Salve, sono una ragazza di 18 anni. Da quasi 3 anni a questa parte alterno normali fasi dell’umore a

22 risposte
Salve, sono una ragazza di 18 anni. Da quasi 3 anni a questa parte alterno normali fasi dell’umore a fasi di tristezza che mi hanno portata a tentare il suicidio più di una volta. Sono stata in cura da alcuni psicologi, ma ho sempre deciso di abbandonare la terapia, sostenendo che lo psicologo scelto non fosse adatto a me. In questo ultimo periodo le cose sembrano andare bene, ma avverto tuttavia la mia solita tristezza immotivata. Consultandomi con mia madre, lei afferma che io non abbia ormai più bisogno di uno psicologo. Io vorrei comunque provare a risolvere una volta per tutte questa tristezza, insieme ad altri sintomi che compaiono a volte come la derealizzazione. È meglio per me continuare la terapia? E se sì meglio con uno psicologo o uno psichiatra? Quali devono essere le mie aspettative nei loro confronti? Ho sempre pensato che mi avrebbero dato una diagnosi e una conseguente cura, non farmacologica quanto più di terapia attraverso il dialogo. Grazie in anticipo.
Carissima, è stata corretta la scelta di abbandonare la terapia se, in quel momento, non ti sentivi in linea con il professionista così come è una buona risorsa, oggi, riconoscere la volontà e possibilità di riprendere un percorso psicologico.
Personalmente credo che affidarti ad uno Psicologo possa essere sufficiente all'inizio poiché sarà lo stesso eventualmente a decidere di contattare uno Psichiatra per abbinare anche un trattamento farmacologico. Comprendo la volontà di ricevere una diagnosi per poter dare un nome concreto a quanto vivi quotidianamente ma anche attraverso il dialogo, e quindi il percorso psicologico, avrai modo di concretizzare e spiegare il tuo stato d'animo indipendentemente dall'etichetta diagnostica. Rimango a tua disposizione. Un abbraccio

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Buongiorno gentile utente mi sembra che la sua tristezza le sta comunicando qualcosa rispetto ad un malessere profondo che si porta dietro da anni. Talvolta può essere difficile attraversare alcuni momenti e passaggi durante un percorso di terapia e questo può portare ad abbandonare la terapia, oppure talvolta si abbandona perché non si è creata una buona relazione con il terapeuta. Penso sia comunque importante che valuti la possibilità di riprendere un percorso psicologico per capire i motivi profondi di questa sua tristezza. Iniziare una terapia con delle aspettative non la pone in un atteggiamento positivo per iniziare un percorso. Le direi invece di valutare dai primi incontri la qualità della relazione con il terapeuta e quanto si sente capita rispetto al suo problema. Generalmente dopo tre colloqui iniziali viene data una restituzione diagnostica per poi intraprendere un percorso di psicoterapia. Se lo ritiene opportuno sono disponibile per una consultazione online gratuita. Cordiali Saluti
Buonasera. Forse un percorso di terapja familiare, se mai provata, potrebbe essere d'aiuto. Se nn capisco male lei vive in casa con la sua famiglia e quindi il suo malessere è condiviso. Un buon centro di terapia familiare potrebbe essere intanto un passaggio per una presa in carico. Se poi abbinare una terapia farmacologica se ne discuterà sempre anche con il terapeuta di riferimento
Gentilissima
dalla descrizione che fai colgo una buona consapevolezza dei tuoi vissuti ed anche una buona motivazione nel voler risolvere le problematiche di cui parli. Non so su che base tua madre sostenga che tu non abbia bisogno di un aiuto psicologico. Sarebbe interessante esplorare le motivazioni per cui hai abbandonato le precedenti terapie; è sempre bene valutare se ci si sente ben accolti e a proprio agio in una nuova relazione terapeutica e magari decidere di cercare un altro terapeuta. Tuttavia va anche considerato che il lavoro terapeutico, portando al contatto con aspetti delicati della propria esperienza, può risultare a volte, troppo doloroso al punto da lasciare la terapia. Ti suggerisco di rivolgerti ad uno psicoterapeuta, se possibile specializzato in EMDR; il terapeuta valuterà se sarà necessario che ti rivolga anche ad uno psichiatra per un supporto farmacologico. Sarà importante esplorare, dare un senso alla tua tristezza ed elaborarla. Ovviamente in questo periodo troverai tanti professionisti disponibili per lavorare online.
