Buonasera a tutti i dottori! Vorrei poter dire un pensiero che mi ha afflitto per molto durante la m
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Buonasera a tutti i dottori! Vorrei poter dire un pensiero che mi ha afflitto per molto durante la mia adolescenza, nonché la violenza sessuale, anche solo il pensiero di scriverlo o pensarlo mi fa star male e mi viene la tachicardia il cuore mi batte come se avessi paura di qualcosa o come se io fossi quella persona. Io non ho una buona memoria, i miei ricordi sono tardivi e sfasati forse ricordo più i brutti che i bei momenti.. ci sono stati alcuni episodi nella mia infanzia per me non riconducibili a violenza e pensieri invece in adolescenza violenti… da ragazzina era per me un grande problema uscire avevo molta paura ed ero tormentata da qualcosa (?), avevo anche spesso incubi orribili su questo. In questi sogni io spesso non riuscivo a scappare, ma soprattutto non mi usciva la voce per urlare e mi svegliavo così. Crescendo ho smesso di domandarmi e sono stata meglio, anche perché più cercavo di capire cosa non andasse in me e più questa tematica mi invalidava, non trovavo motivazioni per stare così male per una mia spiccata sensibilità. Ad oggi sogno molto meno queste cose (2-3 volte l’anno) e mi è rimasto solo l’agitarmi a scene di violenza sessuale in tv o parlandone, emotivamente e fisicamente, non capendo neanche il perché il mio cuore batta all’impazzata. Come potrei gestire questa cosa? Come potrei lavorarci per non agitarmi?

Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Buonasera, grazie per aver condiviso con tanta sincerità il tuo vissuto. Comprendo quanto possa essere estremamente doloroso il peso di ricordi traumatici, soprattutto quando provengono da esperienze di violenza sessuale vissute in adolescenza, e quanto questi possano ancora oggi influenzare la tua vita emotiva e fisica. Quello che descrivi, con reazioni come tachicardia e ansia intensa al semplice pensiero o alla visione di scene simili, è una risposta comune del corpo a un trauma che non è stato completamente elaborato.
Queste reazioni indicano che, sebbene con il tempo tu abbia trovato un certo grado di sollievo, quei ricordi dolorosi continuano a lasciare tracce e a farti sentire vulnerabile. In momenti di stress o in presenza di stimoli che rievocano quella situazione, la tua mente sembra attivare meccanismi di protezione che, invece di aiutarti, ti costringono a rivivere l'angoscia del passato. È importante comprendere che questi sintomi non significano che tu sia "rotta" o debba giudicarti, ma che il trauma ha inciso nel modo in cui affronti determinate situazioni.
Un percorso psicoterapeutico può offrirti uno spazio sicuro per lavorare su questi ricordi, per rielaborare l'esperienza e per aiutarti a liberare la mente da quelle reazioni incontrollate. In particolare, potremmo esplorare insieme un approccio sistemico, che non si concentra solo sul singolo aspetto traumatico, ma che guarda all'intero sistema di relazioni e alle modalità con cui hai appreso a gestire lo stress e il dolore. In questo modo, potresti trovare nuove strategie per integrare quei ricordi in maniera meno dolorosa e per ristabilire un equilibrio emotivo.
Se desideri approfondire questi temi e lavorare su di te per ritrovare serenità e un maggior controllo delle tue reazioni, sono a tua completa disposizione per iniziare un percorso di psicoterapia che possa accompagnarti in questo cammino di guarigione.
Un caro saluto.
Queste reazioni indicano che, sebbene con il tempo tu abbia trovato un certo grado di sollievo, quei ricordi dolorosi continuano a lasciare tracce e a farti sentire vulnerabile. In momenti di stress o in presenza di stimoli che rievocano quella situazione, la tua mente sembra attivare meccanismi di protezione che, invece di aiutarti, ti costringono a rivivere l'angoscia del passato. È importante comprendere che questi sintomi non significano che tu sia "rotta" o debba giudicarti, ma che il trauma ha inciso nel modo in cui affronti determinate situazioni.
Un percorso psicoterapeutico può offrirti uno spazio sicuro per lavorare su questi ricordi, per rielaborare l'esperienza e per aiutarti a liberare la mente da quelle reazioni incontrollate. In particolare, potremmo esplorare insieme un approccio sistemico, che non si concentra solo sul singolo aspetto traumatico, ma che guarda all'intero sistema di relazioni e alle modalità con cui hai appreso a gestire lo stress e il dolore. In questo modo, potresti trovare nuove strategie per integrare quei ricordi in maniera meno dolorosa e per ristabilire un equilibrio emotivo.
Se desideri approfondire questi temi e lavorare su di te per ritrovare serenità e un maggior controllo delle tue reazioni, sono a tua completa disposizione per iniziare un percorso di psicoterapia che possa accompagnarti in questo cammino di guarigione.
Un caro saluto.
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Grazie per aver condiviso una parte così delicata e personale della tua esperienza. È evidente che hai affrontato momenti difficili e che stai cercando di comprendere e gestire le emozioni che emergono da queste esperienze. Questo è un passo importante e coraggioso.
Le reazioni fisiche ed emotive che descrivi, come la tachicardia e l'agitazione, sono comuni in chi ha vissuto traumi o situazioni difficili. Il corpo e la mente possono reagire in modo intenso anche a stimoli che sembrano lontani nel tempo. È importante sapere che queste reazioni non definiscono chi sei, ma sono il risultato di esperienze che hai vissuto.
Un primo passo potrebbe essere quello di considerare un percorso terapeutico con un professionista specializzato in traumi. È normale sentirsi intimiditi o avere difficoltà a esprimersi, ma un terapeuta esperto può aiutarti a trovare modi per comunicare e lavorare su ciò che provi. Potresti iniziare condividendo le tue difficoltà nel parlare apertamente e spiegando che hai bisogno di un approccio graduale.
La scrittura potrebbe essere un altro strumento utile. Annotare i tuoi pensieri e le tue emozioni può aiutarti a dare un senso a ciò che provi e a prepararti per eventuali conversazioni con un terapeuta. Puoi anche usare queste note durante le sedute, se ti senti più a tuo agio nel condividere ciò che hai scritto.
Infine, pratiche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga possono aiutarti a gestire l'agitazione fisica e a creare uno spazio di calma interiore. Questi strumenti non risolvono il problema alla radice, ma possono offrirti sollievo nei momenti di difficoltà.
Ricorda che non sei sola in questo percorso. È normale avere paura o sentirsi sopraffatti, ma il fatto che tu stia cercando di affrontare queste emozioni dimostra una grande forza. Meriti di trovare serenità e di sentirti libera da ciò che ti affligge.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Le reazioni fisiche ed emotive che descrivi, come la tachicardia e l'agitazione, sono comuni in chi ha vissuto traumi o situazioni difficili. Il corpo e la mente possono reagire in modo intenso anche a stimoli che sembrano lontani nel tempo. È importante sapere che queste reazioni non definiscono chi sei, ma sono il risultato di esperienze che hai vissuto.
Un primo passo potrebbe essere quello di considerare un percorso terapeutico con un professionista specializzato in traumi. È normale sentirsi intimiditi o avere difficoltà a esprimersi, ma un terapeuta esperto può aiutarti a trovare modi per comunicare e lavorare su ciò che provi. Potresti iniziare condividendo le tue difficoltà nel parlare apertamente e spiegando che hai bisogno di un approccio graduale.
La scrittura potrebbe essere un altro strumento utile. Annotare i tuoi pensieri e le tue emozioni può aiutarti a dare un senso a ciò che provi e a prepararti per eventuali conversazioni con un terapeuta. Puoi anche usare queste note durante le sedute, se ti senti più a tuo agio nel condividere ciò che hai scritto.
Infine, pratiche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga possono aiutarti a gestire l'agitazione fisica e a creare uno spazio di calma interiore. Questi strumenti non risolvono il problema alla radice, ma possono offrirti sollievo nei momenti di difficoltà.
Ricorda che non sei sola in questo percorso. È normale avere paura o sentirsi sopraffatti, ma il fatto che tu stia cercando di affrontare queste emozioni dimostra una grande forza. Meriti di trovare serenità e di sentirti libera da ciò che ti affligge.
Dott.ssa Antonella Bellanzon

Ciao, sicuramente questo tema ha ancora una certa risonanza dentro di te. Attraverso una terapia potrai imparare a comprendere quali sono gli interruttori che attivano le tue reazioni fisiche ed emotive, a gestirli e ad elaborare anche il tutto. In bocca al lupo con il tuo percorso.

