Secondo voi cosa si potrebbe fare per migliorare tutto ciò che riguarda la psicologia, psicoterapia,

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Secondo voi cosa si potrebbe fare per migliorare tutto ciò che riguarda la psicologia, psicoterapia, psichiatria?

Parlo secondo ciò che ho vissuto, quindi non è detto che sia così per tutti, perciò posso anche sbagliarmi.
Nel mio caso mi ha dato molto fastidio non avere le giuste informazioni. Partendo dal medico di base, chi sperimenta l'ansia o qualsiasi altro disturbo riguardante la psiche, non conosce, non sa, proprio perchè non ha studiato questi argomenti, così come una persona non ammalata di sla non conosce questa malattia. Ci si aspetta quindi che il medico da cui andiamo ci illumini, nel mio caso è stata un continuo dirmi "Una camomilla e poi passa", "Devi stare tranquilla..", ora capite che il problema parte proprio da lì, secondo me dovrebbero preparare i medici, un minimo, nel cercare di capire quando il tuo paziente non ha un problema organico ma più profondo..
"Vabbè, è un medico di famiglia non ha studiato psicologia" direbbe qualcuno, e quindi facciamo finta di passare sopra a questo. Arriviamo ad avere un colloquio con una psicologa, senza capire quello che ci dice, anzi ci sentiamo ancora più confusi di prima con il problema che peggiora, ora dico io, in questo caso si trattava di una psicologa pubblica (ne ho provate due), nessuna di loro mi ha spiegato a parole povere cosa fa lo psicologo, qual'era il mio problema e come risolverlo, nessuno mi ha mai detto che esisteva anche un'altra figura, quello dello psicoterapeuta, e nessuno mi ha mai parlato delle eventuali tipologie di psicoterapie che esistono, della differenza che c'è tra psicologo, psicoterapeuta, psichiatra ecc.
Tutto quello che so (ammetto che è ancora poco), lo devo solo alla mia volontà, nel cercarmi le risposte da sola, mi dispiace dirlo ma molte delle informazioni le ho avute grazie ad internet e non da chi svolge questo mestiere. Su Facebook, ma in generale sul web, si possono trovare un mucchio di forum, gruppi in cui la gente si confronta a secondo del problema che ha, e questo a me è stato molto utile, leggendo le storie di altre persone imparavo qualcosa (non sempre), e ho notato da sola che sono in molti ad avere avuto le mie stesse difficoltà di giusta informazione.
Se si facesse una statistica in Italia su quanti sanno cosa fa lo psicologo verrebbero i capelli bianchi a tutti, per non parlare del significato di psicoterapia e tante altre cose.
Secondo me c'è poca informazione e mi chiedo ma se questa cosa non parte da chi di dovere, chi deve informare un paziente?

Vi faccio un esempio (non sono molto brava a spiegare), se ho un neo che ha una strana forma, la prima cosa che faccio è di andare dal mio medico e poi lui mi manderà dal dermatologo, nel caso in cui questo neo debba essere tolto, il dermatologo mi spedirà da uno specialista in grado di trattare appunto la situazione. Vedete come in questo caso io le informazioni le ho avute, ognuno di loro inquadrava la situazione e mi dava nelle mani di chi sapesse gestire tutto ciò. Perchè la stessa cosa non accade nel campo della psicologia? Perchè devo essere io ad andarmi a cercare gli "specialisti" e quindi perdere tempo e soldi? Perchè devo essere io (paziente) a cercare di capire quale sia il mio problema? Perchè c'è poca informazione riguardo questi argomenti?

Non voglio che vediate questa mia riflessione come un attacco o un'offesa a questa professione, piuttosto come una critica costruttiva. Ripeto non è detto che tutti la pensino come me o hanno avuto la stessa mia esperienza, però, magari attraverso la condivisione di esperienze diverse, davvero qualcosa si potrebbe migliorare.

Cosa ne pensate? Mi piacerebbe molto sentire il parere di tutti, in particolare proprio dei terapeuti.
Cara utente, la ringrazio per averci scritto, trovo le sue osservazioni molto interessanti ed importanti. Sono d'accordo con lei quando dice che esiste ancora tanta confusione nella differenza tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra ma questo non dovrebbe accadere nell'ambito professionale. Un medico di base, in determinati casi, dovrebbe essere tenuto a consigliare di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta, quando si tratta di una problematica fuori dalla sua area di competenza. In questo caso le ho parlato di entrambe le figure professionali perché come primo approccio sarebbe indifferente, successivamente però dovrebbe essere il professionista a chiarirle le idee e consigliarle il percorso a lei più idoneo.
