Buonasera Dottori, alle porte della convivenza con il mio ragazzo, io non sono sicura di sentirmela.
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Buonasera Dottori, alle porte della convivenza con il mio ragazzo, io non sono sicura di sentirmela... sono una donna di 30 anni, sono fidanzata con il mio ragazzo di 1 anno più grande, da ormai quasi 6 anni. Abbiamo sempre avuto più alti che bassi nella nostra coppia, prima a causa di sue fortissime gelosie nei confronti del mio passato che ovviamente non lo riguardavano, che sono durate per anni... almeno 4 anni, di avvicinamenti e di allontanamenti, di estrema presenza fisica da parte sua ma totale assenza emotiva e sentimentale... con annesse litigate orrende frequentissime corredate di orribili parole nei confronti della mia persona... ma nonostante ciò io cercavo di dimostrargli che si sbagliava sul mio conto e che a lui ci tenevo davvero, quindi l'ho sempre molto assecondato in tutte le sue scelte... per anni ho preso parte ad ogni sua cosa organizzata, dalle cene e gli eventi con gli amici (in cui lui tra l'altro mi poneva sempre come elemento di confronto tra me e le ragazze degli altri, esempio... quella pensa ai figli e tu ancora vuoi andare in discoteca?), eventi di famiglia, in cui io mi sono sempre sentita la "bella statuina" perché mi portava in questi contesti per anni passando tempo con tutti tranne che con me... in questi anni ho sbottato nei suoi confronti tantissime volte, per queste pretese (si offendeva se venivo meno ai suoi inviti o se mi rifiutavo di fare qualcosa che andava di fare a lui, assumendo sempre un atteggiamento vittimistico rimarcando le mie mancanze nei suoi confronti)... però ho a distanza di anni ottenuto ben poco... dopo 5 anni stiamo per andare a convivere. Non sopportavo più il suo distacco emotivo e l'altalenanza delle sue parole/sentimenti. Non sopportavo più il dover vivere con sempre persone in mezzo, il dover basare il nostro rapporto su terzi. Non sopportavo più nemmeno la sua famiglia. Troppo tempo passato con loro. Capirei una "riunione" domenicale, ma con lui è stato così tutti i giorni. Tante volte usciva lasciandomi sola a casa con i suoi chiedendomi di aspettarlo e nel frattempo di aiutare la madre o di farle compagnia. Tutto ciò mentre a me non dimostrava amore ma solo un vago interesse. Dall'esterno sembravamo la coppia perfetta che condivideva tutto, ma condividevano solo le sue cose. Così sono esplosa lasciandolo e scomparendo nel nulla. Con un fare estremamente pesante mi ha cercata per mesi anche attraverso altre persone e mi sono sentita in dovere di cedere per farlo smettere. Mi ha riattirata a se promettendo di aver capito i suoi errori e di essere cambiato. Senza che io gli dessi mai il via libera, mi ha detto di aver acquistato casa per noi. Quella davanti ai suoi genitori. Che io non sopporto a causa della troppa vicinanza subita negli anni e dal conseguente abbattimento del muro di privacy fra coppia e famiglia. Non sopporto più nulla. Ne lui ne la sua famiglia. Gente problematica e piagnucolante alla continua ricerca di qualcuno che faccia le cose al posto loro. La mamma manca da casa da mesi per questioni di problemi emotivi, non fisici, ma quando tornerà conoscendo già la sua invadenza so già che per me sarà un inferno. Marito e figlio (il mio ragazzo) non fanno altro che parlarmi di lei da quando non è in casa come se avesse un male incurabile e piangendosi addosso. Sono stata spinta dal mio ragazzo ad aiutarlo nelle faccende domestiche di casa in cui vive con i suoi e se tante volte mi rifiuto sono pure quella in torto. Pretende la mia vicinanza per tutto, ma non perché mi ama ormai a questo punto secondo me, ma perché cerca qualcuno da cui farsi compatire. Mi sento come fossi la mamma per lui ormai. E adesso che casa è quasi pronta e a breve dovremmo iniziare la convivenza, con i suoi come dirimpettai, mi sembra un incubo. Ci ho litigato pesantemente per cose di poco conto (perché sono troppo satura ed esplodo facilmente) e lo sto tenendo lontano in questi giorni. Il solo pensiero di lasciarlo mi fa divorare dai sensi di colpa e mi fa sentire cattiva. Cosa dovrei fare secondo voi? Gli ho proposto delle terapie di coppia ma le rifiuta. Cosa ne pensate di tutto ciò? Avrei bisogno di un consiglio... grazie a chi avrà il pensiero di ascoltarmi.