Buonasera, grazie per il coraggio che hai avuto nel condividere questo vissuto così complesso e profondo. Le reazioni che descrivi — tachicardia, incubi, paura senza causa apparente, difficoltà nel ricordare — sono segnali che il tuo corpo e la tua mente stanno ancora proteggendoti da qualcosa che potrebbe non essere stato pienamente elaborato. Anche se oggi i sintomi sono meno frequenti, il disagio che provi di fronte a certi stimoli mostra che qualcosa dentro di te ha bisogno di attenzione e cura, non di essere ignorato.
Il nostro sistema emotivo può trattenere memorie implicite, sensazioni, emozioni, anche in assenza di ricordi nitidi. Questo non significa che ci sia per forza un trauma specifico “da ricordare”, ma che c’è un'esperienza emotiva non elaborata che continua a cercare voce.
Per lavorarci, ti consiglio di iniziare un percorso terapeutico. Rimango a disposizione, qualora avessi necessità. Buon proseguimento di giornata.
Il nostro sistema emotivo può trattenere memorie implicite, sensazioni, emozioni, anche in assenza di ricordi nitidi. Questo non significa che ci sia per forza un trauma specifico “da ricordare”, ma che c’è un'esperienza emotiva non elaborata che continua a cercare voce.
Per lavorarci, ti consiglio di iniziare un percorso terapeutico. Rimango a disposizione, qualora avessi necessità. Buon proseguimento di giornata.

Salve, la ringrazio per aver espresso lo stato d'animo che sente circa alcuni argomenti. Comprendo non sia facile esternare quello che si prova, soprattutto quando si parla di argomenti che l'hanno turbata per molto tempo.
Iniziare un percorso psicoterapico potrebbe aiutarla a guardare i suoi pensieri, i suoi ricordi e il suo stato d'animo da una prospettiva diversa.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti
Iniziare un percorso psicoterapico potrebbe aiutarla a guardare i suoi pensieri, i suoi ricordi e il suo stato d'animo da una prospettiva diversa.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti

inizi una terapia basata sulle parti rimosse. interpretazione dei sogni andando a ricercare quella sofferenza che a tutt'oggi non passa. Purtroppo solo così potrà uscire dal dolore.
Mi occupo soprattutto di questo tipo di problemi. un saluto
Dott. f. r . Casinghini
Mi occupo soprattutto di questo tipo di problemi. un saluto
Dott. f. r . Casinghini

Buonasera.
Come esseri umani memorizziamo attraverso varie vie: la via episodica, quindi il ricordo di eventi o episodi e la via somatica, vale a dire sensazioni fisiche associate a eventi (di cui non è detto che ne abbiamo il ricordo) ma che si riaccendono ogni qual volta veniamo a contatto con dei trigger (situazioni che riattivano, in quanto simili per alcune caratteristiche, la sensazione che è rimasta bloccata in memoria, "costringendoci" a rivivere le stesse sensazioni fisiche memorizzate per rimetterci in uno stato d'allerta che ci porta a salvaguardarci).
Il modo migliore è un percorso terapeutico cognitivo- comportamentale integrato con l'EMDR e la Flash che aiuti la tua mente a desensibilizzare queste sensazioni spiacevoli.
Come esseri umani memorizziamo attraverso varie vie: la via episodica, quindi il ricordo di eventi o episodi e la via somatica, vale a dire sensazioni fisiche associate a eventi (di cui non è detto che ne abbiamo il ricordo) ma che si riaccendono ogni qual volta veniamo a contatto con dei trigger (situazioni che riattivano, in quanto simili per alcune caratteristiche, la sensazione che è rimasta bloccata in memoria, "costringendoci" a rivivere le stesse sensazioni fisiche memorizzate per rimetterci in uno stato d'allerta che ci porta a salvaguardarci).
Il modo migliore è un percorso terapeutico cognitivo- comportamentale integrato con l'EMDR e la Flash che aiuti la tua mente a desensibilizzare queste sensazioni spiacevoli.

Buonasera, grazie per aver condiviso con così tanta sincerità una parte così delicata della sua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile anche solo pensare o scrivere certe cose, specialmente quando suscitano reazioni fisiche intense come quelle che descrive.
Le emozioni che prova, così come gli incubi e l’agitazione di fronte a determinati stimoli, meritano ascolto e attenzione. Spesso il corpo e la mente conservano vissuti che possono emergere in modi diversi nel tempo, anche quando non sono del tutto chiari o definiti.
Un percorso psicologico potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare con gradualità questi vissuti, con rispetto per i suoi tempi e i suoi bisogni. Lavorare su queste reazioni potrebbe aiutarla a gestirle in modo più sereno e consapevole.
Se lo desidera, rimango a disposizione per iniziare insieme questo percorso, in presenza oppure online.
Dott. Matteo De Nicolò
Le emozioni che prova, così come gli incubi e l’agitazione di fronte a determinati stimoli, meritano ascolto e attenzione. Spesso il corpo e la mente conservano vissuti che possono emergere in modi diversi nel tempo, anche quando non sono del tutto chiari o definiti.
Un percorso psicologico potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare con gradualità questi vissuti, con rispetto per i suoi tempi e i suoi bisogni. Lavorare su queste reazioni potrebbe aiutarla a gestirle in modo più sereno e consapevole.
Se lo desidera, rimango a disposizione per iniziare insieme questo percorso, in presenza oppure online.
Dott. Matteo De Nicolò

Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver trovato il coraggio di condividere un pensiero così intimo e doloroso. Già solo il fatto che sia riuscita a scrivere queste parole, nonostante l’agitazione che descrive, è un segnale importante della sua forza e della volontà di comprendere e prendersi cura di sé.
Quello che racconta parla di un corpo che conserva una memoria profonda, forse non del tutto accessibile a livello razionale, ma che si manifesta attraverso reazioni fisiche ed emotive molto intense. Il cuore che accelera, i sogni ricorrenti, la paura improvvisa o il senso di impotenza nel sonno non sono casuali: sono tutte forme in cui il nostro mondo interno cerca di raccontarci qualcosa che ha lasciato una traccia, anche se sfumata o parziale. È possibile che vi siano stati vissuti difficili, forse traumatici, che non sono stati elaborati pienamente, magari perché troppo dolorosi da affrontare quando si sono presentati o perché non c'erano le condizioni per farlo in sicurezza.
Non si deve sentire “sbagliata” per le sue reazioni o per la sensibilità che avverte, anzi. È proprio questa sensibilità a parlarle di un bisogno importante: quello di protezione, di comprensione, di cura. La difficoltà di ricordare, la frammentazione della memoria, sono comuni in chi ha vissuto esperienze traumatiche, soprattutto se avvenute in età infantile o in adolescenza, quando ancora non si hanno gli strumenti per dare significato e contenere ciò che accade.
Il fatto che oggi le sue reazioni si siano in parte attenuate, e che riesca a parlarne, anche se con fatica, è un segnale che può rappresentare l’inizio di un percorso più profondo. Le consiglio vivamente di intraprendere un lavoro terapeutico con un professionista esperto di traumi, qualcuno che possa accompagnarla a piccoli passi in un cammino che metta al centro la sicurezza, il rispetto dei suoi tempi e la possibilità di costruire insieme un senso a ciò che oggi la turba.
L’obiettivo non deve essere necessariamente “ricordare tutto”, quanto piuttosto imparare a convivere in modo più pacificato con ciò che il suo corpo e la sua mente ancora le raccontano. Il trauma, anche quando non è pienamente consapevole, può essere elaborato attraverso l’ascolto rispettoso del vissuto, senza forzature, e con strumenti adatti a gestire l’ansia e l’attivazione corporea, come le tecniche di grounding, la mindfulness o approcci terapeutici centrati sul corpo.
Lei merita di poter vivere con maggiore serenità, senza sentirsi sopraffatta da qualcosa di cui non riesce a spiegarsi l’origine. Non è sola in questo percorso, e ci sono modi sicuri e delicati per affrontarlo. Le auguro di trovare presto quello spazio accogliente in cui sentirsi finalmente ascoltata, creduta e accompagnata.
Un caro saluto
Dott. Luca Vocino
Quello che racconta parla di un corpo che conserva una memoria profonda, forse non del tutto accessibile a livello razionale, ma che si manifesta attraverso reazioni fisiche ed emotive molto intense. Il cuore che accelera, i sogni ricorrenti, la paura improvvisa o il senso di impotenza nel sonno non sono casuali: sono tutte forme in cui il nostro mondo interno cerca di raccontarci qualcosa che ha lasciato una traccia, anche se sfumata o parziale. È possibile che vi siano stati vissuti difficili, forse traumatici, che non sono stati elaborati pienamente, magari perché troppo dolorosi da affrontare quando si sono presentati o perché non c'erano le condizioni per farlo in sicurezza.
Non si deve sentire “sbagliata” per le sue reazioni o per la sensibilità che avverte, anzi. È proprio questa sensibilità a parlarle di un bisogno importante: quello di protezione, di comprensione, di cura. La difficoltà di ricordare, la frammentazione della memoria, sono comuni in chi ha vissuto esperienze traumatiche, soprattutto se avvenute in età infantile o in adolescenza, quando ancora non si hanno gli strumenti per dare significato e contenere ciò che accade.
Il fatto che oggi le sue reazioni si siano in parte attenuate, e che riesca a parlarne, anche se con fatica, è un segnale che può rappresentare l’inizio di un percorso più profondo. Le consiglio vivamente di intraprendere un lavoro terapeutico con un professionista esperto di traumi, qualcuno che possa accompagnarla a piccoli passi in un cammino che metta al centro la sicurezza, il rispetto dei suoi tempi e la possibilità di costruire insieme un senso a ciò che oggi la turba.
L’obiettivo non deve essere necessariamente “ricordare tutto”, quanto piuttosto imparare a convivere in modo più pacificato con ciò che il suo corpo e la sua mente ancora le raccontano. Il trauma, anche quando non è pienamente consapevole, può essere elaborato attraverso l’ascolto rispettoso del vissuto, senza forzature, e con strumenti adatti a gestire l’ansia e l’attivazione corporea, come le tecniche di grounding, la mindfulness o approcci terapeutici centrati sul corpo.
Lei merita di poter vivere con maggiore serenità, senza sentirsi sopraffatta da qualcosa di cui non riesce a spiegarsi l’origine. Non è sola in questo percorso, e ci sono modi sicuri e delicati per affrontarlo. Le auguro di trovare presto quello spazio accogliente in cui sentirsi finalmente ascoltata, creduta e accompagnata.
Un caro saluto
Dott. Luca Vocino

