Mia figlia, 18 anni, deve studiare per sostenere i test di ammissione all’universita. Ma, come le ca

53 risposte
Mia figlia, 18 anni, deve studiare per sostenere i test di ammissione all’universita. Ma, come le capita ormai da qualche anno, non riesce a studiare anche se lo vorrebbe. Non è forzata a continuare a studiare da nessuno, lei comprende che dovrebbe farlo per il suo futuro, le piace quello che ha deciso di studiare, ma nonostante questo non riesce a concentrarsi. Che tipo di aiuto le potrebbe servire? A che tipo di specialista ci possiamo rivolgere?
Grazie
Giancarlo
Innanzitutto bisogna vedere se la ragazza avverte questo come un suo problema è se desidera essere aiutata. Se è così, come immagino, la prima cosa è di chiedere lei stessa un colloquio con uno psicoterapeuta per vedere insieme quali possano essere i motivi di questo blocco. Non necessariamente sarà indicata una lunga psicoterapia. Potrebbero essere sufficienti alcuni incontri di chiarificazione.

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Buonasera. Il fatto che si stia attivando lei, ad esempio chiedendo un aiuto su questo portale, piuttosto che sua figlia, fa pensare che forse un'aspettativa ci sia comunque. Badi bene: non c'è nulla di male, ma su un piano non verbale, soprattutto nella relazione figli-genitori, questi non detti passano in ogni caso.
Rispetto alla sua specifica domanda, le risposte potrebbero essere tra le più svariate e non è facile rispondere in virtù della consistente assenza di numerose informazioni. Ha un deficit di attenzione? Vuole davvero fare l'università? Vuole davvero proseguire in quel corso di laurea? Non ha un metodo di studio adeguato? Oppure sua figlia non sente di aver alcun problema, ma lei invece sì?
Si confronti innanzitutto con sua figlia e lasci a lei la decisione di chiedere un aiuto, se lo sente, sia esso di natura psicologica, educativa, ecc.
Salve, capisco il disagio che prova sua figlia nel voler continuare a studiare, ma sente che c'è qualcosa che le impedisce di farlo. Molto probabilmente sua figlia è pervasa da uno stato di ansia che le impedisce di esaudire il suo desiderio. Non ci spiega nella sua domanda se già negli anni precedenti nella sua vita scolastica abbia avuto gli stessi sintomi. E' importante sapere se c'è stato qualche evento che l'ha traumatizzata e che le ha abbassato la stima in sè stessa e quindi indagare se ogni volta che doveva sottoporsi ad un'interrogazione provava la stessa ansia. Molto probabilmente non ha avuto un buon rapporto con i professori che tramite l'interrogazione la dovevano giudicare, quindi anche ora che deve sottoporsi alla prova dei test di ammissione avendo paura di un fallimento prova lo stesso disagio carico di ansia. Sarebbe bene che sua figlia esegua dei colloqui psicologici, facendo un lavoro su di sè per capire che cosa le è successo nel passato e quale trauma ha subito. Le consiglio una terapia con l'EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione con i movimenti oculari). Un trattamento psicoterapeutico basato sul ricordo dell'esperienza traumatica avvenuta nel passato, che si potrebbero ripercuotere nel presente, si nota che piano piano le sensazioni negative si riducono d'intensità. Cmq se desidera altre delucidazioni mi può chiamare anche on-line, la saluto cordialmente, dott.Eugenia Cardilli.
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Buonasera Signora, anche se sembra quasi banale la “capacità “ di dedicarsi con costanza allo lo studio, in questo caso, ma anche a tanti altri impegni, può essere, a volte molto difficile. Spesso accade che dietro la motivazione ci sia comunque paura, frustrazione, e senso di inadeguatezza... e queste sensazioni potrebbero riflettersi nella reale incapacità di studiare. Consiglierei a sua figlia di provare a parlare con uno psicoterapeuta che possa aiutarla ad analizzare cosa si nasconde realmente dietro questa incapacità. In ogni caso ci tengo anche a sottolineare che l’esame di ammissione universitario segna una tappa molto importante ed è quindi fonte di molto stress, ansia e paure sul futuro... comprensibili e lecite.
