Buongiorno, sono una madre single di 35 anni. Sono consapevole di essere dentro ad un problema relaz

54 risposte
Buongiorno, sono una madre single di 35 anni. Sono consapevole di essere dentro ad un problema relazionale di dipendenza affettiva. Vedo razionalmente come il mio partner con cui sono stata un anno e mezzo abbia messo in atto atteggiamenti manipolatori, svalutanti e ambivalenti. Non credo nel futuro di questa relazione interrotta da pochi giorni. So che devo concentrarmi su di me e suo mio figlio e questa quarantena non mi pesa, anzi mi aiuta. Scrivo perché ho anche tutta una parte emotiva che però non so gestire. Fatta di pianti, senso di vuoto, solitudine, desiderio che lui torni consapevole di ciò che ha fatto e con la volontà di rimediare. E mi giudico severamente per queste emozioni e per questi pensieri ossessivi che sono dissonanti rispetto alle mie convinzioni razionali sulla situazione. Come posso, concretamente, attenuare la discrepanza e vivere un normale lutto da separazione senza scoraggiamento e senza illudermi di avere un suo aiuto affettuoso nel tentativo congiunto di separarci in modo sano dopo una storia altamente tossica e snervante ? Ero già in terapia, a causa di questa relazione, e ci tornerò dopo la quarantena. Sono consapevole delle ferite e dei bisogni che mi porto dietro...vorrei solo che il mio cuore mettesse in pratica ciò che con la mia mente sento e decido. Non credo sia sano restare invaghiti di chi non può amarci o stare in coppia con noi. Grazie infinite.
Salve, capisco perfettamente la sua sofferenza. Capita spesso che la mente e il cuore non siano d'accordo, questo perchè spesso noi rispondiamo a degli ordini che ci sono stati insegnati, a volte anche inconsciamente, dai nostri genitori nel corso della crescita: "non essere felice" "non vali abbastanza" "vali troppo per stare con lui" "resterai sola" e tantissimi altri messaggi che i genitori possono, volontariamente o involontariamente seminare dentro di noi e noi cresciamo e ci troviamo davanti ad una discrepanza: sentiamo qualcosa che ci porta alla distruzione e razionalmente sappiamo che non è giusto, o viceversa e cioè sentiamo qualcosa che può salvarci ma la mente ci dice il contrario. Ogni discrepanza non è naturale (per naturale intendo secondo il naturale equilibrio) ma è data da una crepa (da qui discrepanza). Riuscire a sanare quella crepa e a rimettere ordine tra ciò che si prova, ciò che si pensa e i messaggi dati dai nostri genitori, fa si che tutto torni ad avere la sua naturale coerenza, per cui quello che sento è in linea con quello che voglio e con quello che mi nutre e che mi fa bene.
In questi giorni in cui non è possibile fare terapia dal vivo, sarebbe importante continuare la terapia tramite mezzi telematici per evitare di lasciare troppo tempo i problemi ingrandirsi dentro di sè.
Le auguro il meglio
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Carissima, è a me molto chiaro il suo stato d'animo e mi colpisce molto la consapevolezza con cui ha raccontato la sua storia.
La parte emotiva, per lei difficile da gestire, è proprio ciò che non possiamo razionalmente controllare ma accogliere, vivere, affrontare, sentire ed in seguito superare. Un conto è "sapere" qualcosa ed un conto è "sentire" qualcosa. Attualmente lei "sa" che per la sua personale storia di vita, interrompere la relazione è la scelta migliore, ma arriverà anche il momento in cui lo "sentirà". Non consideri questa dissonanza come una colpa ed ora, dati i pochi giorni trascorsi dalla chiusura della relazione, si lasci la possibilità di "sentire" le emozioni senza alcun tipo di giudizio.
Se già era in terapia ed attualmente sente la necessità di un confronto con la propria psicologa, le consiglio di abbracciare l'ipotesi di un incontro con la stessa tramite Skype. Potrà ad esempio comprendere meglio il motivo per cui per lei sia importante separarsi in "modo sano" e soprattutto che significato ha. Qualora lo desiderasse, sono comunque disponibile.
Un caro saluto
La sua parte razionale ha deciso che questa relazione era nociva e disfunzionale e lei ha rescisso il legame, ma la parte emotiva non ha ancora accettato questa separazione ed ha bisogno di elaborarla. Creda, tutto questo processo è molto comprensibile e logico. A livello emozionale, deve permettersi di elaborare quanto è accaduto per potersene fisiologicamente distaccare, praticamente deve farsi attraversare dal dolore della perdita per poterla inglobare nel suo bagaglio di vita. Si faccia aiutare dalla terapeuta anche online in questo percorso doloroso ma necessario. Resto in ogni caso a disposizione. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile utente, mi sembra di cogliere una difficoltà nella separazione che non riguarda esclusivamente la relazione appena interrotta ma principalmente quella che lei definisce il "giudicarsi severamente" per questi pensieri ossessivi: la separazione fra quello che sente e quello che lei pensa sia giusto sentire. Finchè dentro lei non sarà sanata questa discrepanza fra l'immagine che ha di sè stessa e la sua più profonda essenza sarà alle prese con un conflitto molto difficile e doloroso. Attraverso il suo percorso troverà certamente il modo di affrontare tutto quanto.
I miei auguri, dott.ssa Genitore
Buonasera,
era già in terapia e poi? Non la sta continuando, seppur da remoto? Sarebbe importante in questo momento non essere lasciata sola e in balia di questi pensieri ambivalenti.
L'ha detto lei..."senza illudermi dopo una storia altamente tossica e snervante". Non si illuda. Non si racconti che una relazione che è stata tossica possa improvvisamente diventare curativa. Se lo ripeta come lo ripeterebbe a un bambino per farglielo capire. Immagini davvero la sua parte emotiva come se fosse una bambina piccola che piange, si dispera e ha bisogno di essere consolata e rassicurata. Se di fronte a questo lei la giudica severamente quell'altra parte non farebbe che piangere ancora di più sentendosi oltre che sola e triste anche punita e impaurita. Invece si prenda cura di lei. Si guardi con compassione e tenerezza. Si protegga da quello che le ha fatto male. Si ricordi il dolore che ha provato e si fidi di quello che le segnala come pericoloso e ci stia alla larga. Invece stringa a sè quella bambina e non la lasci più. E continui a fare terapia. E legga qualcosa sulle relazioni manipolative, se ha bisogno può contattarmi.
Un caro saluto
Silvia Polizzi Andreeff
Gentile,