Buongiorno, capisco quanto questa situazione ti stia consumando e quanto possa sembrare un labirinto senza via d’uscita. E hai fatto benissimo a cercare un parere esterno: è un primo passo per fare chiarezza e capire come affrontare tutto questo peso che ti porti dentro. Da quello che racconti, hai vissuto a lungo all’ombra di aspettative, doveri e ruoli imposti. La tua descrizione mostra chiaramente che, pur impegnandoti per far funzionare la relazione, ti sei sentita spesso messa da parte, trascurata emotivamente e bloccata da richieste che non rispettavano i tuoi bisogni e la tua individualità. Ora, davanti alla prospettiva della convivenza, i timori che senti emergere sembrano legati al rischio di perdere ulteriormente il tuo spazio personale e la tua autonomia. È normale che tu provi confusione e paura. Dopotutto, la convivenza è una scelta importante che dovrebbe basarsi su basi solide e rispettose per entrambi. Quando un rapporto si struttura solo attorno alle necessità di una parte, e l’altra viene messa in secondo piano, l’equilibrio emotivo e il rispetto reciproco rischiano di andare perduti. La tua fatica e la tua frustrazione sono segnali preziosi: ti stanno dicendo che, così come stanno le cose, questa relazione potrebbe diventare sempre più difficile da sostenere. Mi colpisce la tua disponibilità a fargli capire come ti senti e a proporre una terapia di coppia: questo è un grande segno di responsabilità e di volontà di affrontare i problemi in modo costruttivo. Tuttavia, il rifiuto del tuo ragazzo di considerare questa possibilità potrebbe indicare una chiusura che rende ancora più difficile costruire un terreno comune. Il fatto che tu ora ti senta “divorata dai sensi di colpa” alla sola idea di chiudere la relazione è naturale. Ma forse, è importante guardare a questo aspetto con più attenzione: è vero che il senso di colpa ti trattiene, ma il tuo benessere emotivo ha diritto di essere preso in considerazione, tanto quanto quello di chiunque altro. Considera che prendersi cura di sé e mettere dei limiti non è mai un atto di egoismo. Le relazioni sane si basano su una cura reciproca, non su un sacrificio unilaterale. Se il solo pensiero di andare avanti così ti sembra “un incubo”, come dici, allora forse questo è il momento di chiederti cosa desideri davvero per la tua vita e quali sono i tuoi bisogni e confini. Ricorda: non sei “cattiva” se decidi di scegliere il tuo benessere. Non è un tradimento della tua relazione; è un atto di rispetto verso te stessa. Prenditi un po' di tempo per riflettere, possibilmente con l’aiuto di un professionista, e ascolta ciò che provi. La chiarezza che ne emergerà potrebbe darti le risposte che cerchi. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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Buonasera,
capisco quanto sia difficile per lei affrontare una situazione così complessa e carica di emozioni contrastanti, in cui la possibilità di convivere si accompagna a dubbi e sensazioni di oppressione. Da quello che descrive, emerge un senso di soffocamento che ha radici profonde, legate sia alle dinamiche della coppia sia alla presenza invadente della famiglia del suo ragazzo. È naturale che queste circostanze possano portarla a sentirsi priva di spazio e di un proprio ruolo autentico nella relazione, facendo emergere la necessità di riconsiderare i suoi bisogni e i suoi limiti.
In una coppia, è fondamentale che entrambi i partner possano sentirsi valorizzati e rispettati nelle proprie esigenze. L’aver proposto una terapia di coppia è già un segnale di maturità e di desiderio di costruire un dialogo più sano. La difficoltà di lui nell’accettare questo tipo di percorso potrebbe indicare una resistenza al cambiamento e alla revisione delle sue abitudini, ma è altrettanto importante che lei consideri i suoi bisogni e il suo benessere personale.
La convivenza può essere un’esperienza arricchente solo se entrambi si sentono liberi di costruire una vita di coppia indipendente e matura, non condizionata dall’influenza costante di terzi. Il fatto che lui abbia preso una casa di fronte ai genitori, pur sapendo il suo disagio, potrebbe indicare una difficoltà ad ascoltare e a comprendere fino in fondo il suo vissuto, il che rischia di esasperare la situazione già tesa.
Prima di prendere qualsiasi decisione, potrebbe essere utile cercare un confronto pacato e aperto, esprimendo con chiarezza e sincerità ciò che sente. Se lui non è disposto ad ascoltarla o ad accogliere le sue richieste, è importante che lei rifocalizzi su di sé, senza sensi di colpa, poiché si tratta di tutelare il suo equilibrio e la sua serenità.
Se ha bisogno di esplorare ulteriormente la situazione con un supporto professionale, sono disponibile per offrirle il mio aiuto.
capisco quanto sia difficile per lei affrontare una situazione così complessa e carica di emozioni contrastanti, in cui la possibilità di convivere si accompagna a dubbi e sensazioni di oppressione. Da quello che descrive, emerge un senso di soffocamento che ha radici profonde, legate sia alle dinamiche della coppia sia alla presenza invadente della famiglia del suo ragazzo. È naturale che queste circostanze possano portarla a sentirsi priva di spazio e di un proprio ruolo autentico nella relazione, facendo emergere la necessità di riconsiderare i suoi bisogni e i suoi limiti.
In una coppia, è fondamentale che entrambi i partner possano sentirsi valorizzati e rispettati nelle proprie esigenze. L’aver proposto una terapia di coppia è già un segnale di maturità e di desiderio di costruire un dialogo più sano. La difficoltà di lui nell’accettare questo tipo di percorso potrebbe indicare una resistenza al cambiamento e alla revisione delle sue abitudini, ma è altrettanto importante che lei consideri i suoi bisogni e il suo benessere personale.
La convivenza può essere un’esperienza arricchente solo se entrambi si sentono liberi di costruire una vita di coppia indipendente e matura, non condizionata dall’influenza costante di terzi. Il fatto che lui abbia preso una casa di fronte ai genitori, pur sapendo il suo disagio, potrebbe indicare una difficoltà ad ascoltare e a comprendere fino in fondo il suo vissuto, il che rischia di esasperare la situazione già tesa.
Prima di prendere qualsiasi decisione, potrebbe essere utile cercare un confronto pacato e aperto, esprimendo con chiarezza e sincerità ciò che sente. Se lui non è disposto ad ascoltarla o ad accogliere le sue richieste, è importante che lei rifocalizzi su di sé, senza sensi di colpa, poiché si tratta di tutelare il suo equilibrio e la sua serenità.
Se ha bisogno di esplorare ulteriormente la situazione con un supporto professionale, sono disponibile per offrirle il mio aiuto.