Rimango a disposizione se ha bisogno.
Dott.ssa Federica Leonardi

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Buonasera, non posso che essere d'accordo con lei. Per questo motivo penso che la figura dello "Psicologo di Base" dovrebbe essere caldeggiata a ogni livello istituzionale! Detto ciò la situazione attuale è figlia della nostra cultura, che ci dice che se abbiamo un braccio rotto DOBBIAMO (giustamente) andare dal medico, ma se abbiamo un problema psicologico DOBBIAMO cavarcela da soli, in virtù di un non ben specificato "obbligo morale all'autosufficienza", figlio probabilmente del machismo derivato da una società ancora marcatamente patriarcale come la nostra (non a caso gli uomini hanno maggiori difficoltà delle donne ad affidarsi) e rafforzato dalla necessità (sempre più in voga...) di mostrarsi sempre come sani, felici e soddisfatti.
Questa situazione non può che portare (come è stato negli ultimi 50 anni) ad una sottovalutazione dell'operato dei professionisti della salute mentale e, di conseguenza, ad una scarsa percezione della necessità di informazione su tale tematica. Dimostrazione di ciò è anche nella scarsa presenza di operatori della salute mentale all'interno dell ASL, ove, nella migliore delle ipotesi, il più bravo tra i professionisti si trova a dover seguire un numero inumano di pazienti, abbassando notevolmente la quantità e (a volte, purtroppo) la qualità del tempo dedicato al singolo utente....
Buongiorno. Credo che oltre a quanto detto dai colleghi vi sia anche un dato di realtà. L'Ordine degli psicologi è stato istituito solo nel 1989 e Freud scrisse le sue prime annotazioni intorno al 1880. Rispetto alla Medicina, a partire da Ippocrate, capirà da sola che esiste un gap di anni tale che il parallelismo non è giustificabile. Detto ciò il riferimento istituzionale è il Cnop, consiglio nazionale ordini degli psicologi e sul sito potrà magari trovare altre informazioni
Buongiorno concordo con le risposte dei colleghi. Purtroppo ancora oggi si verificano episodi come quello che l'ha coinvolta ed anche a livello istituzionale, nelle politiche sanitarie, la figura dello psicologo non è sufficientemente considerata. Motivi legati alla cultura, all'istituzione recente di tale figura che ha reso evidente professionalmente un ruolo che in passato hanno svolto altre figure contigue, ma sostanzialmente diverse per attitudini e competenze, non hanno favorito per molti anni l'informazione e una diffusione più capillare della professione psicologica.
L'informazione sul web tuttavia credo sia ormai abbastanza ampia.
La varietà degli indirizzi terapeutici comunque consiglia di approfondirli in vista della scelta.
Cara utente, posso solo dire PAROLE SANTE! Io personalmente sono uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale e mi trovo molto spesso a scontrarmi (a volte discutere animatamente ) con medici di base, farmacisti e chi ne ha più ne metta perchè vengono omesse ( per convinzione ideologica diversa, ignoranza, superficialità, delirio di onnipotenza, ecc ecc) tutta una serie di informazioni importantissime di cui il cittadino ha bisogno. Da una stima fatta ultimamente, qui da me in Piemonte la struttura statale nazionale riesce a rispondere più o meno al 30% delle richieste di aiuto psicologico. Io mi sono sempre chiesta perchè lasciare il 70% senza nulla. Se la coperta è corta facciamo un primo step diagnostico serio a tutti di modo che gli si spiega il problema, le modalità di cure più adatte a lui, poi gli si dice: il SSN ti può dare solo questo, tu hai bisogno di quest'altro, puoi rivolgerti all'ordine nazionale e richiedere nominativi di professionisti che hanno queste caratteristiche professionali e che vivono nella tua zona, oppure anche lontano ma che fa terapia online. Di modo che il paziente sa cosa gli succede, sa di cosa ha bisogno e che strade può intraprendere. Il 30% iniziale disponibile sarebbe utilizzato con più efficacia.
