Può un terapeuta andare in terapia? Voi ci siete mai stati? Ritenete sia utile per cercare di capi

24 risposte
Può un terapeuta andare in terapia?
Voi ci siete mai stati?
Ritenete sia utile per cercare di capire meglio chi sta seduto dalla parte opposta della scrivania?
Cosa avete imparato da una psicoterapia fatta su voi stessi rispetto a ciò che si studia all'università?
Buongiorno, grazie per questa domanda sottovalutata ma molto importante. Credo fermamente che ogni psicoterapeuta dovrebbe fare un percorso di psicoterapia prima di iniziare a lavorare in questo ruolo. Personalmente, durante la scuola di specializzazione, ho fatto quattro anni di analisi personale, questa mi ha dato strumenti che non avrei potuto acquisire in nessun altro modo e che nella quotidianità del mio lavoro ritrovo preziosi e utili. Mettersi nei panni dell'altro è fondamentale nella vita e lo è ancora di più nel nostro lavoro. L'università e la scuola di specializzazione ci danno la formazione teorica, fondamentale, ma che da sola non ci porterebbe lontano....
Dott.ssa Federica Leonardi

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Gentile Utente, pone una domanda che spesso rimane senza risposta anche tra gli stessi terapeuti. E' essenziale che uno psicologo affronti un percorso di analisi personale, per due motivi. In primis perché quando si siede su quella poltroncina porta anche la sua storia personale, che può e deve guidarlo nella comprensione del paziente, ma non sovrapporsi o colludere. Seconda poi, perché è importante scoprire come si sta nella posizione di chi deve cercare un cambiamento. E si impara quanto è difficile, ma possibile. Personalmente seguo una terapia che dura da cinque anni e che ne durerà tanti altri ancora, perché conoscersi davvero è un percorso che richiede costanza e pazienza. E perché anni di studio spesso vacillano di fronte all'esperienza diretta. Un caro saluto
Buongiorno,
ogni psicoterapeuta, durante la propria formazione, deve effettuare un certo numero di ore di "supervisione individuale" (o terapia personale, ogni orientamento teorico ha i propri paletti, oltre a quelli fissati dalla legislazione nazionale in materia), nel quale riporta ad un terapeuta più esperto di lui le difficoltà emerse con i propri pazienti. Questo solitamente fa emergere anche i limiti e le difficoltà del terapeuta stesso, in modo che egli possa prenderne coscienza e notare quando, e se, dovessero intervenire durante una terapia con un paziente (solitamente diventando una complicazione in più alla buona riuscita del percorso)
Gentile utente, la sua domanda è molto interessante e richiede risposte complesse. Si tratta di un interrogativo che molti pazienti si pongono e a cui è corretto dare una risposta chiara. In primo luogo, sì, un terapeuta può andare a propria volta in psicoterapia. Alcune scuole di psicoterapia, tra cui quella in cui mi sono specializzata, richiedono obbligatoriamente ai propri specializzandi di svolgere una terapia individuale su di sé, per poter accedere al diploma. Si tratta principalmente, ma non unicamente, di istituti ad indirizzo psicodinamico. La psicoterapia svolta da un professionista su se stesso fornisce, a mio parere, un arricchimento professionale e umano impareggiabile. Si tratta di un'esperienza che, unita alle supervisioni sui casi clinici, costituisce un elemento centrale che completa la formazione teorica di uno psicoterapeuta. Cordialmente, Dott.ssa Salustri
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Buonasera, la ringrazio per l'interessante domanda. Molte scuole di psicoterapia, la mia compresa, prevedono durante i quattro anni di specializzazione una terapia didattica individuale per gli psicoterapeuti in formazione. In terapia lo specializzando, oltre ad affrontare temi per lui significativi o problematici, "prova" su se stesso il metodo psicoterapeutico, metodo (se così si piò definire) che poi lui stesso adopererà nella sua carriera. Cordiali saluti, Ilaria Sartori
Sì, è fondamentale una terapia individuale e la successiva supervisione. Il percorso per arrivare ad essere psicoterapeuti nn si conclude con l'Università, ma segue ad essa un Quadrienno di Specializzazione, teorico e pratico, con tirocinio di 600 ore, all'interno del quale si conduce un'analisi personale, a volte una terapia di gruppo e infine la supervisione sui primi casi. Comunque sui nostri profili è pubblicato l'iter e può consultare tutte le informazioni di cui necessita
Caro utente, dalla sua domanda probabilmente è un giovane collega. Non tutte le scuole di specializzazione in psicoterapia prescrivono obbligatoriamente la psicoterapia personale, ma la consigliano. Certo è, che non si può fare questo lavoro se non si è stati dall'altra parte. Anche perchè richiede un buon equilibrio di base che il paziente merita di trovare nel terapeuta. Siamo anche noi umani e abbiamo come tutti, piccole o grandi nodi da elaborare prima di passare dalla parte del terapeuta e anche quando lo diventiamo, continuiamo ad essere umani, quindi attraversati dagli stessi dolori di tutti. Certo, abbiamo più strumenti per fronteggiarli, ma anche noi abbiamo bisogno ogni tanto di concederci il nostro spazio terapeutico. Io, da parte mia, lo faccio con ciclicità. Ho il mio terapeuta di rifermento e quando ho bisogno lo contatto. E' un regalo che faccio a me e ai miei pazienti. Spero di essere stata utile.