Per poterti dare il giusto supporto e sostegno, è giusto parlarne in separata sede. Se e quando vorrai, potrai contattarmi in privato e affrontare tali difficoltà insieme. Non è per forza necessario fare un percorso di coppia, puoi affrontare un percorso anche individualmente, arrivando alle risposte che cerchi.
Salve, ho letto con attenzione la sua situazione. È importante ascoltare quello che sente, e ciò che davvero desidera per il suo futuro. La convivenza è un passo significativo, che porta a una maggiore condivisione degli spazi e delle routine quotidiane. Se già oggi si sente "satura" o emotivamente svuotata, questo potrebbe accentuarsi con il tempo e crearle ulteriore disagio, soprattutto in un contesto con così poca autonomia e tanta vicinanza familiare. La sua descrizione del partner, che sembra cercare in lei non tanto l’amore quanto un appoggio per il proprio malessere, fa pensare che lei possa percepire questo legame come più pesante e condizionante, e non come un supporto reciproco. È normale provare dei sensi di colpa, ma è importante ricordare che cercare il proprio benessere non è mai un atto di cattiveria. Ogni persona ha il diritto di sentirsi rispettata, apprezzata e libera all'interno di una relazione. Le consiglio di riflettere su cosa realmente lei desidera, e su cosa le potrebbe fare davvero bene e cosa la possa rendere serena e felice. Non si accontenti mai! Spero di esserle stata d'aiuto.
Buonasera, grazie per aver condiviso la tua storia, che mostra quanto sia stata complessa e dolorosa la relazione che stai vivendo. Da quello che racconti, sembri aver dedicato molta energia e pazienza nel tentativo di rendere la relazione armoniosa, nonostante le difficoltà.
Riconoscere i propri bisogni e i propri limiti
È chiaro che ti sei impegnata molto per far funzionare il rapporto, ma la tua situazione attuale riflette una stanchezza e una frustrazione che non si sono mai risolte del tutto, nemmeno dopo i suoi sforzi dichiarati di "cambiamento". Vivere i propri bisogni come "richieste scomode" o doverli reprimere, come hai descritto, genera un grande peso emotivo. Hai accennato al desiderio di privacy e indipendenza, due aspetti essenziali per una convivenza serena, che al momento sembrano mancare del tutto a causa della vicinanza della sua famiglia e delle dinamiche che questa porta nella relazione. È normale sentirsi esausti e demotivati in un contesto simile.
Relazione asimmetrica e "ruoli" nel rapporto
Dal tuo racconto emerge un’asimmetria tra quello che tu e il tuo partner cercate dalla relazione: hai espresso il bisogno di intimità e supporto emotivo, mentre lui appare focalizzato sulle sue esigenze, anche familiari, che ti vengono riversate addosso come fossero obblighi tuoi. Questo aspetto genera una dinamica in cui ti senti quasi come una “mamma” per lui, un ruolo che toglie a te e alla coppia spontaneità e complicità. In questo contesto, tu appari più come un supporto per i suoi problemi che come una compagna alla pari. Questo ruolo ti crea sofferenza e sembra lontano da quello che vorresti.
Valutare la convivenza e la vicinanza alla sua famiglia
La scelta della casa vicina alla famiglia, presa unilateralmente, ha di fatto escluso la tua opinione su una decisione cruciale. Vivere una convivenza serena è difficilissimo se si parte con la sensazione di essere stati costretti in una situazione che già ora senti come un peso insopportabile. La vicinanza alla famiglia di origine spesso diventa un limite se porta a continue interferenze e confusione di ruoli. Da ciò che scrivi, il suo comportamento non sembra rispettoso dei confini e delle scelte della vostra coppia.
I tuoi sentimenti di colpa
Sentire senso di colpa per il desiderio di mettere fine a questa situazione è comprensibile, ma non significa che il desiderio di cambiamento sia ingiusto o egoista. Spesso i sensi di colpa nascono dalla paura di fare del male all’altro, specie dopo tanti anni, ma ciò che è altrettanto importante è la tua serenità e il rispetto per i tuoi bisogni.
Rifiuto della terapia di coppia
Il rifiuto della terapia da parte sua mostra una resistenza a lavorare insieme verso un miglioramento reale della relazione. La terapia potrebbe essere un'opportunità per entrambi di esplorare la dinamica della coppia con un supporto esterno. Il fatto che lui non sia disposto a mettersi in discussione è indicativo di una scarsa flessibilità e volontà di affrontare le difficoltà che avete vissuto.
Considerazioni finali e consigli
La tua situazione richiede una riflessione profonda. Considera la possibilità di prenderti uno spazio per te stessa, anche temporaneo, per capire come ti senti e quali siano le tue vere priorità e necessità. Parla apertamente con lui, spiegandogli senza giri di parole che il tuo disagio è reale e che temi di non riuscire a sostenere un ulteriore passo, come la convivenza, senza un cambiamento significativo.
Se lui non dovesse accogliere questa tua richiesta e rimanesse fermo nelle sue posizioni, allora potrebbe essere necessario riflettere se la tua serenità e la tua felicità non siano più importanti di un rapporto che, fino ad ora, ti ha messa costantemente alla prova senza darti la sicurezza e il rispetto che meriti.
Affrontare queste decisioni è difficile e doloroso, ma a volte un cambiamento radicale può aprire la strada verso relazioni più equilibrate e appaganti.
Riconoscere i propri bisogni e i propri limiti
È chiaro che ti sei impegnata molto per far funzionare il rapporto, ma la tua situazione attuale riflette una stanchezza e una frustrazione che non si sono mai risolte del tutto, nemmeno dopo i suoi sforzi dichiarati di "cambiamento". Vivere i propri bisogni come "richieste scomode" o doverli reprimere, come hai descritto, genera un grande peso emotivo. Hai accennato al desiderio di privacy e indipendenza, due aspetti essenziali per una convivenza serena, che al momento sembrano mancare del tutto a causa della vicinanza della sua famiglia e delle dinamiche che questa porta nella relazione. È normale sentirsi esausti e demotivati in un contesto simile.