complimenti per la consapevolezza con cui ha scritto i suoi pensieri e per essersi resa conto della manipolazione di cui era plagiata, mi creda quando pochi arrivano al suo punto in cui è arrivata lei. Anche se questo non elimina la difficoltà, arrivata in questa fase c'è maggior possibilità di comprendere quali sono i campanelli d'allarme, come mai inconsciamente ha scelto questo partner l'ha affascinata incastrandola in una relazione malsana, come mai sta così male per un uomo che non la merita e che le ha tolto energie e vitalità, come mai voglio che ritorni sapendo che probabilmente non cambierà, ecc. Le domande e i campanelli d'allarme sono tanti, bisogna riconoscerli e per questo le consiglio di continuare la terapia via Skype proprio in questo momento, dove la solitudine porta a fare riflessioni più profonde su di noi. Gestire le emozioni non è mai cosa semplice soprattutto quando ci sono dei sentimenti e la fine della vostra relazione è finita da poco, tra le altre una relazione molto faticosa. Concordo con la collega che c'è differenza tra "sapere" cos 'è giusto per noi e "gestire" la cosa al meglio delle possibilità attuali per non ricadere nella stessa difficoltà di prima, deve darsi anche il tempo di elaborare la cosa.
Purtroppo gli uomini così manipolatori non cambiano e svalutano a tal punto la/il partner, in modo da farle credere di essere l'unico uomo con cui poter intraprendere una relazione. Il fatto di aver creduto di valere così poco, per tutto questo tempo, non significa che sia così, sopratutto, per suo figlio/a lei ha un valore inimmaginabile.
Per qualsiasi chiarimento rimango a disposizione.
Gentilissima, comprendo come la situazione che sta vivendo le procuri sofferenza. Dalle sue parole colgo che la terapia svolta finora Le ha consentito di raggiungere obiettivi importanti: la lucidità e la consapevolezza rispetto al fatto che la relazione finita non rappresenti niente di costruttivo per Lei; la consapevolezza delle ferite del passato; la consapevolezza di dover lavorare per colmare la discrepanza tra quanto desidera per sé su un piano razionale e i bisogni emotivi che vanno in un'altra direzione; colgo anche la determinazione nel voler continuare la terapia, cosa che le permetterà di portare a termine il suo lavoro e raggiungere i suoi obiettivi. Spero riesca a cogliere i suoi punti di forza, questo La aiuterà. Spero possa riprendere al più presto la terapia; al momento molti terapeuti stanno lavorando online viste le restrizioni attuali. Le suggerisco, se le è possibile, di lavorare con l'EMDR, molto utile nell'elaborazione di esperienze traumatiche e vissuti dolorosi.
Cordiali saluti
Gentilissima, dalle sue parole traspare una buona consapevolezza emotiva, i cui contenuti entrano in contrasto con una decisione che, in apparenza, sembrerebbe dettata da considerazioni prevalentemente razionali. In realtà lei ha sofferto molto in questa relazione, provando emozioni e sentimenti negativi, che ora però, data la difficoltà a tollerare il vuoto, vengono almeno in parte "dimenticati" per far posto al forte bisogno di riparazione della ferita e di riempimento del vuoto che la mancanza della persona da cui si è separata ha provocato. Tali bisogni attingono naturalmente a rappresentazioni interne "buone", inerenti l'uomo che ha lasciato e la relazione con lo stesso. Questo processo la inganna, in quanto, rispondendo all'esigenza emotiva del "hic et nunc", cerca ricordi positivi e rappresentazioni ideali dell'altro, riconducibili al periodo dell'innamoramento, celando il vissuto del dolore provocato dalle ferite e le rappresentazioni inerenti la parte "negativa" della relazione.
Tenga presente che "l'innamoramento è l'incontro con la propria follia per il tramite dell'altro", mentre i sentimenti di amore profondo hanno a che vedere non solo con le emozioni che proviamo quando stiamo con la persona amata (queste col tempo inevitabilmente scemano), ma anche con la considerazione, la stima, il rispetto, la comunione di intenti, la progettualità, insomma, uno star bene che rinnova il desiderio dell'altro attraverso un'apertura emozionale dettata da un senso di fiducia profonda, fondamentale in un rapporto d'amore.
Colmare il vuoto lasciato dall'altro significa perciò incontrare quella follia, accettarla, accoglierla, apprezzarla, senza l'altro, solo allora potrà sentirsi più intera e superare il dolore della separazione.
Cordiali saluti, dott. Gualazzi.
Buongiorno, dal modo in scrive dei suoi pensieri e delle sue emozioni mostra una buona consapevolezza di sé e sicuramente è frutto anche del buon lavoro terapeutico svolto finora. Pertanto sarebbe importante che in questo momento di solitudine lei riuscisse a trovare lo spazio per continuare la terapia online ( mamma single in quarantena immagino sia impegnativo ritagliarsi uno spazio, ma se può ci provi). Da ciò che scrive emergono anche diversi pensieri negativi su di sé (che ha interiorizzato da tanto tempo) che potrebbero essere alla base delle sue scelte attuali e della sua dipendenza affettiva che le impediscono di liberarsi di ciò che è tossico. La terapia EMDR in questo le sarebbe di supporto al lavoro già svolto, la valuti come possibilità al termine della quarantena.
Saluti
Wanda Donisi
Buongiorno, un trauma relativo ad una rottura relazionale è un dolore importante.
Lei è consapevole di aver vissuto una relazione affettiva non sana dove probabilmente ha riproposto dinamiche di ripetizione di vissuti relazionali lontani nel tempo.
Sarebbe utile che continuasse la terapia in un momento così difficile sia personale che sociale e globale direi.
Non ha chiesto al suo/a terapeuta se lavora da remoto?
Essere sostenuti e continuare in un lavoro di consapevolezza può essere fondamentale per superare il meglio possibile un momento così duro.
E poi una riflessione suggerita da quanto lei stessa ha detto.
Vorrebbe da lui un accompagnamento affettuoso alla separazione.
In una relazione non sana non può aspettarsi dal suo partner un comportamento sano.
Dura da accettare, ma è così.
Buone cose
Iulia Murrocu
Le hanno già risposto in tanti colleghi e sarò brevissima.
Continui la terapia via Skype senza aspettare a riprendere quando ci si potrà spostare di nuovo.
Una lIbro da acquistare online
MARIE-FRANCE HIRIGOYEN
MOLESTIE MORALI
EINAUDI 2000
Buongiorno,
Ciò che lei sta vivendo è comunque un lutto, inteso come perdita di un bene sul quale si è investito e che si sente come perso.
Nonostante la consapevolezza che la perdita sia giusta una parte di lei vi ha investito, vi ha costruito obiettivi e riversato sentimenti.
Le critiche che ci rivolgiamo portano in noi un peggioramento dello stato emotivo perché è come ci arrabbiassimo con quel bambino che piange perché sente una vera mancanza.
La cosa che possiamo fare è non criticare quella nostra parte piccola e ferita ma accoglierla e capirla, stringerla a noi dandole il nostro supporto e capendone il dolore.
Respingere un sentire lo farà solo urlare di più, ascoltiamo cosa ci sta dicendo e perché, chiediamoci perché soffri? Cosa hai perso? E con la consapevolezza che ciò che abbiamo perso lo sia per sempre accogliamoci e troviamo nuova speranza investendo per un futuro ma dopo averci dato lo spazio per capirci.
Spero di esserle stata di aiuto, le auguro il meglio.
Dottoressa Ciacci Maria Noemi
Salve, in alcune situazioni come quella che descrive, la fine di una relazione difficile ci mettono di fronte ad un conflitto tra la nostra parte razionale e quella emotiva e questo può confonderci e farci soffrire.
