Mia figlia frequenta un centro a Siracusa da anni, hanno cambiato spesso terapisti, così ho portato

5 risposte
Mia figlia frequenta un centro a Siracusa da anni, hanno cambiato spesso terapisti, così ho portato mia figlia privatamente da una terapista cognitivo comportamentale, figura che tra l altro alla stella di Maris di Pisa ci avevano sconsigliato perché la bambina è piccola e ci si può lavorare facendo psicomotricità e trattandola come tutti gli altri bambini. Quando mia figlia ha smesso la terapia cognitivo comportamentale è peggiorata, non so se è una coincidenza.. Così ha ripreso la terapia.. Nel frattempo ha continuato la tma. È migliorata in estate. Da quando è iniziata la scuola è più nervosa e si stanca facilmente.. Non si concentra, si distrae spesso.. Ho eliminato la tma e fa nuoto con tutto gli altri adesso, la sua terapista cognitivo comportamentale, che lo è anche nella tma, mi disse che non era pronta per stare con gli altri.. Mia figlia è andata bene in piscina per due settimane, ma qualche giorno fa l istruttrice mi ha detto che era nervosa e che aveva dato due pizzicotti ad una bambina. Il giorno dopo l ho portata al parco e mi sono accorta che mia figlia è cambiata di uovo, era oppositivo e provocatoria con i bambini,l., in estate rispettava i turni, rispettava gli altri, era gioiosa,, socievole..dopo due settimane dalla scuola, premettendo che la prima è andata benissimo, mia figlia era felice, entusiasta, mia figlia è diversa.. Ha dato persino un pizzicotto ad una compagnetta e la sua espressione è tornata provocatoria.. Non capisco il perché.. La npi non segue da vicino i bambini e non aiutano a trovare le soluzioni giuste, i dottori sono vaghi e superficiali e sono bravi solo a prescrivere farmaci ed terapisti sembrano procedere con lentezza il loro lavoro.
E' difficile risponderle anche perchè non conosco la diagnosi; dalla sua descrizione la bambina potrebbe essere all'interno dello spettro autistico. in questi casi le maggiori difficoltà sono proprio nella relazione con l'altro e in particolare con i coetanei. E' anche probabile che ci siano periodi in cui è più disponibile e periodi in cui lo è di meno soprattutto se è stressata per es dalla scuola. Io credo che lei debba affidarsi all'equipe che conosce e lavora con sua figlia imparando a tollerare le caratteristiche di comportamento di sua figlia

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Buonasera,
le sue preoccupazioni e il suo sconforto sono più che comprensibili, ma non deve demordere!
I percorsi terapeutici possono essere lunghi e alcune volte sembra non portino nessun beneficio, ma è importante che sua figlia continui a ricevere il supporto necessario, soprattutto se in precedenza ha notato che dei miglioramenti ci sono stati.
Consideri che soprattutto in simili situazioni ogni cambiamento a cui la bambina si trova esposta può rimettere in discussione quanto raggiunto perché è come se avesse bisogno di trovare un nuovo equilibrio e un nuovo adattamento.
In ogni caso, se non è convinta delle terapie che sta seguendo provi a rivolgersi ad altri professionisti. Ha tutto il diritto di avere le risposte che sta cercando, ma il mio consiglio è di non farle cambiare troppi approcci perché questo potrebbe creale confusione
Buongiorno, la sua preoccupazione e anche stanchezza sono assolutamente comprensibili. Molte volte ci si impegna nell'individuare la terapia e le attività migliori, e ci si demoralizza perché sembra che anche tutto questo sia poco e riduttivo rispetto alle difficoltà che invece i figli presentano. In realtà si sta già facendo tanto, perché prima di tutto si prende consapevolezza della situazione e l'importanza di avere un sostegno. Come ha detto la collega, sono spesso percorsi lunghi nei quali sembra che i risultati "evidenti" tardano a farsi vedere; in realtà si ottengo piccoli risultati, e uno affianco all' altro, permettono di ottenere i grandi obiettivi che si desiderano per il benessere della propria figlia. Quello che mi sento di dirle è di continuare la terapia, ma di individuare una singola figura che rimanga costante nella vita di sua figlia in modo da non crearle confusione; perché tante volte è proprio questa ad amplificare le problematiche.
credo sia indispensabile, a questo punto dell'iter delle terapie che ha intrappreso , fare una valutazione del quadro diagnostico precedente( disturbo psicopatologico di base) dei risultati ottenuti per comprendere l'evoluzione e i cambiamenti che ci sono stati grazie alle terapie e alla crescita.
Si tratta perciò di una nuova diagnosi aggiornata allo stato attuale della bambina.
Può chiederlo alla stessa equipe curante ...o rivolgersi , è nei suoi diritti di genitore, ad un altro centro , es. tornare al lo stella maris? o altro specialista , meglio nella sua regione, così può avere le risposte che cerca , e sarà possibile una riproposizione del progetto terapeutico più adeguato per la bambina e per voi genitori.
E inevitabile che nella presa incarico terapeutica si incrocino vari approcci che fra loro sono "scolasticamente" in contrapposizione ....esempio psicorelazionale- neuropsicomotorio- cognitivo comportamentale , spesso però si incontrano e si intrecciano , ovvero uno stesso paziente segue terapie con professionisti di orientamento differente.
l'importante che qualsiasi tecnica usata, si basi sull'attenzione , comprensione, rispetto delle esigenze evolutive e di relazione psicoaffettiva normale, di cui ogni bambino ha bisogno, tanto più se in diagnosi o in terapia
spero di esserle stata in qualche modo di aiuto. cordialmente
gdl

Le suggerirei anche io di perseverare nell’iter che state seguendo, cercando di non demoralizzarvi troppo. In bocca al lupo

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