Cordiali saluti.
Buonasera, trovo assolutamente legittimo e anche ammirevole che lei desideri "liberarsi" della tristezza una volta e per tutte. Ritengo anche normale il suo desiderio di ricevere una diagnosi per fare chiarezza ma sopratutto di ricevere un aiuto per superare il problema. Resto a disposizione se desidera parlarne in modo approfondito.
Dott.ssa Virginia Salemi
Cara utente,da quello che scrive mi sembra di capire che la difficoltà più grande sia non solo la sua tristezza "immotivata" ma anche quella di affidarsi ad un rapporto terapeutico che le consenta di affrontarla. La sua è un'età molto delicata in cui è frequente attraversare momenti di forte turbamento e dal grado di sofferenza che lei descrive mi sento di suggerirle di continuare una terapia che le permetta di comprendere cosa accade dentro di sè. Nel momento in cui riuscirà con continuità a portare avanti un percorso, credo che possa aspettarsi di poter attivare tutte le sue risorse e di riuscire a trovare le parole per raccontare quello che ora vive come un'intermittenza di stati d'animo fuori dal suo controllo. Ci vuole del tempo ma può stare meglio,ha tutta la vita davanti ed è bene che possa darsi questa possibilità. Per quanto importante il parere di sua madre,solo lei sa quanto il suo malessere le impedisce di procedere nella sua quotidianità e nei suoi rapporti.Non abbia paura, si prenda cura di sè.
Un caro saluto
Dott.ssa Serena Canetri
Buongiorno cara, grazie per aver scritto. Ritengo sia importante indagare le ragioni di questa tristezza immotivata permane. Sarebbe il caso di riprendere una terapia, con uno psicologo che sia anche psicoterapeuta, in modo tale da intraprendere un percorso terapeutico basato sul dialogo.
Per qualsiasi cosa rimango a disposizione. Intanto in bocca al lupo
Salve,
interrompere una terapia non è mai una scelta giusta se non si sono raggiunti dei risultati, quindi io credo che dovrebbe riprendere una terapia, visto il suo malessere di fondo, con uno psicoterapeuta e poi sarà il collega stesso a valutare se sia il caso di integrare la terapia fondata sulla parola, con una terapia di tipo farmacologico, previa consulenza da uno psichiatra.
Saluti.
Gentile Utente, visto il malessere che ha riportato e che dura oramai da alcuni anni, penso sia importante rivolgersi ad uno Psicologo Psicoterapeuta con il quale approfondire e comprendere quanto le sta accadendo. Sarà cura del professionista decidere se associare ad un percorso terapeutico anche un trattamento farmacologico, e dunque un invio ad uno Psichiatra. Tutto questo al di là dell'etichetta diagnostica: avere una diagnosi, dare un nome al suo malessere, per quanto importante, non direbbe nulla su chi è lei, sulla sua vita, suoi suoi progetti futuri, sul suo modo di stare male. L'etichetta non permette di comprendere realmente la persona e la sua sofferenza, ma individua solo degli invarianti che sono propri di tutti e di nessuno. Sarebbe inoltre fondamentale capire cosa è accaduto nei suoi percorsi terapeutici precedenti e cosa l'hanno portata ad abbandonarli. Le consiglio pertanto di concentrarsi sulla ricerca dello specialista e del percorso più adatto a lei (esistono diversi approcci terapeutici e dunque diversi modi di fare psicoterapia). Un caro saluto, Ilaria Sartori
Buonasera,
vista la sua giovane età vale certamente la pena di provare a sciogliere la sua tristezza. Uno psicoterapeuta la potrà aiutare a capirne i motivi, a valutare meglio i motivi degli abbandoni delle precedenti terapie. I motivi di abbandono di una terapia possono essere diversi: il mancato raggiungimento degli obiettivi, la mancanza di alleanza terapeutica e la paura di affrontare alcuni argomenti più profondi e dolorosi. E' sempre molto importante valutare e tener conto di questi motivi insieme al nuovo terapeuta.