Una famosa psicoterapeuta americana Robin Norwood, ha scritto un libro interessante, Donne che amano troppo, che parla proprio di dipendenza relazionale in modo chiaro e fa riferimento a molti casi di relazioni patologiche. Glielo consiglio, sperando che le possa essere di aiuto nell'orientarsi e nel riflettere, molte mie pazienti lo hanno trovato illuminante.
Le suggerisco anche la possibilità di riprendere il suo percorso di terapia online, se la quarantena continuasse a lungo e diventasse tutto troppo difficile da gestire. In bocca al lupo
Buongiorno. Nel leggere le sue parole percepisco un grande lavoro di consapevolezza: non è affatto semplice rendersi conto di essere dentro ad una relazione di questo tipo e avere la determinazione di interromperla. Quindi, prima di tutto, mi complimento per quello che è riuscita a fare fino qui. Descrive un conflitto tra la sua parte razionale ed emotiva, che mi sembra abbia perfettamente senso di esserci: da un lato si rende conto realisticamente che non può continuare una storia che la rende infelice, dall'altro sente la mancanza affettiva di una persona a cui, nonostante tutto, sembra aver voluto molto bene.
La sua parte razionale indubbiamente l'ha aiutata a vedere come stanno le cose e che non è più possibile continuare, ma se si dà l'occasione di scavare nella sua parte emotiva, scoprirà che non ci sono soltanto i sentimenti di vuoto e mancanza, ma anche altre emozioni rispetto a come si sentiva ad essere manipolata e svalutata. Proprio queste ultime, se ascoltate, saranno la sua guida nel superare questo lutto di un amore che finisce.
Le consiglio di esplorarli nella sua terapia. Se le è possibile la continui via Skype per non disperdere il lavoro fatto fino ad ora.
Un caro saluto
Buongiorno, le consiglio di continuare la sua terapia via Skype, poiché tali situazioni di stress vanno ad aumentare nostri comportamenti automatici e darci una sensazione di regressione o stallo.
Gentile utente, le relazioni affettive sono quanto di più complicato da comprendere e da gestire, perché è sempre molto difficile distinguere chi è l’altro e chi siamo noi nella percezione proiettiva esistente in tutti i rapporti significativi.
Non si chieda troppo in questo momento, ma usi questo tempo per riflettere con calma e senza essere troppo severa con se stessa.
Le invio un caro saluto.
Giada Bruni
Salve. Da, quello che scrive lei mi sembra molto consapevole della sua situazione. Peraltro aveva già intrapreso una psicoterapia prima della quarantena. Mi rendo conto che la convivenza con una persona "poco empatica" sia difficile e mo creda non ho suggerimenti da poterle dare. Se può ed ha le circostanze di privacy adeguate le suggerisco di continuare online il suo lavoro di esplorazione e cambiamento.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buongiorno Signora, dalle sue parole noto una grande consapevolezza e desiderio di vincere la sua sofferenza e potersi volere bene autenticamente. È una ferita molto profonda e come tale ha bisogno di molto tempo, cura e tenerezza verso se stessa per potersi rimarginare. Sicuramente l’interruzione della terapia in questo momento non è d’aiuto, se fosse possibile in questo periodo sarebbe utile, per un senso di continuità e vicinanza, proseguire la terapia via telematica. Per quanto sia difficile cerchi di non giudicarsi ma di concedersi carezze in questo periodo di distacco.
Rimango a disposizione!
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Zulian
Salve. È sulla buona strada, ora deve lavorare sul suo senso di vuoto e solitudine che può riempire guardando alle sue risorse, alle sue qualità, dandosi degli obiettivi che possono migliorare la sua vita, organizzando le sue giornate come più le piace in piena libertà di scelta. Non si è mai soli quando si è sereni con se stessi.
È arrivato il momento di pensare a se stessa. Chieda alla sua terapeuta se può incontrarla tramite skipe o altra videochiamata. Buona fortuna per la grande possibilità che ora ha di essere finalmente padrona della sua vita.
Cara Signora, lei ha già tutte le risposte (sane) nella sua parte razionale. Essendo stata in terapia, sa benissimo che è con la parte emotiva che dobbiamo fare i conti, e quella va affrontata con strumenti che solo in minima parte hanno a che fare con la parte razionale. In attesa di riprendere il lavoro su di sé con la sua terapeuta, cerchi di usare gli strumenti che certo in questo periodo la terapia le ha dato. Parli dei suoi stati d'animo, possibilmente a voce alta se la situazione di condivisione di spazi glielo consente,, come se parlasse alla sua terapeuta, e cerchi di immaginare cosa le direbbe e vedrà che le si chiariranno alcune cose, e ne uscirà un po' più rafforzata. I tempi eccezionali che stiamo vivendo impongono soluzioni assolutamente impensabili e nuove. Lei ha forza e determinazione di uscire da una situazione di sofferenza, altrimenti non avrebbe intrapreso una terapia. Quindi, la usi tutta per sé e dia una svolta alla sua vita. Coraggio, siamo tutti uniti ad affrontare sfide diverse, non perdiamoci d'animo!
Con tanta simpatia e auguri.
Gentilissima, capisco che la situazione che sta attraversando non sia semplice, probabilmente aggravata anche da questo periodo di emergenza e quarantena. Innanzitutto sembra che sia ben consapevole di quello che sta accadendo, della dissonanza tra una parte più emotiva e una più razionale, e questo sicuramente è un ottimo punto di partenza ma soprattutto si riconosca il merito di essere riuscita a comprenderlo, che non è affatto semplice e scontato. Le consiglio di darsi il tempo necessario e non avere fretta, uscire da una relazione, specialmente manipolatoria, non è semplice e richiede del tempo per raggiungere un distacco anche dal punto di vista emotivo. Quello che sta vivendo potrebbe essere un nuovo punto di partenza per conoscersi meglio e comprendere, con l'aiuto del professionista che la sta seguendo, quali sono i fattori e le dinamiche che la tengono ancora ancorata a livello emotivo a questa persona (o meglio a ciò che per lei rappresenta) e alla relazione. Che cosa le sta comunicando la sua parte emotiva? Invece che giudicarsi severamente, provi ad aprirsi a questa parte con curiosità e senza timore. Attraverso il percorso da lei già intrapreso, si possono scoprire quali sono le dinamiche, a volte non molto funzionali, che caratterizzano il suo modo di relazionarsi, il suo modo di intendere la relazione, il suo modo di entrare in relazione e quello che si aspetta di dare e ricevere. Comprendere queste dinamiche, le permetterebbe di dare pieno senso a quello che ora sta vivendo, non considerando più la parte emotiva come "un ingombro", ma come una parte presente che fa parte di lei e che non deve essere "combattuta". Si dia il tempo necessario e si conceda il dolore e la sofferenza che una separazione comporta; anche se la relazione è stata manipolatoria, la sua rottura porta inevitabilmente con sé una buona dose di tristezza, sofferenza e paura. Le emozioni vanno vissute, non allontanate ed è bene concedersi di viverle e riconoscerle, accompagnata in un percorso psicologico, che le consiglio di continuare anche con modalità online in quanto può esserle molto di supporto.