Un saluto, Federica Miccichè
Il blocco psicologico nello studio è una condizione che non consente di concentrarsi ed elaborare i contenuti, anche quando si è convinti di doverlo o volerlo fare.
Anche se razionalmente si pensa di dover studiare, non si riesce e ciò può produrre un profondo senso di colpa e inadeguatezza.
Il blocco psicologico può dipendere da diversi fattori legati a volte ad una scarsa autostima e all’idea di non essere all’altezza.
La cosa più importante è capire cosa in questa fase stia accadendo nella nostra mente. Stiamo attraversando un periodo difficile della nostra vita? E’ solo stanchezza o ci preoccupa qualcosa?
Comprendere quale sia la causa del blocco psicologico è fondamentale per poterlo affrontare, magari con l’aiuto di un professionista per un supporto psicologico onde evitare di cadere in un vortice di negatività che possa condurre ad un fenomeno di dispersione scolastica.
A volte un blocco può dipendere anche da fattori esterni allo studio, a situazioni che riguardano la propria vita, a problematiche che inducono uno stress generale sia di tipo cognitivo che emotivo. Ciò che in questi casi va evitato è la chiusura in sé stessi.
E’ consigliabile reagire e fare qualcosa che ci permetta di rompere quello schema di malessere e passività e ci rimetta in gioco recuperando la motivazione. Cordialmente, dott.ssa Daniela Massaglia
Gentile Papà Giancarlo, dalle sue parole si capisce che lei è un padre attento...che parla molto con sua figlia ma che in questo momento non riesce a comprendere la sua difficoltà ad andare avanti nella sua scelta universitaria. Forse nemmeno sua figlia, ha individuato prefettamente le cause del suo 'blocco', delle sue difficoltà...ciò che potrebbe fare per lei è proporle una consulenza psicologica, in questo modo le potrà fornire l opportunità di confrontarsi con le sue difficoltà e valutare al meglio le sue aspettative.
Cordialmente.
Le consiglio la Psicoanalisi.
Da quello che ho capito è da qualche anno che sua figlia vive questo disagio. Quindi è molto probabile che ci sia un blocco interno profondo che può, a mio avviso, essere indagato con strumenti psicologici.
Credo, per rispondere alla sua domanda, che una consultazione con un terapeuta possa essere molto utile per comprendere e valutare l'entità del problema.
Con cordialità,
A.R.
Buongiorno Giancarlo,
è possibile che sua figlia abbia delle condizioni psicologiche nel non riuscire a procedere con la sua scelta di studio. Le consiglio di prendere in considerazione l’eslporazione e la conoscenza di tali aspetti attraverso un consulto psicoterapeutico.
A disposizione per approfondimenti
Buona giornata
Elisabetta Ciaccia
Salve, dalle sue parole si evince il "conflitto" interiore che sua figlia vive. Da un lato studiare per costruirsi un futuro, dall'altro qualcosa che blocca questa possibilità.
Le suggerirei di consigliare a sua figlia di fare un consulto psicoterapeutico, in modo da poter "guadare dentro" questo dolore che in questo momento sta bloccando la sua vita.
Buona giornata
Buongiorno Signor Giancarlo, sua figlia sta attraversando una fase della vita in cui tutto è confuso ...l'adolescenza in cui il ragazzo e la ragazza si avviano verso l'età adulta e i genitori non riconoscono più i loro figli. Quello che io consiglio ai genitori è di stare "un passo indietro" ai loro figli senza perderli di vista al fine di far vivere loro le esperienze che si sentono di fare, trasmettendo vicinanza affettiva e il senso del limite di ciò che è lecito eticamente fare. Nel suo caso sua figlia avrebbe bisogno di alcuni incontri con uno psicoterapeuta per capire se stessa e con lo specialista sarebbe opportuno trovare un servizio sul territorio che orienta e informa i giovani rispetto al percorso formativo da intraprendere.
Le auguro una buona settimana dott.ssa Monica Bertolini (Lodi-Lombardia)
Gentile Giancarlo,
spesso certe difficoltà a procedere sono sostenute dal prefigurarsi di una prova personale scadente e dalla paura di non riuscire e deludere le aspettative delle persone care.