Tutti siamo in evoluzione, ma chiaramente l'adolescenza è una fase di forte cambiamento che a volte può creare confusione, tristezza e umore altalenante. L'aiuto di uno psicoterapeuta potrà essere utile anche per accompagnarla in questa fase oltre che per risolvere i motivi di una tristezza antica magari non ancora elaborata. Rispetto alla diagnosi, a prescindere dall'etichetta, una consulenza psicologica potrà farle capire qual'è la natura del suo problema e le indicherà il modo migliore per affrontarlo.
Un caro saluto,
Fabiana Fratello
Buongiorno da quello che esprime potrebbe essere utile iniziare una terapia farmacologica con uno psichiatra che la aiuterebbe a ridurre i sintomi, per poi affiancare un percorso psicologico che le permetterà di capire quali possono essere le radici del suo malessere. Buona giornata
Buongiorno, dalle sue parole si percepisce tutto il dolore che si porta dietro, nonostante la giovane età.
La tristezza può andare di pari passo con la rabbia e l'aggressività.
Capisco che ricevere una diagnosi può essere illuminante e può darle un certo grado di sollievo, ma come altri colleghi le hanno scritto, sicuramente la diagnosi non è un punto di arrivo, ma solo un punto di partenza.
Per quella che è la mia esperienza, ritengo che sia utile pensare a un approccio che integri l'intervento psicologico e quello psichiatrico/farmacologico e non l'uno o l'altro.
I farmaci possono rappresentare un valido aiuto nel contenere i sintomi più disturbanti, per facilitare il lavoro psicologico.
Rispetto alla sua domanda su cosa aspettarsi dalla terapia, non c'è una risposta univoca perchè il percorso si costruisce insieme strada facendo, ma sicuramente le prime cose che troverà sono empatia, non giudizio e uno spazio sicuro e protetto al quale affidare le sue sofferenze e paure.
Le auguro di trovare il professionista giusto per lei.
Buona giornata.
Buon giorno. Grazie per aver condiviso le sue sensazioni e i suoi vissuti. Le alterazioni e le oscillazioni dell'umore possono non essere necessariamente indice di psicopatologia ma sicuramente è importante conoscersi e capire quali fattori interni ed esterni possano indurre queste oscillazioni. Credo possa essere molto utile riprovare con una psicoterapia, magari di orientamento cognitivo, io ad esempio somministro dei test per aver un quadro più chiaro dal punto di vista della personalità. Per quanto riguarda lo psichiatra le consiglierei prima di fare qualche colloquio con uno psicologo, con il quale potrete decidere insieme se richiedere un consulto psichiatrico.
Le auguro buona salute e spero che le nostre risposte la aiutino a vedere più chiaramente in questa nebbia di sofferenza.