Intanto ne ha scritto. E questa scelta è molto importante. E' già un modo per prendersi cura di sé e provare a lenire il dolore di una ferita.
Per lavorarci, come scrive lei, può provare. Magari iniziando e scegliendo se preferisce parlarne con uno psicologo o una psicologa.
Non è prevedibile come ci si può sentire con un'altra persona, anche un professionista, parlando di esperienze tanto delicate...
Se ritiene che io possa esserle di aiuto, possiamo provare ad incontrarci in un colloquio, anche online, e lei potrà ascoltarsi anche in questa eventuale circostanza e poi decidere se e come proseguire.
Sergio Borrelli
Per lavorarci, come scrive lei, può provare. Magari iniziando e scegliendo se preferisce parlarne con uno psicologo o una psicologa.
Non è prevedibile come ci si può sentire con un'altra persona, anche un professionista, parlando di esperienze tanto delicate...
Se ritiene che io possa esserle di aiuto, possiamo provare ad incontrarci in un colloquio, anche online, e lei potrà ascoltarsi anche in questa eventuale circostanza e poi decidere se e come proseguire.
Sergio Borrelli

Buonasera, la ringrazio per aver condiviso un pensiero così profondo e delicato. Poter parlare, anche solo scrivere, di vissuti così carichi di dolore, di incertezza e di angoscia, richiede un grande coraggio. E lei questo coraggio lo sta mostrando. È importante che sappia, fin da subito, che le sue reazioni emotive e fisiche non sono "sbagliate" o "esagerate". Sono risposte del corpo e della mente a qualcosa che, per ragioni complesse e spesso stratificate, è stato vissuto come minaccioso o traumatico. Anche quando il ricordo cosciente è confuso, vago o frammentario, il nostro corpo e il nostro sistema nervoso possono portare dentro di sé tracce che parlano, che si esprimono attraverso l’ansia, i sogni, l’evitamento o l’iperattivazione emotiva. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che descrive rientra in una possibile risposta condizionata. Questo significa che certi stimoli, come le scene in TV o il semplice parlare di violenza sessuale, attivano in lei una memoria emotiva intensa, non sempre collegata a un ricordo preciso ma comunque radicata nel vissuto. È come se il corpo avesse "imparato" a reagire in quel modo per proteggersi, anche se oggi non c'è più un pericolo reale. Questo meccanismo non va forzato a sparire, ma compreso, accolto e gradualmente rieducato. È fondamentale in questi casi procedere con grande delicatezza. Un primo passo potrebbe essere quello di iniziare a lavorare, in un contesto protetto e terapeutico, sulla regolazione delle emozioni. Apprendere tecniche di grounding, respirazione, consapevolezza corporea e ristrutturazione cognitiva può aiutarla a riconoscere quando il corpo sta "riattivando" un'allerta e imparare a dirsi che, nel qui e ora, è al sicuro. Il fatto che crescendo certi sintomi si siano attenuati è già un segnale che lei ha trovato, anche inconsapevolmente, delle modalità di autoregolazione. E questo è molto prezioso. Un altro aspetto centrale riguarda il significato che dà a ciò che ha vissuto e al suo modo di reagire. Spesso chi porta dentro emozioni così intense finisce per colpevolizzarsi, per pensare di essere "esagerato" o "sbagliato". Ma non è così. Le sue reazioni hanno un senso, anche se oggi questo senso può sembrare confuso. Il lavoro terapeutico può aiutarla proprio a dare forma e significato a ciò che per tanto tempo è rimasto in ombra, silenzioso ma presente. Non per scavare nel passato a tutti i costi, ma per riconoscere che certe emozioni non sono un nemico da combattere, bensì segnali che possono diventare alleati nel suo percorso di cura. Infine, tenga presente che la memoria traumatica non è sempre lineare, né completa. Non avere un ricordo nitido non significa che non sia successo nulla, ma neanche che si debba necessariamente ricostruire ogni dettaglio per stare meglio. A volte è più importante lavorare su come ciò che sente oggi condiziona il suo benessere e su come può tornare a sentirsi padrona del proprio spazio emotivo e corporeo. Le suggerisco, se non l’ha già fatto, di intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta esperto in traumi e, se necessario, anche in tecniche di desensibilizzazione come l’EMDR o l’esposizione graduale, che possono essere molto efficaci per questi tipi di vissuti. Il fatto che lei stia chiedendo aiuto è già un atto di guarigione. Sta scegliendo di non lasciare che quella paura continui a limitare la sua vita, e questo è un passo importantissimo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