Buongiorno,
per un terapeuta intraprendere un proprio percorso di psicoterapia non è solo utile ma fondamentale. Spesso, in molte scuole di psicoterapia, è un passaggio obbligato per chi vuole fare questo lavoro. E' importante per se stessi ma anche per gestire al meglio la relazione terapeutica con i pazienti in caso di risonanze etc. Ricordiamoci che il terapeuta usa se stesso, le proprie emozioni, conoscere, gestire e sciogliere i nodi che si porta dentro è importantissimo!
Cordiali saluti,
Dott.ssa Aiello.
Buona sera, si dibattito aperto, come le scrivono i miei colleghi.Personalmente ritengo sia importante che un terapeuta sia stato in terapia. Avendo più consapevolezza( in teoria) di se e delle proprie ferite e zone d'ombra evita di proiettarle sul paziente e sperabilmente questo aiuta a creare un campo più " pulito e neutro" che permette al paziente di proiettare i propri traumi, contenuti, zone d'ombra .... ecc e quindi , anche grazie alla relazione con il terapeuta, scoprire e conoscere parti di se ... Questo per sintetizzare in due righe un tema molto vasto e profondo, che dipende anche da che definizione si da di psicoterapia, psicoterapeuta, cura ecc . Non c'è accordo ... ogni modello di psicoterapia è diverso ( mi piace immaginarle come mappe diverse dello stesso territorio che è la psiche umana) ... E spesso i risultati di una psicoterapia dipendono più dalla qualità della relazione/alleanza paziente-psicoterapeuta che dal modello di psicoterapia che viene utilizzato. Certo alcune psicoterapie science -based( che scienza e ricerca hanno dimostrato dare buoni risultati) non richiedono una psicoterapia personale dello psicoterapeuta...
La teoria senza pratica è vuota cosi come la pratica senza teoria è cieca.
Buona sera. Mi sono formato sia in approcci che prevedono una terapia personale didattica sia in approcci che non lo prevedono.
Dalla mia esperienza ho appreso che entrambi sono validi. Semplicemente operano a livelli di coscienza diversi. È il bisogno del paziente - cliente a fare la differenza.
Caro utente, fare lo psicoterapeuta a mio giudizio impone l'analisi personale!
Siamo esseri umani e come tali anche noi abbiamo vissuto disagi, difficoltà relazionali, traumi e altro.
Aver elaborato questi vissuti, conoscere il più possibile se stessi, capire i propri limiti, le proprie difficoltà consente di mantenere la giusta distanza tra ciò che porta la persona da quello che appartiene al terapeuta. Il lavoro terapeutico è un lavoro di relazione dove le emozioni sono sempre presenti.
Personalmente ho fatto e continuo a fare analisi personale, perché oltre alle vicissitudini della vita può capitare che ciò che porta la persona "risuoni" in noi ed è bene affrontarlo per la tutela della relazione terapeutica.
Quello che si apprende da un'analisi personale non si può trovare nei libri che rimangono comunque necessari.