Relazione asimmetrica e "ruoli" nel rapporto
Dal tuo racconto emerge un’asimmetria tra quello che tu e il tuo partner cercate dalla relazione: hai espresso il bisogno di intimità e supporto emotivo, mentre lui appare focalizzato sulle sue esigenze, anche familiari, che ti vengono riversate addosso come fossero obblighi tuoi. Questo aspetto genera una dinamica in cui ti senti quasi come una “mamma” per lui, un ruolo che toglie a te e alla coppia spontaneità e complicità. In questo contesto, tu appari più come un supporto per i suoi problemi che come una compagna alla pari. Questo ruolo ti crea sofferenza e sembra lontano da quello che vorresti.
Valutare la convivenza e la vicinanza alla sua famiglia
La scelta della casa vicina alla famiglia, presa unilateralmente, ha di fatto escluso la tua opinione su una decisione cruciale. Vivere una convivenza serena è difficilissimo se si parte con la sensazione di essere stati costretti in una situazione che già ora senti come un peso insopportabile. La vicinanza alla famiglia di origine spesso diventa un limite se porta a continue interferenze e confusione di ruoli. Da ciò che scrivi, il suo comportamento non sembra rispettoso dei confini e delle scelte della vostra coppia.
I tuoi sentimenti di colpa
Sentire senso di colpa per il desiderio di mettere fine a questa situazione è comprensibile, ma non significa che il desiderio di cambiamento sia ingiusto o egoista. Spesso i sensi di colpa nascono dalla paura di fare del male all’altro, specie dopo tanti anni, ma ciò che è altrettanto importante è la tua serenità e il rispetto per i tuoi bisogni.
Rifiuto della terapia di coppia
Il rifiuto della terapia da parte sua mostra una resistenza a lavorare insieme verso un miglioramento reale della relazione. La terapia potrebbe essere un'opportunità per entrambi di esplorare la dinamica della coppia con un supporto esterno. Il fatto che lui non sia disposto a mettersi in discussione è indicativo di una scarsa flessibilità e volontà di affrontare le difficoltà che avete vissuto.
Considerazioni finali e consigli
La tua situazione richiede una riflessione profonda. Considera la possibilità di prenderti uno spazio per te stessa, anche temporaneo, per capire come ti senti e quali siano le tue vere priorità e necessità. Parla apertamente con lui, spiegandogli senza giri di parole che il tuo disagio è reale e che temi di non riuscire a sostenere un ulteriore passo, come la convivenza, senza un cambiamento significativo.
Se lui non dovesse accogliere questa tua richiesta e rimanesse fermo nelle sue posizioni, allora potrebbe essere necessario riflettere se la tua serenità e la tua felicità non siano più importanti di un rapporto che, fino ad ora, ti ha messa costantemente alla prova senza darti la sicurezza e il rispetto che meriti.
Affrontare queste decisioni è difficile e doloroso, ma a volte un cambiamento radicale può aprire la strada verso relazioni più equilibrate e appaganti.
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Capisco che lei si trovi in un momento di svolta difficile, poiché si trova a scegliere tra continuare una relazione che, da quello che racconta, l' ha sempre fatta soffrire parecchio, o dall' altra parte terminare la relazione affrontando i sensi di colpa che ne derivano. Credo chea risposta lei l' abbia già trovata da sé, poiché ha ben chiaro come si sente nella relazione col suo compagno. Forse il punto difficile da affrontare è capire come mai lei continuerebbe a stare con una persona che la fa soffrire; oltre ai sensi di colpa potrebbero celarsi anche paure di cui non è consapevole, o un'immagine di sé svalutata che la ostacola in questa scelta. Sarebbe importante che lei potesse indagare in profondità quali sono le motivazioni che le impediscono di fare una scelta verso il suo benessere. Se da sola può far fatica a comprendere tali motivazioni può considerare l' idea di fare qualche colloquio di psicoterapia. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Se il suo compagno rifiuta la terapia di coppia le proporrei di iniziare un percorso terapeutico individuale iniziale. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene fatta una prima raccolta anamnestica e viene circoscritta la problematica a cui far seguire un percorso terapeutico online oppure in presenza. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, dalla sua storia trapela tanta insofferenza, sembra che sia dentro ad un vortice da cui è difficile uscirne. La proposta di terapia di coppia che ha fatto al suo ragazzo denota una sua volontà di salvare questa storia, ma da quello che scrive sembra un tentativo a senso unico. Credo che la via migliore sarebbe capire come mai non riesce a lasciare questo ragazzo nonostante tutta questa insofferenza, domandandosi che cosa la lega a lui, dato che questa convivenza non sarebbe solo un sancire la vostra relazione, ma sarebbe un mettere un doppio filo stretto tra lei e tutta la famiglia di lui e mi pare di capire che non è quello che vuole. Difficile dare consigli, se non appunto quello di capire con un aiuto psicologico quale parte di lei è legata a lui, perchè sicuramente qualcosa che vi lega c'è, forse bisognerebbe andare a ritroso e conoscere l'inizio della vostra storia. Un cordiale saluto
Buongiorno mi sento di consigliarle piu' che una terapia di coppia un percorso personale. Da quanto scrive rimarca sempre che è stata costretta a ritornare con il suo fidanzato, a comprendere certe situazioni a essere a sua disposizione. Io credo che si debba chiedere perchè si sente costretta verso l'altro, cosa nella sua esperienza di vita l'ha portata a creare l'idea che si sta insieme se costretti o che per chiudere una relazione bisogna arrivare a sentirsi senza fiato.
