ormai non mi è rimasto quasi nessuno. ho litigato con molte mie amiche...io per loro ho fatto tanto

21 risposte
ormai non mi è rimasto quasi nessuno.
ho litigato con molte mie amiche...io per loro ho fatto tanto e loro in cambio si sono allontanate, tra cui una mi ha detto" con te è sempre la stessa storia trovi sempre qualcosa per litigare" beh non è vero, lei non mi aveva fatto gli auguri di compleanno, io al suo gli ho inviato una lettera, non volevo che facesse chissà che ma anche 1 squillo, e lei mi risponde cosi'?
un'altra che le presento il suo attuale ragazzo , lei mi scrive"grazie a te ho più autostima" e poi mi abbandona per stare con un'amica che non le ha mai fatto nulla di buono.
con i parenti di mio padre non vado d'accordo. vivo con mio padre e mio fratello e quando vengono a casa stanno sempre a criticare per cui ho litigato anche con loro.
con alcuni colleghi anche ho litigato,anche se è stata una lite collettiva noi che diciamo la verità contro chi fa il più furbetto.
insomma ho paura che prima o poi mi daranno la nomina di quella litigiosa che non ho amici perchè non me li so tenere o roba del genere.
ma io voglio avere persone vere, i falsi e le falsità mi fanno alterare che ci posso fare?
non riesco ad essere come gli altri che si tengono cani e porci (scusate i termini) solo per evitare di litigare.
insomma sono cosi pessima, cattiva?
Gentile utente, considerando i fatti così come ce li presenta, l’unica soluzione è che lei sia circondata da persone che non la apprezzano abbastanza. In casi come questi, cerco sempre di capire: a) se il paziente è solito relazionarsi in via preferenziale con persone che finiranno per rifiutarla, come a voler confermare un modello interiorizzato di sé come privo di valore e un’idea dell’altro come rifiutante (fatta eccezione per la sua famiglia, che non ha certo scelto lei); b) se, in virtù delle esperienze passate, esiste una certa propensione al riconoscimento del rifiuto, anche laddove non c’è. Non si tratta delle uniche opzioni possibili, ma in entrambi i casi è necessario un profondo lavoro psicologico finalizzato a riconnettersi con i propri schemi percettivi e comportamentali, per ricalibrare l’azione in funzione di un maggiore benessere relazionale.

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Gentile utente,
Ha parlato di persone false e di persone vere. Sono concetti interessanti sui quali vale la pena ragionare perché sono categorie di lettura della realtà che non le permettono di capire più approfonditamente le relazioni che vive con gli altri. Sarebbe allora utile sostituire le categorie "falso" e "vero" con una descrizione delle emozioni che veicolano nel rapporto con gli altri. Non è né pessima, né cattiva, forse deve solo capire utilizzando chiavi di lettura diverse. Per fare questo le consiglio di condividere le sue esperienze con uno psicologo. Un cordiale saluto
Gentile Utente,
Vive con un caldo senso di speranza le relazioni, e non stupisce come sentire l’Altro insincero, irriconoscente o critico la spingano verso la rabbia. Ciò non fa di lei una persona pessima o cattiva come si chiede se sia, ma una persona che fatica nel sentire che gli altri sappiano offrirle quel modello di rapporto che desidera. E in ciò si può concentrare la riflessione, per comprendere cosa della sua storia abbia generato questa sensibilità in lei, e cosa esattamente del comportamento degli altri riesca ad accenderla. Consideri la possibilità di confrontarsi con uno psicoterapeuta per fare maggiore chiarezza su uno stato che forse un po’ frettolosamente ha etichettato come sbagliato. Un caro saluto
Gentile Signora non è semplice rispondere alla sua domanda sulla base del suo racconto. Forse più che un risposta può essere utile una riflessione sul disagio e sulla sofferenza legata a questa situazione. Come racconta questa realtà non le piace ma solo lei può sentire se è in grado di gestirla o meno o quanto le costa a livello emotivo. Sulla base di questa riflessioni consideri che esistono alcune tecniche che possono aiutarla a riflettere sui suoi vissuti e sulle sue relazioni ma, solo lei può stabilire se le sia utile o meno lavorare con uno specialista su questi vissuti. Non ritengo che sia una buona prassi esprimere un giudizio su una persona che ha tutto il diritto di vivere la propria vita al meglio di quello che riesce a fare ma valuti se esistono anche altre opportunità che forse in questo momento non pensa o non vuole pensare. Chissà forse potrebbe essere una buona idea capire più che giudicare ma questo lo può decide solo lei. Un cordiale saluto
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. Potrebbe esserci semplicemente un problema di incomprensione alla base oppure una vera e propria difficoltà a mantenere legami duraturi dovuta a causa ancora poco note (non solo derivanti da lei ma anche dagli altri).