Salve, lei ha esposto delle problematiche davvero delicate, ovviamente la comprendo quando associa la memoria alla sua emotività e sensibilità. Le suggerisco di iniziare un lavoro di terapia analitico, così da riuscire a capire nel profondo la sua difficoltà ed avere la consapevolezza di come trattare questo aspetto (così come altri) della sua vita. Cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott.ssa Elda Valente

Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e sensibilità un vissuto così delicato. La violenza sessuale è un tema molto complesso e doloroso, e trovo del tutto comprensibile che possa essere difficile anche solo affrontarne il pensiero. Le reazioni corporee ed emotive che descrive — come la tachicardia, l’ansia, gli incubi, l’agitazione di fronte a certe scene o argomenti — non sono segnali da ignorare. Al contrario, sono manifestazioni profonde di un mondo interno che, forse, ha vissuto esperienze complesse e che oggi sta cercando uno spazio in cui poter essere ascoltato.
Le dico questo perché spesso il corpo ricorda anche ciò che alla mente può non essere presente in modo chiaro. Lei racconta di una tendenza a ricordare maggiormente i momenti brutti rispetto a quelli belli, e descrive episodi e pensieri che potrebbero, o meno, appartenere a quei vissuti difficili. Vorrei sottolineare quanto sia importante sapere che non è necessario avere certezze assolute sul proprio passato per legittimare un disagio che oggi è presente, reale e, soprattutto, meritevole di attenzione.
Non giudichi la sua sensibilità: potrebbe essere una risorsa preziosa, un modo per restare in contatto con le parti più profonde di sé, anche con quelle più dolorose.
Se se la sente, vorrei invitarla a riflettere sulla possibilità di affrontare questo suo vissuto con un professionista. È possibile farlo nel rispetto dei suoi tempi e delle sue esigenze, con delicatezza. Potrebbe rappresentare un’opportunità per esplorare ciò che sente e trovare nuovi modi per stare in contatto con sé stessa, senza doversi difendere da ciò che prova.
Le auguro sinceramente di poter trovare la serenità che merita, e la ringrazio ancora per averci dato la possibilità di ascoltarla.
Un caro saluto,
Dott.ssa Fausta Florio
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e sensibilità un vissuto così delicato. La violenza sessuale è un tema molto complesso e doloroso, e trovo del tutto comprensibile che possa essere difficile anche solo affrontarne il pensiero. Le reazioni corporee ed emotive che descrive — come la tachicardia, l’ansia, gli incubi, l’agitazione di fronte a certe scene o argomenti — non sono segnali da ignorare. Al contrario, sono manifestazioni profonde di un mondo interno che, forse, ha vissuto esperienze complesse e che oggi sta cercando uno spazio in cui poter essere ascoltato.
Le dico questo perché spesso il corpo ricorda anche ciò che alla mente può non essere presente in modo chiaro. Lei racconta di una tendenza a ricordare maggiormente i momenti brutti rispetto a quelli belli, e descrive episodi e pensieri che potrebbero, o meno, appartenere a quei vissuti difficili. Vorrei sottolineare quanto sia importante sapere che non è necessario avere certezze assolute sul proprio passato per legittimare un disagio che oggi è presente, reale e, soprattutto, meritevole di attenzione.
Non giudichi la sua sensibilità: potrebbe essere una risorsa preziosa, un modo per restare in contatto con le parti più profonde di sé, anche con quelle più dolorose.
Se se la sente, vorrei invitarla a riflettere sulla possibilità di affrontare questo suo vissuto con un professionista. È possibile farlo nel rispetto dei suoi tempi e delle sue esigenze, con delicatezza. Potrebbe rappresentare un’opportunità per esplorare ciò che sente e trovare nuovi modi per stare in contatto con sé stessa, senza doversi difendere da ciò che prova.
Le auguro sinceramente di poter trovare la serenità che merita, e la ringrazio ancora per averci dato la possibilità di ascoltarla.
Un caro saluto,
Dott.ssa Fausta Florio

