ho perso mio figlio al settimo mese di gravidanza. sono distrutta. si tratta di lutto? sono stata la

20 risposte
ho perso mio figlio al settimo mese di gravidanza. sono distrutta. si tratta di lutto? sono stata lasciata sola come se perderlo prima di conoscerlo non contasse
Gentile Signora, per prima cosa voglio esprimerle la mia vicinanza in un momento inevitabilmente difficile e doloroso. Certamente quello che ha subito è un lutto e il mio suggerimento è di non esitare a farsi supportare e affiancare da uno/a psicoterapeuta della sua zona per cercare di affrontarlo nel migliore dei modi, pensando al presente, ma anche al futuro. Nel frattempo, la invito ad esplorare il sito dell'Associazione CiaoLapo Onlus che si occupa proprio di lutto perinatale: lì troverà materiale e testimonianze che spero possano esserle d'aiuto a legittimare la sua attuale sofferenza e costituiscano una spinta a prendersene cura. Un abbraccio.

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Buonasera. Ognuno di noi ha un modo diverso di reagire a una perdita, pertanto è lei, e nessun altro, ad autorizzarsi a questa sofferenza, che può chiamare certamente lutto.
Il lutto riguarda l'improvviso venire meno di una parte di sé stessi, che comprende sentimenti, aspirazioni, desideri; a maggior ragione per lei questo momento rappresenta un dolore inesprimibile. A partire da ciò che non ha ancora parole, attraverso un percorso di psicoterapia, può costruire ciò da cui potrà separarsi. Le auguro di riuscire a ritrovare la serenità. Un caro saluto, Marianna Genitore
Buonasera, sentirsi distrutta per il dolore di una perdita così devastante è un diritto inoppugnabile. Dalle sue parole emerge un altro dolore profondo, l’essere lasciata sola. Sarebbe molto importante in questo momento farsi supportare, per poter dare voce a questa sofferenza con il sostegno di qualcuno che possa supportarla per esplorare quanto questo evento, che sicuramente può chiamare lutto, la stia logorando. Un augurio sentito di riuscire a trovare le forze e l’appoggio giusto. Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Gentilissima, si tratta di una tragedia umana che possiamo chiamare lutto. Mi auguro che la Sua rete affettiva sappia concederle il conforto e, soprattutto, il tempo necessario per trasformare questa ferita sanguinante in una cicatrice che segnerà uno dei momenti più tristi della Sua Storia di Vita.
Carissima signora, un figlio diventa tale dal concepimento e che si tratti di una perdita più o meno precoce il dolore che l'accompagna può essere devastante come quello per il distacco da una persona che conosciamo bene. Si conceda il diritto di soffrire anche per chi non ha conosciuto e si appoggi con fiducia alle persone care che possono rappresentare per lei un sostegno importante in questo momento. Valuti la possibilità di rivolgersi ad uno specialista in tematiche inerenti il lutto e la perdita.

