Grazie per avermi risposto, sono Manuela ho 57, delorazepam ho iniziato ad assumerlo dopo essere sta

18 risposte
Grazie per avermi risposto, sono Manuela ho 57, delorazepam ho iniziato ad assumerlo dopo essere stata operata di tumore al seno vent'anni fa. Da tre anni soffro di rigidità alle gambe, dopo aver fatto visite neurologiche e neurochirurgiche, escludendo malattie neuromuscolari, ho sempre assunto delorazepam 15 gocce la mattina e 13 alla sera, sento la necessità di prenderne di più e onestamente parlando non voglio più dipendere da questi farmaci. Ancora grazie
Concordo con il collega. Non agisca solo di pancia, ma si faccia seguire da chi già conosce tutto il quadro. Cordialmente SP

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Gentile signora l’assunzione di questo farmaco inizia da quando ha dovuto affrontare la sua malattia. E’ conseguente ad un evento traumatico evento che forse ha generato sintomatologie proprie dello stress post traumatico. La psicoterapia in questi casi e’ altamente indicata per affrontare le problematiche all’origine fino ad ridurne ed eliminare i sintomi.
La terapia EMDR e’ la terapia indicata in modo specifico per queste problematiche. TRova sul sito EMDR italia l’elenco dei terapeuti esperti ( practitioner) abilitati da emdr Europe per svolgere questo tipo di psicoterapia.
Rimango a sua disposizione
Un cordiale saluto
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Gentile signora, un tumore al seno rappresenta un evento traumatico che non stupisce le abbia causato ansia e la necessità di assumere ansiolitici in maniera continuativa.

Vent’anni dalla diagnosi di tumore, e vent’anni di assunzione di ansiolitici, però, sono oggettivamente tanti: consideri che le benzodiazepine non andrebbero assunte tanto a lungo, e che sarà opportuno andare nella direzione di una riduzione del dosaggio piuttosto che di un aumento.

Mi auguro che dopo la diagnosi di tumore le avessero proposto di fare anche un percorso psicoterapeutico di sostegno, come è uso fare presso i più importanti centri oncologici. In ogni caso, se non lo avesse già fatto, valuti di iniziare ora un percorso psicoterapeutico per l’ansia, tanto più adesso che accusa anche questo dolore alle gambe rispetto al quale, se ho inteso bene le sue parole, e’ stata esclusa un’origine di carattere organico.