Un caro saluto
Dott.ssa Andrea Carta
Buon giorno,
Immagino che oltre alla situazione faticosa e dolorosa sia a volte difficile non giudicarsi ma se ci riesce limiti i severi giudizi verso di se.
Ciò che le succede e che lei mette in atto non è legato a qualcosa che non va in lei (mi permetto anche se non la conosco).
Credo però le serva un sostegno psicoterapico per affrontare la situazione e capire cosa le succede che non le consente di lasciare andare ciò che la fa stare troppo male e le nuoce.
Spero lei cerchi e trovi un buon sostegno.
Uno speranzoso saluto.
Andrea De Lorenzo Poz.
Buon giorno nel leggere la sua domanda ho percepito il suo disagio che sembra al momento essere per lei invalidante. E' apprezzabile come riesca a trovare la forza di organizzare al meglio le sue giornate in questo difficile momento. Concordo con i colleghi nel poter affermare come non ci sia nulla di sbagliato in lei. Il percorso terapeutico che ha iniziato la potrà certamente aiutare. Mi permetto di consigliarle di non aspettare la fine della quarantena per riprenderlo anche perchè non sappiamo esattamente quanto durerà questo periodo. Molti colleghi e forse anche il suo terapeuta può essere disponibile a una consulenza online. Le consiglierei di tenere a mente questa possibilità. Cordialmente e coraggio. Gian Piero Grandi
Buongiorno,
è riuscita a dare un’ottima lettura della sua situazione, con una buona dose di consapevolezza. Inizi a riconoscersi questo obiettivo, è un traguardo importante. L’accettazione emotiva ha tempi più lunghi senza dubbio. Il mio invito è di accogliere e sentire anche queste sensazioni più difficili, gli dia un nome, le definisca, solo così potrà superarle. Anche la voglia che passi tutto è un aspetto che le dice qualcosa, provi ad interrogarsi anche su questo. Se le è d’aiuto scriva le sue sensazioni e se le è possibile continui la terapia online. Ci sono anche tanti libri che parlano di dipendenza affettiva, uno molto carino e facile da leggere è “La principessa che aveva fame d’amore” di Mariachiara Gritti, è fatto a fiaba. Oppure ci sono anche dei film (visto che abbiamo più tempo a disposizione in queste settimane) come “La verità è che non gli piaci abbastanza” che è pure divertente oppure “I giorni dell’abbandono”. Spero di averle dato qualche spunto, un caro saluto
Buongiorno, posso immaginare quanto debba essere difficile per lei e mi colpisce la sua grande consapevolezza su quanto la sua relazione fosse dannosa per lei. Il fatto che abbia interrotto la sua relazione ha già fatto moltissimo per se stessa. Purtroppo la sofferenza ed il senso di ambivalenza che ne conseguono sono normali ma sono anche un'opportunità per cambiare. Accettando ed abbracciando la nostra sofferenza e le nostre ambivalenze possiamo trovare la nostra strada e riconnetterci con noi stessi. Per il momento la esorto a contattare un terapeuta che possa fornirle una consulenza telefonica o via Skype, se pensa che possa esserle utile. Carissimi saluti, Dott. Buffa
Buongiorno, il modo in cui descrive la sua situazione che sta vivendo trasmette, oltre al dolore e alla sofferenza che le causa, anche una grande lucidità nel riconoscere ciò che le accade in termini di emozioni, stati d'animo e pensieri dissonanti. Sicuramente ha fatto un buon lavoro insieme alla sua terapeuta, valuti la possibilità di proseguire il suo percorso via Skype, in attesa che questo difficile periodo passi...
Buongiorno, è un momento molto delicato per lei. Un momento di solitudine, per la rottura della sua relazione e per questo stato di chiusura forzata a casa, che le appare come un'occasione di ripensamento e di separazione. Immagino che sua figlia sia molto piccola e perciò le richieda molta attenzione. Per un breve periodo, questa situazione può distoglierla dal suo dolore, dal suo smarrimento. Tuttavia, è bene per lei e per la sua bambina, non rifugiarsi a lungo in questa relazione esclusiva e solitaria con sua figlia. E' importante che lei possa sentire che sua figlia non è tutto per lei e che anche la bambina possa immaginare di non essere tutto per la madre. Per quanto doloroso, è molto importante che il suo desiderio, compreso quello di un uomo, di un compagno, non sia colmato da sua figlia. La perdita della sua relazione sentimentale è una perdita specifica. Sua figlia è un altro tipo di amore. Allora, le occorre un aiuto, soprattutto adesso che è sola anche in casa, per parlarne un po'. Penso che potrebbe telefonare alla sua psicologa. Potrebbe anche chiamare uno degli psicologi che trova su questo sito o anche altrove, visto che molti di noi danno in questo momento disponibilità all'ascolto telefonico o attraverso vari mezzi digitali. Cordiali saluti PG
Gent la contrapposizione tra la sua parte razionale e quella emotiva sicuramente in una fase di cambiamento delle abitudini quotidiane, come quello che stiamo vivendo ,diventa più difficile da gestire. Se il suo terapeuta è disponibile le consiglio di contattarlo per dare una continuità al suo percorso. Nel frattempo potrebbe imparare delle tecniche che aiutano in autoinduzione a gestire le sue ansie e le emozioni in genere. Potrebbe utilizzare meglio questo tempo per realizzare alcuni suoi obiettivi, ipotizzare progetti più centrati sui suoi bisogni e necessita, attivabili anche più avanti. Cordiali saluti dott.ssa Maria Grazia Messaglia
Buongiorno, credo sia di fondamentale importanza continuare a farsi supportare dal suo terapeuta anche in questo momento di quarantena.
È doloroso rimanere attanagliati in una storia sentimentale, così come lo è, però, continuare a darsi delle colpe relative ai sentimenti provati. Non sempre si riesce a fare col cuore quello che la mente propone. Bisogna solo trovare il giusto e sano equilibrio, un equilibrio che solo lei riuscirà a stabilire col tempo.
Cordialmente
Dott.ssa Anna Clienti
Buongiorno,
come già i colleghi prima di me hanno sottolineato lei parte da una buona consapevolezza delle sue difficoltà e di ciò che le determina e questo è un buon punto di partenza. La mia indicazione è quella di proseguire con la terapia in modo da estendere le competenze acquisite sul piano razionale anche a quello emotivo. Il momento attuale limita i nostri interventi alle consulenze online, e credo che la sua terapeuta le darà spazio e occasione per proseguire nel percorso di crescita. Non esiti a ricontattarla. Cordiali saluti, dott.ssa Luisella Cabriolu
Una storia altamente tossica e snervante come l'ha definita, al punto da mandarvi in terapia, la dice lunga.
Il suo cuore è ancora accecato dal Bisogno di amore, che è un vuoto che si rischia di colmare non per amore ma per bisogno, appunto.

