Salve sono Elena,mamma di un bambino di 7 anni. Ieri mentre eravamo a farci una passeggiata si è fa

21 risposte
Salve sono Elena,mamma di un bambino di 7 anni.
Ieri mentre eravamo a farci una passeggiata si è fatto la cacca addosso ma non mi ha detto niente;l'ho scoperto per la puzza che in un primo momento mi ha fatto pensare di aver pestato qualcosa ma invece no.Allora gli ho chiesto perché non mi ha detto che doveva fare la cacca ma non mi ha dato nessuna risposta.Poi siccome non potevo lasciarlo pieno di cacca,visto anche che ne aveva fatta un bel po'(cosa che si vedeva dai pantaloni gonfiati) , fino a casa l'ho portato in un bagno pubblico e l'ho pulito con dei fazzolettini e delle salviette umidificate che avevo in borsa è tutto è finito li
Ora vorrei sapere perché si comporta così,visto anche che non è la prima volta che succede e poi soprattutto mi preoccupa il fatto che non ne fa un po’ perché magari gli scappa ma la lascia andare tutta e poi non mi dice niente(rimane pieno di cacca fino a quando non me ne accorgo io) , invece a casa va tranquillamente e normalmente in bagno da solo,salvo chiamarmi a volte per essere pulito se ha problemi a farlo da solo
Cara Elena, comprendo la sua preoccupazione. Sicuramente con i pochi elementi a disposizione sarebbe poco professionale dirle perché si comporta così, bisognerebbe avere un quadro della vita di suo figlio. Le consiglio di approfondire questa situazione in un primo colloquio con uno psicoterapeuta, che potrà sostenerla nella gestione.
Se avesse bisogno di ulteriori richieste, dubbi o domande non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Federica Leonardi

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Gentile Elena,
potremmo fare solo ipotesi a giustificare il comportamento di suo figlio, ma non essendo verificabili le aggiungerebbero poco o niente alla comprensione del problema. Innanzitutto cercherei di prestare attenzione alla frequenza di questa dinamica che ha descritto; vale a dire capire se sono "errori" nella strada verso la piena autonomia nella gestione del controllo sfinterico che vanno col tempo riducendosi, o se siamo di fronte ad una difficoltà conclamata che andrebbe approfondita con l'aiuto di un terapeuta. A 7 anni le autonomie sono tipicamente raggiunte dai bambini, e se ciò non avviene è spesso possibile pensare ad un problema di natura emotiva che va gestito. Un caro saluto
Gent. sig.ra, avendo scarsi elementi su suo figlio, posso solo azzardare un'ipotesi che andrebbe verificata con l'aiuto di un professionista della psiche infantile, cioè che dietro questo comportamento vi sia un problema emotivo da approfondire.
Cordiali saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile Elena, credo che la situazione andrebbe approfondita durante un primo colloquio con uno Psicoterapeuta. Solo così, avendo raccolto tutti gli elementi necessari e avendo una più chiara comprensione del problema, sarà possibile ricevere indicazioni e sostegno nella gestione di questo problema che ha portato alla luce. Un caro saluto, Ilaria Sartori
Buonasera signora, sarebbe importante ottenere maggiori informazioni rispetto a ciò che ci ha riportato, ad esempio da quanto tempo accade, quante volte. Come detto anche dai colleghi, in prima analisi verrebbe da ipotizzare un problema emotivo, ma certamente si dovrebbero approfondire diverse dinamiche prima di tutto con voi genitori.
Le consiglio di contattare uno psicologo per esporre la situazione in maniera approfondita.
Resto a disposizione per qualunque necessità o domande.
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Buonasera signora da come lo descrive l’ipotesi più plausibile è quella di un disagio emotivo che suo figlio potrebbe esprimere quando è fuori casa.
Sicuramente sarebbe utile parlarne prima con la pediatra per escludere qualsiasi componente fisiologica per poi eventualmente rivolgersi ad
una psicoterapeuta.che l’aiuterebbe a comprendere i significati emotivi del comportamento di suo figlio.
