Sono una persona molto ansiosa e già in passato ho affrontato episo compulsivi come lavarmi spesso l

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Sono una persona molto ansiosa e già in passato ho affrontato episo compulsivi come lavarmi spesso le mani o “ disinfettarmi “ quando tornavo da un posto che ritenevo sporco. Ad oggi le mie ossessioni stanno riguardando la relazione con il mio partner circa il se nutro o meno amore/ cosa è l’amore ecc ecc a tal puto che a marzo ho avuto un episodio classificato come attacco di panico. Ovviamente l’ansia non lascia spazio ai sentimenti ponendomi nel limbo di non trovare risposta a questo miei dubbi.Avevo superato questo problema con l’aiuto di una psicoterapeuta vivendo un periodo successivo di immensa felicità ma poi dopo 6 mesi questi mostro è tornato . Cercando di razionalizzare la mia situazione mi stavo chiedendo se I pensieri ossessivi fossero la fonte scatenante l’ansia o è l’ansia che si manifesta attraverso i pensieri ossessivi ?
Buonasera, a prescidere se sia nato prima l'uovo o la gallina credo che possa trovare beneficio da un tarttamento di terapia strategica.
In genere il Doc si può anche manifestare attraverso l'ansia e si esplicita attravero vari tipi di compulsione.
Quello che posso proporle rispetto alle sue relazioni di affetto posso rimanere a disposizione per ulteriori chiarimenti.

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Buona giorno, temo di non poterle rispondere circa cosa ha causato cosa perchè non conoscendola non posso fare delle ipotesi diagnostiche. Credo però che lei possa darsi la possibilità di ricontattare la sua terapeuta per poter riprendere le fila del discorso e andare a risolvere anche questo passaggio. Spesso si ritorna in terapia proprio per "manutenere" o riacchiappare risultati già ottenuti ed approfondirli o rielaborarli meglio. Rimango a sua disposizione.
Cordialità
Dott.ssa Melania Fanello
Buon pomeriggio. Partendo dal presupposto che ogni situazione merita un'attenzione dedicata, le ruminazioni, o pensieri ossessivi, sono dei tentativi di fronteggiare o prevenire un pericolo percepito. Sono quindi inizialmente conseguenti all'ansia e il loro scopo sarebbe di aiutarci a sapere se il pericolo che percepiamo è reale o no e quindi a decidere se reagire o se rilassarci.
Le persone ansiose però hanno una sensibilità acuta ai possibili pericoli e l'allarme tende infatti a "suonare" anche quando non c'è una vera e propria minaccia, un pò come un rilevatore di fumo che suona sia per un incendio che per il vapore di una teiera.
La presenza stessa dell'ansia, inoltre, è spesso letta come conferma del pericolo (“sento l'ansia quindi deve esserci un pericolo”) e innesca un circolo vizioso in cui i pensieri non funzionano allo scopo di riportare la calma ma, anzi, intralciano la possibilità di fidarsi dei segnali, sia interni che relazionali, di scampato pericolo.
Quello che mi sento di consigliarle è di riprendere la psicoterapia per consolidare i buoni risultati ottenuti.
Buon pomeriggio,
L'interrogativo che lei pone è di difficile risoluzione visti anche i pochi elementi a disposizione per avere un'idea più chiara sulla sua persona.
Tuttavia, mi sento di dirle, che ogni persona affronta e cerca di gestire la sofferenza in un modo peculiare e del tutto personale: nel suo caso appare chiaro essere una modalità ansiosa (la rimuginazione, il dubbio ecc.) che in momento particolarmente "carichi" trova espressione nell'attacco di panico.
L'ansia infatti, spesso ha una funzione di mantenimento del controllo sulle cose; l'attacco di panico invece, cos'altro è se non la percezione di un'improvvisa perdita di controllo sulla propria vita?
Mi verrebbe da consigliarle la ripresa di contatti con la sua psicoterapeuta, per indagare insieme le possibili paure che sottendono non solo la relazione con il suo partner ma anche la sua vita.

Un caro saluto.

