Buonasera, sono un ragazzo di 23 anni che da circa 3/4 anni consuma abitualmente marijuana, solitame

20 risposte
Buonasera, sono un ragazzo di 23 anni che da circa 3/4 anni consuma abitualmente marijuana, solitamente la sera, prima di andare a dormire (non fumo sigarette), mi chiedevo secondo la comunità scientifica a quali tipi di conseguenze potrei andare in contro nel lungo periodo.. comprendo il danno ai polmoni dato dalla combustione, ma a livello cognitivo-comportamentale possono esserci alterazioni? Personalmente ritengo di avere un approccio molto maturo alla cosa, fumo soltanto se so di non dover uscire e/o mettermi alla guida di un mezzo e riconosco che mi abbia aiutato molto per quanto riguarda i problemi di insonnia di cui ho sempre sofferto, al contrario, se il giorno dopo ho da fare qualcosa di importante mi causa ansia innescando una serie di pensieri che rendono più difficoltoso il sonno ed in quel caso infatti evito direttamente.
Gentilissimo, la questione che ci pone in maniera esplicita e’ relativa ad eventuali “alterazioni” e danni “a livello cognitivo-comportamentale” prodotti dalla sostanza psicotropa, salvo poi sottolineare il suo “approccio maturo” all’uso della sostanza. Forse, oltre a domandarsi legittimamente se, nonostante il suo “approccio maturo”, la sostanza non possa recare danno e causare “alterazioni” (alterazioni che lei stesso evidenzia e cui fa riferimento parlando di “ansia” e di “pensieri”, che la portano ad evitare di assumere la sostanza quando sa che il giorno dopo deve “fare qualcosa di importante”) occorrerà domandarsi come mai la sua insonnia sia, pur in un’eta’ così giovane, tanto significativa da necessitare una sorta di automedicazione con la sostanza stessa. Non sarà meglio capire le ragioni di tale insonnia ed intervenire con una psicoterapia che vada a risolvere il problema alla base, oltre agli eventuali problemi che ad essa sono correlati? Un caro saluto, Marta Corradi.

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Buongiorno,
se si fa questa domanda evidentemente qualcosa non va. La questione secondo me è: a cosa le serve la sostanza? Qual è la sua funzione nella sua vita? Serve per esempio a sostituire una relazione? O che altro?
Credo che la persona sia fatta per entrare in relazione con l'altro e per essere amata. Tutto ciò che serve per sostituire o mitigare qualcosa che ci fa male, può essere utile sul momento, ma nel tempo non farà che aumentare il nostro disagio.
Un caro saluto.
Buongiorno, come lei stesso scrive, se è tranquillo la marijuna le concilia il sonno, se è agitato per qualcosa che deve fare il giorno dopo "le inchioda" il pensiero. Quindi al momento oltre al chiedersi che danno può procurarle a lungo termine, mi chiedevo quale fosse il reale beneficio sul qui e ora che ne trae, cosa sostituisce? L'insonnia è un disagio che va affrontato, io partirei da quello chiedendo un consulto psicoterapico e valutando insieme la situazione.
un caro saluto, Wanda Donisi
Buonasera,
non sottovaluti la comparsa di questa ansia, che rischia di peggiorare nel tempo. Tendenzialmente il ricorso a sostanze è da monitorare e possibilmente debellare.
Le consiglio di intraprendere una psicoterapia al più breve, in modo da risolvere la situazione.
dott Tealdi
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Buonasera gentile utente, per rispondere alla sua domanda posso dirle che numerose ricerche scientifiche dimostrano che l’uso continuativo di cannabis può danneggiare sia l’amigdala, coinvolta nei processi di elaborazione della paura e delle altre emozioni, e l’ippocampo, coinvolto nella memoria e nelle abilità spaziali. Credo però che, aldilà di queste implicazioni potrebbe pensare ad una consultazione psicologica per conoscere quali siano i motivi sottostanti o quale emozione sente di dover regolare attraverso l’utilizzo di questa sostanza.
Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Elisa Taverniti
Buongiorno, esiste l'abuso di sostanze caratterizzata da uso continuativo della sostanza malgrado le conseguenze negative e, la dipendenza da sostanze che comprende l'uso continuativo, l'uso compulsivo e la perdita di controllo cioè l'utilizzo di quantità sempre maggiori di droga. Nella dipendenza può esserci, non sempre, sintomi di dipendenza fisica e psichica. La marijuana ha un'emivita lunga cioè rimane nei consumatori regolari per più giorni nel sangue quindi è utile anche considerare questo aspetto. Questa sostanza viene utilizzata in medicina come antivomito, anoressia ecc. ecc.. Il fatto che la marijuana venga utilizzata sempre più in medicina non giustifica il suo utilizzo in modo indiscriminato e le proprietà automedicanti, rilassanti o antidolorifici sono tali solo all'interno di un protocollo. I problemi psichici sono relativi a perdita di memoria e una sindrome chiamata amotivazionale. I deficit fisici comprendono per le cause sopra citate, aumento dei tempi di reazione, immunosoppressione, danni ai polmoni, calo della produzione ormonale (Fischer e Harrison, 1997).
In ogni caso è capire cosa c'è dietro all'utilizzo di marijuana, cioè che funzione ha realmente la sostanza oltre che essere un rito che applica prima di dormire. È possibile con uno psicologo acquisire maggiore consapevolezza e diventare più abile nel comprendere la necessità reale di assumerla.
Tanti auguri.
Omar Vitali
Buongiorno. L'utilizzo prolungato di marijuana provoca disturbi di memoria nel lungo termine. Esistono anche in rete immagini di risonanze cerebrali che mostrano chiaramente le differenze con un cervello sano. Sempre più viene utilizzata come automedicazione per l'ansia, ma nessun neurologo la prescriverebbe x tale motivo. Esistono viceversa degli estratti di cannabis che si assumono esclusivamente come farmaco, talvolta anche nell'Alzheimer, ma con intenti differenti dal contenimento dell'angoscia
Buongiorno, come hanno evidenziato i miei colleghi, l'uso prolungato di sostanze può generare disturbi psichiatrici significativi.
Un aspetto da tenere in considerazione, non riguarda tanto le conseguenze dell'uso/abuso di sostanze, che ovviamente non vanno sottovalutate. Ma, secondo me, è necessario comprendere le aree di fragilità personali e le inclinazioni emotivie, rispetto alle quali il consumo di sostanze si insinua lentamente. Il consumo va sempre messo in relazione ad eventi e fasi dell'esistenza. Solo attraverso una comprensione di sé più articolata, la persona può riappropriarsi della propria esperienza. Esperienza, che nel consumo prolungato diventa l'unica modalità per sentirsi e per provare piacere.
La invito pertanto, a considerare la possibilità, qualora non l'avesse già fatto, di parlarne con uno psicologo. Può diventare un'opportunità per iniziare ad occuparsi di sé.
Buona giornata.
Paola Uriati
Gentile l'uso prolungato di marijuana da strada comporta diverse problematiche, dalla diminuzione della memoria a problematiche comportamentali che agiscono sul controllo degli impulsi e dell'emotività. In alcuni casi l'uso di marijuana si è visto slatentizzare problemi psichici più pervasivi quali disturbi dell'umore e psicosi. La questione è perché lei hai bisogno di una sostanza per addormentarsi, cosa la turba, cosa cerca di nascondere e coprire con tale sostanza? Mi pare di capire che c'è un vissuto di ansia e irrequietezza che soggiace tale comportamento. Inoltre dice di gestire la cosa in maniera adulta, ma essere adulto significa riconoscere le proprie emozioni e difficoltà e agire di conseguenza, accogliere, non fuggire nello stordimento.
