

Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
Vedi mappa si apre in una nuova scheda

Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico clinico

    60 €

  • Consulenza online

    60 €

  • Consulenza psicologica

    60 €

  • Colloquio psicologico di coppia

    60 €

  • Mindfulness

    60 €

Punteggio generale

Nuovo profilo su MioDottore

I pazienti hanno appena iniziato a rilasciare recensioni.

Tutte le recensioni contano e non possono essere rimosse o modificate dai dottori a proprio piacimento. Scopri come funziona il processo di moderazione delle recensioni. Per saperne di più sulle opinioni
R
Presso: Studio Avellino colloquio psicologico clinico

Dottoressa molto empatica. Mi ha aiutato un un periodo veramente buio della mia vita. Sto superando grazie al suo aiuto. Consiglio.

F
Presso: Studio Montella mindfulness

Dottoressa empatica e rassicurante. Mi ha messo subito a mio agio, cosa non da poco. Mi sta seguendo con puntualità, professionalità e disponibilità all'ascolto anche al di fuori della seduta

A
Presso: Studio Montella sostegno psicologico

Ho conosciuto la dottoressa Nobis in un momento di vita davvero difficile per me. Mi sono sentita accolta, ascoltata e supoortata. Insieme a lei sono riuscita a comprendere e superare le difficoltà che avevo, a riconoscere ed esprimere le mie emozioni e a sentirmi più libera di essere me stessa. Consigliatissima!


A
Presso: Studio Napoli

La dottoressa Nobis, ha una esperienza formativa molto lunga e la sua modalità di approcciare ai problemi è davvero molto molto delicata.
Sono sicuro che anche voi troverete nella sua professionalità, risposte e strumenti per poter vivere al meglio. Mai più ansie, almeno per me è così.


Si è verificato un errore, riprova

Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno dottori da 3 mesi circa soffro di confusione come se tutto quello che guardo lo vedo tramite una bolla, in più vuoti di memoria come se non mi ricordo tutto quello che faccio, però arrivo al punto da 2 giorni si e unito un nuovo sintomi che mi sento come spilli diffusi in tutto il copro quindi braccia, shiena ecc e quando mi gratto oppure mi tocco e come se percepisco molto di meno il tatto, come se ho una piccola anestesia... cos'è causato tutto ciò.. paura di essere in unizio di demenza anche se ho 33 anni

Gentilissim*, le suggerisco, al fine di formulare una diagnosi differenziale, di fare un
controllo neurologico, dopodiché, una volta escluse cause di tipo organico, può sicuramente chiedere aiuto ad un* collega psicoterapeuta che si occupi di disturbi di natura psicosomatica o stress-correlati.
Spero di esserle stata utile, chieda pure se ha altre domande.
Cordialità.