Ritengo che un supporto psicologico possa aiutarla a cercare le risposte che cerca.
Cordialmente, dott. FDL
Spesso ci hanno insegnato a guardare il mondo secondo categorie opposte: Bene/Male, Bianco/Nero, Buono/Cattivo, Giusto/ingiusto. Queste categorie però se da un lato sembrano dare chiarezza, dall'altro ci permettono una lettura parziale e, spesso, alterata della realtà.
Capisco che non sia facile, da ciò che racconta alcuni comportamenti dei suoi amici avrebbero infastidito tante persone. Immagino però che ci siano anche altre motivazioni che l'hanno spinta a considerarli "amici" e che adesso sembrano passare in secondo piano per lei.
Penso che un* terapeuta potrebbe aiutarla molto in un percorso di comprensione, anche per le sue relazioni future.
Saluti
Buonasera, che cosa significa per lei litigare? Chi sono questi cani e porci che vogliono evitare di litigare? Perché ha il dubbio di essere cattiva, chi litiga è cattivo? Come si sente quando litiga? Solo qualche spunto per provare a gettare lo sguardo al di là dei giudizi e dell'ovvio. Provi a intraprendere un percorso di psicoterapia, se è alla ricerca della verità. La Sua verità, ovviamente, e non di chi può dirle, come se niente fosse, se lei è pessima o cattiva. SM
Gentile utente, forse "litigare" per lei rappresenta qualcosa di diverso da quello che appare, forse risponde ad una esigenza che ha motivazioni profonde e più complesse e si ripercuote nelle relazioni con gli altri.
Vale la pena confrontarsi con uno psicoterapeuta, se vuole.
i miei auguri
Grazie per aver condiviso i timori rispetto alla tua parte "litigiosa". Non è semplice riconoscere di averne una. E' un bene ascoltare le sensazioni di rabbia e/o semplice insofferenza che ci arrivano dalle relazioni con gli altri. E' un bene che ci siano ciò che possiamo imparare è modulare le risposte e l'intensità delle emozioni percepite in modo da non sentirsi preda dell'impulsività e pervasi da stati d'animo di abbandono e di angoscia ai quali spesso rispondiamo aggredendo prima di venir aggrediti. Si tratta di un meccanismo funzionale: percepisco un pericolo (abbandono, critica, delusione) che mi ha provocato dolore in passato e allora per evitare crisi ferisco prima di venir ferita. Si potrebbe lavorare su questo sulle ferite "subite" e sulle risposte adattative che ho messo in gioco fin'ora nella mia vita. Forza, già rendersene conto è un grande passo, complimenti!
Buongiorno, potrebbe essere vantaggioso per lei la possibilità di un consulto psicologico ed eventualmente iniziare un percorso con uno Psicologo/Psicoterapeuta.
Analizzare e contestualizzare le esperienze che vive in una relazione diversa ed empatica, quale quella con uno Psicologo/Psicoterapeuta, potrebbero aiutarla a capire meglio di se e del motivo per cui si trova in questo tipo di relazioni con gli altri.
Un caro saluto.
Buongiorno, immagino la sua sofferenza nel dover affrontare tutto questo, sono situazioni spiacevoli. Essere in contatto con le persone per noi è inevitabile e allo stesso tempo è fondamentale. Vero è che si può imparare a gestire i rapporti affinando le tecniche di comunicazione assertiva, quindi imparando a gestire le emozioni, come ci si pone verso l'altro e adottando una differente prospettiva per l'espressione del pensiero. Rivolgendosi ad un professionista della relazione d'aiuto, tutto questo può essere un lavoro stimolante da intraprendere per migliorare la qualità dei rapporti interpersonali. Saluti
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Cara, dalle sue parole emergono emozioni forti di rabbia mista a tristezza. Questo probabilmente è dovuto al fatto che non si è sentita capita da persone che lei reputa vicine e di fiducia. Ciò che in questo momento però non l'aiuta è il pensiero "se l'altro è cattivo con me, significa che io sono cattiva!". Questa è una distorsione cognitiva che la porta a definirsi sulla base dei comportamenti degli altri, quando invece l'unica a potersi definire è solo se stessa.
