Buongiorno, ho deciso di scrivere qui perché non so più da dove partire per poter aiutare mio frate

15 risposte
Buongiorno,
ho deciso di scrivere qui perché non so più da dove partire per poter aiutare mio fratello.
23 anni, diplomato, un ragazzo normale... se non fosse che la sua esistenza da 4 anni e congelata...
non esce, no guida, non ha contatti con il mondo esterno, se qualche vecchio compagno di scuola lo invita ad uscire puntualmente si sente male... tanto da non riuscire a varcare la soglia di casa...
ha provato con qualche seduta ma forse erano approcci medici sbagliati...
lui relaziona tutto ciò con il difficile rapporto che abbiamo con nostro padre,è ossessionato, da questo e dal giudizio degli altri... lui è il figlio "snobbato" e da sorella maggiore posso solo confermare...
Guardarlo così mi fa male... spero che qualcuno possa aiutarmi...
buongiorno, ha provato a rivolgersi ad uno psicoterapeuta sistemico-relazionale?

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Buongiorno, è comprensibile la sua preoccupazione nei confronti di suo fratello. Difficile definirne le cause, certi blocchi potrebbero avvenire come conseguenza di traumi irrisolti. o rapporti di attaccamento in qualche modo disfunzionali. Le suggerirei di consigliare a suo fratello sia un percorso psicoterapeutico che un supporto farmacologico, sul quale meglio si può esprimere uno psichiatra. Non ho ben chiaro dalla sua domanda cosa intende con approcci medici sbagliati, avendo qualche indicazioni in più potrei darle una risposta più esaustiva e mirata. L'ipotesi che ci porta sulla relazione fra suo fratello e suo padre sembra plausibile, vista l'importanza che il legame di attaccamento con le figure di riferimento, in primis dei genitori, sono fondamentali nello strutturarsi della personalità e nel garantirne la formazione dell'autostima che pare essere carente da quanto racconta.
Buongiorno,
sono la dott.ssa I. Sampalmieri e leggo il suo messaggio scritto con molta preoccupazione, assolutamente adeguata a quanto descrive.
Nel suo scrivere non descrive quali sono stati i pregressi interventi medici che avete cercato do utilizzare per il malessere di suo fratello; mi chiedevo se si riferisce ad utilizzo di farmaci o più direttamente ad interventi di tipo psicologici.
Forse, se potesse rispondere a questa domanda,riuscirei ad avere un elemento in più per risponderle adeguatamente.
La ringrazio e rimango in attesa.
Gentile signora, se suo fratello è stato il "figlio snobbato" come scrive lei, è comprensibile che adesso abbia un'autostima molto bassa e poco entusiasmo nelle cose che fa. Capita spesso infatti che continue critiche e svalutazioni ricevute dalle persone più significative (i genitori in primis) possano portare a costruire un'idea di sé come persona di poco valore e non meritevole della stima e della valorizzazione altrui inconseguente emarginazione e chiusura relazionale. Suo fratello ha di sicuro bisogno di intraprendere un percorso psicoterapeutico di ricostruzione della propria autostima e di valorizzazione personale ma più di tutto ha bisogno di trovare la motivazione ad iniziarlo. Quello che può fare lei, come sorella e persona a lui vicina è aiutarlo ad evidenziare queste sue difficoltà e a riconoscere che, con un adeguato aiuto, può rielaborare il suo rapporto con il padre e uscire fuori dalla circolarità improduttiva delle sue reazioni. Le ferite lasciate da rapporti deludenti e maltrattanti possono essere superate e, solo dopo averlo fatto si può spiccare il volo e costruirsi una vita gratificante e soddisfacente, fondata sui propri desideri autentici piuttosto che su scelte prese in opposizione o in contrasto con altri.
Buona fortuna
Rita Lorito
Buongiorno è molto difficile rispondere a questo messaggio. Credo, visto che il malessere persiste da quattro anni, che l'approccio dovrebbe essere fatto su due livelli fisico e mentale. Suggerirei di contattare un psichiatra o un neurologo oltre che un psicoterapeuta . di tipo comportamentista, almeno nella prima fase del processo. Quando suo fratello sarà riuscito a "scongelarsi" suggerirei un percorso con un approccio Sistemico Relazionale. Spero di esserle stata utile.
Il disturbo di cui soffre suo fratello può riguardare una forma depressiva (Depressione maggiore) o una forma più complessa come un "Disturbo schizoaffettivo". Per entrambe le ipotesi la patologia viene curata e si risolve; mi sembra superfluo dirle che il paziente deve essere attentamente valutato da uno psichiatra per proporre la terapia più idonea, Nel nostro Centro utilizziamo pochissimi farmaci, dando spazio a terapie alternative come la psicoterapia, una nuova strumentazione chiamata TMS (transcranic magnetic stimulation) che normalmente si utilizza quando il soggetto non risponde ai farmaci.
Prof. D'attoma, neuropsichiatra, psicoterapeuta
Buongiorno, la situazione che descrive è veramente preoccupante e credo richieda un sollecito intervento. Potete rivolgervi alla Asl di appartenenza e chiedere una visita psichiatrica o richiedere una visita a uno psichiatra privato. Dopo una valutazione diagnostica sarà possibile stabilire che tipo di intervento è necessario per aiutare suo fratello, potrà essere una cura farmacologica associata ad una psicoterapia scelta in base al tipo di patologia riscontrata. I miei migliori auguri
