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Su di me

Mi laureo in Psicologia nel 2008 e dal 2010 sono Psicologo iscritto all'Ordine degli Psicologi della Toscana.
Ho seguito corsi di Psicologia de...

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Carissimi dottori.
Eccomi di nuovo qui a scrivervi.
Sono Michela.
Ormai la mia storia già la sapete.
“Famiglia” se la si può chiamare così senza amore.
Un padre assente, un dolore insopportabile.
Mi distrugge il cuore questa cosa, non potermi confrontare con lui perché non gli interessa di come sto.
Non poter avere un suo abbraccio perché non c’è mai stato e non ci sarà mai.
Un “ fidanzato ossessivo, un fidanzato che mi fa malissimo tante volte ma nello stesso tempo mi da amore, quell’amore che non ho mai ricevuto.
Sono cresciuta con questa persona è mi sono legata, anche con tutte le sofferenze, i litigi il fatto che non sono indipendente per far star bene lui, per non perderlo, perché non riesco ad accettarlo, ho paura, ho tanta paura.
Non voglio più stare male, sono stata male già abbastanza.
Non voglio nulla di materiale, nulla.
Vorrei affetto, attenzioni, amore, vorrei tanto essere felice senza avere la paura di sbagliare.
Non sto bene a casa, sto sempre chiusa in una stanza senza nemmeno mangiare tante volte perché so che non conto nulla e perché non riesco a vedere che c’è affetto fra mio padre e mio fratello più piccolo, mentre io mi sento di troppo, sola.
Io mi sento un peso.
Mio padre mi odia, non mi vuole bene.
Il mio ragazzo come già sapete mi mette alla scelta fra lui o la mia indipendenza, alla quale lui può fare quello che vuole, e alla quale se io scelgo lui, devo stare a casa 24 ore su 24 a subire mio padre che non mi pensa e se lo fa è solo per criticarmi, per offendermi, e non mi fa bene tutto questo.
Se scelgo la mia indipendenza, un lavoro perché io solo quello vorrei perdo il mio fidanzato, perché lui non l’accetta, ed io questo non riesco ad accettarlo.
È vero mi tratta male tante volte, è ossessivo e non sia mai faccia qualcosa che gli può dare fastidio, ma quando sta bene mi da amore, affetto, sto bene, mi sento a casa con lui.
In entrambi i casi io soffro, ed io non voglio più.
Ho quasi 21 anni e mi sento stupida, inutile, mi sento sbagliata, quante volte desidero morire perché non c’è la faccio più.
La mentalità della mia famiglia e anche un po’ del mio ragazzo.
Non mangio sono una vittima, mi lamento sono una vittima.
Sono una vittima per loro.
A casa sopratutto mio padre, mi dicono che ho stancato che se me ne andassi di casa si salverebbero, tante volte dicono che sono la rovina della famiglia.
Il mio ragazzo mi giudica di continuo.
Io non c’è la faccio più, piango per tutto, per ogni singola cosa, mi fa male tutto, ho il cuore a pezzi, forse sarò una vittima, non lo so.
Ma vorrei tanto che ognuno di voi potesse vivere anche un solo giorno di come la vivo io, forse mi capireste, e vedreste con i vostri occhi che non sono una vittima.
Io non sto bene dottori.
Non sto bene.

Con affetto Michela.

Cara Michela, se ho capito bene la sua storia da queste poche ricghe, il suo malessere nasce da "relazioni difficili". Continuare a ricercare "relazioni difficili", come ad esempio scrivere su un blog di un - acorché efficiente - servizio "online" di consulenza psicologica, potrebbe rivelarsi altrettanto frustrante e inefficace. Si rechi invece in uno studio per un contatto diretto: le relazioni buone, a volte, si trovano coltivando relazioni vere.

Dott. GianMarco Cellini

Domande su Ludopatia

Ciao sono giovanna ho bisogno di aiuto ...sono malata gioco d azzardo mi.sto dustruggendo emitivamente fisicamente....

Si rivolga senza indugio al SERD di competenza della sua zona: loro sapranno come aiutarla al meglio.

Dott. GianMarco Cellini

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