Dott.ssa Elisabetta Giuli
Buongiorno. Al di là della domanda esplicita, cosa origini da cosa, è importante capire anche cosa mantiene cosa! Se ha avuto un beneficio dalla terapia può riprenderla proprio in virtu' della sua consapevolezza
Salve. La sua domanda meriterebbe una risposta molto più esaustiva. Di certo le sue problematiche ossessive e ansiose hanno trovato sollievo nella terapia. Come molti colleghi hanno già suggerito forse potrebbe riprendere la terapia e farsi accompagnare di nuovo per un tratto. Le fasi repressive sono fisiologiche nella vita di una persona. Le auguro il meglio .Cordiali Saluti.
Gentile Signora, non si lasci fermare da questo dilemma, cerchi di capire, magari ricontattando la sua psicoterapeuta, cosa abbia contribuito alla ricomparsa del sintomo.
Resto disponibile per eventuali approfondimenti o riflessioni.
Cordialmente
Salve, mi stavo chiedendo cosa è accaduto nella sua vita di nuovo dopo 6 mesi, che ha fatto riemergere "il mostro". Forse l'ansia è dovuta a qualcosa di più nascosto, ma emerge attraverso i dubbi sul significato delle parole.
Riprendere i colloqui la potrà aiutare a capire e gestire la sua ansia in maniera diversa dalla soluzione da lei trovata e che, sembra, generare altra ansia.

