È poss. che un bambino di quasi 4a non sia interessato al cibo? Non mangia nulla di normale ma solo

16 risposte
È poss. che un bambino di quasi 4a non sia interessato al cibo? Non mangia nulla di normale ma solo bastoncini findus e torta al cioccolato
Solo questo...abbiamo provato in tutti midi anche ad affamarlo ma nulla
Adesso accusa da giorni mal di pancia
Servirebbe uno specialista? Uno psicologo?
Grazie per L attenzione
Buongiorno, ha avuto modo di parlare di questa sua preoccupazione con la Sua pediatra? Lei pone la domanda e in parte è già sulla strada della riposta:"è possibile che un bambino di quasi 4 anni non sia interessato al cibo?"... probabilmente no, non è interessato. Ovviamente non nel senso che mangerà sempre e solo i due alimenti che lei menziona, ma nel senso che per svariati motivi, non è interessato ad ampliare la gamma di alimenti che mangia. Non avendo nozioni di cosa fa più o meno bene dal punto vista alimentare, lui si nutre di due cose che gli sono familiari, conosce e gli piacciono senza prendere in considerazione le altre. Questo porta i familiari ad attivarsi nei modi più disparati per risolvere al meglio la situazione e, quando tutte le soluzioni tentate non danno i risultati sperati, rimane un senso di preoccupazione e frustrazione. A mio parere potreste beneficiare di una consulenza nutrizionale, ma anche e soprattutto di un piccolo percorso psicoterapico per meglio comprendere i meccanismi alla base di questo comportamento. Tenga presente che l'approccio familiare potrebbe essere di grande aiuto al bambino e ai genitori per approfondire i contesti dei pasti e delle conseguenti azioni e reazioni. Spero di esserle stata di aiuto. Cordiali saluti

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Serve un bravo pediatra
Gentile Signora, immagino la preoccupazione per questa situazione, Le consiglierei di rivolgersi ad un bravo pediatra e perchè no...indagare sulla situazione 'pasto' consultando uno psicoterapeuta che possa aiutarvi in questo senso (tempi,modalità, stile relazionale...)magari facendo delle osservazioni a domicilio.
Cordialmente
Salve Signora, immagino la preoccupazione per la situazione che presenta. Sicuramente il rapporto con il cibo per i bambini faparte di ciò che è esplorazione curiosità conoscenza....ll primo passo è consultare il pediatra, e da lì partire per ulteriori approfondimenti, magari un esperto in nutrizione pediatrica, un neuropsichiatra infantile per verificare la presenza o meno di problemi comportamentali e sicuramente uno psicoterapeuta che vi aiuti nella gestione del bambino e vostra....
Buonasera,
Da come descrive la situazione potrebbe trattarsi di un disturbo chiamato alimentazione selettiva. Il bambino fino ai tre anni, ma anche a volte fino ai cinque, vive una fase di neofobia (la paura per i cibi non familiari che non vengono considerati sicuri ed elicitano una risposta di disgusto o un rifiuto). Tale fase si risolve spontaneamente nella maggior parte dei bambini, tuttavia altri possono presentare atteggiamenti neofobici in modo eccessivo e persistente, e in questo caso parliamo di Alimentazione Selettiva.
Vanno escluse in primo luogo le possibili cause organiche e per questo la rimando al suo pediatra di fiducia.
Nel caso in cui l´ipotesi diagnostica restasse quella della alimentazione selettiva è prioritario un percorso di terapia e sostegno per la coppia genitoriale, perché la matrice del disturbo potrebbe essere familiare. Un suggerimento è quello di non usare il cibo come strumento di potere, pur comprendendo la vostra frustrazione e preoccupazione.
Cordialmente
Salve, potrebbe essere un modo per attrarre l'attenzione, per comunicare un suo disagio. I bambini usano spesso dei comportamenti contrari a quello che un genitore desidera per dire qualcosa. Nel bene o nel male basta che la nostra attenzione sia rivolta a lui. Ritengo utile ricorrere ad un colloquio psicologico.