Essere stato un paziente è un'esperienza che arricchisce il terapeuta e favorisce tutto il lavoro terapeutico.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis

Andare in terapia vuole dire sedersi dall’altra parte della scrivania , ma devo dire che io come laureata in medicina, sono stata spesso una paziente ... e questo insegna a dare le informazioni al paziente oltre alla cura che è alla base della relazione
Salve, grazie per questa importante domanda, a volte sottovalutata. Penso che sia necessario e indispensabile che uno psicoterapeuta faccia un percorso psicoterapico, in quando è importante affrontare le proprie questioni al fine di rendere l'ascolto del terapeuta libero da influenze interiori. Se uno psicoterapeuta fa un buon percorso terapeutico impara a fare una distinzione tra le questioni del paziente e le proprie di questioni. Tra l'altro è importante seguire degli incontri di supervisione, che aiutano il terapeuta a raggiungere gli obiettivi prefissati con il paziente. Resto a sua disposizione. Saluti. Dottoressa Barbara Gizzi
Si può e si chiama analisi didattica. E' utile per venire a capo di eventuali zone d'ombra che potrebbero inquinare interferire nel nostro proporci come terapeuti. Inoltre, stare dall'altra parte può confermare a noi stessi l'utilità di determinate tecniche per agevolare l'esplorazione dell'inconscio dei nostri pazienti. Cordialmente.
Buonasera, credo che ogni buon terapeuta dovrebbe prima di tutto poter scoprire se stesso e affrontare i propri “abissi”. Essere una persona risolta, oltre che un grande beneficio individuale, può aiutare a sostenere l’altro senza specchiarsi nei suoi problemi ma potendosene prendere carico finché non potrà farlo da solo, senza vedere in lui i propri disagi. Un caro saluto, e grazie delle bella domanda Dott.ssa Elisa Galantini
Gentile utente, uno psicoterapeuta DEVE aver fatto un percorso di psicoterapia individuale. Si discute se renderlo obbligatorio ma nelle scuole di specializzazione si deve necessariamente sottoporsi al metodo di cura che si andrà ad applicare. Più anni di analisi alle spalle si hanno meglio è, perché ciò è di fondamentale importanza quando si ha di fronte il paziente e si deve discriminare fra le emozioni che prova lui e quelle che invece riguardano noi ( controtransfert). Oltre al fatto che avere consapevolezza del proprio vissuto aiuta a conoscere i propri limiti e a capire se si può accettare in terapia un paziente o inviarlo ad un collega. Spero di avere esposto tutto in modo chiaro e sintetico.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente,
Grazie per avere posto questa domanda.
A parte le direttive che vengono date nelle diverse scuole di specializzazione, in cui può essere obbligatoria o meno ma comunque altamente consigliata, come terapeuta le dico che nel mio cammino ho voluto intraprenderla, non solo perché, come dice lei, aiuta a capire come si sta dalla parte del paziente (aspetto questo senz’altro importante), ma soprattutto perché credo fortemente nel valore della psicoterapia stessa, nella relazione terapeutica che si instaura, nel legame così autentico, intenso, profondo e viscerale che si co-crea, e nei doni preziosi che essa apporta alla vita di ognuno di noi. Inoltre, e la mia esperienza da psicoterapeuta me lo conferma ogni giorno nella cura che ho dei miei pazienti, fare psicoterapia su di me mi aiuta anche nel lavoro con loro perché credo che il confine tra personale e professionale (così come anche nelle altre relazioni che abbiamo) è talmente sottile che è fondamentale averne assimilato il senso nella propria terapia, per potere consapevolmente e terapeuticamente sostenere il paziente durante tutto il suo percorso.
Spero di esserle stata di aiuto in quello che cercava. Un cordiale saluto. Dr.ssa Marta Fuscà
Buongiorno penso che questa domanda sia davvero importante, e che sia fondamentale porsela quando si pensa di fare il nostro lavoro. Dal mio punto di vista un terapeuta che voglia fare un buon lavoro con i pazienti non può fare a meno di intraprendere un percorso continuativo e approfondito di lavoro su di sé. Personalmente ho fatto un percorso terapeutico non solo durante la scuola di specializzazione ma anche successivamente in altri momenti della mia vita e mi ha sempre aiutato anche nel mio lavoro con le persone. Se pensiamo alla psicoterapia come ad una professione in cui uno degli strumenti di lavoro con l'altro é il terapeuta stesso e la relazione che si instaura con il paziente, viene da sè che la terapia su di sé é fondamentale: innanzitutto protettiva per sé e per il paziente. Come può una persona che non ha consapevolezza di sé e delle proprie dinamiche lavorare su quelle di un altro? Qualcuno ha detto che il paziente arriverà dove il terapeuta é arrivato nel lavoro terapeutico su di sè.. Spero di aver dato un contributo alla sua riflessione su questo tema importante. Un saluto
dott.ssa Diana Erlicher
Salve, un terapeuta dovrebbe andare in terapia prima di decidere di vedere lui stesso dei pazienti in modo che i suoi vissuti e le sue esperienze non elaborate non interferiscano con la cura dei propri pazienti.