Buonasera! Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un contributo di pensiero. Nel leggerla ho provato paura, confusione, solitudine, senso di impotenza. Credo che abbia fatto quello che poteva per sopravvivere. Ha smesso di farsi domande, ha rinunciato a capire, ha nascosto la sua fragilità e sacrificato la sua genuinità. Ma quanta fatica fare tutto da sola. Eppure qualcosa, ora come allora, cerca di farsi strada, tenta di essere riconosciuto, chiede di essere finalmente condiviso. Allora diventano meno incomprensibili l’agitazione, il cuore imbizzarrito, gli incubi che ritornano. Aspetti di sé che vogliono essere vissuti. Spero che un giorno possa fidarsi e affidarsi ad una seconda mente che la accompagni a ri-pensare le esperienze più significative, i pensieri più dolorosi, le emozioni più forti. In bocca al lupo

Gentile utente,
intanto la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così delicato.
L’agitazione fisica che descrive, così come i sogni ricorrenti o le reazioni intense davanti a certe situazioni, possono essere il modo in cui, nel tempo, il suo mondo interno ha dato un senso a esperienze vissute come minacciose o confuse.
Anche quando certi ricordi non sono chiari o accessibili, le emozioni e il corpo continuano a raccontare qualcosa di importante. Non si tratta di qualcosa che "non va", ma di una modalità con cui lei ha cercato di proteggersi e di dare un ordine a ciò che ha vissuto.
A volte, cercare troppo una spiegazione ci fa stare peggio. In questi casi può essere utile imparare a stare accanto a quella parte di lei che si agita, come farebbe con una bambina impaurita. Con pazienza, dolcezza, senza forzarla a parlare, ma lasciandole lo spazio di esserci.
Parlarne con qualcuno che ci fa sentire al sicuro, può essere un primo passo. Piano piano può imparare a riconoscere cosa la agita, e a non sentirti più in balìa di queste sensazioni.
Non è sola, quello che prova ha un senso, anche se ancora non tutto è chiaro.
Resto a sua disposizione,
un caro saluto
Dott.ssa Becucci Maria Chiara
intanto la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così delicato.
L’agitazione fisica che descrive, così come i sogni ricorrenti o le reazioni intense davanti a certe situazioni, possono essere il modo in cui, nel tempo, il suo mondo interno ha dato un senso a esperienze vissute come minacciose o confuse.
Anche quando certi ricordi non sono chiari o accessibili, le emozioni e il corpo continuano a raccontare qualcosa di importante. Non si tratta di qualcosa che "non va", ma di una modalità con cui lei ha cercato di proteggersi e di dare un ordine a ciò che ha vissuto.
A volte, cercare troppo una spiegazione ci fa stare peggio. In questi casi può essere utile imparare a stare accanto a quella parte di lei che si agita, come farebbe con una bambina impaurita. Con pazienza, dolcezza, senza forzarla a parlare, ma lasciandole lo spazio di esserci.
Parlarne con qualcuno che ci fa sentire al sicuro, può essere un primo passo. Piano piano può imparare a riconoscere cosa la agita, e a non sentirti più in balìa di queste sensazioni.
Non è sola, quello che prova ha un senso, anche se ancora non tutto è chiaro.
Resto a sua disposizione,
un caro saluto
Dott.ssa Becucci Maria Chiara

Buongiorno,
Mi dispiace molto per quello che ha passato e penso che sia assolutamente normale provare le sensazioni ed emozioni che descrive.
E' anche normale che con il tempo, crescendo, si attenuino. Se non ha mai intrapreso un percorso terapeutico per gestirle le consiglierei di provare a parlarne con qualcuno così da ridurre la sua agitazione.
La saluto ed in bocca al lupo
Susanna Manzato
Mi dispiace molto per quello che ha passato e penso che sia assolutamente normale provare le sensazioni ed emozioni che descrive.
E' anche normale che con il tempo, crescendo, si attenuino. Se non ha mai intrapreso un percorso terapeutico per gestirle le consiglierei di provare a parlarne con qualcuno così da ridurre la sua agitazione.
La saluto ed in bocca al lupo
Susanna Manzato

Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico che l'aiuti nell'elaborazione del trauma. Cordiali saluti.