Un saluto
Salve, sarebbe stato utile che lei ci avesse spiegato che cosa è successo la seconda volta, quando si è nuovamente riaffacciata l'ossessione. Come lei ci scrive, nel primo episodio lei è stata aiutata da una psicoterapeuta ed aveva superato il problema ed il tutto le aveva dato tanto benessere. Perchè non ritornare dalla stessa psicoterapeuta e riprendere il lavoro che aveva interrotto forse anche troppo presto, la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Buongiorno signora, concordo con i colleghi: stabilire chi causa cosa, senza avere elementi di conoscenza ulteriori, non è facile.
Mi è sembrato, però, di percepire che per lei questa domanda fosse importante e immagino, pertanto, che questa risposta non le sia sufficiente e soprattutto non la tranquillizzi.
Ciò di cui posso darle certezza è che le ossessioni sono pensieri "ruminanti", cioè che tendono a ripetersi ciclicamente senza spesso avere capo nè coda e che nascondono una grande emotività repressa: le emozioni sono talmente intense da non poter essere percepite per come sono e si aggrovigliano, facendo percepire l'ansia, che non potendo essere tollerata, si trasforma in pensieri ossessivi o compulsioni.
Riprendere la terapia potrebbe essere un buon modo per aiutarsi.
Buona vita.
Dott.ssa Patrizia Provasi
Salve, i pensieri ossessivi sono una modalità di gestione dell'ansia. Vissuti psicologici-emotivi per lei non tollerabili creano lo stato di ansia (paura verso l'interno, paura psicologica). I pensieri ossessivi sono un modo per gestire l'ansia, di conseguenza non assecondare i pensieri ossessivi o le compulsioni creano un intollerabile vissuto di agitazione che può sfociare anche in panico. Per gestire in maniera meno autosabotante i suoi stati emotivi e soprattutto per vivere una coerenza emotiva nella sua vita diventa importante potersi immergere in quegli stati emotivi che la spaventano, abbandonando i bastoni che mentre le danno una pseudosicurezza allo stesso tempo le imediscono una pienezza di vita. Sono procedimenti delicati che sarebbe bene affrontare guidato da uno specialista.
Gentile utente,
I sintomi ossessivo-compulsivi sono un meccanismo, disfunzionale, che la mente attua nel tentativo di esercitare un controllo sulla realtà che viene percepita come pericolosa e vissuta come fonte di ansia.
Visto che, attualmente, le sue ansie sembrano elicitate in particolar modo dalla relazione con il Suo partner, Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale, in modo da trattare i suoi disturbi d’ansia e, parallelamente, approfondire le difficoltà nelle Sue relazioni.
Saluti,
GF
Buonasera,
potremmo dire che l'ansia e le paure generano i pensieri ossessivi mentre i comportamenti compulsivi dovrebbero servire a placare questi pensieri e quindi lo stato ansioso. Purtroppo pero' questo non accade e si crea un circolo vizioso.
Le consiglio di lavorarci in psicoterapia per conoscere meglio "il mostro" , capirne l'origine, le dinamiche e così poterlo combattere definitivamente.
Si può dire che la paura genera il pensiero e questo a sua volta genera il comportamento compulsivo.
Nel suo caso, evidentemente la dinamica compulsiva si è spostata dal lavarsi le mani al pensiero 'e se non amo/sono amato' magari generato da un momento di stress. Ne parli di nuovo in psicoterapia, magari c'è l'emozione di fondo, il pensiero di fondo che non è emerso precedentemente, su cui ora può lavorare.
Buonasera a lei. Decido di rispondere alla sua domanda, soprattutto focalizzandomi sul punto "dopo 6 mesi questi mostro è tornato". Sarei curiosa di sapere perché ha interrotto la psicoterapia e se ha fatto un periodo di ristrutturazione cognitiva, che le avrebbe consentito di accettare la sua modalità di pensiero e di trovare una strategia per combattere il "mostro". Sulle motivazioni della comparsa dell'ansia hanno già risposto ampiamente e adeguatamente i colleghi. La ringrazio per averci dato la possibilità di leggere la sua esperienza, un abbraccio, VDM
Buonasera, provi a rivolgersi di nuovo allo psicoterapeuta che tanto l'ha aiutata.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Salve. E' un cane che si morde la coda. L'ansia (per qualsiasi motivo) fa emergere pensieri automatici e ossessivi che si cerca di gestire con comportamenti appunto chiamati compulsivi. La lettura di tali comportamenti e la stanchezza nel farli fa salire ancora più l'ansia. Così in un cerchio che non si chiude mai.
Le consiglio di contattare uno psicoterapeuta possibilmente con orientamento cognitivo-comportamentale.
Resto a sua disposizione.
La saluto.
Salvatore De Costanzo
Buongiorno, la sua domanda è molto interessante. Nonostante non sia possibile generalizzare la teoria, senza valutare le variabili individuali, a una specifica situazione, le posso dire che i pensieri ossessivi tendono a ridurre livelli di ansia eccessiva. Tuttavia, questi tipi di pensieri, seppur in un primo momento risultano riuscire nel proprio scopo, innescano un circolo vizioso generando ulteriore sofferenza emotiva. La invito a riflettere sulla possibilità di iniziare un percorso psicologico integrato, il quale mirerebbe sia a interrompere il circolo vizioso innescato sia a elaborare le dinamiche che hanno dato origine ai pensieri ossessivi, migliorando, così, la qualità di vita ed evitando ricadute. Un saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Salve, credo che le due cose siano fortemente collegate tra loro.
Le consiglio di rivolgersi di nuovo allo psicoterapeuta, le cose in questo modo miglioreranno.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve,
mi sento di suggerirle di riprendere i contatti con la terapeuta che l'ha seguita e con la quale ha avuto benefici, probabilmente riprendere i temi trattati la potrà aiutare a ritrovare il benessere. Tuttavia, come sappiamo, i sintomi sono segnali che il nostro organismo produce per metterci in allarme su qualcosa che non va.
Comprendere cosa è cambiato e come sta influenzando la vita in questo momento potrebbe essere un buon inizio di un percorso terapeutico
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Salve, le consiglio di ritornare in contatto con la professionista a cui si era già affidata e valutare di riprendere la terapia. Una volta chiariti i suoi dubbi, vedrà che riuscirà a trovare le risposte che cerca a proposito della sua relazione.
MMM
Buonasera,
Lei ha individuato bene il problema. E' tutta una questione di ansia che si ripercuote sull'organismo creandole rituali e pensieri ossessivi. Sarebbe buono se le lei cominciasse una terapia per rivedere le cause della sua ansia e trovare finalmente pace e sollievo. Mi scriva o mi contatti se vuole. Cordiali Saluti.
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Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, nel caso del disturbo ossessivo compulsivo, è la necessità della persona di ridurre la propria ansia che la spinge a mettere in atto le compulsioni (azioni ripetitive). La saluto rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Gentile utente, non è possibile rispondere con certezza alla sua domanda, ci sono molte informazioni che bisogna raccogliere, consideri che il DOC si può manifestare attraverso una sintomatologia ansiosa con compulsioni e ossessioni. Comunque l'aspetto più importante nel DOC è intraprendere un percorso, sempre che di DOC si tratti, questa è una valutazione che deve fare il clinico.

