Ho perso fiducia nella psicoterapia... Forse nessuno mi può davvero aiutare. Ci speravo così tanto

19 risposte
Ho perso fiducia nella psicoterapia...
Forse nessuno mi può davvero aiutare.
Ci speravo così tanto, ero convinta di aver finalmente trovato la persona giusta, 4 anni fa mi ero sentita ascoltata e compresa, mi sembrava un sogno, ero convinta di aver trovato finalmente la terapeuta giusta dopo vari tentativi, ho fatto un percorso insieme a lei e l'unico vero cambiamento è stato l'essermi mostrata ad una persona per come sono realmente, non l'avevo mai fatto prima. Il mio problema consiste nell'ansia sociale, a dire la verità non so più nemmeno io quale sia, credo di averne tanti...
Ho capito che essere se stessi non va bene, ti porta ad allontanarti dalle persone, infatti è quello che è successo a me con questa psicoterapeuta, non posso essere sincera perchè rovinerei tutto.
Io la soluzione la vedo solo nella morte, vi prego di credermi, in questo momento sono lucida e rassegnata anche, le soluzioni "alternative" mi fanno stare peggio di come sto adesso, la vita per me è solo sofferenza, sopportazione, sensi di colpa, obblighi, frustrazione, illusione...
Un giorno dissi alla mia psicoterapeuta "Semmai troverò il coraggio lascerò un messaggio, delle lettere, qualsiasi cosa per spiegare la mia motivazione, dato che molti dopo aver appreso la notizia di un suicidio rimangono con la domanda: Perchè?".

Io sono convinta che la psicologia e la psicoterapia debbano fare ancora enormi passi in avanti, ci sono troppe cose che vanno date per buone solo perchè scritte su dei libri, eppure una volta si pensava la stessa cosa dei manicomi e dell'omosessualità.
Buonasera,
le sue parole e la sua sofferenza mi sono arrivate in maniera diretta e posso solo immaginare come può sentirsi adesso. Mi sembra sia delusa, arrabbiata. Se già non l'ha fatto ne parli con la sua terapeuta di questo, le terapie non hanno degli andamenti sempre in crescita, ci sono momenti in cui sembra tutto molto più doloroso o sembra di non aver fatto grandi passi. Ma è giusto lì che si può sbloccare qualcosa. Siamo uomini complessi e ci vuole tempo per comprendere e accettare certi aspetti di noi stessi. Può succedere che arrivare a certe consapevolezze ci faccia stare peggio ma condivida tutto questo con la sua terapeuta. Le auguro una buona serata,
Dott.ssa Chiara Pavia

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Cara/o signora, quanta tristezza e sofferenza... Capisco la delusione, se dopo 4 anni di Psicoterapia pensa che essere se stessi non va bene...certo qualcosa non è andato bene. Cosa è successo? Come mai pensa tutto questo?
Parla di ansia sociale... ma addirittura pensa alla morte, per cui la disperazione deve essere dilaniante. Mi spiace molto.
Parli con la sua psicoterapeuta, eventualmente valuti un nuovo approccio. Non so quale abbia la collega. Dopo tanto tempo può aiutare affrontare il problema da un altro punto di vista.
La Psicoterapia cognitivo-comportamentale ha tecniche molto concreti ed efficaci.
In bocca al lupo di cuore.
Buongiorno, mi colpisce la sua estrema sofferenza. Ha voglia di dirci di più ? In che modo essere se stessi non va bene? Cosa è successo che piano piano l ha portata a credere questo?
Se ha voglia di condividere maggiormente sono a disposizione. La saluto con estremo affetto
Dott.ssa Francesca Caputo
Buon pomeriggio signora, le sue parole esprimono a pieno tutta sua delusione, il suo sentirsi smarrita e senza più punti di riferimento dato l'evolversi di questa situazione, perdere il proprio appoggio può essere molto pesante, specialmente in un percorso di terapia in cui si investe tantissimo in noi stessi ma anche nel proprio terapeuta.
Decidere di affrontare una situazione che ci fa soffrire è un atto molto coraggioso, scegliere mettersi in gioco, fidarsi e aprirsi ad un percorso di terapia personale è importantissimo, come trovare la persona giusta con cui incamminarsi in questo percorso.
La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare nuovamente l'inizio di un percorso di terapia per ricominciare con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online di questo portale) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore non mai facile, anzi, è difficile! è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto.
Un gentile saluto
Dall’illusione che permea la sua vita (con annessi sensi di colpa e castrazioni varie), alla delusione: bene, una base psichica fondamentale per riconsiderare la sua teoria esistenziale, tararla, comprenderla....un bel lavoro da fare con la sua terapia, senza cercare scappatoie o scorciatoie.....buon lavoro.
Cara utente, comprendo la sua sofferenza e la sua delusione e proprio per questo vorrei saperne di più. Perché vede solo una soluzione? Dove portano le altre? Quali sono gli aspetti della sua vita che non apprezza o in cui ha difficoltà, oltre all'ansia sociale? Come si manifesta la sua ansia? Le domande sarebbero tantissime. La sua terapeuta la conosce e solo se lei sarà sincera potrà tenerle la mano mentre esce da questa situazione.
Le auguro il meglio.
Dott.ssa Federica Leonardi
Salve, mi dispiace che abbia perso la fiducia nella psicoterapia, ma un indizio non fa una prova. Ha mai pensato ad un nuovo consulto psicologico?
Buona serata.
Dott. Fiori
Cara utente, mi dispiace molto per il suo vissuto. Deve essere estenuante portarsi dietro questa grande sofferenza e aver paura di essere se stessa per il timore di perdere le persone che ha accanto.
Con la sua psicoterapeuta non sarà così. È una professionista e dovrebbe essere in grado di vedere e accogliere quella parte di lei che ha paura di mostrare. Il nostro lavoro consiste anche in questo.
Provi a parlarne e a mettere in parole quello che prova, comprese le sue paure abbandoniche.