Gentile utente,
non sarebbe corretto da parte mia suggerirle cosa deve o non deve fare.
Posso sicuramente invitarla a riflettere su quello ha scritto e su come ha vissuto tutti questi anni di relazione. Di solito, quando una persona è in bilico nel prendere una decisione, si elencano tutti i pro e i contro, le cose che ci fanno stare bene e quelle su cui possiamo aprire finestre di tolleranza, giungendo a un compromesso accettabile. Quando si parla di relazione ciò implica di considerare il punto di vista e le esigenze delle altre persone.
Dal suo racconto, però, emergono solo aspetti negativi, malessere, disagio e un coinvolgimento emotivo minimo all'idea di iniziare una convivenza.
La bilancia sembra pendere in un unica direzione. Cosa la frena a mettere fine a questa sofferenza prolungata? Qual è il motivo del suo senso di colpa? Di cosa avrebbe davvero bisogno per vivere in modo soddisfacente la sua vita e la sua relazione?
Sono domande importanti a cui deve trovare una risposta. Può farlo con il supporto di uno psicologo/a. Ha bisogno di un confronto professionale per ampliare la sua prospettiva e ridare centralità a sé stessa e al suo bisogno di benessere psicologico.
Le decisioni hanno sempre conseguenze, ma non devono sembrare definitive. Ecco perché un percorso psicologico l'aiuterebbe a ridefinire le sue priorità per conquistare quella fetta di felicità che senz'altro merita. Le sarebbe anche di aiuto per gestire tutti i pensieri negativi e intrusivi che la stanno infastidendo, pieni di giudizi su sé stessa e sugli altri, pessimistici e oltremodo stressanti.
Dia il giusto spazio alla sua mente e al suo cuore per capire cosa fare, per il suo bene e anche per quello delle persone che la circondano.
Se ha bisogno, sono a disposizione, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
non sarebbe corretto da parte mia suggerirle cosa deve o non deve fare.
Posso sicuramente invitarla a riflettere su quello ha scritto e su come ha vissuto tutti questi anni di relazione. Di solito, quando una persona è in bilico nel prendere una decisione, si elencano tutti i pro e i contro, le cose che ci fanno stare bene e quelle su cui possiamo aprire finestre di tolleranza, giungendo a un compromesso accettabile. Quando si parla di relazione ciò implica di considerare il punto di vista e le esigenze delle altre persone.
Dal suo racconto, però, emergono solo aspetti negativi, malessere, disagio e un coinvolgimento emotivo minimo all'idea di iniziare una convivenza.
La bilancia sembra pendere in un unica direzione. Cosa la frena a mettere fine a questa sofferenza prolungata? Qual è il motivo del suo senso di colpa? Di cosa avrebbe davvero bisogno per vivere in modo soddisfacente la sua vita e la sua relazione?
Sono domande importanti a cui deve trovare una risposta. Può farlo con il supporto di uno psicologo/a. Ha bisogno di un confronto professionale per ampliare la sua prospettiva e ridare centralità a sé stessa e al suo bisogno di benessere psicologico.
Le decisioni hanno sempre conseguenze, ma non devono sembrare definitive. Ecco perché un percorso psicologico l'aiuterebbe a ridefinire le sue priorità per conquistare quella fetta di felicità che senz'altro merita. Le sarebbe anche di aiuto per gestire tutti i pensieri negativi e intrusivi che la stanno infastidendo, pieni di giudizi su sé stessa e sugli altri, pessimistici e oltremodo stressanti.
Dia il giusto spazio alla sua mente e al suo cuore per capire cosa fare, per il suo bene e anche per quello delle persone che la circondano.
Se ha bisogno, sono a disposizione, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Buonasera, comprendo perfettamente quanto sia delicata e complessa la situazione che sta vivendo, così come la difficoltà di confrontarsi con una decisione di questa portata. Dal suo racconto emerge chiaramente il profondo impegno e l’enorme pazienza che ha messo in questa relazione, con la volontà costante di essere comprensiva e di mantenere vivo il rapporto, anche quando il carico emotivo si è fatto difficile e impegnativo. Tuttavia, ora si trova davanti a un bivio, e traspare il grande disagio che prova, accompagnato da una sensazione di insoddisfazione e sfinimento emotivo.
Da ciò che descrive, sembrano esserci diversi aspetti che meritano attenzione. Il primo riguarda la mancanza di equilibrio nei bisogni emotivi all'interno della coppia. La disparità tra ciò che ha dato e ciò che ha ricevuto si è fatta evidente: lei ha spesso messo da parte le proprie preferenze e ha partecipato a contesti e situazioni che non la rispecchiavano, nel tentativo di dimostrare il proprio affetto e di rispondere alle aspettative del suo partner. Questa asimmetria può generare inevitabilmente tensione e logoramento.
Un altro aspetto cruciale riguarda la costante presenza della famiglia del suo compagno. La scelta della casa di fronte ai suoi genitori, decisa senza prendere in considerazione il suo disagio, segnala una certa difficoltà nel rispettare i confini necessari alla coppia. La continua influenza della famiglia d’origine e il coinvolgimento nel loro quotidiano, al punto di sentirsi quasi una figura di supporto per loro, possono togliere spazio alla sua autonomia e ai suoi desideri, minando così l’equilibrio e la serenità della relazione.
Ha inoltre espresso la volontà di lavorare sulla coppia proponendo una terapia, che però è stata rifiutata dal suo compagno. Questa chiusura verso un percorso di crescita e confronto rende più difficile costruire una relazione stabile e reciproca, in cui entrambi i partner possano migliorarsi e trovare punti di incontro. Il rifiuto di una proposta tanto importante segnala una mancanza di apertura verso un possibile cambiamento, indispensabile per superare le difficoltà.