Lo specialista cui potrebbe rivolgersi è sicuramente lo psicoterapeuta, quello di orientamento Cognitivo comportamentale può aiutarla in tempi minori e in genere fornisce strumenti che il paziente può utilizzare anche in seguito autonomamente una volta terminato il periodo di terapia.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
Buongiorn, è fondamentale che la ragazza avverta questa difficoltà come un suo disagio che vuole superare, tenendo presente che nella vita in generale periodi di stanchezza sono fisiologici, ma con l'aiuto di uno psicoterapeuta che osserva il problema dall'esterno e con professionalità si superano queste fasi di disagio. Cordiali saluti e sono a vostra disposizione
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione nel vedere sua figlia "bloccata" rispetto allo studio. Concordo con il Dott.Fontana quando chiede se sua figlia vive questo momento come un problema. A volte la percezione che noi abbiamo dall'esterno, non corrisponde a ciò che vive a livello di pensieri ed emozioni, la persona che abbiamo di fronte. Ciò che è visibile è il comportamento, ciò che si compie, o in questo caso, ciò che non si compie (studiare). E' prezioso che lei si prenda cura di sua figlia chiedendo informazioni, potrà essere ancora più efficace chiedendo a lei di cosa ha bisogno in questo momento e in che modo potrebbe esserle utile. In funzione della risposta data potrà muoversi di conseguenza, o stare fermo e promuovere autonomia, se questo è il desiderio della ragazza. Un caro saluto. Francesca Argiolas
Penso che per sua figlia possa essere utile parlare con un/una psicoterapeuta per capire e affrontare il problema . Buona giornata dott.ssa Carmen Scantamburlo
La capacità di concentrarsi si disperde quando siamo in ansia, quando avvertiamo un senso di oppressione, quando siamo confusi, quando non conosciamo ancora quali siano i nostri bisogni, ecc.ecc. A 18 anni tutto questo non stupisce. Qualche seduta psicoterapeutica è l'unico rimedio. A sua figlia glielo suggerisca una volta, in tono incoraggiante e positivo. Poi faccia un passo indietro.
Buongiorno Giancarlo, comprendo il suo disagio e preoccupazione. Il problema legato alla concentrazione potrebbe avere cause diverse collegate alla dimensione psicologica, aspetti che sua figlia potrebbe esplorare con un professionista psicologo/psicoterapeuta, qualora ne abbia la volontà. Il passaggio dalle scuole secondarie all’università è importante ed impegnativo, ma non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile per una studentessa motivata allo studio. La crisi del blocco dello studio ed il calo di concentrazione sono disagi che possono essere gestiti nella relazione terapeutica in modo da favorire la carriera universitaria di sua figlia.
Come le hanno detto molti colleghi lo specialista cui rivolgersi è lo psicologo psicoterapeuta. Ovviamente è bene sia sua figlia a volerlo, diversamente non si otterrebbero dei risultati ottimali e a volte nessuno.
La terapia strategica breve ha studiato diverse problematiche relative ai problemi di studio e può trovare un libro al riguardo, anche in rete. Questo approccio, meglio forse se integrato, dovrebbe assicurare risultati rapidi e soddisfacenti.
Potrebbe darsi il caso che lo psicoterapeuta ritenga opportuno richiedere la collaborazione/aiuto di uno o entrambi i genitori, a motivo del fatto che, essendo la ragazza appena diciottenne, fa ancora parte del "sistema" famiglia.
Cordiali saluti
Buon giorno, innanzitutto è importante valutare alcuni aspetti emersi nella sua domanda. La difficoltà a concentrarsi a quanto pare è precedente al periodo universitario, potrebbe dunque dipendere da un deficit attentivo. Laddove invece queste difficoltà derivino da un disagio emotivo deve essere necessariamente sua figlia a rivolgersi ad uno specialista, in questo caso psicoterapeuta, perché sarà lei a dover affrontare un percorso di chiarificazione e scoperta dei suoi desideri e delle sue attitudini. È importante e lodevole la sua attenzione verso le problematiche di sua figlia, ma deve essere quest'ultima a decidere se farsi aiutare o meno
Salve, sarebbe importante comprendere le ragioni per cui nonostante la motivazione a studiare che lei descrive, sua figlia incontra queste difficoltà. Le ipotesi in questi casi potrebbero essere molteplici, dall'ansia fino a una carenza nel metodo di studio e nell'organizzazione. Le consiglierei una consulenza psicologica, magari con un professionista che lavora con adolescenti e giovani adulti. In seguito potrete valutare al meglio quale sia l’intervento più adatto. Come altri miei colleghi suggeriscono, la motivazione di sua figlia a fare un percorso è un aspetto chiave. In bocca al lupo
In base a ciò che scrive appare sempre che sia figlia abbia difficoltà a crescere. Lo studio come gli esami sono “banchi di prova” da superare. Per essere aiutata necessità di una consulenza psicologica per capire quale migliore offerta psicoterapeutica proporle.