Si era prospettata un po' di tempo fa l'idea di una sorta di "psicologo di base" che poi indirizzerebbe ai vari specialisti, ma oltre ad essersi arenata da qualche parte questa idea, ha uno step precedente di boicottaggio : tutti quelli che dispensano farmaci e cure solo perché hanno una laurea in medicina o perché vendono farmaci, o perchè ......non lo so, non fanno altro che allontanare il paziente ancora di più dalla retta via. Non tutti, sia ben chiaro, e non sempre.......ma abbastanza!
In effetti ha ragione, bisognerebbe creare una sorta di guida, altrimenti i pazienti arrivano dal professionista giusto solo dopo una lunga via crucis e ormai con pochi soldi avendo speso a bizzeffe inutilmente.
Ma chi?
Buongiorno, ottima riflessione, personalmente informo le persone (decine di migliaia) su questi temi, da anni, attraverso i miei canali Instagram e Facebook.
Da tempo si parla dello “psicologo di base”, ma come può immaginare siamo ancora lontani da questo tipo di emancipazione per la salute pubblica, purtroppo.
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Buongiorno, condivido le sue riflessioni e perplessità rispetto alle informazioni che come categoria professionale mettiamo disposizione dei pazienti. Immagino quanto sia difficile avviarsi a un incontro con uno psicologo con i timori che questo già porta, in più senza avere chiaro il tipo di professionista che si va a incontrare. Per questa ragione la maggior parte di noi lavora con continuità attraverso il passparola, con invii di colleghi, amici e ex pazienti che hanno chiaro Di che cosa stanno parlando quando indirizzano una persona. Molti di noi hanno un sito che puó in qualche modo chiarire che tipo di lavoro e di professionista aspettarsi prima dell’incontro. Una buona idea potrebbe essere contattare il professionista per una breve telefonata orientativa con delle domande specifiche prima di prendere appuntamento, questo potrebbe già togliere alcuni dubbi. La saluto cordialmente e rimango a disposizione se serve.
Buongiorno, mi spiace lei abbia avuto questa esperienza.

Personalmente nell'approccio che uso nella fase di valutazione della domanda della persona c'è anche poi un orientamento sul possibile intervento che la persona deve fare e viene informata su ciò.

Sicuramente c'è ancora molto da fare in questo senso ma non possiamo generalizzare.

Nel pubblico e nel privato ci sono ottimi professionisti che informano in modo corretto l'utenza.
Grazie della riflessione e dello stimolo. Farò tesoro e costruirò un pò di informazione a riguardo.
Per quanto avevo chiaro che ci fossero delle difficoltà la sua esperienza ha messo in luce ancora meglio la criticità. Ancora grazie :)
Buongiorno cara Utente...leggendo le sue parole comprendo tutta la frustrazione e la rabbia che si può provare di fronte alle mancate risposte, le poco chiare indicazioni, l'indifferenza e la scarsa sensibilità da parte di figure importanti come medici, ai quali vorremmo affidarci per prenderci cura della nostra salute.
Concordo con tutto ciò che le hanno già scritto i miei Colleghi e condivido con lei che non è affatto giusto che debba essere il Cliente a cercare gli specialisti più appropriati al problema che sta vivendo, perdendo tempo e soldi.
Ogni figura professionale da lei nominata (medico di base, psicologo, psicoterapeuta e psichiatra) è tenuta ad indicarle quale professionista potrebbe essere essere più appropriato per lei, chiarendole tutti i possibili percorsi percorribili.
Spesso però questo non avviene per diversi motivi, da quelli culturali a quelli economici, e purtroppo questo incide notevolmente sulla speranza e sulle aspettative di tutte quelle Persone che come lei hanno cercato aiuto, e invece che approdare su un isola sicura si sono ritrovati a navigare in mare aperto.
La ringrazio per la riflessione che ci ha posto, sicuramente ci aiuta a porre maggiore attenzione sulla comunicazione e sulla chiarezza delle informazioni da fornire ogni volta che incontriamo un nostro Cliente in studio.
Le auguro il meglio
Lucia
Salve, la ringrazio per aver portato alla luce questi aspetti del nostro lavoro. Purtroppo un dato che si rileva è una grande disinformazione e un forte pregiudizio nei confronti della figura dello psicologo. Come lei sottolinea, c'è anche confusione rispetto ai servizi e al lavoro che psicologo, psicoterapeuta e psichiatra possono offrire. Credo che sia compito del professionista offrire tutte le risorse per superare eventuali dubbi e perplessità sul percorso da intraprendere. I nostri mezzi sono formazione, professionalità e fornire spiegazioni chiare e fondate sulla ricerca scientifica che è ampissima nel nostro campo.