Detto ciò è importante saper gestire la nostra rabbia attraverso delle buone tecniche di comunicazione efficace, così da gestire al meglio le nostre relazioni per poterne godere a pieno. Per questo le consiglio di rivolgersi ad un professionista che possa supportarla in questo senso.
Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Ripa
Salve, non credo che lei sia "pessima", potrebbe invece esserci una difficoltà a rapportarsi con il prossimo. Ha mai pensato ad un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno,
grazie per aver condiviso questo pezzo di sofferenza, ci vuole sempre una buona dose di coraggio per mettersi in gioco così, sopratutto quando si tratta di mettere in luce le proprie ombre ;)
In linea con i colleghi le suggerirei di prendere in considerazione l'idea di intraprendere un percorso psicoterapico, la rabbia e la tristezza che si percepisce da quanto ha scritto è molta e non dovrebbe essere sola ad affrontarla!
Un caro saluto, Dott.ssa Tanja Di Piano
Buongiorno cara utente, cosa significa per lei essere pessimi e cattivi? E cosa significa per lei essere veri e falsi? Potrebbero essere quesiti interessanti, dai quali partire per potersi interrogare sulle sue modalità che entrano in gioco nella relazione con l'altro. Come si sente quando litiga? E dopo? Provi ad affidarsi ad un esperto per approfondire queste tematiche, riuscirebbe a far chiarezza su alcuni aspetti che creano delle sofferenze nella sua vita. Un caro saluto. Dott.ssa Silvia Venditti
Buongiorno, da quello che scrive traspaiono due spinte in contrapposizione: da un lato la volontà di avere più relazioni amicali, dall'altro una selettività in funzione di un "io voglio avere persone vere, i falsi e le falsità mi fanno alterare". Potrebbe essere interessare valutare assieme ad un professionista psicologo quali sono le regole e gli schemi che per lei regolano le relazioni con l'altro e da dove hanno avuto origine: alcune volte sono queste regole, di cui spesso non siamo consapevoli, che diventano un "freno a mano" nel raggiungere quelli che sono i nostri obiettivi.
dott De Rosa Saccone
Buongiorno,
poter esprimere le proprie idee e opinioni è assolutamente sano ed equilibrato.
Il quesito che possiamo porci è: come questo viene espresso?
Si potrebbe approfondire per capire meglio la situazione.
Cordiali saluti.
Dott. Leonardo Gottardo.
Salve, le relazioni sono la nostra migliore opportunità per delimitare i nostri confini, e conoscerci.
Viste le difficoltà di cui parla le suggerisco di prenotare un consulto psicologico.
Un saluto,
MMM
Buongiorno,
non credo assolutamente che lei sia così pessima o cattiva.
Mi dispiace per il disagio che la situazione che sta vivendo le sta causando.
Ha sentito il bisogno di sfogarsi e di scrivere qui: per avere uno spazio ed un momento in cui potersi aprire e dare voce alle sue emozioni.
Potrebbe essere forse l'occasione giusta per cercare uno psicologo? Per poter parlare di sè, comprendere alcune dinamiche della sua vita, alcuni rapporti, lavorare sugli stati d'animo che la preoccupano e la fanno stare male. Potrebbe essere il suo spazio libero da giudizio, in cui essere se stesse come e quanto vuole.
Per qualsiasi cosa, se vuole, sono disponibile.
Un caro saluto,
Dott..ssa Alice Carbone
Buongiorno,
meriterebbe un approfondimento il suo discorso. Che non le sia rimasto quasi nessuno mi sembra molto triste. Forse vale la pena di riflettere sulle sue aspettative, sul suo modo di entrare in relazione con gli altri. Dire sempre la verità può avere conseguenze spiacevoli, se significa dimenticare che è solo la nostra verità, che va confrontata con quella di ogni altro... Dott.ssa Franca Vocaturi
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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