Resto a disposizione.

Un caro saluto.

Dott.ssa Francesca Tardio.
Che sofferenza,amarezza , rabbia,qualche tasto in questa terapia deve avere riaperto antiche ferite.Mi dispiace ,ma sarebbe triste e amor più dell'utente concludere una terapia senza aver chiarito profondamente quello che è accaduto in questa relazione..forse come in altre ?Le consiglio di esprimere questo malessere e questa incomprensione alla sua terapeuta..Un caro augurio .Dottssa Luciana Harari
Salve,
alle volte lo sconforto e talmente tanto da sentire di non farcela più veramente più. Con una certa frequenza la disperazione è semplicemente un modo che abbiamo imparato di stare al mondo e il suicidio un modo per rivolgere contro noi l'aggressività che dovrebbe andare verso il mondo.
Il senso di aver rovinato la terapia o che non ci sia speranza alcuna neppure lì dove sembrava esserci, può essere l'ultima morsa della disperazione, prima di poter finalmente sentire un po' di gentilezza per se stessa e la fatica fin qui fatta. Il mio consiglio è di parlarne con la sua terapeuta.
Laddove ciò non fosse possibile, l'invito è di iniziare un nuovo percorso dove poter elaborare questa ennesima disperazione con qualcuno che per lei possa essere un nuovo porto sicuro e nuovo sostegno.
Un caro augurio
Gentile utente di mio dottore,
credo di ricordare la sua storia, non è la prima volta che scrive qui sul portale. Le raccomando nuovamente di riprendere il suo cammino psicoterapico, anche dovesse cambiare specialista, vedrà che le difficoltà da lei già in passato descritte potranno essere affrontate e superate. Non demorda, non si arrenda.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera. Mi dispiace per la sofferenza che lei descrive ed esprime attraverso la sua condivisione, in particolare mi tocca e mi preoccupa quando dice di non vedere altre soluzioni se non il voler mettere fine alla sua vita. Io credo d'aver già risposto ad un'altra sua simile condivisione su questo portale...oggi rispetto a questa, vorrei restituirle che penso sia molto importante il risultato che ha raggiunto con la sua terapeuta, di mostrarsi con lei per quello che veramente è, è un passo molto significativo che lei ha fatto nella sua vita, ma che necessita molto probabilmente di essere integrato ancora con altri passaggi significativi. Non so se mi sbaglio, ma in base a quanto scrive vorrei darle questo spunto di riflessione: "dopo essermi mostrata per come sono veramente con l'altro, posso accettare anche l'altro così come realmente è? Oppure sento il bisogno che l'altro sia come io vorrei che fosse?". In altre parole voglio dirle che io credo fermamente che il vero incontro con l'altro può avvenire solo quando nella relazione possiamo essere autentici. Spero lei decida di voler continuare a lavorare (con la sua terapeuta o con un altra/o professionista se ritiene non sia più possibile con lei), e se necessario, a lottare per se stessa, permettendosi così di poter scoprire realmente cosa significa per lei "incontrare autenticamente se stessa ed anche l'altro".
Inoltre le auguro, oltre a questo (e anche attraverso questo), di poter gradualmente riprendersi il potere di avere piena libertà e responsabilità della sua vita.
I miei migliori auguri, Dott. Felice Schettini
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Gentile utente, non spiega il motivo per cui si sente delusa dalla sua psicoterapeuta ma credo che non è mai sbagliato essere se stessi e mostrarsi per come si è, soprattutto nella relazione terapeutica. Consideri che chi va in terapia ha delle "lenti" con cui guarda il mondo, le stesse che sono oggetto della cura e del cambiamento. Pensa in considerazione l'idea che ciò che lei vede oggi è frutto di un passato che l ha delusa. Si dia un'altra possibilità, c'è posto e spazio anche per lei a questo mondo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buona sera,