Esistono anche moltisismi medici "sensibili" e ben aggiornati su questo, ma non dovrebbe essere legato al caso e alla fortuna incontrare le figure appropriate. Le nostre Istituzioni, come l'Ordine si stanno muovendo (come per lo psicologo di base), ma il cambiamento è lento. In bocca al lupo per il suo percorso!
Salve
Cosa penso?
Penso innanzitutto alla sua rabbia esposta in questa lunga lettera densa di frustrazioni vissute di rimprovero verso la categoria con lo “psi” davanti, all’avventura vissuta con questi sintomi che l’hanno portata a chiedere aiuto senza riceverne alcuno... o almeno Così appare.
Ho un profilo Instagram, una pagina Facebook, un sito internet e mi affido a diverse piattaforme, su tutti questi “approcci” internet scrivo articoli rispondo a domande e offro consulenze, ogni volta che mi capita di affrontare l’argomento ANSIA mi capita di pensare che sono ripetitiva e parlo sempre delle stesse cose... e invece grazie a lei scopro che non é mai abbastanza.
La mia più totale approvazione per la sua lettera, se dovesse aver bisogno di me mi contatti pure, ci sarò.
Dott. Tiziana Vecchiarini
Carissima, la specializzazione scientifica ha reso la confusione ormai una condizione necessaria per chi si addentra nei meandri di tale complessità. La psicologia come molte altre "materie umane" non ne può essere esente.
Per quanto riguarda la psicologia, a mio avviso molta parte nell' installazione di stereotipi, falsi miti e credenze e confusione è stata svolta dalla cinematografia e letteratura che per esigenze di spettacolo ha puntato su stereotipi.
La maggior parte della gente pensa che dire psicoterapia sia sinonimo di psicoanalisi.
Non sono d' accordo tuttavia nel fare di tutta la erba un fascio in merito al ruolo dei professionisti e alla chiarezza nella gestione. Per esperienza personale tengo moltissimo a fornire tutte le informazioni utili al paziente e so che per i colleghi con cui sono in contatto è lo stesso.
La sua esperienza personale purtroppo è stata diversa ma quanto meno
è utile da parte sua mettere a tema alcuni limiti che a volte effettivamente si insinuano nella pratica terapeutica
Cari saluti
Gentile utente,
la ringrazio per le sue considerazioni. Quando si riferisce al colloquio con lo psicologo, è bene dire che quel colloquio clinico è una visita specialistica a tutti gli effetti, quindi non deve usare le virgolette. E' mio dovere, da psicologo e psicoterapeuta, quale sono, informarla che lo psicologo è un professionista sanitario, il quale, prima di consigliarle e/o prescriverle un trattamento psicologico, deve necessariamente fare una diagnosi e condividerla con il paziente. Il paziente è colui che soffre e che rivolgendosi ad uno specialista deve poter trovare le risposte cliniche e i trattamenti evidence-based appropriati. Detto questo, come per tutti i professionisti, vale il discorso delle competenze: c'è chi ne ha di più e c'è chi ne ha di meno. Ha ragione a dire che c'è poca informazione sulla salute mentale. Purtroppo, la salute mentale viene sottovalutata rispetto a quella fisica. Mi auguro che lei possa trovare uno psicologo-psicoterapeuta che la possa aiutare, se il suo problema è di natura psichica. Le posso assicurare che ce ne sono tanti e competenti, che lavorano, cioè, con scienza e coscienza. Come per tutte le cose (come quando va dal medico per farsi controllare un neo) non è detto che chi la visita sia in grado di farle una diagnosi corretta e di indirizzarla dallo specialista più adatto. Questo vale per tutte le professioni.
Distinti slauti,
Dott. Feliciano Lizzadro
Buongiorno, concordo con quanto scritto dai colleghi e aggiungo che a oggi, nonostante il riconoscimento della Psicologia come professione Sanitaria, non sono ancora stati istituiti i servizi di Psicologia di base. Inoltre, continua ad esserci una normativa notevolmente confusiva tra gli Psicologi e i counselor, preferendo a volte questi ultimi a scapito dei primi.
Spetta al professionista al quale si rivolge, medico di base indirizzarla. Le assicuro che vengono formati, ma pochi collaborano ritenendo la Psicologia una branca di serie B.
