Salve dottori sn 3 giorni che sto davvero male con malessere nello sterno testa spenta e somatizzazz

21 risposte
Salve dottori sn 3 giorni che sto davvero male con malessere nello sterno testa spenta e somatizzazzioni rimiginio continuo.. Faccio la terapia con paroxetina da 40 e depakin da 300

Mi e successo che sono andato a chiedere lavoro x qualcosa che so fare e mi riesce ero entusiasto dopo un po' mi sn sentito questo pensiero intrusivo che mi sta dando malessere dubbi incertezze sul fatto che poteva non piacermi alla fine ecc cosa potrei fare sto male grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Per quanto riguarda i farmaci, si rivolga sempre al medico prescrivente per eventuali dubbi. Ritengo comunque fondamentale intraprendere un percorso psicologico al fine di indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL

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Gentile Utente,
sembra che nell'atto di cercare di seguire una spinta interna che sentiva, si sia attivato un aspetto dubitativo che le ha imbrigliato la mente, ma del quale non conosciamo esattamente il contenuto, se non genericamente incentrato sull'incertezza. I sintomi che sta avvertendo sono il probabile risultato della mente incagliata su questo tema di pensiero ripetitivo, che sta facendo da amplificatore di sintomi ed emozioni che andrebbero approfonditi in altro modo. Non so se ciò che racconta rappresenti una modalità tipica per lei di rapportarsi con la sua mente, ma l'impressione è che la stia portando a cortocircuitare. La mente non è un muscolo passivo come potremmo pensare, ed è importante autoistruirci ad indirizzarla con pazienza anche verso temi diversi e meno dolorosi. E' possibile che nel momento in cui leggerà queste righe si distragga e ciò porti sollievo, ed è esattamente lo stato interno che con gradualità deve provare a coltivare. Non perché il problema sia stato rimosso, ma perché lasciarci invadere da una preoccupazione non produce mai esiti incoraggianti. Un caro saluto
Buongiorno, l'ansia o la preoccupazione di fronte a degli eventi che per noi sono importanti, come ad esempio un colloquio di lavoro, è comune e, anzi, necessaria a motivarci a fare il meglio. Alcune volte, tuttavia, queste emozioni possono raggiungere livelli eccessivi ed essere vissute come intollerabili e inaccettabili. E' spesso in questa situazione che la nostra mente cerca con tutte le sue forze una spiegazione all'attivazione corporea e psicologica, ricercando una risposta ed entrando in quello che lei pare già identificare bene: il rimuginio. Nonostante passino per la nostra mente migliaia di pensieri automatici ogni giorno e la maggior parte di essi vengano automaticamente "scartati", siamo abituati a focalizzarci su alcuni di questi e, in particolare, su quelli che per noi sono attivanti.
Questi due meccanismi inducono da un lato il mantenimento del vissuto ansioso (dal rimuginio non si ottiene risposta ma solo altra ansia) e una sensazione di stanchezza, dall'altra ci inducono a temere tutte quelle situazioni che potrebbero scatenarcelo.
Le consiglierei di affiancare al trattamento farmacologico un percorso di tipo psicologico, per capire a quali pensieri siamo abituati rivolgere la nostra attenzione e come mai, per poi imparare tecniche specifiche per interrompere questo circolo vizioso.
dott. De Rosa Saccone
Gentile Utente, da ciò che riferisce probabilmente l'evento che racconta, nonostante possa sicuramente rappresentare un momento per lei importante, ha riattivato la sua ansia e di conseguenza il pensiero ossessivo. Potrebbe esserle utile oltre a confrontarsi con lo specialista che la segue dal punto vista farmacologico, anche valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica per poter lavorare sulle sue difficoltà, ottenendo una maggiore comprensione di se stesso ed acquisire nuove strategie di gestione dell'ansia.
Un cordiale saluto
Salve, rivolga questa domanda al proprio medico di fiducia il quale conosce bene la situazione.
Buona serata.
Dott. Fiori
Buonasera, sarebbe prezioso avere informazioni rispetto al contenuto del pensiero. Inoltre, sarebbe importante comprendere il legame che, da come scrive, sembra esserci tra l'evento ed il suo malessere. Contatti uno psicologo con cui possa comprendere tutto ciò. Un saluto
Salve, dalle poche indicazioni fornite, è difficile riuscire a comprendere la dinamica che sta alla base di questo tipo di funzionamento, poiché bisognerebbe indagare meglio i vissuti emotivi sottostanti e il legame tra l'evento in sé e l'attivazione del pensiero intrusivo.
Valuti la possibilità di contattare uno psicologo e faccia sempre riferimento al medico di base per eventuali dubbi o chiarimenti sulla terapia farmacologica.
Un caro saluto.
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi a un collega per indagare più a fondo i contenuti e i sentimenti legati a questi pensieri "intrusivi". Potrebbe essere utile, inoltre, ridiscutere la terapia farmacologica con lo specialista psichiatra di rifreimento. Un caro saluto. DC
Salve, se scrive di un supporto farmacologico credo significhi che è già seguito per lo meno da un medico prescrivente che la conosce. Ritengo sia importante rivolgere a lui questo quesito, probabile che questo pensiero instrusivo che lei descrive sia sintomo di un quadro più complesso del quale è probabilmente a conoscenza il suo medico. Si consulti dunque con lui. Sarebbe il caso infatti di occuparsi del quadro clinico nella sua totalità. Se poi ritiene che il supporto farmacologico non sia sufficiente a sciogliere i nodi che la angosciano si rivolga ad uno psicoterapeuta. Consiglio sempre per una scelta consapevole di informarsi e documentarsi a riguardo e di discuterne casomai con il suo medico. Saluti Marina Montuori
Salve, da quello che leggo per il lavoro era entusiasta ed è anche consapevole sul fatto che ne sia capace... Ciò che poi l'ha fatta stare male sono i dubbi e i pensieri intrusivi al riguardo. Potrebbe essere un Doc, ovvero un Disturbo Ossessivo Compulsivo. È molto invasivo ed invalidante. È necessaria una Psicoterapia cognitivo comportamentale, non solo la terapia farmacologica. In bocca al lupo.
Gentile utente, per quanto riguarda la terapia farmacologica ne deve parlare col medico prescrivente. Le consiglio di effettuare una visita psicoterapeutica per approfondire questo senso di inadeguatezza, assieme ad ansia e somatizzazioni. Mi sembra di percepire anche paura e confusione nel suo scritto: non attenda oltre e vedrà che riuscirà a stare meglio!
Saluti
Buongiorno. La situazione che descrive sembra essere davvero difficile per lei, mi dispiace stia attraversando queste difficoltà. Detto ciò, con così pochi elementi è difficile poterle dare delle indicazioni precise su come fare a stare meglio; le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per iniziare un percorso focalizzato su questi pensieri intrusivi e sul malessere generale che sente. La inviterei a non aspettare molto, in modo da poter stare meglio prima possibile.
Un caro augurio.
salve, mi dispiace leggere della sua sofferenza. probabilmente questo evento, co il cambiamento conseguente le starà portando molta ansia e questo rimuginio continuo la starà molto infastidendo.
ho visto dalla sua richiesta che è seguito farmacologicamente, perchè non si fa consigliare uno psicoterapeuta?
io le consiglierei uno psicolo esperto di tecniche ACT, che aiutano a prendere le distanze da alcuni pensieri intrusivi.
probabilmente ci sono alcuni temi della sua vita che devono ancora emergere ed essere affrontati e bisogni a cui deve dare voce.
un saluto ed un in bocca al lupo
Gent.mo utente, per quanto riguarda la terapia farmacologica chieda allo psichiatra che l'ha prescritta, sicuramente sarà lo specialista più accreditato per risponderle correttamente. Sarebbe opportuno, considerando il disagio che descrive, chiedere un incontro con uno specialista in psicoterapia. Cordialmente.
Salve,
si rivolga al medico di base per quanto riguarda la parte medica.
Un saluto,
MMM
Buongiorno, mi spiace che non si senta bene. Sicuramente per i sintomi corporei le consiglio di rivolgersi al suo medico di base. Deduco che la terapia le sia stata prescritta da uno psichiatra, per quella può valutare insieme a lui se è ancora adeguata. Per quanto riguarda il malessere psicologico può chiedere aiuto ad uno psicologo pubblico o concordare un supporto privato personalizzato, anche calibrato in base alle sue disponibilità economiche. Sono disponibile ad approfondimenti. Intanto le auguro una buona giornata
Buongiorno,
dalle sue parole mi arriva la sua confusione e la sua preoccupazione e mi dispiace molto per queste emozioni così pesanti da gestire che sta provando.
Il mio consiglio è quello di parlarne con lo psichiatra che la segue per la terapia farmacologica: gli racconti tutto, in modo tale che lui possa indirizzarla, se lo ritiene opportuno, ad uno psicologo. Così oltre ai farmaci, che hanno la loro funzione, potrà contare anche su un percorso psicologico, che le servirà per poter parlare in sicurezza e accoglienza di qualsiasi preoccupazione o difficoltà.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Gentile utente,