I suoi occhi invece vedono chiaramente e la soluzione non è certo quello di una relazione tossica tira e molla che alimenta la dipendenza affettiva, invece di superarla.

Una separazione dignitosa permetterà di scegliere per ognuno la propria strada altrettanto dignitosa e non disperatamente supplichevole. Solo l' accoglimento, la tolleranza del vuoto e sofferenza permette di ridurre al minimo e superarla senza riempimenti tossici. Ben venga la quarantena di smaltimento da soli lontano dalle manipolazioni che lei conosce.
Noi terapeuti siamo disponibili online, come credo anche la sua.
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Gentile signora,
credo che lei abbia già individuato la "soluzione" al suo problema: affrontare il tutto in una psicoterapia sicuramente le sarà di grande aiuto.
Credo che quello che sta attraversando in questo momento, ovvero la discrepanza tra il lato razionale e quello emotivo sia del tutto normale: quando una relazione finisce dobbiamo fare i conti con le nostre aspettative mancate, la fiducia riposta e tradita, con un prgoetto di vita che salta, e tanto altro ancora....Tutto questo è doloroso e al dolore non ci si può e non ci si deve sottrarre, fa "parte del gioco", il dolore ci guida dunque si permetta di provarlo.
Mi permetto di dirle che se aveva in corso o aveva intenzione di riprendere un percorso psicoterapico anche in questo periodo di quarantena potrebbe essere che il suo terapeuta lavori con modalità da remoto, non sottovaluti questa possibilità.
Un caro saluto,
dott.ssa Arianna Sala
Cernusco sul Naviglio
Buongiorno, capisco la sofferenza che prova nel vivere un conflitto tanto forte e profondo: da un lato la consapevolezza di non sentirsi felice e appagata in questa relazione e dall'altra il desiderio di starci dentro e non separarsene. Aver iniziato un percorso di terapia e avere l'intenzione di proseguirlo mi sembrano dei passi importanti per arrivare a integrare le due parti che ora sono tanto discordanti. Le suggerisco, se possibile, ad approfittare della quarantena per proseguire la sua terapia, magari online. Parla anche del desiderio di non criticarsi, a tal proposito la invito a riflettere su come desidera trattarsi ossia di volgere la frase concentrandosi su ciò che vuole che ci sia. Preferisco non aggiungere altro per non interferire nella sua terapia già iniziata con una collega.
Le auguro ogni bene, d.ssa Pàmela Arrais
Buonasera cara utente la ringrazio molto per aver posto il suo quesito e la sua riflessione che denota un buon livello di consapevolezza di Sé. Tanti colleghi hanno risposto e dato ottimi consigli. Io le dico di OSSERVARE SENZA GIUDIZIO ogni emozione e pensiero che arriva in questi giorni di quarantena. Prenda appunti su sé stessa si aiuti scrivendo tutto ciò che arriva alla mente e al cuore. MA SENZA GIUDICARSI! Valuti davvero la possibilità di iniziare un percorso psicologico via Skype o attraverso la videoconferenza da cellulare dato che la quarantena si sta protraendo più a lungo del previsto, in questo modo può iniziare da SUBITO ad aiutarsi e vivere più in COERENZA con il suo Sé. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito.
Cordialmente la saluto e ringrazio,
Dottoressa Monica Pesenti
Gentile signora. Ha una buona consapevolezza riguardo al tema che sta vivendo in questo momento. Sono dinamiche molto delicate per le quali solo personalmente possiamo fare delle scelte. Come qualcuno dei colleghi che le ha già risposto, anche io penso che per fare scelte di questo tipo è molto importante il tempo. Stiamo vivendo in un momento molto difficile che ci può portare a fare delle scelte affrettate spinte dalle tante motivazioni. Dall'altra parte abbiamo più tempo da dedicare a chi vogliamo bene (il suo figlio) e più tempo per pensare. Quindi è importante sfruttare questa possibilità. Può essere utile anche contattare il suo psicoterapeuta. Tanti colleghi svolgono le sedute online. Rimango disponibile per qualsiasi chiarimento. Cordialmente.
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Gentile signora,
lei chiede come può attenuare la discrepanza tra i suoi vissuti emotivi e razionali, se ho ben capito. Non è cosa facile, né soprattutto è risolvibile con un consulto on line, a mio avviso. Infatti i vissuti emotivi nascono da bisogni, istanze profonde che richiedono soddisfazione ed urgono per averla. In genere non è possibile prescinderne per cui in questi casi compito dello psicoterapeuta è fare in modo che il paziente trovi il modo di esprimere questi bisogni e vi trovi la compensazione possibile e necessaria. Tutto ciò avviene nello studio reale o virtuale, (on line), del professionista e soltanto dopo il paziente o cliente riuscirà a vivere più serenamente la sua vita, le sue necessità concrete nella vita quotidiana. Prenda queste mie considerazioni ovviamente come regole generali; ogni caso, anche il suo, va visto nella sua individualità, prima che lo psicologo adotti qualunque strategia terapeutica e con finalità risolutive del problema presentato. Cordiali saluti
Buonasera, la situazione da lei vissuta mi rattrista molto e in questa situazione di emergenza nazionale è normale, per tutti, avere dei momenti o delle giornate in cui ci si sente sopraffatti dalle nostre emozioni, dai nostri pensieri, dalle immagini del passato e dalle pianificazioni future. Questo in realtà accade sempre, ma in questo momento particolare, tutto questo è sicuramente amplificato.
La cosa che più mi ha colpito del suo messaggio è il fatto che lei si giudichi per questo.
Il nostri giudizi, spesso pre-giudizi nei confronti primariamente di noi stessi, sono quelli che più influiscono anche sul nostro modo di vedere la realtà e sul nostro modo di percepirla e agire su essa.
Non si giudichi sarebbe un consiglio scontato, quello che le consiglio è di guardare questi giudizi che lei si da, guardarli a distanza, prendere le giuste distanze da loro.
La parte emotiva le dice una cosa e quella razionale un'altra e lei si giudica, in un circolo vizioso che deve in qualche modo interrompere. Non si giudichi, o meglio, lo faccia pure, ma tenendo presente che i suoi giudizi non sono quello che lei è, o almeno non sono tutto!
Buone cose!