Abbiamo un Ordine degli Psicologi fossi in lei invierei questa lettera anche a loro.
Per quanto riguarda gli Psicologi questo dipende poi dalla loro etica professionale consigliare, nel caso di presa in carico uno psicoterapeuta. Lo Psicologo non cura, informa e contiene . Mi scriva se vuole approfondire. Buona giornata. Saluti
Dott.sa Miriam Jahier
Gentile Utente,
Quando si parla di sintomi ansiosi, si parla di una condizione psichica, che si manifesta soprattutto nel corpo, con uno stato di sofferenza che la persona cerca di alleviare il più rapidamente possibile. La terapia farmacologica agisce sul sintomo, ma non risolve il problema, che sta alla base di quest'ultimo; il più delle volte è causato da situazioni, solitamente relazionali, croniche, che la persona fatica a tollerare, oppure da fattori di stress improvvisi, che mettono i crisi gli equilibri personali.
Io credo infatti che la terapia sia un percorso importante non per alleviare il dolore ma per imparare a stare nelle situazioni che la generano.
Più che percorso curativo, credo sia un percorso evolutivo
Per arrivare a ciò è importante intraprendere un viaggio di conoscenza, e di accettazione di sé, calato nei contesti in cui vive.
Il medico, che è ha conoscenza di questo processo, invita il paziente a seguire un percorso di questo tipo, ma è consapevole del fatto che possa essere un investimento di energie emotive, tempo e denaro, che non tutti sono in grado di sostenere.
In Italia il servizio pubblico non è in grado di sostenere l'alta richiesta di aiuto psicologico, e fatica a gestire delle terapie spesso adeguate, pur avendo in carico dei professionisti molto motivati e qualificati (questa è la mia esperienza sul mio territorio).
Quindi si tende a rivolgersi privatamente, perché convivere da soli con il problema diventa a volte insopportabile e quindi ci si rivolge allo specialista con un sensibile sentimento d'urgenza.
La mia risposta rischia di essere un po' semplicistica, ma credo che lei possa trovare un professionista che la possa offrire delle informazioni più esaurienti e la possa aiutare adeguatamente.
Cordiali Saluti
Giorgio Paltrinieri
Buongiorno signora,
La ringrazio per le riflessioni importanti. Mai come in questo periodo sono attuali: il COVID19 ha fatto sorgere, ancora più importanti, queste questioni.
Spesso nemmeno tra professionisti, si conoscono le differenze tra una specializzazione di psicoterapia e l'altra, perchè ce ne sono davvero tante; così come molti non conoscono la differenza tra psicologo, counselor e psicoterapeuta...e questo può essere pericoloso, perchè genera un circolo vizioso da cui risulta poi difficle uscire, a scapito del paziente che ci si trova davanti.
Mi fa venire una grande voglia di fare un webinar dove spiegare alle persone (magari anche a chi tra i colleghi voglia partecipare) le criticità che ha fatto emergere, in maniera lucida e chiara (anche se dice che non è in grado di spiegarsi ;-)).
Quindi, grazie davvero!
Patrizia Provasi
Intanto vorrei ringraziarla per questa domanda che fa riflettere e allo stesso tempo offre a noi professionisti la possibilità di "giustificarci" e spiegarci.
Personalmente spiego le specificità di ogni professione e indirizzo quando mi trovo in occasioni formative o informali. Quando i pazienti arrivano in studio, invece, preciso il mio personale modo di lavorare, il mio approccio e il mio indirizzo di specializzazione. Dò per scontato che quando una persona chiama sappia cosa stia andando a fare, forse proprio in virtù anche delle informazioni dal web, dai social e dalle pagine dedicate/siti/blog dei singoli professionisti. Sono daccordo sul fatto che i medici di famiglia debbano fare da filtro e possano essere i soggetti migliori per gli invii specifici data la fiducia che generalmente i pazienti ripongononin loro.