Dott.ssa Lucia Nobis

Ciao, premetto che questo è solo uno sfogo, ho 27 anni, maschio, con molti anni di terapia alle spalle.
Quando avevo circa 5/6 anni ho subito violenza, e questo purtroppo ha plasmato tutto quello che ho fatto e che sono oggi.
Mi ritengo una persona molto forte, capace di andare avanti anche quando resta solo l'inerzia come unico carburante.
Sono 1 e 80, esteticamente nella media, nel complesso un bel ragazzo, o per lo meno non così brutto.
Nel corso del tempo ho avuto tanti flirt, con tante ragazze, ma che poi non sono mai diventati nient'altro.
Il contatto fisico, credo in seguito a ciò che mi è successo, lo vivo in maniera strana.
Quando mi toccano casualmente, quando mi abbracciano, o quando ho rapporti, il mio corpo è come se si congelasse, e la mia vista sfoca fino a non poter vedere più niente, come uno stato di torpore in cui perdo il controllo dei miei movimenti, e per poterlo riprendere devo concentrarmi intensamente, ma spesso non funziona.
Questo mi porta a non poter godere nemmeno di una carezza le poche volte che mi capita di riceverne.
Ho avuto 3 relazioni nella mia vita, solo 1 ora la considero veramente importante, ed'è con una ragazza a cui avevo pensato di parlare di questa cosa, il che per me a quei tempi sarebbe stato assurdo anche solo da pensare. Comunque, nel momento che stavo per farlo alla fine non sono riuscito. Questo è un problema che mi porto sempre e che in queste situazioni, in cui si sta conoscendo qualcuno, non sò come affrontare. Come si fà a spiegare questa cosa a qualcuno? Un po' la vergogna, un po' la paura che possa dirlo a qualcun altro, o magari anche semplicemente non capirti.
A nessuno và di accollarsi problemi altrui, hanno i loro a cui pensare, come tutti quanti.
Odio il vittimismo e il melodramma, non voglio fare pena a nessuno, è un sentimento orribile da suscitare negli altri.
Sento odore di marcio, sono io che sono sporco, sotto la pelle fino alle ossa, da un po' anche lo spirito, e ho paura sia contagioso, perciò cerco sempre di stare a distanza da tutti, non lo auguro a nessuno.
La cosa che mi fà più arrabbiare è che ci sono 2 possibili motivazioni sul perché sono diventato così.
sono uno studente di oreficeria, da poco ho completato il corso, e a lavoro la ragazza che sta in ufficio mi ha accennato riguardo un anello che avrebbe voluto che le facessi.
È simpatica e molto bella quindi le ho fatto il lavoro senza dirle niente e un giorno, chiedendole prima se volesse che glie lo portassi, glie l'ho dato.
Mi è sembrata contenta, non credo se l'aspettasse, ma è finita lì. Il punto però è un altro, ovvero che dopo averle dato questo "regalo", mi è venuta un po' di malinconia, perché pensavo a quand'è stata l'ultima volta che qualcuno mi ha fatto un regalo.
Non me lo ricordo, l'ultima festa di compleanno che ho festeggiato è stata quella per i miei 17 anni.
Crescendo ho capito di aver fatto, e di fare tutt'ora troppo affidamento sulla buona fede delle persone, ormai noni fido più di nessuno, amici e famiglia compresi, tanto non ho mai raccontato niente di tutto questo a nessuno di loro.
Ho perso la luce che avevo negli occhi, ci penso ogni volta che mi guardo allo specchio, ho lo sguardo di chi non c'è più. Vorrei cambiare aria, andarmene da qualche parte per non sò quanto tempo e scordarmi di tutto. Odio questa città, ma temo sia lo stesso anche altrove.
vorrei riuscirmi a raccontare, ma soprattutto vorrei che a qualcuno importasse così tanto da chiedermelo.
Scusate eventuali errori

Gentilissimo,

Il suo racconto è davvero intenso e sono certa non sia stato facile condividerlo, persino qui. Il vissuto che lei racconta, la paura di condividere con l'altro, la solitudine, la difficoltà di vivere l'intimità, il senso di colpa, il sentirsi sporco, la vergogna, il senso di sfiducia, sono conseguenze che lei condivide con molte persone che hanno vissuto, purtroppo, esperienze traumatiche simili alle sue.

Certamente, poterne parlare con un eventuale partner, sarebbe importante ed anche opportuno, ma questo non è che un passaggio successivo alla possibilità di poter esplorare meglio questo suo vissuto che, radicato nel corpo, non le lascia spazio per vivere pienamente la sua vita, le relazioni o godersi una carezza.

Ciò avviene perché, sebbene lei abbia elaborato dal punto di vista cognitivo il fatto di aver ricevuto abusi e che questo abbia influito sulla sua vita, le emozioni connesse al trauma e tutto quanto le è accaduto, restano comunque nel corpo.

Ma si faccia coraggio, è possibile tornare a vedere la luce, anche se ora le sembra difficile.

Quel che mi sento di suggerirle, sono due possibilità, che non si escludono, anzi, le direi che porrebbe essere importante provare a seguire entrambe le strade. In primo luogo, potrebbe provare a frequentare un gruppo di auto e mutuo aiuto per persone che hanno subito eventi traumatici, vedrà che sapere che ci sono molte altre persone che vivono la sua stessa sofferenza e che la capiscono come nessun altro potrebbe, la farà sentire molto meno solo e potrebbe tornare a sentire un calore umano che oggi non riesce più a percepire.
In secondo luogo, se sente e ha valutato con il suo terapeuta che la terapia che stava seguendo può dirsi terminata, le suggerirei di provare a iniziare un percorso terapeutico scegliendo un collega esperto in psicotraumatologia che utilizzi ed integri un approccio bottom- up, cioè che porti il corpo in terapia, questo le consentirà di affrontare i sintomi somatici connessi al trauma (si tratta di tutto quello che descrive provocarle il contatto fisico: sensazione di congelamento, vista sfocata, torpore ecc.) e le emozioni che pure abitano il corpo.

Sperando di esserle stata utile, le auguro di cuore di poter ritrovare quella luce di cui parla. Come lei stesso ha detto, non servirà cambiare aria, ma potrà aiutarla prendersi cura di se stesso.

Stia bene.
Cordialmente.
Dott.ssa Lucia Nobis

Dott.ssa Lucia Nobis

Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.