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Esperienze
Su di me
Mi piace descrivere il mio percorso come imperniato su due parole: trasformazione e creatività. Ho trasformato le mie attitudini e passioni in strumen...
Formazione
- Laurea in Psicologia presso Università La Sapienza (Roma, 2005)
- Master su “I Disturbi Specifici del Linguaggio e dell’Apprendimento presso la LUMSA (Consorzio Humanitas) 2021
- Specializzazione in Psicoterapia presso la Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale (S.I.P.S.I.) - 2012
Specializzazioni
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- Italiano
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18 recensioni
Punteggio generale
Daniele
Molto professionale, mette subito a proprio agio e si riesce ad instaurare un rapporto di fiducia medico-paziente fin dalle prime sedute. Empatico, attento alle necessità umane e terapeutiche del paziente. Consigliatissimo!
AC
Il Dott. Vecchi mette subito a proprio agio fin dal primo incontro, risultando molto professionale e rasserenante. Personalmente posso dire che ho iniziato un percorso da quasi un anno e i risultati sono ottimi. Vorrei averlo conosciuto prima, perciò consiglio di mettere da parte i luoghi comuni ed aprirsi a persone così specializzate come il Doc. Vecchi.
LR
Il dott. Vecchi è stato in grado ci capirmi davvero come nessun altro aveva fatto finora. Mi ha prospettato un piano terapeutico calibrato sui miei obiettivi e non vedo l’ora di continuare il percorso. Finalmente mi sento tranquillo e sono certo che presto starò molto meglio. Grazie dott. !!!
S. B.
Davvero molto disponibile soprattutto nei momenti di difficoltà.
La terapia ha portato dei miglioramenti evidenti, inoltre è sempre stato preciso e puntuale!
Dr. Lorenzo Vecchi
La ringrazio. L'alleanza terapeutica, quando funziona produce sempre grandi benefici ai pazienti, ed è fonte di esperienza e conoscenza per il terapeuta. Vuol dire che si sta lavorando bene entrambe
J. B.
Dottore gentile, disponibile ed empatico. Questa era la mia prima esperienza dallo psicologo e si è svolta positivamente.
C.C.
Il Dott. Vecchi mi ha aiutato in un momento molto difficile della mia vita. Mi ha supportato nel prendere scelte per me molto complicate che non sarei stata in grado di prendere da sola. Anche le consulenze online si sono dimostrate efficaci. Grazie
Francesco
Dottore professionale e molto umano nel suo lavoro, mi sono trovato sempre a mio agio ed accompagnato con tatto e discrezione nel mio trattamento. Consigliatissimo!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 12 domande da parte di pazienti di MioDottore
Cari dottori, sono un ragazzo di 22 anni e da anni ormai soffro di un disturbo depressivo (purtroppo mea culpa mai curato in maniera adeguata) ansia, e un disturbo ossessivo compulsivo chiamato “doc hypeawarness-sensomonitor” il quale mi porta a focalizzarmi sulla zona della fronte in modo ossessivo. Soffro di questo doc da quando sono piccolo, ma prima era più indirizzato verso il toccare oggetti diverse volte per evitare che capitasse qualcosa. Mentre da ben 7 anni, in seguito alla presa di coscienza della mia bisessualità si é trasformato in questo tipo di doc. All’inizio era presente tutto il giorno tutti i giorni, mentre mesi dopo quando mi son accettato ha iniziato a scemare, ma non senza crearmi una grande sofferenza e un cambiamento radicale alle mie vecchie abitudini , quali anche lo studio. Purtroppo ho preso coscienza delle mie problematiche solo negli ultimi mesi perché prima facevo orecchie da mercante, nonostante, avessi già provato la psicoterapia ma non ero onesto con il terapeuta quanto quello che vivevo dentro la mia testa. A Ottobre scorso ho avuto un forte periodo depressivo che mi ha tenuto in casa mesi rinunciando all’accademia dei miei sogni. Ne sono uscito con le ossa rotte da questo periodo ma con la grande voglia di farmi aiutare a ritornare quello di 7 anni fa. Le mie malattie mentali prendono forma da quando sono piccolo in seguito a bullismo omofobo e ho