Buongiorno, al suo posto io farei fare a mia figlia qualche colloquio con una mia collega psicoterapeuta che si occupa di orientamento scolastico, affinché possa mettere a fuoco velocemente se la questione riguardi lo studio o altro, e decidere insieme come procedere. La saluto, sperando di esserle stata d' aiuto. Fausta Fabbris
Gentile signora; valutando la sua richiesta mi domando come mai sia lei e non sua figlia a chiedere aiuto. Chi è realmente motivata a proseguire gli studi? Cosa intende quando scrive che è da diversi anni che tenta di fare questo? Servirebbero maggiori dati informativi per copmprendere la natura del problema. Se sua figlia è realmente motivata e non solo intenzionata ad intraprendere il percorso universitario, occore capire se la paura del fallimento, l'anticipazione dell'insuccesso e il conseguente timore del giudizio negativo, possono tradursi in evitamenti rispetto all'impegno rappresentato dal preparasi a superare la selezione per ingresso all' università. Converrebbe parlare con sua figlia per comprendere se ella avverte tale criticità come un problema da gestire. In altre parole identificare se è un suo reale bisogno. L'intervento cognitivo comportamentale è particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi legati all'ansia (e nel caso specifico ansia da esame, se ciò dovesse emerge dall'assessment iniziale). Tale percorso dispone di strumenti e metodi per aiutare lo studente a gestire tale tipologia di problema.
Cordialmente, dott.ssa Adriana Tugnoli
Buongiorno Giancarlo, lo stato di inattività di sua figlia è certamente da prendere in considerazione. Potrebbe cercare di fare dei colloqui per centrare meglio la situazione favorendo la possibilità che anche sua figlia possa accettare una psicoterapia. Cerchi di parlarle e di consigliarle dei colloqui in modo da aiutarla a capire cosa vuole. Cordiali saluti PG
Salve, mi chiedevo che tipo di studi ha affrontato sua figlia, ha mai avuto problemi a scuola? ha un metodo di studio efficace? è sempre stato difficile concentrarsi per lei? potrebbe essere utile, oltre a quello che le hanno già consigliato i colleghi, valutare il suo profilo cognitivo per delineare i suoi punti di forza e debolezza, inoltre capire se c'è un lieve disturbo dell'apprendimento, che le imedisce di procedere negli studi.Le serve un neuropsicologo o un neuropsichiatra che si occupi di questo. Spero di essere stata utile, resto a disposizione . Cordiali saluti
Buongiorno signora provi a lasciar fare sua figlia, a permetterle di assumersi la responsabilità delle sue scelte, anche quella di chiedere aiuto! Chiaramente uno psicologo/psicoterapeuta potrebbero fare al caso vostro
Salve! Molto probabilmente sua figlia ha sviluppato un meccanismo d'ansia legato al contesto studio. Andrebbe indagato quest'aspetto e se l'ansia infici altri aspetti della sua vita. Il professionista giusto è lo psicologo.
Le consiglio di indirizzarsi a uno psicologo-psicoterapeuta a indirizzo congnitivo-comportamentale.
Cordialmente.
Salvatore De Costanzo
Sua figlia dovrebbe fare sia un inquadramento delle capacità cognitive per escludere problemi di tipo attentivo e poi dovrebbe fare dei test di personalità che possano aiutarla a orientarsi rispetto alle proprie inclinazioni e capacità.