Buongiorno gentile utente, per prima cosa deve riconoscersi questa sua chiarezza ad aver capito in maniera cosi logica la sua condizione psicologica relativa alla/e relazioni affettive. Ma attenta al suo giudizio interno! poiché è sempre pronto a mettere l'accento negativo su se stessa, su come dovrebbe essere e a criticarla o valutarla; tutto nella sua testa ovviamente. Imparare a separarsi per una persona che si riconosce avere una certa dipendenza affettiva, è un impegno che coincide con l'imparare a stare con sé stessi. Per lei in un modo nuovo da come è sempre stata. Scoprirsi come oggetto d' amore e di interesse. Le consiglio anch'io di proseguire il suo percorso iniziato con la collega, anche tramite via Skype, per sentirsi sostenuta ed evitare magari ricadute emotive. In bocca al lupo! Dr. Cameriero Vittorio
Cara Signora, quella che lei ha descritto è una relazione dove c'è un uso perverso/deviato del rapporto con l'altro che si trova immerso in clima anaffettivo e di profonda squalifica e negazione dei propri bisogni. Il problema di queste relazioni /non relazioni, è che attraverso una lenta demolizione identitaria, lasciano la persona svuotata, sola, con un senso di colpa ed inadeguatezza profondo. Tutto questo per dirle che non si deve colpevolizzare se ancora desidera quell'uomo, perché "uscire" da questo tipo di relazioni " narcisistiche" è molto difficile, ci vuole tempo, pazienza e un'importante lavoro di terapia. Il fatto che lei si definisca una persona dipendente, vuol dire che ha perso il suo equilibrio e si è sbilanciata verso l'altro ,rendendolo più importante di lei. Ma in questa situazione di emergenza sanitaria, quello che le consiglio è di lasciarsi andare alle sue fantasie, senza censurarle,, perchè,, a dispetto di tutto, questo è un modo vitale di sfuggire ad una realtà di quarantena ,che genera ansia e senso di precarietà. Quando ritornerà dalla sua /suo terapeuta, potrà ricostruire quel filo interrotto ,che la porterà a credere di più in se stessa, e a desiderare altro, molto altro. Buona vita
Salve Signora, comprendo il suo stato di sofferenza. Nonostante il suo livello di consapevolezza, frutto sicuramente del lavoro psicoterapeutico svolto, esprime ciò che le persone denunciano sempre, ovvero che le sensazioni e il corpo nonostante la ragione parlano con dolore. E' la nostra esperienza incarnata.
Il suggerimento che condivido con i colleghi che hanno già risposto, è quello di mantenere il contatto online con la persona che la sta seguendo per non rimanere scoperta in questo periodo così particolare...
Aggiungo un altro suggerimento che è quello di integrare al lavoro psicoterapeutico in corso, con una persona esperta, un intervento EMDR ( la psicoterapia che favorisce l'elaborazione attraverso i movimenti oculari) al fine di desensibilizzare con il protocollo Feeling-State la dipendenza affettiva.
Cordialmente. Patrizia La Porta
Buona sera "Madre Single" da quello che ho letto nel suo messaggio percepisco una grande forza e capacità nel gestire ciò che ha valutato come cosa migliore da mettere in atto per il suo bene. La sua parte razionale ha preso il sopravvento per tutelarla ed immagino anche per proteggere il suo sentirsi "Madre" responsabile di un minore. Le volevo rimandare la normalità nel sentire anche la sua parte emotiva, la sua pancia che parla e la fa piangere, sentire il vuoto, la solitudine e forse anche la voglia di tornare sui suoi passi. Sta elaborando il suo lutto sentendo tutte queste emozioni e non nascondendosele ... brava! Non è facile e l'elaborazione non sarà neanche immediata, ce la sta mettendo tutta ...ce la può fare. Senza la necessità di giudicarsi troppo severamente! Come ha detto lei questo momento che stiamo vivendo la potrà aiutare e soprattutto sa che può chiedere aiuto nel momento in cui sente maggiore il bisogno. Buon lavoro e per qualsiasi cosa non esiti. A presto. Germana Ajraldi
Quello che le sta accadendo è totalmente normale: il processo del lutto ha bisogno di tempo e non è lineare. Si dia tempo e se riesce accetti anche i suoi vuoti, pianti ecc.
Se sente che è troppo affrontare tutto questo da sola in quarantena al momento e ha la privacy necessaria chieda alla sua psiterapeuta degli incontri su skype o video chiamata con wapp. Scriva un diario, si aiuti con qualche attività fisica online( yoga ecc) e meditazione di minfulness online. Non si giudichi se riesce quando si accorge che non c'è ancora accordo tra cuore e mente, ragione e sentimento. I cambiamenti avvengono lentamente e richiedono tempo, le abitudini, hanno bisogno di tempo per cambiare.
Gentile signora, mi colpisce la consapevolezza con cui descrive il suo problema, questo dimostra che la terapia che sta facendo l'ha aiutata a definire e riconoscere il problema, ma il passaggio dalla teoria al cambiamento richiede tempo, pazienza e amore per se stessi.