purtroppo molti traumi irrisolti che condizionano ancora le mie relazioni sociali. Da 2 mesi prendo la Setraline e il Litio e praticavo anche la psicoterapia, però ho mollato il percorso con la mia psicoterapeuta perché purtroppo non riscontravo benefici. Sono qui ad aprire questa discussione perché voglio uscirne da questa situazione ma ho bisogno di qualcuno che davvero sia esperto nel doc e nell’emdr in quanto credo che possa essermi molto d’aiuto nel mio percorso. Non credo si possano dare informazioni personali in questa discussione quindi vi chiedo se é possibile che voi rispondiate qui sotto e poi io valutare. Non so purtroppo da dove iniziare a cercare. Vi ringrazio infinitamente e vi auguro una buona serata
Gentile utente. E' molto importante trovare un terapeuta con cui iniziare un percorso. La scelta del terapeuta è chiaramente personale ma deve essere guidata dalla giusta intenzione di affidarsi ad una guida. Scegliere un terapeuta di cui non ci si fida fino in fondo non è fruttuoso. Ci vuole il giusto tempo per aprirsi e questo è chiaro, ma è fondamentale sentire di poter affidare il lavoro della mente all'alleanza terapeutica. Se il terapeuta non può accedere al mondo interno del paziente, non può fare molto per lui.
Mi auguro che lei possa trovare al più presto la via di questa alleanza
Cordialmente
Dr Vecchi

Salve a tutti, sono una ragazza di 23 anni e ultimamente non riesco ad affrontare i vari impegni quotidiani a causa di un pensiero fisso che mi occupa la mente e mi fa trascurare tutto il resto. Mi spiego meglio. Premetto di non essere mai stata fidanzata, né di aver avuto tante occasioni per esserlo, un po' per via delle mie abitudini riservate e un po', credo, per il mio aspetto fisico (è anche vero che non ho una grande autostima). Mesi fa conobbi un ragazzo in circostanze particolari per me, con ciò voglio dire che mi sembrava il classico incontro da romanzo dal quale può scattare qualcosa. Dopo qualche giorno gli inviai una richiesta di amicizia sui social, lui accettò e a breve con una scusa mi scrisse. Poi sparì senza mai rispondere al mio ultimo messaggio per un mese e di nuovo stessa storia fino al mio compleanno (circa quattro mesi dopo). Da quel momento ci siamo sentiti in chat tutti i giorni (ad oggi è più di un mese), poi ci siamo scambiati i numeri, ma ancora non ci siamo rivisti, anche a causa della distanza e dei nostri impegni. Nelle ultime conversazioni ci sono stati molti cuori e messaggi carini da parte di entrambi e forse proprio perché io sono alla costante ricerca di questi che sto sulle spine tutto il giorno in attesa di un suo messaggio. Il problema è che risponde sempre dopo ore, anche se magari è online su altri social. E io non so cosa pensare. Mi chiedo continuamente: cosa lo ha spinto a rifarsi vivo dopo tanto tempo? Mi considera solo un amica o, peggio, un passatempo? Mi sta prendendo in giro? Cosa fa quando non mi scrive? Io sono una persona ansiosa di mio e questo mi spinge a controllare i suoi ultimi accessi, i like che mette, i commenti che lascia sotto le foto di altre ragazze (anche se vecchi di anni) e il peggio è che mi immagino mille scenari per tentare di tenere sotto controllo anche quelle cose che non possono esserlo. Tutto questo, come potete immaginare, mi richiede tempo ed energie che dovrei impiegare in cose ben più importanti e che non posso permettermi di rimandare. Eppure la mia mente è fissa lì, anche se tento di tenerla impegnata. Ora io comprendo benissimo che il reale problema non è questo ragazzo (del quale non so nemmeno se sono innamorata), ma la mia costante ricerca di certezze, quotidianità e attenzioni al minimo segnale di un potenziale interesse, come se li pretendessi e non ne avessi mai abbastanza. Prima che si rifacesse vivo lui un altro ragazzo mi contattò in chat e dopo poco più di una settimana non si è fatto più sentire. Però, nonostante questo, ricordo bene che la paura di essere "abbandonata", di non essere più interessante, insomma, di non essere abbastanza c'era già da molto