Una diagnosi in questo caso è impossibile, andrebbe approfondito il quadro clinico; cmq da quello che mi dice ci sarebbe una buona vena di fobia sociale, magari la condizione clinica è meno grave di quanto sembra, se di disturbo d'ansia si tratta tenga conto che in genere sono curabili: farmacologicamente.
Le consiglio di rivolgersi a uno psichiatra con una cultura psicofarmacologica forte.
Buonasera, da quello che descrive suo fratello ha bisogno di una diagnosi e di un percorso di cure adeguate. Forse la relazione con suo padre ha compromesso pian piano quasi tutte le altre relazioni della sua vita. Il problema è capire come mai ha scelto l'isolamento e il non relazionarsi con il resto della società. In questi casi, se la persona non è ben disposta a curarsi è piuttosto difficile intervenire. Penso che suo fratello abbia bisogno anche di un supporto farmacologico ma prima di tutto bisogna trovare uno psicoterapeuta che sia di suo gradimento in modo che una volta conquistata la sua fiducia lo spinga a prendere i farmaci che il medico considererà più adeguati. Anche questa cosa non è facile ma le consiglio un bravo professionista on line in modo che suo fratello possa sentirsi più sicuro stando a casa sua. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e la saluto molto cordialmente
È giusto che lei si preoccupi per suo fratello perché questo momento di impasse può essere negativo per la sua vita. Da quanto racconta sembra che suo fratello abbia molto bisogno di sostegno e di sentirsi capito, amato e accettato giacche per lui è difficile accettarsi, volersi bene, con la paura di essere rifiutato in qualche modo dagli altri. È necessaria una psicoterapia non basata su interpretazione (cioè psicanalitica) ma una psicoterapia che si centrata sull'empatia e gli dia il vissuto di essere capito e lo aiuti a risvegliare le sue risorse. Non sono rari i casi di adolescenti come suo fratello, che in qualche caso interrompono gli studi e comunque non trovano lavoro. Se desidera altre informazioni in via privata può telefonarmi attraverso i contatti che trova nella mia pagina di profilo.
Buongiorno. Comprendo la preoccupazione per suo fratello e la sua voglia di aiutarlo. Scrive di alcune dinamiche familiari, pertanto le domando se abbiate mai pensato ad una terapia familiare, spesso sottovalutata, in realtà è un approccio validissimo atto a cambiare le relazioni che fanno, per così dire, ammalare. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Cordiali saluti.
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Salve. il ritiro sociale che sta mettendo in atto suo fratello potrebbe far pensare ad una forma di fobia sociale. le cause possono essere diverse. suo fratello mette in relazione tutto ciò con suo padre. E' un punto di partenza importante, ma ritengo sia "quasi" obbligatorio un consulto psicoterapeutico e psichiatrico per scongiurare un peggioramento delle sue condizioni. Cordiali Saluti. Dottor Grilli
Buongiorno, se non l'ha fatto, le consiglio di far visitare suo fratello da un bravo psichiatra per escludere la diagnosi di psicosi.
La saluto cordialmente e resto a disposizione, Maurizio Luppi.
Salve, è bello notare come sta prendendo a cuore la situazione di suo fratello. Sicuramente dovrà consultare uno psichiatra perchè sono ben 4 anni che non ha dei comportamenti di un ragazzo di 23 anni. Lo potrebbero aiutare sia la terapia farmacologica che una terapia psicologica, molto probabilmente suo fratello potrebbe aver avuto un trauma nel suo passato, sarebbe bene una terapia EMDR. Questa terapia elabora i traumi del suo passato e tutte le fasi dell'attaccamento, infatti lei nella sua domanda scrive che suo fratello ha avuto un cattivo rapporto con il padre. Il messaggio che gli è arrivato è " io non vado bene" quindi ossessionato dal giudizio del padre e degli altri. Forse per questo non vuole uscire e fare altro, spero che trovi il modo come aiutare suo fratello e la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Leggo che fa risalire la sintomatologia descritta a circa quattro anni fa, quando suo fratello aveva circa 19 anni. Si tratta di una fase della vita molto delicata, tra la fine dell'adolescenza e la prima età adulta, e coincide presumibilmente con la conclusione della scuola superiore (che sembrerebbe essere stata portata a termine in modo regolare). Certamente delle fragilità preesistevano al momento in cui la sintomatologia si è manifestata, ma è molto importante considerare il disagio alla luce dell'età di esordio, sia per tenere conto della questione "evolutiva" (un diciannovenne deve affrontare un grosso lavoro, interno ed esterno, per raggiungere una identità adulta) sia perché si tratta di una età critica per la strutturazione di una psicopatologia. Le suggerisco di consultare uno psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico/psicoanalitico che sia anche psichiatra per poter valutare la temporanea necessità di farmaci ansiolitici.

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