Buonasera a lei! I sogni che fa possono essere riconducibili a sensazioni di essere impotente di fronte a qualcosa da cui quindi non riesce a difendersi. Non è detto che questo abbia a che fare con eventi esterni o pericoli "reali". Può avere a che fare anche con qualche stato interno, pensiero o emozione, da cui in suo inconscio tenta di difendersi. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a mettere ordine rispetto ad eventi della sua storia personale che possano averla in qualche modo toccata. I sogni sono una grande risorsa per accedere all'inconscio anche se angoscianti e possono aiutarla con l'aiuto di un professionista specializzato a fare uscire quella voce che forse ha bisogno di dire qualcosa. Resto a disposizione

Buongiorno, la questione che pone, richiede attenzione e spazio per essere narrata e compresa nel profondo. È importante che lei accolga questo suo sentire e provveda ad iniziare un percorso psicoterapeutico con un professionista del settore, per permettersi di elaborare le emozioni che attualmente sembrano affollarsi e creare domande.

Gentilissima, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, credo possa essere un primo passo per poter cercare di mettere ordine ed affrontare questi pensieri che la tormentano. Penso sia molto difficile per lei provare a ricordare, riportare alla memoria fatti, eventi o anche sogni e fantasie. Tuttavia sembra che, nonostante l'impatto sia diminuito nel tempo, per certi versi rimanga un fondo di agitazione e incomprensione. Potrebbe esserle molto utile intraprendere un percorso psicologico dove possa sentirsi pian piano libera di esplorare e dar significato a tutto quello che racconta, in modo da comprendere maggiormente che cosa le accade e poter ridurre l'agitazione.
La ringrazio e la saluto cordialmente, Dott. Marco Squarcini
La ringrazio e la saluto cordialmente, Dott. Marco Squarcini

Gentile,
Le sue parole portano con sé un vissuto che sembra ancora cercare uno spazio sicuro in cui poter essere ascoltato, prima ancora che capito. Mi colpisce come, nel tentativo di trovare una spiegazione, emerga anche il bisogno di legittimare il proprio sentire.
Ma davvero ha bisogno di un “perché” per poter accogliere ciò che prova?
Esistono percorsi che possono offrire contenimento e senso anche a ciò che oggi appare confuso e spaventoso: mi tengo disponibile ad esplorare insieme i suoi vissuti.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Le sue parole portano con sé un vissuto che sembra ancora cercare uno spazio sicuro in cui poter essere ascoltato, prima ancora che capito. Mi colpisce come, nel tentativo di trovare una spiegazione, emerga anche il bisogno di legittimare il proprio sentire.
Ma davvero ha bisogno di un “perché” per poter accogliere ciò che prova?
Esistono percorsi che possono offrire contenimento e senso anche a ciò che oggi appare confuso e spaventoso: mi tengo disponibile ad esplorare insieme i suoi vissuti.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Buongiorno, ha esperienza della psicoterapia? Purtroppo può capitare che alcuni ricordi e vissuti emotivi possano restare incapsulati nel corpo, in forme di angosce, contrazioni muscolari, palpitazioni cardiache ecc. (il corpo parla e dice la sua!), soprattutto se si fa esperienza di situazioni estreme che non si dovrebbe vivere. Il trasformare in parole questi aspetti corporei, o queste rappresentazioni dei sogni, insieme a un professionista che sa leggere questa forma di linguaggio e capire come tutto questo si incontri con la sua soggettività potrebbe esserle di aiuto. Le consiglierei, se non sta già in psicoterapia, di fare una consultazione per valutare se sia utile per lei un percorso. Resto a disposizione

Direi che la 'strategia' migliore è proprio lavorarci. Mi spiego meglio: quello che racconta assomiglia molto a un soffocare pensieri ed emozioni spiacevoli che lei vive rispetto e intorno a questa tematica, sembra che ci sia una grande paura dietro (e questo è assolutamente legittimo). Il problema è che facendo così non fa che accantonare sempre di più "qualcosa" che rimane chiuso come in una scatola nera inaccessibile. Forse è il caso di andare a guardare dentro questa scatola nera, con l'aiuto di una/un professionista che riesca a sostenerla e aiutarla a elaborare i suoi vissuti e le sue paure. Sicuramente è una strada dolorosa, ma anche quella che le permetterà di vivere sé stessa al 100%. Solo così potrà sciogliere dubbi e paure.
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