Buongiorno, provi a farla rivolgere ad uno psicologo, per chiarire meglio le sue idee rispetto a questo periodo così delicato.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Salve. La sua richiesta implica il fatto che sua figlia abbia chiesto spontaneamente un aiuto per il suo momento di "mancanza di concentrazione"? Certamente lo psicologo può essere di aiuto, ma deve partire da sua figlia questa esigenza.
Entrando nel merito della sua questione problematica le cause potrebbero essere molteplici. Forse sua figlia ha bisogno del suo tempo per capire quali siano le sue reali inclinazioni e motivazioni.
Le suggerisco di rimanere alla "giusta distanza" per poter essere di sostegno a sua, figlia in questo delicato passaggio, forse facendosi suggerire ed aiutare sa uno psicologo come è meglio fare.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buonasera,
sarebbe importante conoscere ulteriori informazioni, visto che ha detto che è da qualche anno che sua figlia ha difficoltà nello studio. Le consiglio di parlare con sua figlia della possibilità di svolgere una consulenza psicologica, così da potersi confrontare con un professionista sulle sue eventuali difficoltà nella concentrazione e soprattutto sui motivi sottostanti a questa sua difficoltà.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento.

Un caro saluto
Dott.ssa Paola De Martino
Il modo in cui affrontiamo le situazioni e, in particolare, lo studio, non sempre è funzionale al raggiungimento di un obiettivo. Molti possono essere i blocchi: alte aspettative nei confronti di sé stessa, ansia da prestazione, confusione rispetto al futuro.... (un conto è affermare che si deve studiare per il proprio futuro e un conto è riuscire a costruire progetti a partire dai propri interessi e dalle proprie capacità), solo per citarne alcuni.
Potrebbe essere utile una consulenza con uno psicologo, se sua figlia vorrà farlo.
Gentile utente, la preoccupazione che lei prova nei confronti di sua figlia appare comprensibile, considerando che lo studio rappresenta uno spazio di espressione e autonomia importante per i ragazzi dell'età di sua figlia. Per questo, tale ambito può costituire una spia di malesseri che albergano in altri luoghi della vita psichica. La mancanza di motivazione potrebbe quindi essere la manifestazione di altri affetti (tristezza o ansia, ad esempio) che sua figlia prova in diversi ambiti della propria vita. Le suggerirei di condividere le sue preoccupazioni con la ragazza, in primo luogo per comprendere come sua figlia viva questa situazione e se senta il bisogno di un sostegno da parte di un professionista. Cordialmente, Dott.ssa Salustri
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Buongiorno,
spesso le nostre emozioni, se non gestite bene, influenzano la sfera cognitiva, nel caso di sua figlia l'attenzione. Sicuramente una valutazione psicodiagnostica potrebbe essere utile per chiarire che tipo di problematicità ci sono dietro questo disagio.
Buongiorno, dovremmo capire se ciò' che per lei rappresenta un problema, lo e' anche per sua figlia.
Dovremmo capire che cosa per sua figlia e' importante, non sempre coincide con ciò' che e' importante per un genitore.
Come mai lei e' cosi in ansia per l'avvenire di sua figlia?
La invito ad approfondire queste tematiche.
Dott.ssa Alessandra Bon
Salve, sicuramente una visita conoscitiva con uno specialista potrà indirizzarla meglio sul percorso da seguire. Doveroso è conoscere meglio le opinioni della giovane prima di proseguire con qualsiasi tipo di percorso.
MMM
Buongiorno Giancarlo, è comprensibile la sua difficoltà di genitore in questa fase. Un colloquio di orientamento con uno psicologo può aiutare sua figlia a mettere a fuoco cosa desidera in questo momento così delicato di evoluzione e passaggio a una dimensione più adulta. Può pertanto invitare sua figlia a darsi la possibilità di avere uno spazio di ascolto psicologico. Resto a disposizione per domande e consulenze, anche online. Cordialmente, dott.ssa Giancarli
Buonasera, penso che chiedere aiuto sia il primo passo verso la guarigione. Le auguro di trovare un professionista col quale costruire un rapporto di fiducia che possa permetterle di esplorare e sciogliere i suoi nodi più importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve Giancarlo, è comprensibile la frustrazione che sta provando sua figlia, così come lo sono la sua preoccupazione e la sua volontà di volerla aiutare. Prima di tutto sua figlia, essendo maggiorenne, deve richiedere in prima persona il supporto di un professionista. Le cause delle difficoltà nello studio possono essere molteplici, così come il trattamento che varia a seconda della natura di tali difficoltà. Ritengo sia necessaria una valutazione psicologica, grazie alla quale sarà possibile capire come aiutare al meglio sua figlia. Per ulteriori approfondimenti non esiti a contattarmi.