Capisco anche quanto il senso di colpa la ostacoli, impedendole di prendere una decisione. Dopo anni di investimento affettivo, si sente comprensibilmente legata a lui, ma è fondamentale considerare anche il suo benessere. Prolungare una situazione che percepisce come soffocante potrebbe avere conseguenze ancora più pesanti con il tempo.
Potrebbe considerare di prendersi del tempo per sé, anche fisicamente se ne ha la possibilità, per riflettere più chiaramente sui suoi desideri e su cosa possa renderla davvero serena. Riflettere sulla possibilità di vivere in un contesto più sano, dove i suoi bisogni siano rispettati quanto quelli dell'altra persona, potrebbe darle una nuova prospettiva per prendere una decisione consapevole.
Potrebbe anche valutare una terapia individuale per se stessa: questa esperienza le consentirebbe di esplorare a fondo i propri sentimenti, il senso di colpa che avverte e di comprendere meglio i propri confini e come proteggerli. Restare in una relazione non è mai una scelta “sbagliata” o “giusta” in assoluto, così come non lo è scegliere di lasciarla se non le procura più gioia e serenità. Qualunque decisione prenderà, l’importante è che nasca dal rispetto e dall’amore verso se stessa, ricordando che merita una relazione fondata sull’equilibrio e sulla possibilità di esprimere la propria autenticità.
Da ciò che descrive, sembrano esserci diversi aspetti che meritano attenzione. Il primo riguarda la mancanza di equilibrio nei bisogni emotivi all'interno della coppia. La disparità tra ciò che ha dato e ciò che ha ricevuto si è fatta evidente: lei ha spesso messo da parte le proprie preferenze e ha partecipato a contesti e situazioni che non la rispecchiavano, nel tentativo di dimostrare il proprio affetto e di rispondere alle aspettative del suo partner. Questa asimmetria può generare inevitabilmente tensione e logoramento.
Un altro aspetto cruciale riguarda la costante presenza della famiglia del suo compagno. La scelta della casa di fronte ai suoi genitori, decisa senza prendere in considerazione il suo disagio, segnala una certa difficoltà nel rispettare i confini necessari alla coppia. La continua influenza della famiglia d’origine e il coinvolgimento nel loro quotidiano, al punto di sentirsi quasi una figura di supporto per loro, possono togliere spazio alla sua autonomia e ai suoi desideri, minando così l’equilibrio e la serenità della relazione.
Ha inoltre espresso la volontà di lavorare sulla coppia proponendo una terapia, che però è stata rifiutata dal suo compagno. Questa chiusura verso un percorso di crescita e confronto rende più difficile costruire una relazione stabile e reciproca, in cui entrambi i partner possano migliorarsi e trovare punti di incontro. Il rifiuto di una proposta tanto importante segnala una mancanza di apertura verso un possibile cambiamento, indispensabile per superare le difficoltà.
Capisco anche quanto il senso di colpa la ostacoli, impedendole di prendere una decisione. Dopo anni di investimento affettivo, si sente comprensibilmente legata a lui, ma è fondamentale considerare anche il suo benessere. Prolungare una situazione che percepisce come soffocante potrebbe avere conseguenze ancora più pesanti con il tempo.
Potrebbe considerare di prendersi del tempo per sé, anche fisicamente se ne ha la possibilità, per riflettere più chiaramente sui suoi desideri e su cosa possa renderla davvero serena. Riflettere sulla possibilità di vivere in un contesto più sano, dove i suoi bisogni siano rispettati quanto quelli dell'altra persona, potrebbe darle una nuova prospettiva per prendere una decisione consapevole.
Potrebbe anche valutare una terapia individuale per se stessa: questa esperienza le consentirebbe di esplorare a fondo i propri sentimenti, il senso di colpa che avverte e di comprendere meglio i propri confini e come proteggerli. Restare in una relazione non è mai una scelta “sbagliata” o “giusta” in assoluto, così come non lo è scegliere di lasciarla se non le procura più gioia e serenità. Qualunque decisione prenderà, l’importante è che nasca dal rispetto e dall’amore verso se stessa, ricordando che merita una relazione fondata sull’equilibrio e sulla possibilità di esprimere la propria autenticità.
Gentilissima, grazie per aver esposto i suoi dubbi qui. A parer mio, ciò che potrebbe essere utile è concentrarsi sul presente, cercando di prendere consapevolezza di ciò che, ad oggi, sarebbe meglio per lei. Escludendo passato e futuro, di cosa ha effettivamente bisogno? Quali bisogni e desideri sono soffocati e inibiti? Provi a non concentrarsi su ciò che le potrebbe arrecare timore (magari la paura di rimanere sola dopo tanti anni di fidanzamento o la paura di deludere e ferire, la sensazione di impotenza e, come da lei scritto, di sentirsi in colpa) ma di basarsi su ciò che desidera (amore e comprensione, valorizzazione e apprezzamento). Emozioni spiacevoli e potenzialmente dolorose possono esserci è normale, ma sono elementi passeggeri che non fanno di lei una persona sbagliata. Se avesse ulteriori dubbi, resto a disposizione, anche online. Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
Consulenze online
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
Consulenze online
Buongiorno,
il suo discorso, denso e articolato, ritengo meriti un luogo e un tempo, tutto suo, in cui trovare ascolto. Non sarebbe infatti possibile liquidare, tanto meno con un consiglio, le questioni importanti che solleva. Piuttosto che un consiglio le pongo allora una domanda:
ma lei, cosa vorrebbe fare?