Una terapia per un terapeuta può essere anche altamente formativa perchè si studia il caso clinico più difficile per un terapeuta che è lui stesso. Inoltre sarebbe opportuno riprendere la propria terapia e/o affiancare una supervisione clinica in tutti quei momenti in cui un terapeuta vive un momento di difficoltà. Questo è protettivo nei confronti dei pazienti oltre che del terapeuta stesso.
Saluti
Salve, penso sia essenziale aver fatto quest'esperienza sulla propria pelle e aver acquisito cosi la consapevolezza necessaria per svolgere questa professione nel migliore dei modi. Ciò che la psicoterapia lascia a chi poi si cimenta con la variabilità e la bellezza dell'essere "umano" ė una maggiore capacità di comprensione e di empatia, nonche gli strumenti per saper "pensare insieme".
Buona serata
Gentile utente, per fare lo psicoterapeuta è fondamentale andare in terapia. La teoria non si insegnerà mai cosa significa stare nel qui ed ora con il paziente e lavorare sulle dinamiche relazionali che intercorrono. Così come, la teoria non può insegnare al terapeuta dinamiche sue personali che si attivano durante l'attività psicoterapeuta (che invece è bene avere chiare per poterle usare nell'aiutare il paziente: non sempre sono solo negative e "da reprimere" come a volte si dice). Oltre a questo, la psicoterapia personale (che in alcune scuole viene chiamata "analisi didattica" proprio per sottolineare l'utilità anche ai fini della pratica lavorativa) pone il terapeuta come paziente, aiutandolo a capire anche cosa significa "stare al di là" della sedia. Personalmente, la mia analisi è stata utilissima e molta soddisfazione del mio lavoro clinico lo devo ad essa.
Un terapeuta DEVE essere andato in terapia! Il lavoro su di se è fondamentale per poter lavorare poi con altre persone ed essere in grado di distinguere cosa ci appartiene e cosa no e in che modo lavorarci. E un terapeuta deve continuare a essere supervisionato da altri colleghi più "anziani" perchè faccia un buon lavoro e non "mischi le carte". L'università dà le basi teoriche e una infarinatura di massima di quello che c'è da sapere. La scuola di specializzazione forma a lavorare nella pratica rafforzando tutte le teorie precedentemente apprese e approfondendone alcune in particolare. La terapia mette le mani dentro alla vita e ne crea un'opera d'arte. Tutte le esperienze fanno il tesoro. E' così che si può fare un lavoro prezioso.
Buonasera, si è molto importante che uno psicoterapeuta faccia un percorso psicologico lungo ed approfondito su di sè per non inquinare il rapporto con il paziente. Quando iniziamo il nostro percorso di studio universitario diventiamo psicologi ed impariamo tanto a livello teorico ma non a livello pratico e non siamo psicoterapeuti quindi con i pazienti non possiamo fare la psicoterapia. Quindi per diventare psicoterapeuta ed entrare nell'albo, dobbiamo fare una o più scuole di specializzazioni con una approfondita analisi su di sè, è necessario per essere dei bravi e coscienti psicoterapeuti puliti da dinamiche nei confronti di pazienti. Cmq in ogni profilo di un professionista, c'è spiegato dettagliatamente tutto il nostro percorso, che non termina mai, dobbiamo sempre avere esperienze nuove ed eseguire delle supervisioni per essere all'altezza del nostro ruolo, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Per diventare psicoterapeuta è tassativamente previsto dalle scuole riconosciute ufficialmente che l'allievo (oltre a frequentare le lezioni, a studiare teoria e a sperimentare gli aspetti pratici) debba lui stesso effettuare una psicoterapia con uno psicoterapeuta tra quelli indicati dalla scuola stessa. La psicoterapia personale del futuro psicoterapeuta ritengo che sia il più importante aspetto della formazione in quanto permette all'allievo di avere una esperienza concreta di grande valore didattico ma, soprattutto, di evolvere come persona.

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