Quando una storia d'amore finisce,anche se c'è la consapevolezza della "tossicità" della relazione, è normale sentire un senso di vuoto e provare sentimenti ambivalenti, ci sentiamo tristi, arrabbiati e spesso ci si giudica e ci si incolpa per non essere riusciti a evitare la rottura.... chi tende ad avere modalità di dipendenza può vivere la fine di un rapporto come un abbandono, anche quando si è consapevoli che la relazione non era più appagante e serena. Ci si sente cancellati, spazzati via con un colpo di spugna, se poi si è ancora innamorati la discrepanza tra razionalità e sentimenti crea delle voragini, un senso di vuoto e un forte desiderio di risarcimento da parte di chi ha creato tanto dolore. in questo particolare momento, tutti ci sentiamo più fragili e vulnerabili e bisognosi di rassicurazione e credo sia comprensibile che lei senta ancora il desiderio che lui torni e che le cose migliorino. il mio consiglio e di usare questo tempo per riflettere su stessa, su cosa le piace di sè e cosa desidera cambiare, scriva una lista delle sue qualità positive, individui gli aspetti di sè che vuole miglirare, le risorse da attivare e scriva una lista di desideri, di cose che le intressa fare, obiettivi da raggiungere etc, questo momento di mutamento forzato può diventare un occasione per ritrovare un'intimità con se stessa, un zona privata di tolleranza e rispetto per se stessa. Focalizzare l'attenzione su di sè oppure sull'altro produce effetti molto differenti sul piano emotivo. Coccoli e dia attenzioni a se stessa per trovare la centratura e riflettere su sè stessa, sul proprio passato, sui condizionamenti ricevuti in famiglia, è fondamentale capire quali eventi o vuoiti interiori questo amore riuscisse a colmare; spesso infatti, i sentimenti molto forti e la sofferenza che ossessivamente porta al rimuginio, non sono dovuti alla fine della storia d'amore, ma derivano da vere e proprie carenze affettive avvenute nel passato. Affidi alla scrittura i suoi pensieri, attraverso un diario può mantenere un dialogo interiore che potrebbe poi esserle utile nella sua terapia. Sono certa che guardando dentro di sè troverà la forza e la motivazione per cambiare la sua vita in meglio.
un abbraccio
Giulia Grassi
Buongiorno, il consiglio è quello di continuare la terapia tramite consulenze online. Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Buonasera,
Si può capire benissimo la Sua sofferenza e il fatto che ha già avuto modo di lavorare bene in psicoterapia. Cerchi di riprendere il percorso intrapreso il prima possibile adattandosi anche alla video chiamata al fine di vincere le resistenze al cambiamento ancora attive. C e bisogno di un grosso lavoro emotivo, è difficile ma possibile.
Cordialità
questa ambivalenza è comprensibile ed è necessario accoglierla, una separazione è già tanto dolorosa, una separazione durante la quarantena potrebbe risultare intollerabile. Lei se la sta cavando già benissimo, sono presenti momenti di speranza nel ritorno magico e altri in cui vederlo tornare corrisponderebbe solo ad avere l'occasione per dirgliene quattro. Non sottovaluterei anche le condizioni di stress che sta vivendo a causa dell'impatto emotivo scaturito da un evento così critico come quello del Covid-19 che arrivano al suo cervello anche se pensa di star affrontando tutto senza particolare coinvolgimento. Io le suggerisco di riprendere il trattamento PST senza attendere la conclusione della quarantena, può chiedere al suo referente di procedere da remoto. In molti lo facciamo, io anche prima di questa vicenda del virus e mi sono sempre trovata bene.
Un abbraccio
Dott Tiziana Vecchiarini
Buongiorno,
In questo momento lei sta vivendo un profondo conflitto tra una sua parte razionale e consapevole e una parte più infantile e bisognosa di vicinanza. Cerchi di non giudicare troppo severamente quest'ultima che invece ha bisogno di comprensione e accoglimento tenendo però ferme le scelte della sua parte adulta e maggiormente consapevole. Questo, purtroppo, le procura dolore; continui pertanto a farsi supportare in questa transizione dalla sua psicoterapeuta. Vedrà che attraversata questa fase andrà molto meglio: ne uscirà più forte e fiduciosa.
Cari saluti
Gentile signora, ha centrato il punto... Quanto è difficile intraprendere la strada razionalmente giusta pur sentendosi emotivamente spingere da un altra parte... Se non provasse tutto ciò che prova.. Avrebbe semplicemente fatto un lavoro di potatura... Ma non è così, ha dovuto rinunciare a sogni, aspettative e al lieto fine.... Accetti ed esplori i suoi stati d'animo, le servirà per ripartire. Se necessario provi a continuare terapia tramite videochiamata.
Cordialmente
Gentile utente,
mi arriva molto la sua fatica e il suo desiderio di far fronte a questa situazione difficile. Mi colpisce il fatto che proprio ora abbia interrotto la terapia. Le consiglio di tentare il possibile per continuare adesso, cercando di superare gli impedimenti che le hanno fatto pensare di interrompere. Anche in quarantena si può proseguire con videochiamate, con telefonate tradizionali, eventualmente anche via chat, ne parli col suo terapeuta, è importante.
Un grande abbraccio,
Marcella
Gentile utente,sono rimasta molto colpita dalle sue parole e mi sono sentita molto vicina a lei.
Mi auguro che in questi mesi abbia ripreso i contatti con il/la sua terapeuta, credo che solo sperimentandosi in un contesto di una relazione sana lei possa guarire le sue ferite emotive ed imparare ad amarsi per come desidera essere amata da un altra persona.
La lotta tra la parte razionale e quella emotiva serve a farla stare meglio? E se invece decidesse di deporre le armi?
Il dolore fa parte di lei e sta già facendo un buon lavoro per muoversi in direzione delle sue scelte, complimenti!
Accetti il fatto che così come proviamo emozioni piacevoli ne proviamo anche spiacevoli, ma ciò che conta e andare verso i propri valori, nel suo caso la decisione di porre fine a una relazione nociva.
Le faccio una grande in bocca al lupo,
d.ssa Fazzari
Gentile utente di mio Dottore,