Mi pare, d'altronde, che siano già in molti a darle dei "consigli"
Un caro saluto,
GB
il suo discorso, denso e articolato, ritengo meriti un luogo e un tempo, tutto suo, in cui trovare ascolto. Non sarebbe infatti possibile liquidare, tanto meno con un consiglio, le questioni importanti che solleva. Piuttosto che un consiglio le pongo allora una domanda:
ma lei, cosa vorrebbe fare?
Mi pare, d'altronde, che siano già in molti a darle dei "consigli"
Un caro saluto,
GB
Salve a lei, sembra abbastanza comprensibile che possa non sentirsela dal racconto che porta. Non appare una linea consapevolmente tracciata assieme, quella che vi sta portando in questa direzione.
I suoi sensi di colpa possono essere probabilmente un tema importante da cui partire poiché questi sembrano essere molto più trainanti dell’amore per sé.
Saluti,
Valeria Colangelo
I suoi sensi di colpa possono essere probabilmente un tema importante da cui partire poiché questi sembrano essere molto più trainanti dell’amore per sé.
Saluti,
Valeria Colangelo
Buonasera, la terapia di coppia è sicuramente la scelta migliore che lei potesse proporre al suo compagno, pero' deve avere consapevolezza che chi tende a imprigiornarsi è lei.
Le auguro una buona serata
Le auguro una buona serata
Buonasera, comprendo quanto possa essere complesso affrontare una situazione come quella che descrive, con pensieri ed emozioni che possono risultare difficili da gestire. Dalle sue parole emerge l’importanza della comunicazione come strumento per esprimere i propri bisogni e sviluppare una migliore comprensione delle proprie emozioni. Riuscire a comunicare in modo efficace non è sempre semplice, soprattutto perché spesso non abbiamo avuto modo di apprendere tecniche come la comunicazione assertiva. Se il suo partner non è disponibile per una terapia di coppia, potrebbe essere utile valutare un percorso psicologico individuale, attraverso il quale lavorare su aspetti come la gestione delle emozioni e le modalità comunicative. Questo percorso può offrirle uno spazio per comprendere meglio non solo ciò che accade nella relazione, ma anche ciò che vive interiormente, aiutandola a sviluppare consapevolezza e a rafforzare le risorse di cui dispone o a creare nuove possibilità di scelta.
Buonasera, dalla sua storia traspare tutta la difficoltà e la frustrazione che questo periodo di vita le sta portando, e dalle sue parole emerge un circolo vizioso composto da sue attese, rabbia e senso di colpa che sicuramente non le permettono di vivere un periodo già di per sé stressante quale l'inizio di una convivenza nel modo più tutelante e accogliente per lei.
La invito ad approfondire i suoi vissuti in sede di colloquio, da come scrive sembra avere già consapevolezza delle sue reazioni e sentimenti riguardanti specifici comportamenti e situazioni, pertanto potrebbe giovarle un confronto con un/una professionista che la sostenga nel "mettere insieme i pezzi" e la affianchi in questo momento per lei così complesso.
Le auguro ogni bene e non esiti a contattarmi se ne dovesse sentire la necessità.
Dott.ssa Lara De Feo.
La invito ad approfondire i suoi vissuti in sede di colloquio, da come scrive sembra avere già consapevolezza delle sue reazioni e sentimenti riguardanti specifici comportamenti e situazioni, pertanto potrebbe giovarle un confronto con un/una professionista che la sostenga nel "mettere insieme i pezzi" e la affianchi in questo momento per lei così complesso.
Le auguro ogni bene e non esiti a contattarmi se ne dovesse sentire la necessità.
Dott.ssa Lara De Feo.
Buonasera, dal tuoscritto emerge in modo evidente che hai investito molto in questa relazione, sia emotivamente sia in termini di compromessi personali, ma ora ti trovi in un momento di grande stanchezza e disillusione. Da ciò che hai scritto si capisce molto bene che hai sacrificato molte delle tue esigenze per adattarti a richieste, aspettative e ritmi di vita che non rispecchiano pienamente i tuoi valori e soprattutto il tuo benessere. Il fatto di aver assunto un ruolo quasi materno nei confronti del tuo partner, così come il senso di "dover essere" costantemente presente, indicano che la relazione ha un equilibrio poco sostenibile e questo disequilibrio sembra consumare molte delle tue energie e speranze. Le esigenze del tuo partner e della sua famiglia sembrano avere priorità rispetto alle tue e questa situazione può generare molta frustrazione e senso di solitudine, come hai espresso chiaramente. Anche la scelta di prendere una casa davanti a quella dei suoi genitori, senza consultarti, sembra un tentativo di mantenere il controllo, ignorando i tuoi desideri e il tuo bisogno di privacy e autonomia. Il senso di colpadi cui parli è un’emozione che emerge quando pensiamo di deludere qualcuno che ha molte aspettative su di noi o quando sentiamo di "abbandonare" qualcuno che si è abituato alla nostra presenza. Tuttavia, è importante chiederti se questo senso di colpa sia davvero legato a qualcosa che hai fatto "di male", cosa che non credo proprio nel tuo caso, oppure se derivi dall’impressione di non poter lasciare una situazione che sai non essere salutare per te e magari riflettere da dove arrivi questo tuo modo di stare in relazione. Spero di esserti stata utile.
Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza in modo così dettagliato. Capisco che si trovi in una situazione molto complessa e che stia affrontando emozioni contrastanti.
Da quanto ha raccontato, sembra che ci sia una serie di dinamiche disfunzionali nella sua relazione che vanno avanti da anni. La gelosia, la mancanza di empatia, la costante invasività della sua famiglia, e il modo in cui il suo compagno ha gestito le sue emozioni e le sue richieste di spazio, hanno avuto un impatto significativo sul suo benessere. Inoltre, la percezione di non essere trattata come un pari e di essere stata più una "figura materna" che una compagna sembra aver minato profondamente il suo equilibrio emotivo.
