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Su di me

Laureata in psicologia clinica e di comunità presso l'Università degli studi di Padova, ho svolto il mio tirocinio post-lauream presso l'Azienda Sanit...

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su psicoterapia individuale

Buongiorno Signori, avrei una domanda da fare. Dopo 4 anni di psicoterapia, e dopo 4 anni di miglioramenti, sto pensando di abbandonarla perché mi sono accorto che il terapeuta non mi presta la dovuta attenzione. Durante le terapie, ha sempre il cellulare in mano, e almeno metà del tempo della terapia la passa con gli occhi abbassati sullo stesso. Inoltre, alle mie domande/dubbi risponde sempre in modo brevissimo, mentre invece io vorrei che argomentasse di più le risposte.
Di quest'ultima cosa gli ho parlato, ma è stato evasivo e dalla terapia successiva ha ripreso ad essere telegrafico. Riguardo al telefono, non gliel'ho detto ma credo che qualunque persona ragionevole si dedicherebbe ogni terapia al paziente, non solo metà terapia.
Fino a oggi, ho considerato come mie "resistenze" tutte le volte che ho pensato di interrompere, ma ora non posso esimermi dal giudicare il mio terapeuta in base a fatti oggettivi che vedo con i miei occhi.
Cosa mi consigliate di fare? Ringrazio tutti in anticipo e auguro la buona sera.

Carissimo,
sembra che vi sia stato un cambiamento nella relazione terapeutica e questo la mette in difficoltà.
Sono d'accordo con i colleghi nel dirLe che la questione telefono dovrebbe essere affrontata in modo esplicito e potrebbe essere un modo per rilanciare la terapia. Solo successivamente potrà decidere.
Le dico, inoltre, che può accadere che, per qualche motivo, il transfert sul terapeuta venga meno. In questo caso si può pensare di effettuare un'altra tranche con un altro professionista.
Queste sono cose che potrà valutare in seconda battuta, prima affronti la questione con il Suo terapeuta.
A disposizione.
Un caro saluto

Dott.ssa Fornari Daniela
Iseo (BS)

Dott.ssa Daniela Fornari

Domande su Borderline

Buongiorno,
Mi presento sono Nicolò ho 30 anni e sono sposato da 3. Con mia moglie ho sempre avuto alti e bassi sia a causa della reciproca difficoltà di comunicazione ma soprattutto per i miei scatti di rabbia. Spesso mi sento ferito o attaccato da lei, anche per cose assolutamente di poco conto, reagisco in maniera aggressiva e sproporzionata, cosa che la ferisce moltissimo; questo comportamento si presenta solo con lei e non con altri amici o familiari. Solitamente questa mia rabbia dura poche ore seguita dalla consapevolezza e dal grande senso di colpa per come mi sono comportato. Spesso cerco una riconciliazione immediata, cosa che mia moglie spesso è riluttante a darmi, perché si sen
te ancora ferita e umiliata dal mio comportamento, cosa che aumenta ancora di più la mia frustrazione. Sono arrivato al punto di aver paura che tutto quello che faccio o dico, provochi in lei una reazione che a sua volta scateni in me questa rabbia e anche lei vive nella paura che una sua frase sbagliata scateni l'inferno. Ho anche ipotizzato, leggendo su internet che potrei avere un disturbo borderline della personalità, ma questa è solo una mia opinione ( e di mia moglie), non ne ho mai parlato con un professionista. Amo mia moglie sopra ogni cosa e lei non può più sopportare di essere ferita da me così e io non voglio perderla. Vorrei davvero tanto intraprendere un percorso che mi porti a gestire e se possibile eliminare questo mio comportamento. Come posso muovermi? Voi potete darmi indicazioni?

Carissimo Nicolò,
penso che la Sua idea di intraprendere un percorso sia un'ottima idea.
Un professionista l'aiuterà a trovare un nuovo modo di affrontare la frustrazione e a comprendere le motivazioni sottendono a questa modalità di risposta.
Non si preoccupi troppo della definizione.

Rimango a disposizione.
Un caro saluto

Dott.ssa Fornari Daniela
Iseo (BS)

Dott.ssa Daniela Fornari

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