Un caro saluto

Dr Mauro Vargiu

Buongiorno, non conoscendola non le so dire se è l'ansia che genera i pensieri intrusivi o il contrario. Mi sembra di capire che in ogni caso ha problematiche rispetto alla relazione. Le ossessioni sono una manifestazione dell'ansia, ma bisognerebbe capire il suo funzionamento specifico per capire anche come condurre il trattamento. Sicuramente una psicoterapia le può essere utile. Spero di esserle stata utile.
Gentile Utente, purtroppo è estremamente difficile rispondere alla sua domanda poichè non si può più parlare di un fenomeno lineare di causa-effetto ma probabilmente di un vero e proprio sistema in grado di automantenersi e autocostruirsi tra i suoi tentativi di gestione dell'ansia e la persistenza dell'ansia stessa. Un percorso psicologico può aiutarla non solo a comprendere meglio i meccanismi descritti ma anche ad uscirne fuori il prima possibile, scoprendo strategie di risoluzione funzionali e riattivando le proprie risorse personali. Le consiglio di rivolgersi a un professionista qualificato nella comprensione e nella gestione della sintomatologia ansiosa come uno psicologo cognitivo comportamentale o breve strategico.
Un cordiale saluto,
Dr.ssa Mariarosaria Russo
Buon pomeriggio, la ruminazione e i pensieri ossessivi sono sintomi dell'ansia. essendo, appunto, sintomi sono la manifestazione di un problema sottostante. l'ansia non ha mai una causa univoca. Bisogna comprendere cosa le sta dicendo la Sua ansia attraverso i sintomi. Si rivolga di nuovo al suo psicoterapeuta, che già L'ha aiutata, precedentemente. Insieme troverete le risposte. un caro saluto
Gentile utente, credo che potrebbe esserle di aiuto riprendere un percorso di terapia, in modo da approfondire e capire meglio le possibili cause ed interpretazioni al suo malessere.
Resto a disposizione!
AV
Buongiorno, i pensieri ossessivi o le compulsioni ovvero i rituali sono un modo disfunzionale di gestire l'ansia evidentemente in questo momento c'è qualcosa nella sua esperienza attuale che sta attivando un processo per così dire di allarme percepito ma di cui evidentemente non é consapevole. Sarebbe utile riprendere un percorso di psicoterapia per approfondire da dove arriva questa percezione.
Buongiorno, mi sento di dirle che non c'è una risposta assoluta alla sua domanda, ma di base i pensieri ossessivi sono delle manifestazioni di ansia, paura, non è possibile scollegare le due cose.
Probabilmente, nel suo lavoro con la collega è riuscito ad affrontare alcuni aspetti della sua vita, ma il ritorno del sintomo le sta comunicando qualcosa, ci sono evidentemente ancora degli aspetti da approfondire e sviscerare. Quando se la sente, le consiglio di intraprendere un nuovo percorso psicologico
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Carissima, non posso che riconoscere che la sua sia una domanda molto arguta e le sarà venuta in mente probabilmente perché si è accorta che i suoi stati d'ansia e le sensazioni corporee che ne conseguono, possono sopraggiungere anche in situazioni apparentemente tranquille. Detto ciò, è sicuramente vero che ciascuno di noi si caratterizza per una certa "soglia di allarme", tale per cui uno stesso evento provoca reazioni diverse in ciascuno, ma è soprattutto vero che se la "sensibilità" che ne deriva oggi pervade la sua quotidianità, senza più esserle d'aiuto ma piuttosto d'intralcio, è necessario lavorare sulle radici che ne mantengono la manifestazione. A tal fine alcune tecniche afferenti alla psicoterapia sistemica, gestaltica o psicoanalitica possono fare al caso suo.
Cordialità Dott.ssa Roberta Simeoli
Buongiorno gentile utente, è difficile rispondere in modo assoluto alla sua domanda. è possibile che si debba andare avanti con la terapia psicologica in quanto alcuni aspetti possono non essere emersi ancora, ne parli con la sua terapeuta.
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
La relazione tra pensieri ossessivi e ansia può essere complessa e variare da persona a persona. Tuttavia, in molti casi, i pensieri ossessivi e l'ansia si influenzano reciprocamente, creando un ciclo che può essere difficile da interrompere.

In alcune situazioni, l'ansia può scatenare pensieri ossessivi. Ad esempio, l'ansia e la paura di non essere amati o di non capire cosa sia l'amore possono portare a pensieri ricorrenti e intrusivi su questi temi. Questi pensieri, a loro volta, possono aumentare l'ansia e alimentare il ciclo.

D'altra parte, i pensieri ossessivi possono anche scatenare ansia. Quando si è intrappolati in un ciclo di pensieri ossessivi, la mente può diventare iper-focalizzata su determinati temi, come l'amore o la relazione con il partner. Questa focalizzazione eccessiva può generare ansia, preoccupazione e stress costante.