La sua difficoltà nell'affrontare la convivenza e il pensiero di continuare a vivere in una situazione che non la fa sentire rispettata è comprensibile. Il fatto che lei stia riflettendo sulla possibilità di lasciarlo, pur provando sensi di colpa, indica che si trova di fronte a un bivio importante. È naturale sentirsi in conflitto quando si desidera una relazione sana e soddisfacente, ma allo stesso tempo ci si sente responsabili per il benessere dell'altro. Tuttavia, è importante ricordare che non possiamo essere responsabili per il cambiamento degli altri, soprattutto quando si è già cercato di comunicare i propri bisogni senza che ci fosse un cambiamento concreto.
Inoltre, la sua proposta di terapia di coppia è una scelta molto matura e utile, ma il rifiuto del suo compagno può riflettere una sua mancanza di volontà di affrontare i problemi o di impegnarsi in un percorso di crescita. Questo potrebbe segnare un limite nel rapporto, poiché la terapia di coppia richiede un impegno reciproco.
Il consiglio che mi sento di darle è di continuare a riflettere sul suo benessere e sulle sue necessità. Se la convivenza con lui e con la sua famiglia la fa sentire soffocata, e se lei non percepisce un cambiamento positivo dopo aver già espresso i suoi desideri, potrebbe essere utile prendere in considerazione il fatto che una relazione sana deve essere basata sul rispetto, sulla comunicazione e sulla reciprocità. Rimanere in una relazione che non la fa sentire apprezzata e che non soddisfa le sue esigenze emotive potrebbe nuocere ulteriormente al suo benessere.
Infine, le consiglio di prendersi un po' di tempo per sé stessa, lontano dalla relazione, per riflettere su cosa desidera davvero per la sua vita. Se necessario, potrebbe anche essere utile intraprendere un percorso di consulenza individuale per esplorare questi conflitti interiori e affrontare il senso di colpa in modo sano. Non c'è nulla di sbagliato nel cercare la felicità e il benessere per sé stessa, e un equilibrio sano in una relazione dipende dal rispetto reciproco e dalla capacità di crescere insieme.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti, le sono vicino.
Dott. Luca Vocino
Da quanto ha raccontato, sembra che ci sia una serie di dinamiche disfunzionali nella sua relazione che vanno avanti da anni. La gelosia, la mancanza di empatia, la costante invasività della sua famiglia, e il modo in cui il suo compagno ha gestito le sue emozioni e le sue richieste di spazio, hanno avuto un impatto significativo sul suo benessere. Inoltre, la percezione di non essere trattata come un pari e di essere stata più una "figura materna" che una compagna sembra aver minato profondamente il suo equilibrio emotivo.
La sua difficoltà nell'affrontare la convivenza e il pensiero di continuare a vivere in una situazione che non la fa sentire rispettata è comprensibile. Il fatto che lei stia riflettendo sulla possibilità di lasciarlo, pur provando sensi di colpa, indica che si trova di fronte a un bivio importante. È naturale sentirsi in conflitto quando si desidera una relazione sana e soddisfacente, ma allo stesso tempo ci si sente responsabili per il benessere dell'altro. Tuttavia, è importante ricordare che non possiamo essere responsabili per il cambiamento degli altri, soprattutto quando si è già cercato di comunicare i propri bisogni senza che ci fosse un cambiamento concreto.
Inoltre, la sua proposta di terapia di coppia è una scelta molto matura e utile, ma il rifiuto del suo compagno può riflettere una sua mancanza di volontà di affrontare i problemi o di impegnarsi in un percorso di crescita. Questo potrebbe segnare un limite nel rapporto, poiché la terapia di coppia richiede un impegno reciproco.
Il consiglio che mi sento di darle è di continuare a riflettere sul suo benessere e sulle sue necessità. Se la convivenza con lui e con la sua famiglia la fa sentire soffocata, e se lei non percepisce un cambiamento positivo dopo aver già espresso i suoi desideri, potrebbe essere utile prendere in considerazione il fatto che una relazione sana deve essere basata sul rispetto, sulla comunicazione e sulla reciprocità. Rimanere in una relazione che non la fa sentire apprezzata e che non soddisfa le sue esigenze emotive potrebbe nuocere ulteriormente al suo benessere.
Infine, le consiglio di prendersi un po' di tempo per sé stessa, lontano dalla relazione, per riflettere su cosa desidera davvero per la sua vita. Se necessario, potrebbe anche essere utile intraprendere un percorso di consulenza individuale per esplorare questi conflitti interiori e affrontare il senso di colpa in modo sano. Non c'è nulla di sbagliato nel cercare la felicità e il benessere per sé stessa, e un equilibrio sano in una relazione dipende dal rispetto reciproco e dalla capacità di crescere insieme.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti, le sono vicino.
Dott. Luca Vocino
Buonasera, mi chiamo Giulia De Rienzo. Ci tengo intanto a ringraziarla per aver condiviso ciò che sta vivendo. Le sue parole mi hanno molto colpita e in particolare quando parla di sensi di colpa del sentirti cattiva al pensiero di lasciarlo. Mi sono chiesta come stesse all'idea di stare ancora in questa relazione e se si sentisse come in una trappola da cui non si può uscire. Fermo restando che non conosco la sua situazione ma credo che approfondire il perché si sente cattiva all'idea di concludere la sua relazione possa aiutarla a fare chiarezza e a capire autonomamente quale strada è la migliore per lei. Spero di esserle stata d'aiuto in questo breve spazio, un caro saluto Dott.ssa Giulia De rienzo
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