La marijuana evidentemente ha degli effetti psicoattivi importanti che possono variare da un senso di stordimento, d'allegria e di relax fino all'ansia con indici anche rilevanti. Ovviamente questa diversità di effetti è dovuta sia da alcune influenze psicologiche in atto che da una certa capacità di sintesi del THC che differisce rispetto ad ogni singola persona. La comunità scientifica attualmente sta riflettendo con molta serietà sull'opportunità di una sua legalizzazione e, al di là delle questioni politiche, sociali e culturali, ci sono ancora delle questioni aperte legate al suo utilizzo in rapporto alla salute pubblica. In linea di principio comunque, al di là di ogni altra possibile e opportuna riflessione anche sul suo utilizzo terapeutico, credo che minori dipendenze si hanno meglio è; pertanto la invito a verificarsi specialmente nelle motivazioni che la spingono verso la sostanza ed eventualmente avviare un processo terapeutico dedicato proprio per superare l'abitudine. Cordialmente
Hashish e Marijuana hanno un meccanismo d’intossicazione che si caratterizza per senso di euforia e di benessere, seguito da disinibizione, aumento dell’appetito e dell’attività sessuale, alterazione delle prestazioni cognitive e psicomotorie.
Hall ed i suoi collaboratori (1995) hanno descritto le conseguenze acute e croniche, fisiche e psichiche, dell’abuso di cannabinoidi. Tra gli effetti acuti si ritrovano: ansia, disforia, panico, paranoia (specialmente in “fumatori” non sperimentati o in soggetti che ricevono THC a fini terapeutici) e compromissione cognitiva, soprattutto a carico della memoria e dell’attenzione (la memoria a breve termine è compromessa e le associazioni mentali sono allentate).
Sì chieda come mai ha necessità di simili sostanze. È facile entrare nel meccanismo di dipendenza, ma é difficile uscirne
Salve, i miei colleghi gli hanno spiegato benissimo con spiegazioni dettagliate tutte le ripercussioni fisiche e mentali che provocano sia l'Hashish che la Marijuana. La cosa peggiore per un ragazzo giovane come lei è che ha già fumato da 3/4 anni e che quindi, a lungo andare, gli provocherà la perdita della memoria a breve termine, mi sembra un peccato per un suo futuro sia di studio che lavorativo. Inoltre ha già constatato degli effetti negativi quando il giorno dopo deve fare delle cose importanti. Dovrebbe pensare seriamente perchè in un età cosi giovane ha avuto bisogno di una stampella, per poter affrontare le difficoltà della vita, che normalmente le dovremmo affrontare senza nessun sostegno ma con tanta forza. Quindi colga l'occasione per iniziare un lavoro psicologico ed analizzare le sue criticità profonde, non menzionate nella sua domanda, che vengono coperte dall'abuso della marijuana. Data la sua giovane età sicuramente potrà fare un buon lavoro su di sè le auguro di andare a stare bene anche senza stampella, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve, l'uso di sostanze psicoattive comportano comunque nel breve periodo - una dipendenza fisica e psicologica - quindi è bene non considerarle come rimedio. Le consiglio di farsi aiutare da uno psicoterapeuta e da un medico evitando l'autocura .
Cordialmente Enza Marangella
Gentile utente, tutte le sostanze stupefacenti comprese le cosiddette "leggere" provocano, a lungo andare, degli effetti collaterali sia a breve sia a lungo termine. Data la sua giovane età davvero è un comportamento molto rischioso e sarebbe utile indagare le origini e le cause di questo bisogno. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per affrontare tali problematiche.