da quello che scrive si avverte la confusione e il malessere che sta vivendo. La cosa migliore da fare è contattare lo psichiatra che le ha prescritto i farmaci, e farsi indirizzare verso uno psicoterapeuta. Sembra davvero che abbia bisogno, oltre che del supporto farmacologico, di poter elaborare quello che vive, dargli un senso, ritrovare il suo equilibrio e la sua energia.

con i migliori auguri
dr. Ventura
Gentile utente, dalle sue parole traspare la difficoltà del momento che sta vivendo. Rispetto alla terapia farmacologica è importante rivolgersi a chi l’ha prescritto, ma penso che intraprendere un percorso con un terapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale potrebbe essere di grande aiuto se i dubbi e il rimuginio sono esperienze frequenti nella sua vita. Un saluto, dott.ssa Beatrice Aisa
Gentile utente di mio Dottore,
per quanto attiene al piano farmacologico, posso dirle che deve dare tempo ai farmaci di agire e può comunque rivolgersi al suo medico per qualsiasi dubbio e difficoltà in merito.
Sarebbe utile inoltre, associare alla terapia e supporto farmacologico un sostegno di tipo psicologico in modo da elaborare i suoi vissuti e stati interni.
Si tratta di un lavoro sicuramente più complesso ma utile e funzionale nel suo caso.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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