buongiorno
vista l'età della ragazza certamente bisognerebbe esplorare le sue motivazioni reali, sul percorso di studi e su quello che vorrebbe diventare. La capacita' di concentrazione è proporzionale alla motivazione nel porre attenzione, quindi potrebbe essere utile capire dove la ragazza ripone in questo momento la sua attenzione che la distoglie dagli studi, oltre che avere un chiaro quadro della condizione psico fisica della ragazza.
dottoressa alessandra stella
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
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Buonasera, sono del parere che debba lasciare spazio a sua figlia di pensare quale strada voglia percorrere e quindi scegliere lo spazio e la persona più adatta a cui chiedere eventualmente un sostegno. Capisco che per un genitore stare fermo possa essere pesante, ma magari è quello che potrebbe aiutare sua figlia.
Dott.ssa Abate
Salve signora, capisco la preoccupazione per sua figlia ma mi chiedevo come mai sia lei a preoccuparsi e non sua figlia ovvero la richiesta di un aiuto dovrebbe partire dalla ragazza altrimenti non si capisce se per lei è un problema oppure no. Le consiglio di parlare in modo aperto e chiaro con la ragazza, i motivi di questa difficoltà che incontra possono essere molteplici ed è importante riuscire a centrare il problema. A presto
Buongiorno,
i test di ammissione all'università sono delle prove molto diverse da ciò che si affronta nel percorso scolastico, e anche il metodo di studio da adottare di conseguenza è molto diverso altrimenti si rischia di sentirsi smarriti.
Se sua figlia desidera provare il test di ingresso e prepararsi adeguatamente potrebbe essere utile un percorso di potenziamento del metodo di studio con un approccio metacognitivo tenuto da un professionista dell'apprendimento come ad esempio uno psicologo specializzato in questo settore.
Le auguro una buona giornata,
Matteo Lombardelli
Salve, innanzitutto una consulenza con uno psicologo può indicare il tipo di percorso utile a sua figlia: le strade possibili spaziano dal sostegno in questo momento di particolare difficoltà, alla psicoterapia. Tutto dipende da quali elementi sono in campo durante questo primo incontro con lei, ma anche da che tipo di persona è sua figlia. La conoscenza della persona nelle sue caratteristiche uniche, in questo senso, è fondamentale per potersi esprimere rispetto alla sua domanda. Senza giudizio da parte mia, mi incuriosisce il fatto che la richiesta venga da lei che ne è il padre: sarebbe interessante scoprire con quale motivazione sua figlia per se stessa potrebbe scegliere di intraprendere un percorso psicologico.
Buongiorno! Uno psicologo potrebbe aiutarla valutando attraverso specifici test le capacità di attenzione e concentrazione, la motivazione, gli aspetti emotivi e tanto altro che può entrare in gioco nella problematica in corso. Cordiali saluti!
Gentile Giancarlo, grazie per la condivisione. Credo che possa essere utile per sua figlia rivolgersi ad un terapeuta, in modo da poter affrontare con esso, ed elaborare, quelle che sono le motivazioni sottostanti le sue difficoltà di studio.
Resto a disposizione,
AV
Buongiorno gentile utente e grazie per la sua condivisione. Credo che un consulto con uno psicologo possa aiutare sua figlia ad indagare gli aspetti che influenzano tale difficoltà. Resto a disposizione, un saluto!
Ciao Giancarlo, capisco che la situazione di sua figlia possa essere preoccupante. In questi casi, è importante capire le ragioni per cui sua figlia ha difficoltà a concentrarsi. Ci possono essere diversi fattori che influenzano la sua capacità di studio, come ad esempio lo stress, l’ansia, la depressione, la mancanza di motivazione o di interesse, problemi di salute fisica o mentale, disturbi dell’attenzione e della concentrazione, e così via.