Un saluto
Buongiorno, una visita pediatrica è sempre utile. Nel caso di bambini così piccoli, è indicata una consulenza psicologica per i genitori, per approfondire l'insorgenza e le modalità del comportamento alimentare del bambino. Ad esempio, se è comparso all'improvviso, da quanto tempo è presente, se ci sono stati eventi positivi o negativi in famiglia nel periodo dell'insorgenza, se c'è una gravidanza o una nascita o anche un trasloco o altro. Inoltre, è sempre importante riflettere sull'atteggiamento con cui i genitori affrontano il problema. Cordiali saluti.
Buongiorno signora, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per cercare di capire la motivazione che porta a questo non interesse verso il cibo e a questa ristretta gamma di prodotti alimentari che mangia. Spesso i bambini manifestano il loro disagio attraverso il rapporto con il cibo ed è molto importante esplorare la motivazione di questo disagio. Cordiali saluti
Salve, è chiaro che per una mamma di un bimbo di 4 anni che presenta questo comportamento, può essere molto frustrante e creare uno stato di ansia e preoccupazione. In questi ultimi anni un tale comportamento viene diagnosticato come un disturbo con la sigla Inglese ARFID, sta per disturbo evitante-restrittivo nell'assunzione del cibo, colpisce soprattutto i i bimbi di età di 2 o 3 anni fino alla preadolescenza soprattutto i maschi ma si può riscontrare anche nell'età adulta. Sicuramente ci si deve preoccupare quando si presenta una significativa perdita di peso, deficit nutrizionali ed una marcata interferenza con il funzionamento psicosociale, quindi le cause possono essere molteplici. Prima di tutto accertarsi che non ci siano dei disturbi fisiologici consultando un bravo pediatra, poi analizzare che non ci siano delle problematiche psicologiche soprattutto nell'ambito della famiglia cioè tensioni. inoltre non mostrare ansia quando il bimbo comincia ad escludere certi cibi e non dare un significato eccessivo al cibo. Inoltre evitare atteggiamenti iperprotettivi accontentandolo in tutto o al contrario mettere in atto comportamenti rigidi o controllanti con punizioni o ricatti, soprattutto mettere in atto comportamenti equilibrati. Le consiglio di contattare una psicoterapeuta competente nelle problematiche alimentari e fare dei colloqui per avere un supporto in questo momento delicato. Le auguro che il problema si risolva in breve tempo, cmq mi può anche chiamare on-line per avere delle ulteriori delucidazioni, la saluto
I bambini in età precoce non hanno strumenti "adulti" per comunicare i loro bisogni, richieste, disagi, sofferenze, ecc. e inoltre il mondo emotivo è ancora "immaturo" e "in costruzione. Quindi, mancando gli strumenti cognitivi ( il pensiero e l'espressione del pensiero), gli strumenti emotivi ( le emozioni sono spesso confuse e necessitano dell'aiuto delle persone adulte di riferimento per essere identificate) i bambini manifestano le loro necessità attualizzandole con comportamenti, con "agiti", nella relazione con i genitori. Non esistono significati sicuramente attribuibili a determinati comportamenti, ma bisogna avere la sensibilità di comprendere la situazione specifica in cui ogni bambino si trova e cosa esprime e richiede attraverso il suo modo di comportarsi. Perciò penso che sicuramente valga la pena di rivolgersi ad uno psicoterapeuta competente per un aiuto a "decifrare" il disturbo o la limitazione, identificare i bisogni fondamentali a cui dare risposta e il tipo di condotta più opportuna e costruttiva
Salve,
innanzitutto vista la tenera età di suo figlio, mi rivolgerei principalmente a specialisti pediatrici del settore.
Le suggerisco una prima e attenta visita dal suo pediatra di famiglia che sarà in grado di inviarla presso gli specialisti necessari al caso.
in ogni caso, sarebbe comunque opportuna una valutazione a 360 gradi : pediatrico internistica, gnatologica, nutrizionistica, gastroenterica nonchè una visita Neuropsichiatrica infantile con colloqui psicologici familiari .
La saluto
Laddove il cibo é amore, nutrimento dell' anima, nel suo significato psicoanalico più profondo, una volta esclusi i problemi organici con medico- pediatra, é possibile ipotizzare che il bambino rifiuti il vostro amore, nel senso che ne vorrebbe molto di più o che quello che riceve non sia sufficientemente buono dunque usa il cibo per esprimere il suo disagio rispetto la relazione con i genitori. Una psicoterapia sistemico- familiare potrebbe andare benissimo. Saluti.
Buongiorno,
comprendo la Sua preoccupazione e concordo con Lei rispetto all'idea di rivolgersi ad uno specialista. Personalmente Le consiglierei di rivolgersi sia ad un pediatra che ad uno psicoterapeuta.
I motivi per cui Suo figlio rifiuta il cibo possono essere tantissimi e andrebbero sicuramente indagati accuratamente. Bisognerebbe capire come si è svolto lo svezzamento del bambino, come vi ponete voi genitori al momento del pasto, quali dinamiche avvengono nel momento in cui bisogna mangiare etc.
Sicuramente un motivo per il quale Suo figlio non vuole mangiare c'è ed è il caso di capirlo e lavorarci sù il prima possibile di modo da essere ancora in tempo per risolvere tale problema.
In bocca al lupo
Buon pomeriggio. Condivido e comprendo la sua preoccupazione e sicuramente il primo consiglio che potrei darle è di rivolgersi al suo pediatra di fiducia, per escludere la presenza di cause organiche o anomalie di qualsiasi tipo; successivamente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa meglio inquadrare la situazione attraverso un'accurata indagine che abbracci un pò tutti i campi possibilmente implicati. Ad esempio potrebbe essere utile conoscere le abitudini alimentari del nucleo familiare, le convinzioni dei genitori rispetto al cibo, le dinamiche familiari, se ci sono stati cambiamenti rilevanti nell'ultimo periodo, come e quando è cominciata questa selettività alimentare ecc.... In base alle informazioni reperite lo psicoterapeuta potrebbe impostare il programma di intervento più adeguato. Cordiali saluti.
Buonasera Signora, le consiglio in primis di rivolgersi al suo pediatra. Lui saprà indirizzarla sul cosa fare. È molto importante l'alimentazione fin dai primi anni di vita. Fa bene a non sottovalutare l'alimentazione di suo figlio ma troverà sicuramente una soluzione rivolge dosi a specialisti. Cordiali Saluti
Buonasera, sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo perchè possa formulare una diagnosi del disturbo attraverso colloqui e test . Potrebbe trattarsi di un disturbo dell'alimentazione originato da un disagio nella relazione e comunicazione con un genitore o comunque una figura significativa, o un disturbo oppositivo-provocatorio. In ogni modo sarebbe necessario un intervento psico-educativo sui genitori per aiutarli a decifrare i messaggi espressi dal bambino con il suo comportamento e rispondere in modo appropriato. Dott.ssa Francesca Bucci

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