Saluti, dott.ssa Giulia Mattalia
Buonasera, dalla sintomatologia riportata e dalle seppur brevi informazioni, dettate dallo strumento utilizzato, lei ha descritto chiaramente ed efficacemente le principali caratteristiche che corrisponderebbero a dei tratti di personalità di tipo Borderline. L’intervento terapeutico attraverso un approccio ad orientamento sistemico-relazionale o psico dinamico possono essere di elevata efficacia, cercando tuttavia comunque il professionista specializzato su questa tematica. Nelle fasi acute sarebbe possibile un integrazione momentanea con una terapia farmacologica, tuttavia, questo fattore lo farei valutare definitivamente dal collega che sceglierà per il percorso terapeutico pocanzi accennato. chiaramente il l tutto deve essere acconsentito è accordato in primis da lei. Il lavoro sulla regolazione emotiva e gli aspetti più difficili delle relazioni e della affettività dovrebbero a mio parere essere al centro del percorso da intraprendere per se stessa.
Le porgo cordiali saluti
dott. Daniele D’Erasmo
Psicologo-Psicoterapueta in formazione CBT
Terapeuta esperto EMDR
Gentile utente, da quello che scrive si percepisce il bisogno che ha di emergere e tirar fuori tutto ciò che possa renderla felice, abbandonando tutte quelle forme di tristezza che la stanno travolgendo. Sarebbe il caso di parlarne con sua madre e dirle chiaramente tutto quello che la fa star male, in modo da decidere insieme la strada giusta da intraprendere. Inizialmente può affidarsi ad uno psicologo proiettandosi verso una terapia incentrata sul dialogo. L'importante è che si concentri su se stessa, sul suo benessere psichico e fisico. Non abbia paura. Resto a disposizione per qualsiasi cosa.
Cordiali saluti. Dott.ssa Anna Vicidomini
Buongiorno cara utente, grazie per averci posto il suo quesito, sarebbe più opportuno nel suo caso riuscire a intraprendere un percorso di terapia che veda il lavoro dello psichiatra e dello psicologo connessi. Da quanto scrive potrebbe essere l'approccio più completo e supportivo. Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento. Un caro saluto, Dottoressa Monica Pesenti
Gentile utente, lei sostiene che queste emozioni e sentimenti di tristezza durano da 3 anni, e in passato sono state accompagnate da tentativi di farsi del male. La consiglierei di iniziare un percorso psicoterapico con un collega psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Ci sono colleghi psicoterapeuti psichiatri di orientamento cognitivo comportamentale che possono occuparsi anche dei farmaci qualora dovessero servire. Rimango a sua disposizione in caso le dovessero servire consultazioni online. Cordialmente.
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Buonasera, dato la descrizione delle tue sintomatiche mi sento di consigliarti di continuare la psicoterapia e proprio per i sintomi e la storia che riporti mi sento di indirizzarti verso un trattamento Cognitivo - Comportamentale.
Questo approccio infatti ha riscosso molto successo sia in problematiche relative ai disturbi dell'umore che legate ad atti impulsivi. Ovviamente la terapia è un percorso, non per forza a lungo termine ma, ha sicuramente bisogno di costanza per rilevare dei benefici obiettivi e misurabili. Resto a tua disposizione nell'eventualità avessi altre domande magari legate allo specifico approccio che ti ho consigliato.
un saluto
Dott.ssa Martina Alocci
Buongiorno, consultare entrambi i professionisti mi sembra che nel suo caso sia la scelta più adeguata. Le suggerisco di rivolgersi a professionisti che fanno parte della stessa équipe, in modo che l’intervento possa effettivamente integrato. In genere l’approccio farmacologico è più utile nella fase acuta, la relazione con lo psicologo, con il tempo, potrà invece consentirle di diventare più consapevole dei pensieri e delle emozioni che sono alla base delle sue reazioni e del suo modo di interagire con gli altri. Un caro saluto. MC Boria
Salve, potrebbe parlare sia con lo psichiatra che con il terapeuta per vedere con chi potrebbe trovarsi meglio.
Mi dispiace che siano passati già tre anni e ancora non abbia trovato una soluzione ai suoi problemi; rimango a sua disposizione.
Vedrà che le cose andranno meglio.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve,
in alcuni casi la soluzione migliore è affiancare a una terapia farmacologica, la psicoterapia.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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