Un saluto
D.ssa Gemma Bosco
Buongiorno. Come Lei giustamente sospetta, l'utilizzo continuativo, anche se in dosi basse, produce purtroppo effetti negativi su attenzione, memoria, qualità del sonno, controllo degli impulsi. In alcuni casi, genera ansia - come Lei stesso nota, a seconda della tonalità affettiva nella quale si pone Lei stesso nel momento dell'assunzione. Alla luce della Sua giovane età cercherei di comprendere, se fossi in Lei, per quale motivo lo stato di benessere e di rilassatezza che ricerca è diventato necessario negli ultimi tre anni e se vi siano possibilità di ottenerlo anche altrimenti, non in vista di una definitiva sospensione dell'utilizzo (se non è ciò che desidera!) ma piuttosto di una conoscenza più consapevole di sè e della possibilità di sviluppare anche strategie alternative. Se l'unica che ha è questa, con il tempo potrebbe risultare problematico limitare l'assunzione, e in dosi elevate e continuative, questo comporterebbe rischi che come professionisti sanitari (e quindi al di là di qualsiasi tipo di giudizio "morale", che deve essere rigorosamente sospeso) siamo tenuti a sconsigliarLe. Rivisiterei l'asserzione di "utilizzo maturo" alla luce di queste considerazioni, e in virtù del fatto che questo implica la conoscenza degli effetti (possibilmente prima dei 3 anni di utilizzo abituale...). E, in ottica di maturità verso sè stesso, consiglierei invece un percorso personale mirato a migliorare le Sue risorse di coping nei confronti di eventi potenzialmente asiogeni - e di rilassamento funzionale. La rilassatezza indotta dalla sostanza è certamente per Lei molto importante perché implica una modalità di sentir-si (o di non sentirsi) che è per Lei identitaria e finalizzata al mantenimento di sè; non è detto tuttavia che non ve ne siano di ulteriori, con meno effetti collaterali. Fossi in Lei, contatterei un terapeuta per un colloquio conoscitivo. In bocca al lupo! Cordialmente, DMP
La marijuana è una sostanza psicoattive, varie ricerche hanno dimostrato che il suo uso prolungato specialmente durante l'adolescenza può causare problemi a livello di memoria e attenzione. Soggetti giovani sottoposti a RM, hanno evidenziato ipotrofia dei lobi frontali del cervello.Lei usa la sostanza come automedicazione per l'insonnia. Usa quindi la sostanza come ausilio per gestire le sue difficoltà. Sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta per poter imparare a gestire meglio le sue difficoltà senza dipendenza dalla sostanza.Cordialmente
Buongiorno.
I danni neurologici dell' uso prolungato delle sostanze sono ben noti e documentati. Di certo nell' immediato si può osservare che si viene ad instaurare un meccanismo di dipendenza sostenuto dall' illusione di avere tutto sotto controllo e che ogni difficoltà, conflitto o sensazione possa essere messa a tacere con la sostanza che anestetizza l' emozione e il sentire. Tuttavia sentire e ascoltare il proprio mondo interno ha una funzione fondamentale nel benessere psichico della persona e quindi analizzare i motivi, portare alla luce i significati, rafforzare l' Io permette alla persona di vivere la vita in un modo più ricco, variegato e quindi con maggior benessere psichico. Ritengo quindi che sarebbe utile approfondire la sua situazione all' interno di una consultazione psicologica. Un caro saluto, Daniela drssa Carletti
Buongiorno. L'utilizzo prolungato di marijuana, anche se in dosi esigue, è legato a diverse spiacevoli problematiche, comportando ad esempio un effetto negativo su attenzione, concentrazione, memoria, sonno e impulsività...ormai sono molte le evidenze scientifiche al riguardo! Come lei stesso ha notato, in alcuni casi, può generare anche stati ansiosi o labilità emotiva. In quanto professionista sanitario (aldilà di qualsiasi giudizio morale) mi sento di doverla mettere in guardia rispetto agli effetti che questa sostanza potrebbe avere su di lei, non solo in termini fisiologici ma anche psicologici! Se questa è l'unica modalità che negli ultimi anni attua per riuscire a "tranquillizzarsi", il rischio è che senz'altro andando avanti sarà sempre più difficile controllare questo comportamento. E' importante comprendere i motivi che la portano a volersi "spegnere" in alcune situazioni, ricorrendo all'uso della sostanza come aiuto per estraniarsi da sé e da quello che la circonda, problemi compresi (mi lasci dire, un comportamento tutt'altro che definibile come maturo). Le consiglio di trovare strategie più funzionali per affrontare tali circostanze in maniera consapevole e responsabile, al fine di riappropriarsi di sé e della sua vita. Si rivolga a un professionista. In bocca al lupo! un saluto. AC
Salve,
fortunatamente la sua ansia le sta inducendo a considerare l'uso che fa di questa sostanza.
Ha bisogno di non pensare a nulla, perché mai?
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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