Buongiorno, il dolore è un'esperienza talmente soggettiva, che va sempre accolto e rispettato. Domandare se ciò che sta provando rientra nell'esperienza del lutto, forse la legittima a sentire quel dolore incompreso dai suoi familiari.
Ma quel dolore esiste. Pertanto, le suggerisco di ascoltarlo e di condividerlo con l'aiuto di uno psicologo. Attraverso il confronto potrà ri-leggere e ri-costruire in termini di significato quei frammenti di esperienze, vissuti ed aspettative, esperiti dall'esperienza della perdita.
Una maggiore comprensione di sé l'aiuterà a disporsi affettivamente verso nuovi progetti esistenziali.
Un forte abbraccio.
Paola Uriati
Buongiorno. Sì , purtroppo è equiparabile al lutto la voragine di dolore che sente. Concordo con le colleghe rispetto alla possibilità di trovare uno spazio di rielaborazione e condivisione
Salve
Mi dispiace per la sua perdita. Bisogna chiamarla lutto, e come tale va trattato. Ha sentito muovere il suo bambino, ricorderà forse ancora il suo primo calcetto. Ha stabilito una relazione e come in tutte le relazioni l'ha anche caricata di sogni, progetti, aspettative. E sulla perdita di tutto ciò che deve fare un lavoro di elaborazione del lutto che spesso viene negata a tutte le donne che come lei hanno purtroppo fatto esperienza di perdita. La abbraccio
Cara signora perdere un bimbo al settimo mese di gravidanza è un'esperienza estremamente dolorosa ed è a tutti gli effetti un lutto. Immagino quanto sia difficile in questo momento sentirsi capita e compresa dagli altri i quali spesso, compresi i familiari, tendono a " minimizzare" l'evento pensando così facendo di aiutarci. Dovrebbe, invece, sentirsi libera di stare male tutto il tempo necessario e un sostegno psicoterapico le sarebbe di grande aiuto in questo momento. La terapia potrebbe diventare uno spazio all'interno del quale elaborare il lutto lavorando sulla perdita. Le mando un grande in bocca al lupo.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
D.ssa gemma bosco
Carissima, vorrei prima di tutto esprimerle la mia più sentita vicinanza. Penso che una tragedia del genere sia difficilmente capibile da chi non ne ha avuto esperienza per cui si senta libera di vivere, esprimere ed affrontare il SUO dolore come meglio crede. Si tratta di una tragica esperienza di perdita (e in un certo senso abbandono) per cui come tale è giusto che sia definita lutto perché nessuno, al di fuori di lei, è in grado di comprendere il significato che aveva questa gravidanza. Le auguro tanta serenità che, un giorno, arriverà. Un abbraccio
Cara Signora, il dolore per la perdita di un figlio è devastante. Al settimo mese di gravidanza c'è già un legame forte e profondo. Quando dice che è stata lasciata sola, immagino che le è mancato quel sostegno delle persone che avrebbero dovuto esserle più di aiuto ad elaborare un lutto. È importante che lo chieda ad un professionista e le auguro di non sentirsi più sola ad affrontare questo problema. Cordiali saluti
Buonasera signora,
mi spiace molto per la perdita subita.
Si, si tratta di un lutto a tutti gli effetti.
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicologo appena possibile in modo da trovare un po' di conforto in questo momento molto delicato.
dott Tealdi
Sentirsi sola in un evento così devastante è inevitabile: il legame che si crea tra madre e bambino fin dal concepimento è simbiotico, esclusivo. Quando si spezza si prova qualcosa che non si può spiegare ad altri, perché è un dolore "indicibile".
Occorre tempo per elaborare la perdita e si sforzi di condividerla con chi sente vicino anche se non si sentirà compresa fino in fondo.
Se il tempo e il supporto amorevole non dovessero bastare, si rivolga a uno Psicologo, se specializzato in EMDR può esserle di grande aiuto.
Buonasera! Un'esperienza come la sua porta con sé parte di sé stessa, delle emozioni, aspettative, desideri, pensieri... che lei aveva nei confronti del suo piccolo. Si tratta sì di lutto, uno dei più delicati e perciò andrebbe sempre, se possibile, elaborato con uno specialista. Un caro saluto
Dott.ssa Valeria Randisi
Gent. Sig.ra, perdere un bimbo prima della nascita è un lutto a tutti gli effetti e come tale necessita di venire elaborato. Mi rammarico che non abbia comprensione del dolore che prova dalla sua cerchia familiare. Dia significato a questa perdita attraverso una psicoterapia mirata. In questi casi ho ottenuto buoni risultati con la tecnica EMDR. Tanti auguri, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buongiorno, la perdita di un figlio, anche durante la gravidanza, è un dolore enorme, un vero e proprio lutto. Si faccia sostenere dalle persone che sente vicine. Un percorso con uno psicologo-psicoterapeuta potrebbe aiutarla se sentisse di aver bisogno di un sostegno di uno specialista.
Cari saluti.
Dott.ssa L. Sale
Buongiorno, perdere un bambino è un evento traumatico per i genitori ed in particolare per la madre. È fisiologico che lei sia in un processo di lutto, essere madre inizia dal concepimento. Le consiglio di farsi sostenere insieme a suo marito per questa esperienza. La tecnica emdr è di grande efficacia in queste situazioni. Io sono disponibile ad incontrarla o può anche rivolgersi a delle associazioni come ad esempio ciao lapo( veda su internet), associazione fondata da genitori che hanno vissuto un'esperienza simile alla sua. Qui troverà professionisti preparati ad aiutarla. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Mi dispiace molto. La perdita di un figlio al settimo mese di gravidanza costituisce un vero e proprio lutto e infatti viene denominata "morte tardiva in utero". Il senso di solitudine e la disperazione che lei esprime sono reazioni fisiologiche che evidenziano che si trova in una fase centrale del processo di elaborazione del lutto, mentre l'atteggiamento manifestato dalle persone che le stanno accanto fa supporre che si trovino in una fase iniziale, caratterizzata dallo shock e dalla negazione dell'accaduto. La completa elaborazione di un fatto così traumatico può richiedere diversi anni e perciò non va preso alla leggera, ne tantomeno sminuito (come purtroppo spesso fanno le persone che si trovano accanto alla coppia genitoriale). Per tale ragione diventa di fondamentale importanza ricorrere a un supporto psicoterapeutico, ma risulta utile anche relazionarsi con associazioni che si occupano di lutto prenatale, all'interno delle quali si possono incontrare persone con una significativa sensibilità sul tema. Non mi resta che ribadirle il mio cordoglio e mandarle un simbolico abbraccio. Cordialmente, dott. Gualazzi.
Gentile Utente,
Si trova ad affrontare una delle prove più difficili e dolorose, della quale mi dispiaccio profondamente. Ciò che sta vivendo è certamente una reazione luttuosa, perché la relazione psicologica con il bambino inizia da molto prima che sia nato e fisicamente presente nella vita di una madre. Non so a chi si riferisca quando racconta di essere stata lasciata sola, ma nella relazione con sé stessa non si allei con questa scelta e si conceda uno spazio di espressione nel quale dare forma al dolore che sta provando; ne ha diritto e bisogno. Un caro augurio di buona fortuna
Cara signora
mi dispiace tanto per ciò che è successo. Sta vivendo un vero lutto e penso che sia importante per lei essere sostenuta sia dalle persone che la circondano sia da una terapeuta. Il lutto non è necessariamente patologico e oggi è acclarato che non esistono delle fasi temporali e degli stadi precisi da attraversare come purtroppo ancora spesso si pensa, da qui l'atteggiamento superficiale "col tempo passerà" ... e chi l'ha detto?
Tenga conto anche che spesso lutti non risolti possono essere ferite che si riaprono a distanza di anni nei modi più inaspettati quindi credo sia un DIRITTO per lei chiedere il supporto necessario.
Valuti lei i tempi e i modi tenendo conto che oggi c'è anche la possibilità di usufruire della consulenza online.
Spero di aver risposto alla sua domanda e le auguro il meglio.

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