Faccio tesoro della sua critica. Grazie
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza e le sue riflessioni. Le sue parole sono una importante occasione per tutti noi professionisti della salute mentale di metterci in discussione e rivedere il nostro modo di entrare in relazione e di comunicare con chi si rivolge a noi per chiedere un aiuto. Personalmente, quando incontro una persona presso il mio studio, preciso il modo di lavorare che mi caratterizza sin dal primo incontro e cerco di rispondere nelle maniera più chiara e completa alle domande che mi vengono poste. Sicuramente d’ora in poi, anche grazie alla sua lettera, cercherò di porvi ancora più impegno ed attenzione. Un caro saluto MCB
Buonasera, mi trovo d'accordo con quelle che sono le sue riflessioni. Sfortunatamente spesso i medici di base non solo non hanno una formazione adeguata rispetto alla psicopatologia ma non sono preparati a gestire a e riconoscere gli aspetti psicologici e relazionali che sono di fondamentale importanza nelle professioni di cura, come evidenziato dalla bibliografia scientifica degli ultimi decenni. Per questo e per molti altri motivi, in ogni ambulatorio dei medici di base dovrebbe essere presente uno psicologo di base.
buongiorno,
concordo con tutto quello che è stato detto.
Le nostra figure professionali, vuoi per cultura, vuoi per motivi effettivamente storici (siamo giovani), sono molto sottostimate.
Purtroppo c'è poca conoscenza da parte dei colleghi medici ed è anche supportata dall'idea che, come giustamente dice il mio collega, "se abbiamo male al cuore, andiamo dal cardiologo. se abbiamo ansia, malessere, incapacità di affrontare determinate situazioni, bisogno di supporto, dovremmo potercela fare da soli".
Ancora si sente la frase :" non sono mica matto"
questo la dice lunga. I campi sono molti e sarebbe molto bello se ci fosse collaborazione dai medici di base.
Bisognerebbe che la visione della medicina si evolvesse e cominciasse a considerare la persona in toto e non solo per un sintomo! ma siamo lontani, ancora molto lontani.
speriamo che le cose cambino.
Nel nostra piccolo ognuno di noi lavora per far capire quali sono le figure a cui ci si può rivolgere e in quali casi.
Poi ognuno di noi fa un colloquio per cercare di comprendere il problema e proporre al paziente il percorso che sembra migliore.
Sono felice che ora queste osservazioni partano anche dai pazienti. Se ci fosse maggiore richiesta, probabilmente, anche il medico di base, si sentirebbe tenuto ad essere più informato.
grazie per le sue osservazioni

Dott.ssa Enrica Tavella
Gentile utente, la sua testimonianza coglie alcuni aspetti del tutto particolari della nostra professione ed è uno stimolo per noi alla riflessione sul nostro ruolo all'interno della società. Le cose che lei descrive sono innegabili e credo che questo senso di spaesamento sia avvertito da molte persone. Aggiungo che tale senso di spaesamento talvolta coglie anche noi terapeuti. La nostra professione di psicoterapeuti, se intesa in senso ampio, è storicamente in un rapporto mutevole con il mondo medico e sanitario e tutt'oggi non completamente definito.
Mettendo da parte questi elementi generali e storici, mi trovo d'accordo con lei sulla necessità di una più chiara comunicazione medico-paziente che riesca a smarcarsi dalla terminologia tecnica per dare informazioni chiare e comprensibili anche a chi non è del mestiere. Questo per un semplice motivo: in una professione come la nostra l'efficacia di un percorso è data in modo prevalente dalla collaborazione reciproca e dall'alleanza tra paziente e terapeuta nel lavoro terapeutico.
Grazie ancora per questa sua stimolante testimonianza.
Le auguro di poter incontrare nel suo percorso professionisti con cui confrontarsi apertamente e con spirito collaborativo.