Un caro saluto dott.ssa Anna Tomaciello
Buonasera, come scrivono i miei colleghi nelle risposte precedenti, ci scrive poche notizie sui comportamenti del bambino negli anni precedenti. I suoi comportamenti, sia con voi in famiglia, a scuola e soprattutto ciò che è avvenuto nel passato nelle varie fasi evolutive, a che età è stato svezzato e quando gli è stato levato il pannolino ed a che età è diventato autonomo nell'evacuazione. Non ci parla che tipo di rapporto il bambino ha con lei, da ciò che lei scrive si nota che il bimbo si comporta così solo quando è fuori casa ed è a spasso con lei. Bisognerebbe analizzare che cosa il bambino gli sta comunicando con il suo comportamento. Si consulti con una psicoterapeuta dell'età infantile e spieghi dettagliatamente tutte le fasi del bambino, per poter capire xchè questo comportamento solo quando è spasso con lei e come può essere interpretato tale comportamento, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile Sig.ra,
Capisco la sua preoccupazione per suo figlio. Da quello che descrive, non fa una richiesta o una domanda esplicita.
Per poterle dare delle indicazioni più specifiche, come hanno scritto i colleghi in precedenza, servono maggiori informazioni, sia riguardo il momento presente, sia riguardo la storia familiare e personale di suo figlio. Provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta, il quale dopo un’attenta valutazione la indirizzerà verso il percorso più adeguato da intraprendere.
I miei saluti. Dr.ssa Marta Fuscà
Gentile Sig.ra Elena,
è comprensibile la sua preoccupazione. Dalla situazione che descrive, mi verrebbe da ipotizzare che possa trattarsi di encopresi secondaria ossia un'emissione volontaria o involontaria di feci quando il bambino ha già raggiunto il controllo sfinterico. Ovviamente è solo un'ipotesi, per comprendere meglio la situazione, le cause e gli interventi possibili è necessario raccogliere maggiori informazioni sulla storia di sviluppo di suo figlio, sulla storia familiare ma anche sul contesto sociale e quotidiano nel quale il bambino è inserito. Le consiglio di rivolgersi sia al pediatra che ad uno psicologo, con il quale può approfondire la situazione e comprendere come affrontarla al meglio. In assenza di cause mediche, è possibile che il comportamento di suo figlio sia espressione di difficoltà nella gestione e regolazione emotiva, o più semplicemente espressione di una difficoltà che sta vivendo e che prende forma nel comportamento da lei descritto. Perciò risulta importante indagare quale difficoltà tale comportamento sta comunicando con l'aiuto di un professionista (psicologo) in stretta collaborazione con la famiglia. Rimango a disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Andrea Carta
Ciao, capisco la preoccupazione al riguardo e con le poche informazioni non é facile fare ipotesi sulle motivazioni del comportamento del bambino. Ti consiglio, quindi, di parlare con uno specialista a cui fornire tutte le informazioni e poter essere così supportata e tranquillizzata.
Ti auguro il meglio
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Buongiorno Elena, la sua preoccupazione emerge chiaramente dalle sue parole. Riguardo al perchè il suo bambino si comporti così, è qualcosa che potrebbe affrontare e approfondire rivolgendosi ad uno/una psicologo/a che potrà supportarla in questo percorso. Un saluto caro. Dott.ssa Sara Strufaldi
Buongiorno Signora! L'accaduto è giustamente da lei notato come qualcosa di insolito. Ci sarà sicuramente una spiegazione al comportamento di suo figlio ma la motivazione sottostante può essere compresa solo vedendo il bambino, conoscendo la sua preistoria e storia attuale. Le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per valutare la situazione, il bimbo è piccolo e alcuni temi è meglio affrontarli in tempo onde evitare complicazioni future.
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara signora, il disturbo che riferisce parrebbe cadere sotto il nome di encopresi.