La prima cosa da fare sarebbe quella di parlare con sua figlia e cercare di capire quali potrebbero essere le cause del suo problema. Potrebbe anche essere utile coinvolgere il suo insegnante o un consulente scolastico per avere un’idea più chiara della situazione.
In seguito, le vorrei dare supporto per i problemi di apprendimento, ansia e depressione, per aiutare sua figlia a superare le difficoltà e migliorare la sua capacità di studio. In alcuni casi, potrebbe anche essere utile consultare uno specialista in neurologia o psichiatria per escludere eventuali disturbi neurologici o psichiatrici che potrebbero influire sulla capacità di studio.

Infine, sarebbe importante incoraggiare sua figlia e sostenere il suo impegno nello studio, cercando di creare un ambiente favorevole per la sua concentrazione. Ad esempio, potreste creare uno spazio di studio tranquillo e ordinato, aiutarla a pianificare i suoi impegni e le sue sessioni di studio, incoraggiarla a fare pause regolari e ad adottare una dieta equilibrata e uno stile di vita sano.
Spero che queste informazioni ti siano state utili e ti auguro il meglio per sua figlia, se volesse approfondire resto a sua disposizione.
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Salve Giancarlo, capisco la preoccupazione riguardo alla difficoltà di sua figlia nell'affrontare lo studio nonostante il desiderio di farlo. In una situazione simile, potrebbe essere utile considerare il supporto di uno specialista nel campo dell'apprendimento o della psicologia dell'educazione.

Un neuropsicologo o un psicologo specializzato nell'apprendimento potrebbe essere in grado di valutare attentamente le sfide specifiche di sua figlia e fornire una diagnosi e un piano di intervento personalizzato. Questo potrebbe coinvolgere l'individuazione di eventuali difficoltà di attenzione, concentrazione o organizzazione che possono influire sullo studio.

Inoltre, uno psicologo o uno psicoterapeuta potrebbe essere utile per esplorare gli aspetti emotivi o motivazionali che potrebbero interferire con la capacità di sua figlia di concentrarsi sullo studio. Potrebbe essere utile valutare il livello di ansia, stress o blocchi emotivi che potrebbero essere presenti.

L'aiuto di uno specialista può includere:

Valutazione delle abilità cognitive: una valutazione approfondita delle abilità cognitive, come attenzione, memoria e pianificazione, può aiutare a identificare eventuali difficoltà specifiche che possono essere affrontate in modo mirato.
Supporto emotivo e gestione dello stress: lavorare sulla gestione delle emozioni e dello stress può essere cruciale per consentire a sua figlia di concentrarsi sullo studio. Tecniche di gestione dello stress, come la respirazione profonda, la meditazione o la consapevolezza, possono essere insegnate per migliorare la sua capacità di rilassarsi e concentrarsi.
Strategie di studio personalizzate: uno specialista può lavorare con sua figlia per sviluppare strategie di studio adatte alle sue esigenze e al suo stile di apprendimento. Questo potrebbe includere tecniche di organizzazione, pianificazione, gestione del tempo e strategie di memorizzazione efficaci.
Ricordi che ogni persona è unica e che le risposte fornite qui sono di natura generale. Un professionista che valuti direttamente la situazione di sua figlia sarà in grado di fornire una consulenza più specifica e personalizzata per affrontare le sfide che sta affrontando.
Buongiorno, sarebbe utile in questo caso incominciare un percorso di sostegno psicologico ed eventualmente effettuare dei test attentivi.
Gentile Giancarlo, il professionista che potrebbe sostenervi in questo momento di crescita e evoluzione è uno psicoterapeuta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
Gentile utente, la sua preoccupazione nei confronti di sua figlia è comprensibile. Si trova in un momento di passaggio e di crescita delicato, per cui bisognerebbe innanzitutto capire cos’è che la sta bloccando realmente e poi intervenire di conseguenza. Per poter fare questo è indicata la figura dello psicologo, che potrà supportarla in questa fase e fornirle gli aiuti e le strategie necessarie per proseguire nel suo futuro. Rimango a disposizione. Dott.ssa Giorgia Checchino
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