Cordiali Saluti
Buonasera caro/a utente, innanzitutto la ringrazio per questa riflessione, sono piacevolmente colpita dal fatto che sia interessato/a a conoscere la differenza tra le varie professioni che cita. Concordo con quanto detto dai colleghi e aggiungo anche una mia nota. Lo psicologo è un professionista della salute laureato in psicologia che di seguito si abilita all’esercizio della professione sostenendo un esame di stato; dopodiché può iscriversi al proprio Ordine Professionale e deve sottostare ad un codice deontologico per poter lavorare. Principalmente lo psicologo promuove il benessere della persona, sviluppa o migliora la capacità dell’individuo di osservarsi, di osservare il mondo, promuove l’autoconsapevolezza. Può lavorare in ambito clinico, nello sport, nell’emergenza, nelle aziende. Lavora attraverso strumenti come i colloqui e i test per formulare diagnosi e/o profili. Offre consulenze e supporto psicologico ma non può trattare un disturbo psicopatologico. Lo psicoterapeuta, dopo aver conseguito la laurea in psicologia, l’abilitazione e l’iscrizione all’Albo, ha frequentato una scuola di specializzazione quadriennale riconosciuta dal MIUR e ha acquisito gli strumenti per poter trattare i disturbi psicopatologici. Esistono vari orientamenti per la psicoterapia tutti validi, ognuno con le proprie peculiarità; nella mia esperienza, il successo di un percorso dipende comunque dalla relazione che si instaura tra la persona e il professionista, indipendentemente dall’approccio. Lo psichiatra è un medico, quindi laureato in medicina, che successivamente ha frequentato la specializzazione in psichiatria; tratta i disturbi psicopatologici da un punto di vista organico, questo significa che può prescrivere farmaci. Ma con la specializzazione in psichiatria acquisisce anche il titolo di psicoterapeuta e quindi può fare anche psicoterapia. Sia lo psicologo che lo psicoterapeuta, quindi, non possono prescrivere farmaci non essendo medici. Sono d’accordo con lei quando dice che dovrebbe esserci più cultura psicologica, dovrebbe essere presente a tanti livelli nella nostra società e personalmente, quando mi è possibile, mi impegno in tutte quelle situazioni ed eventi che ne permettano la diffusione. Spero di essere stata di aiuto e se vuole, per approfondimenti sull’argomento e altro, resto a disposizione e può contattarmi privatamente. Sarò ben lieta di proseguire questo scambio interessante. Le auguro una buona vita, dottoressa Valentina Teristi.
Buongiorno! Condivido pienamente quanto già scritto dai colleghi.
Dalla sua lunga lettera colgo frustrazione, rabbia e amarezza, quando ad un malessere non si trova una risposta adeguata. Purtroppo capita speso di trovare dei medici di base poco sensibili a queste tematiche e con la tendenza a banalizzare il problema, fornendo consigli inutilmente banali come se bastasse una camomilla per eliminare l’ansia. Fortunatamente ci sono, invece, professionisti competenti in grado di accogliere e fornire informazioni adeguate.

Di seguito troverà, in maniera sintetica, la differenza tra le varie figure citate nelle sua lettera.

Per diventare PSICOLOGO è necessaria una laurea di cinque anni in Psicologia presso un’università italiana, un tirocinio della durata di un anno, effettuato con la supervisione di un tutor iscritto all’Ordine e il superamento dell’Esame di Stato, che consente l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi (Albo sezione A) e l’accesso alla professione.
La professione di Psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, il sostegno psicologico, l’abilitazione e la riabilitazione, rivolti alle persone, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito (Legge 56/89).
Per svolgere l’attività di PSICOTERAPIA, lo Psicologo deve diplomarsi presso una Scuola di Specializzazione Universitaria oppure presso una Scuola di Specializzazione Privata riconosciuta dal Ministero competente (la cui durata è di almeno quattro anni, tirocinio incluso).
Lo PSICHIATRA ha una laurea in Medicina e specializzazione in Psichiatria con una formazione prevalentemente medico-farmacologica.
Per quanto riguarda poi i vari percorsi della psicoterapia, come già detto ci sono molte scuole che utilizzano approcci diversi ma che portano tutti nella stessa direzione ossia aiutare la persona a riconnettersi internamente mediante un percorso di consapevolezza necessario a gestire meglio il disagio e lo stress ad esso conseguito.
Spero di esserle stata stata di aiuto e se vorrà, potrà approfondire e trovare tutte le informazioni più utili.
Le auguro buona vita e buon vento
dott.ssa Sabrina Cochi
Buongiorno, nella pratica clinica ma anche nella vita di tutti i giorni ritrovo spesso questa mancanza di conoscenza delle differenze fra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra. Come ha già spiegato la collega Cochi, la differenza fondamentale sta nella formazione che è diversa per le tre figure professionali. Lo psicoterapeuta è un laureato in Psicologia o in Medicina che ha studiato per altri 4 anni presso una scuola di specializzazione in psicoterapia e ha svolto un anno di tirocinio. Ci sono vari approcci terapeutici (cognitivo-comportamentale, psicoanalisi, Gestalt e altre) ma tutti sono volti ad aiutare la persona a promuovere la consapevolezza e benessere e ad affrontare il proprio disagio a livello profondo. Esistono vari approcci perchè ognuno da importanza ad aspetti diversi dell'esperienza umana e le problematiche e le caratteristiche delle persone sono molto varie, quindi i trattamenti clinici possono essere diversi in base alla situazione e alla scelta dell'individuo; a riguardo è fondamentale informarsi per poter effettuare una scelta consapevole. Una differenza importante fra psicologo e psicoterapeuta è che lo psicologo si concentra più sul qui e ora, lo psicoterapeuta invece considera la persona in modo più complesso analizzando anche la sua storia di vita, le relazioni e la sua personalità. Il percorso psicoterapeutico quindi richiede solitamente più tempo rispetto all'attività svolta con lo psicologo.