Per poter far diagnosi di encopresi, il bambino deve avere, come nel suo caso, almeno 4 anni e devono essere stati fatti tutti gli accertamenti possibili per escludere una possibile patologia di natura organica o fisiologica. Motivo per cui è buona cosa parlarne in prima battuta con il pediatra e, successivamente, con uno psicologo psicoterapeuta infantile.
In assenza di cause mediche, è possibile che il comportamento di suo figlio sia espressione di difficoltà nella gestione e regolazione emotiva, o più semplicemente espressione di una difficoltà che sta vivendo e che prende forma nel comportamento da lei descritto.

In sintesi, i fattori che intervengono nella genesi del problema, possono essere:
- organici: costipazione cronica, megacolon, malattie gastrointestinali:
- cognitivi: disturbi dell’apprendimento, deficit cognitivi;
- psicologici: alterati rapporti familiari ed in particolare atteggiamenti iperprotettivi, aspettative e/o richieste eccessive da parte dei genitori, ansia, esperienze di abuso passate e presenti. L’encopresi può segnalare uno stato di disagio del bambino che utilizza il corpo per esprimere lo stato di ansia e aggressività percepita nel doversi adeguare alle richieste dei genitori o può assumere un significato francamente oppositivo con il rifiuto da parte del bambino di aderire al modello educativo proposto dai genitori.

Tuttavia si tratta di disturbi che vanno affrontati con serenità e pazienza oltre all'aiuto fondamentale di un professionista per superare il disagio e capire le difficoltà che sottostanno al sintomo, senza colpevolizzare il bambino e senza sentirsi inadeguati.
Buongiorno, la situazione non è facile da gestire, suo figlio sta manifestando un disagio con tali comportamenti. Le consiglio di iniziare un percorso di sostegno presso uno psicologo per essere aiutato a gestire al meglio questa situazione. Essere genitori è il mestiere più difficile.... Farsi sostenere da psicologi aiuta molto.. Le auguro buona giornata dott. Ssa Annalisa Allocca
Cara signora, spero che attualmente la situazione da lei presentata si sia risolta. In caso contrario e se si è già rivolta al suo pediatra di fiducia escludendo possibili complicanze mediche, allora la invito a consultare uno psicologo clinico per poter valutare la sua richiesta con maggior tempo e informazioni più specifiche al caso.
Le auguro buona giornata
Buongiorno cara utente, grazie mille per aver posto il suo quesito, quello che descrive è sicuramente un segnale che è bene cogliere e trattare il prima possibile data l'età di suo figlio.
Le consiglio di consultare prima il pediatra e poi concordare in un secondo momento dei colloqui con uno specialista psicologo/a dell'età evolutiva.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dottoressa Monica Pesenti
Gentile utente l'encopresi è un disagio piuttosto frequente tra i bambini e i fattori attraverso cui si esplicita il problema sono vari come psicologici, cognitivi e organici. Verosimilmente è da parte del bambino la segnalazione di un disagio emotivo che slatentizza atttraverso una sintomatologia precisa. Le suggerisco di escludere le possibili cause organiche per poi poter intervenire con un approccio psicologico familiare. Cordiali saluti
Buongiorno Sig.ra,
comprendo la preoccupazione. E' difficile dire il motivo di tale comportamento bisognerebbe approfondire meglio la personalità del suo bambino altri aspetti della sua crescita...e se ina ltri aspetti dellos viluppo (socialità , apprendimenti, autonomie ecc..) è in linea con il suo sviluppo oppure ci sono fragilità. Di solito questi sono comportamenti regressivi che hanno una funzionalità relazionale in cui l'altro continua a prendersi cura di lui....ma occorrerebbe indagare meglio il perchè abbia tali bisogni a questa età. E' necessario un professionista specializzato nello sviluppo dei bambini.
resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Dott.ssa Isabella Uguccioni
Buonasera, le suggerisco di parlarne con uno psicoterapeuta insieme a suo marito poiché molto spesso è un problema che coinvolge tutto il sistema familiare e non solo il figlio. Cari auguri
Salve,
ci sono troppo pochi elementi.
Comunque richiederei un consulto con un esperto.
Un caro saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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