i miei colleghi hanno già detto tante cose da molti di punti di vista diversi, vorrei solo aggiungere a ciò che è stato detto che se ha pensieri di suicidio e morte forse vale la pena se riesce aggiungere alla psicoterapia anche un approccio più globale e contenitivo in questo momento, se il Centro di Salute Mentale della sua zona funziona adeguatamente lì forse potrà essere supportata da più punti di vista e in modo più contenitivo se ce ne fosse il bisogno, solo per darle un esempio pratico : ad es al Centro di Salute Mentale di Imola c'è uno psichiatra dalle 8 alle 20, 6 giorni su 7 e se arriva qualcuno che ha in quel momento pensieri di morte, così come sembra avere lei in questo momento, il progetto terapeutico di aiuto a questa persona è su più piani e apre a più possibilità oltre la visita psichiatrica e possibili medicine, può iniziare un percorso di psicoterapia , ma anche di mindfulness ( o DBT), un eventuale supporto al lavoro da altre psicologhe ma se c'è bisogno ed è necessario anche un eventuale ricovero per qualche giorno in stanze singole con medici ed infermieri presente 24/24 ma anche un approccio in comunità o anche solo Day Hospital o altro ancora. Avere tutti questi appoggi e possibilità in un momento molto difficile è vitale per molti dei pazienti di quella zona. Questo è solo un esempio di come a volte quando arrivano i pensieri di morte e suicidio la risposta può essere più globale e il supporto più forte contenitivo e più facile per la persona non sentirsi sola e isolata quando aiutata in più modi
Salve, le hanno detto tante cose, io credo che se lei scrive qui per mostrare il suo disagio una parte di lei cerca ancora una soluzione, persegua questa ricerca nella sua terapia, porti questo autenticamente per proseguire il suo cammino.
Saluti
Massimiliano
Gentile Signora,
ogni psicoterapeuta è prima di tutto una persona, unica nella combinazione di vari fattori come la formazione, la personalità, il livello di maturità professionale e personale. Perciò sono fermamente convinta che ogni psicoterapeuta può contribuire in maniera specifica e inevitabilmente diversa dagli altri colleghi ad aiutarla nel suo percorso di cura.
All’interno di un percorso di psicoterapia potersi mostrare per come si è realmente è già un ottimo successo terapeutico, che deve incoraggiare a non mollare e a continuare nel processo di disvelamento. Allo stesso tempo è importante lavorare anche sul rapporto che si crea tra paziente e terapeuta e su come questo evolva nel corso del cammino. La delusione verso il terapeuta è materiale utilissimo che dovrebbe essere discusso ed elaborato con il terapeuta stesso e non “agito” attraverso l’interruzione della terapia. Cordialmente, Dr.ssa Manola Tognellini
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile signora, la psicoterapia non è fatta tanto di libri, quanto di una relazione tra due persone e come ogni relazione questa può finire o deludere, come nel suo caso. La questione è avere il coraggio non tanto di morire, quanto di vivere e capire cosa facciamo affichè una relazione ci deluda a tal punto da non volere più aspirare all'autenticità e decidere di chiudersi in se stessi. La questione è trovare il coraggio di affrontare la vita con tutto il carico di sofferenza che implica.. Mi dispiace per come si sente.
Un saluto,
Rosella Pettinari
Gentile Utente,
ha provato a parlare con la sua terapeuta della delusione e sofferenza che prova? La relazione con la propria psicoterapeuta è l’elemento principale, e vorrebbe essere curativo, della terapia.
Tenti la via del dialogo per sentirsi meno sola e come occasione di riflessione condivisa.
Buona ricerca di se e continuazione,
Dott.ssa Valeria Marino

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