Un caro saluto.
Salve, capisco il trauma che ha subito dopo l'operazione al seno, chiaramente per ogni donna essere operata di tumore ad una parte molto importante per la nostra identità e femminilità è molto doloroso. Inizialmente è stato giusto prendere un antidepressivo ma dopo tanti anni forse sarebbe bene che ne parli con uno psichiatra e decida o diminuirlo o di cambiare prodotto, non credo che si debba prendere sempre lo stesso medicinale x così tanti anni potrebbe anche aver perso l'effetto. Inoltre come mai non le hanno prescritto di fare una psicoterapia per superare la situazione traumatica. Sono d'accordo che lei esegua una terapia con il metodo EMDR per elaborare il suo trauma. la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno concordo con i colleghi e credo che la sua riflessione sui farmaci assunti per così tanto tempo riveli un'espressione creativa e potenzialmente valida per poter intraprendere una psicoterapia.
Saliti
Dott.ssa Manuela Pacifici
Cara Signora, come le è stato suggerito, credo che sia proprio opportuno che lei possa parlarne con uno psicoterapeuta e iniziare a dare spazio dentro di lei ai possibili significati profondi che quell'evento di 20 anni fa ha prodotto nel suo mondo interno per consentirne una adeguata elaborazione psichica. Il farmaco è stato certamente utile ma adesso è necessario, a mio avviso, dare pensabilità e significato a quello che le è accaduto.
Le faccio tanti auguri!
Gentile Manuela, concordo con i colleghi, per lo scalaggio del farmaco faccia riferimento alle indicazioni del suo medico di riferimento evitando il "fai da te". Cordialmente O.M.
Buongiorno sig.ra Manuela, comprendo perfettamente la sua esigenza di non dipendere più dai farmaci. Le consiglio prima di tutto di consultare il suo medico per scalare i farmaci, questi non devono essere smessi all'improvviso, ma gradatamente se non portano ad effetti collaterali molto spiacevoli e nello stesso tempo intrapprendere un percorso terapeutico che le permette di appandonare il farmaco. Cordiali saluti e resto a sua disposizione
Salve. La sua richiesta è legittima, penso che debba parlare col suo medico di riferimento e contemplare l'opportunità di iniziare una psicoterapia.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Salve sig.ra Manuela, le confermo quanto già detto dai miei colleghi, aggiungendo che il suo desiderio di non dipendere dal farmaco, dopo molti anni di assunzione e dall'episodio traumatico rappresentato dal tumore al seno, sembrano indicatori del fatto che lei sta vivendo una nuova fase in cui potrà utilmente giovarsi di un trattamento psicoterapico. La psicoterapia mi sembra particolarmente indicata per lei , quale sostegno e lavoro psichico necessario per la transizione che sta vivendo e per il suo futuro.
Dott.ssa Gemma Andreoli di Sovico
Gentile Signora, questo quesito lo deve porre al suo medico curante. personalmente le posso dire che i farmaci, ogni tanto, vanno cambiati, perché il corpo si abitua, ecco perché sente meno l'effetto del delorazepan. Capisco anche che si sia stancata di assumere farmaci, ma è un processo che si deve fare gradualmente, altrimenti la situazione peggiora. comunque, un supporto psicoterapico è in grado di darle quel sostegno che il farmaco non riesce a darle. una farmacoterapia senza sostegno psicologico è destinata, spesso, al fallimento. Anche gli psichiatri glielo possono confermare.
distinti saluti
Buongiorno.
Segua solo le indicazioni mediche per le terapie con farmaci (per qualunque dubbio o effetto indesiderato è buona norma parlarne a chi li ha prescritti) e valuti una psicoterapia.
Saluti
Marta Calderaro
Gentile Manuela, la voglia di non dipendere da un farmaco è comprensibile. Tuttavia ogni modifica nell'assunzione della terapia deve essere concordata e discussa con il medico curante al quale La invito a portare questa Sua volontà di trovare una soluzione alternativa. Questa soluzione potrebbe di fatto essere un percorso psicoterapeutico, anche in virtù del fatto che viene manifestata una sintomatologia di cui ad oggi non ha (ancora) trovato correlato organico, che Le permetta di stare meglio senza necessariamente dover assumere per tutta la vita il farmaco. Questo percorso avverrebbe comunque gradualmente, pertanto è necessaria una spinta motivazionale apprezzabile che Lei manifesta ma anche un equilibrio e una pazienza altrettanto importanti al fine di non rischiare di agire in modo erroneo con il dosaggio farmacologico. Discuta di questo con lo psichiatra e contatti uno psicoterapeuta che possa lavorare in equipe con lui per aiutarla in modo sinergico e affine a quelli che sono i Suoi personali obiettivi. In bocca al lupo! Cordialità DMP
Buongiorno,
per i dosaggi farmacologici sarebbe indicato rivolgersi al proprio medico. La questione della dipendenza da farmaci invece si può trattare con un percorso di psicoterapia contemporaneo alla riduzione graduale delle medicine. Bisogna chiaramente approfondire la situazione in visita
dott Tealdi
Salve
come tutti i colleghi suggerisco di parlare della sospensione del farmaco con il suo medico curante. Da anni mi occupo di tumori e supporto psicologico e mi pare di capire dalla sua esperienza che all'epoca non le è stato offerto nessun supporto psicologico.
Le suggerisco di seguire la strada di uno psicoterapia ma non sottovaluterei neanche la frequentazione di gruppi di donne passati attraverso questa esperienza: permettono la normalizzazione dei propri vissuti, rompono la solitudine emotiva e creano resilienza/forza. Ci son tanti gruppi su Roma, immagino anche nelle altre città. Forza!
Gentile signora l’assunzione di questo farmaco sembra che sia conseguente all'evento traumatico evento, la malattia, che forse ha generato sintomatologie proprie dello stress post traumatico. La psicoterapia e’ altamente indicata e rapida per affrontare le problematiche , soprattutto se affiancata da Ipnosi (fatta da Ipnoterapeuta). Rimango a sua disposizione Un cordiale saluto Antonella
Gentilissima signora si rivolga al medico di suo fiducia che le ha prescritto i farmaci per poter correggere la posologia o sostituire il farmaco. In seguito sarebbe opportuno per via della patologia che ha sofferto in passato di farsi aiutare da uno psicoterapeuta. Cordiali saluti
Buonasera, le consiglio di parlarne con il medico di riferimento così da poter valutare insieme la posologia del farmaco. Le suggerisco inoltre di prendere in considerazione un eventuale percorso psicologico per comprendere gli aspetti più emotivi che caratterizzano la sua storia di vita e il suo stato di salute attuale. Saluti, Enza C.

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