prima, forse da quando avevo 13-14 anni. Con l'inizio dell'università questo mio atteggiamento si è di molto amplificato; sin dal primo anno ho cercato attenzioni e apprezzamenti praticamente da qualsiasi ragazzo del corso, a costo di dipingermi come una persona diversa da quella che sono e annullarmi, anche se non provavo reale interesse per queste persone. E anche in quei casi controllavo ossessivamente tutte le loro mosse, le loro parole, ogni minima variazione del tono di voce che potesse farmi presagire un allontanamento. Prima non mi rendevo conto di quel che stavo facendo, ma adesso sento che tutto questo mi sta logorando nel vero senso della parola. Perché in fin dei conti tutta questa fatica, ingiustificata aggiungerei, la sto facendo io, quando inveve nessuno fino ad oggi ha mai corso così tanto per paura di perdere me. Per concludere vorrei aggiungere che con mio padre questo tipo di argomenti (ragazzi, fidanzamenti etc...) sono sempre stati un tabù; con mia madre questo "divieto" lo sento meno, ma comunque neanche con lei riesco ad esprimere al meglio il mio malessere. Forse questi ulteriori dettagli possono aiutare a inquadrare meglio la situazione. Spero davvero che voi possiate aiutare me a farlo, prima che diventi troppo tardi per intervenire. Vi ringrazio anticipatamente.
Gentile utente. Nella costruzione ed evoluzione della personalità esistono punti di snodo fondamentali. Vi è un punto di snodo nel momento in cui esistenzialmente si deve "scegliere" chi siamo; si deve individuare una o più persone di riferimento da cui trarre ispirazione per ESSERE.
Per ognuno è importante capire a chi si vuole somigliare, ed è chiaramente ineludibile il confronto con le personalità genitoriali. Parallelamente si gioca un'altra partita, ossia quella di capire da quale modello rifuggire, comprendere che ci sono qualità caratteriali che non vogliamo ereditare, né sviluppare, né prendere in prestito. Tutto questo processo di adesione e di scostamento da un modello ideale è un lavoro che dura tutta una vita; inizia implicitamente nell'infanzia e diventa man mano più preciso e raffinato con la crescita. Nell' adolescenza questo lavoro diventa vitale e urgente. Ma ora ho io una domanda io per lei. Quanto dura l'adolescenza? Si può mettere una data per determinare quando si è adulti?
A me sembra difficile tracciare un confine, e nella società che è reduce dal covid e dai 2/3 anni di "sospensione sociale" che abbiamo vissuto, ognuno ha subito un trauma più o meno evidente nel vivere la relazione con l'altro e nella costruzione delle identità personale e collettiva.
In definitiva l'individuazione di chi siamo è un processo complesso e affascinante che è intrinsecamente connesso con l'orientamento dei nostri desideri. Quando sappiamo "Chi siamo", capiamo con maggior chiarezza "Cosa" vogliamo e quindi anche "Chi" vogliamo accanto. In questa avventura esistenziale la tecnologia offerta dei social è piena zeppa di trappole che sembrano incredibili opportunità. In rischio di vivere nella virtualità è alto. Il rischio di non investire tempo ed energie nella realtà sociale, nella costruzione di reti sociali effettive è alto. Si rischia di dipendere da un "like" da una risposta sulla chat, da una emoticon. Non vorrei sembrarle retrogrado ma, pur riconoscendo le opportunità della comunicazione digitale, ( che di fatto ci permette di comunicare come stiamo facendo ora) credo che ci sia un grande bisogno di entrare in sintonia fra le persone, usando la mente e il corpo, la presenza fisica, l'emozione palpitante del rischiare il confronto mettendosi in gioco. Chiaramente la psicoterapia è un luogo d'elezione per vivere questo perché offre un contesto protetto, come training per la vita sociale, relazionale e affettiva.
Le auguro di trovare al più presto una strada da percorrere per scoprire ed amare se stessa, da cui scaturirà sicuramente la possibilità di un incontro significativo e soddisfacente.
Cordialmente
Dr Lorenzo Vecchi

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