Lo psichiatra invece tratta i problemi mentali prescrivendo una terapia farmacologica in base ai sintomi presentati dal paziente. Spesso psicologo/psicoterapeuta e psichiatra collaborano ed entrambe le terapie innescano un cambiamento nella persona, ma mentre lo psicofarmaco è un elemento esterno il percorso psicoterapeutico offre degli strumenti emotivi e cognitivi che aiutano la persona a cambiare la propria vita dalla propria interiorità.
Un caro saluto
Dott.ssa Elena Richiusa
Buonasera, direi che possiamo andere con ordine.
Punto primo, trovo lodevole il suo bisogno di comprendere meglio il mondo della psicologia e la differenza fra la disciplina basica della psicologia e invece il mondo più ben più articolato e differenziato della psicoterapia.
Secondo, il paragone da lei portato è assolutamente calzante nella forma, ma io vorrei invece parlarle succintamente della sostanza.
Sia la medicina che la psicologia sono annoverabili nel campo delle scienze non esatte, laddove per esatte parliamo invece di fisica, matematica etc.
Ed è proprio in virtù del fatto che esiste questo allentamento, che è possibile osservare cosi tanta differenza fra una forma di psicoterapia e l'altra.
In ciò non vi è errore, ma solo ricchezza a cui poter attingere, e si tratta di una vera fortuna.
Terzo, le diverse forme di psicoterapia sono offerte ai pazienti, e nell'alchimia che is forma fra il terapeuta con la sua specifica modalita di offrire competenze peculiari ed il paziente sta la possibilità di riuscita della terapia.
Direi che solo in questo senso possiamo applicare le parole"perfezione" e "miglioramento" e le assicuro che è molto.
Infine, rispetto profondamente il suo vissuto relativamente alle esperienze che ha avuto, e le auguro di trovare il terapeuta che le permetta di lenire le sue componenti ansiogene e che la aiuti a ritrovare la serenità.
Rimango a disposizione per approfondimenti.
Cordiali saluti,
Dott. ssa Sandra Petralli
Psicologa Psicoterapeuta
ad indirizzo Umanista Bioenergeta
Buongiorno. come in tutte le professioni, ci sono i bravi e i meno bravi. questo riguarda non solo gli psicologi, ma anche medici, avvocati, ingegneri. Purtroppo la professione dello psicologo non è ben definita come quella del medico, almeno nella testa della gente. c'è da trovare "quello bravo", cioè quello a cui ci si può affidare, che ci "merita". non è facile. credo che l'opinione degli amici che già li frequentano, sia la più importante, certamente meglio di libri pubblicati o titoli altisonanti. Anche io, prima di diventare psicoterapeuta, ne ho avuto bisogno, e non ho trovato quello che cercavo subito. per me la Vita è una continua ricerca di noi stessi e di chi ci può aiutare ad esprimerci meglio. Buona Ricerca. Enrico Piccinini
Purtroppo tutto ciò che riguarda il mondo "psi" è molto più complicato di quanto si possa pensare; a questa difficoltà se ne aggiungono distorsioni e criticità molto rilevanti che fanno si che lo "stato dell'arte" sia ancora ad un livello molto poco soddisfacente: un uso smodato e dannosissimo di psicofarmaci, una visione dell'essere umano non globale ma nettamente scissa in psiche e soma, il pregiudizio di taluni che le sofferenze dell'anima siano qualcosa di secondario o addirittura "immaginario, la mancanza di seri programmi che attuino un'attività preventiva e salutogenetica nelle comunità intermedie (famiglia, scuola, lavoro, tempo libero; case circondariali etc), una preparazione che non punta soprattutto sul quel saper essere da cui scaturisce l'empatia etc (potrei aggiungere molte altre criticità). Nonostante nella mia vita professionale mi sia capitato di incontrare e venire a sapere di situazioni gravissime, ciò non toglie che ci sono anche professionisti molto in gamba e ben preparati umanamente.

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