Come mai non sta continuando la sua terapia, seppur da remoto? Sarebbe importante in questo momento non essere lasciata sola e in balia di questi pensieri ambivalenti. Richieda al suo terapeuta di poter continuare a fare terapia, anche mediante skype al fine di non interrompere processo terapeutico proprio in un momenti cosi delicato.
Si faccia forza e continui.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, spesso è difficile coordinare cuore e mente, per questo le consiglio di proseguire con la terapia intrapresa in maniera telematica se possibile.
MMM
Buonasera, penso che chiedere aiuto sia il primo passo verso la guarigione. Le auguro di trovare un professionista col quale costruire un rapporto di fiducia che possa permetterle di esplorare e sciogliere i suoi nodi più importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

Mi dispiace sentire che sta affrontando una situazione così difficile e complessa. È positivo che lei sia consapevole dei problemi relazionali che ha vissuto e che riconosca la necessità di concentrarsi su se stessa e suo figlio. È importante prendersi cura del proprio benessere emotivo e lavorare per guarire dalle ferite di una relazione tossica.

È normale che lei provi una gamma di emozioni contrastanti dopo una separazione, compresi pianti, senso di vuoto, solitudine e desiderio che il suo ex partner capisca ciò che ha fatto e cerchi di rimediare. Queste emozioni possono essere parte del processo di lutto e di liberazione emotiva dopo una relazione difficile. Non si giudichi troppo duramente per queste emozioni, poiché possono essere un modo per elaborare ciò che ha vissuto.

Per attenuare la discrepanza tra le sue convinzioni razionali e le emozioni che prova, potrebbe provare alcune strategie pratiche:

1. Accetti le sue emozioni: Riconosca e accetti le sue emozioni senza giudicarle o reprimerle. Si conceda di sentire ciò che sente, sapendo che fa parte del suo processo di guarigione.

2. Pratichi l'autocura: Dedichi del tempo a se stessa e alle attività che le fanno sentire bene. Coltivi gli interessi personali, si prenda cura del suo corpo, cerchi il sostegno di amici e familiari e consideri l'importanza di uno stile di vita sano.

3. Cerchi supporto: È positivo che lei stia tornando in terapia dopo la quarantena. Uno psicoterapeuta può aiutarla a esplorare le sue emozioni, affrontare i modelli relazionali tossici e lavorare sulla sua autostima e sul suo benessere emotivo.

4. Esercizi di rielaborazione cognitiva: Quando nota che i pensieri ossessivi riguardo al suo ex partner si presentano, provi a sfidarli attivamente. Ricordi a se stessa le ragioni per cui la separazione è stata necessaria, ripeta a se stessa affermazioni positive e concentri la sua energia su pensieri e progetti che le aiutano a progredire nella sua vita.

5. Si distanzi dalla situazione: Eviti il contatto con il suo ex partner e rimanga focalizzata su se stessa e sulla sua crescita personale. Cerchi di creare una separazione chiara tra voi due, sia fisicamente che emotivamente.

6. Tempo e pazienza: Guarire da una relazione tossica richiede tempo e pazienza. Non si aspetti di risolvere tutto immediatamente. Concentri i suoi sforzi sui progressi che fa giorno dopo giorno e sia gentile con se stessa durante il processo.

Ricordi che è normale avere difficoltà a far corrispondere i sentimenti del cuore con le convinzioni razionali. Continui a impegnarsi nel suo percorso di guarigione emotiva e
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