È importante sottolineare che i pensieri ossessivi sono spesso irrazionali e non riflettono necessariamente la realtà o i reali sentimenti verso il proprio partner. Tali pensieri possono essere considerati sintomi di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o di un disturbo d'ansia.

Nel suo caso, sembra che la presenza dei pensieri ossessivi stia scatenando episodi di ansia e attacchi di panico. Lavorare con uno psicoterapeuta specializzato in disturbi d'ansia e DOC potrebbe essere molto utile. Lo psicoterapeuta può aiutarla a identificare i modelli di pensiero distorti e ad affrontare le paure legate alla relazione e all'amore. Insieme, potrete sviluppare strategie di gestione dell'ansia e delle ossessioni per migliorare la sua qualità di vita.

È importante ricordare che l'ansia e i pensieri ossessivi sono trattabili. Con l'aiuto di uno specialista e con un impegno personale nel seguire le strategie di gestione dell'ansia, si può sperare di ridurre l'intensità degli episodi ansiosi e ottenere un sollievo duraturo.
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Buongiorno, vorrei iniziare rispondendo alla sua domanda dicendole che è proprio la necessità che la persona ha di abbassare il livello di ansia, che nel caso del disturbo ossessivo compulsivo, spinge a mettere in atto queste azioni ripetitive che sono appunto compulsioni. Il fatto che sia già stata in terapia per 6 mesi e abbia trovato degli effetti positivi, è una buona notizia ma probabilmente non tutto quello che c'era da analizzare e far salire a galla, ha trovato la sua strada. Sicuramente le consiglio di riprendere il percorso e di focalizzarsi magari soprattutto su una terapia comportamentale, che può aiutarla a gestire la sintomatologia ossessiva. Resto a disposizione per ogni chiarimento. Saluti.
Dott.ssa Assunta Sagliocco
Salve, non è semplice dare una risposta senza conoscere a sua situazione in modo chiaro. Sicuramente è necessario riprendere una terapia. Deve essere lei però a valutare se ricontattare il collega che l'ha già seguita o ricominciare un nuovo percorso. Resto a sua disposizione per ulteriori consigli. Saluti Raffaella Galati
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Gentile utente, come mai se stava meglio grazie al supporto dello psicoterapeuta, ha deciso di non ricominciare la terapia in seguito al riemergere dei sintomi?
Inoltre mi colpisce la sua capacità di riuscire a definire in una tempistica precisa riguardo il periodo in cui dice di essere stata bene (6mesi).
Rifletta su come è stata nei momenti precedenti a questa ricaduta, se è successo qualcosa di particolare.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento
cordiali saluti
Dott.ssa Mara Diana
Risulta difficile stabilire una cronologia scatenante dei fattori, ma in tutti i casi si dovrebbe indagare meglio su cosa ha "rotto" quella situazione di equilibrio che era stato raggiunto grazie anche al proprio psicoterapeuta. Vi consiglio di riattaccare un discorso con l'esperto che vi ha seguito per poter indagare sulla dinamica e poter agire al meglio.
Dott.ssa Marzia
Salve , per prima cosa mi spiace molto per il suo disagio.
Dalla sua narrazione mi sentirei di consigliarle vivamente almeno un singolo colloquio con uno specialista che le sia più congeniale per fare chiarezza e valutare l’inizio di un percorso psicologico per far emergere le cause della sintomatologia e scoprire il modo di gestirla e risolverla.
Resto a disposizione per qualsiasi info
Distinti Saluti
Dr Marziani
Salve, mi sento di dirle che non c'è una risposta assoluta alla sua domanda, anche se non è possibile scollegare le due cose. Potrebbe intraprendere un nuovo percorso per potersi fermare e ascoltare ciò questi sintomi le stanno comunicando. Saluti

Cara signora, è molto difficile poterle dare la risposta che cerca su quale sia l'origine principale del suo malessere. Quel che emerge dal suo racconto è che le ruminazioni e le ossessioni sono frequenti come valvole attraverso cui prova a gestire la sensazione di impotenza di fronte a questo mostro. se la precedente terapia le ha permesso di trovare un sostegno adeguato, non disdegni di contattare il terapeuta per ritrovare la serenità che sente di aver perso. Resto a disposizione per qualsiasi informazione

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